Rubriche
tratto dal n.11/12 - 2002


Papa Wojtyla

Il segreto del giovane Karol


Il campo di concentramento di Auschwitz

Il campo di concentramento di Auschwitz

"Il giovane Karol Wojtyla era socievole, ma non si apriva quando il discorso cadeva sulla guerra o sulle persecuzioni inflitte dai nazisti agli ebrei. Forse, commenta oggi l’amico cardinale, perché in tutto l’Est europeo avanzava il comunismo e c’era il rischio di spie". Così racconta, su la Repubblica del 1� novembre, il cardinale Jorge Mejía, compagno di studi del giovane Wojtyla a Roma, quando insieme, tra la fine del ’46 e l’estate del ’48, frequentavano l’Angelicum. L’intervista è stata concessa al vaticanista Marco Politi in occasione del conferimento della cittadinanza romana a Giovanni Paolo II. Conclude Politi: "Nel giorno in cui Karol diventa cittadino romano, il cardinale Mejía svela un piccolo segreto. Proprio a Roma Wojtyla ha imparato i suoi primi rudimenti di ebraico, al corso tenuto all’Angelicum da un bravissimo olandese, padre Duncker. Gli sarebbe servito quarant’anni dopo quando, primo pontefice, entrò nella sinagoga di Roma".





Venezuela

Sodano: «Date a Cesare quel che è di Cesare»


Angelo Sodano

Angelo Sodano

Il segretario di Stato Vaticano, cardinale Angelo Sodano, in conclusione della sua visita di tre giorni in Ecuador, ha auspicato che la crisi in Venezuela si risolva con il dialogo tra le parti. Il quotidiano ecuadoriano El universo, il 10 dicembre 2002, ha scritto che il cardinale Angelo Sodano ha così risposto ad una domanda dei giornalisti sul braccio di ferro in atto a Caracas: «Credo che il dialogo sia l’unica via d’uscita possibile per questa crisi». E ha aggiunto: «A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio. E il Cesare venezuelano è Hugo Chávez». In Italia le dichiarazioni del cardinale sono state segnalate anche dall’agenzia Ansa.




Cardinali/1

Ratzinger e i preti pedofili


L’agenzia cattolica internazionale Zenit il 2 dicembre riportava ampi stralci di una conferenza stampa tenuta a Madrid, nei giorni precendenti, dal cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. In particolare, soffermandosi sulla vicenda dei preti pedofili, il porporato tedesco ha affermato: «I preti sono anche peccatori. Ma sono personalmente convinto che la presenza costante nella stampa dei peccati dei preti cattolici, specialmente negli Stati Uniti, è una campagna pianificata… La presenza costante di questi temi sui mezzi di informazione non corrisponde né all’oggettività dell’informazione stessa, né all’oggettività statistica dei fatti. Quindi una persona può giungere alla conclusione che questo è intenzionale, manipolato, che c’è un desiderio di screditare la Chiesa. È una conclusione logica e ben fondata». Le riflessioni del cardinale sono state riprese in Italia dalla Stampa del 5 dicembre.





Cardinali/2

Medina Estévez e l’ordinazione di persone omosessuali


Ordinare sacerdoti «uomini omosessuali o con tendenza omosessuale è assolutamente sconsigliabile e imprudente e, dal punto di vista pastorale, molto rischioso. Una persona omosessuale o con tendenze omosessuali non è pertanto idonea a ricevere il sacramento dell’Ordine sacro». È la risposta, in data 16 maggio 2002, del cardinale Jorge Arturo Medina Estévez, quando ancora era prefetto della Congregazione per il culto divino, a un vescovo non identificato che chiedeva lumi sulla liceità dell’ammissione all’Ordine sacro di persone omosessuali. La lettera del porporato è stata pubblicata sul bollettino Notitiae (n.346, novembre-dicembre 2002) della Congregazione per il culto divino.




Medio Oriente/1

Mitzna o della speranza


Amram Mitzna

Amram Mitzna


«Rappresento una nuova speranza». Con queste parole Amram Mitzna, il sindaco di Haifa eletto a metà novembre alla guida dei laburisti israeliani, ha commentato, sulla Repubblica del 26 novembre, la sua vittoria. E, sui possibili sviluppi di un dialogo con i palestinesi, ha affermato: «Arafat si è posto come un nemico, ma la pace ovviamente si fa solo con i nemici».






Terrorismo/1

La Chiesa di Roma più pericolosa degli ultrà islamici


Terroristi nel teatro di Mosca

Terroristi nel teatro di Mosca

Con questo titolo La Stampa del 10 dicembre dava notizia di un insolito documento al vaglio del Cremlino. Nell’articolo si legge: «La Chiesa cattolica rappresenta una minaccia alla sicurezza nazionale russa. Una relazione che lo afferma, a quanto pare, è già arrivata al Cremlino e verrà discussa nella prossima seduta del Consiglio di sicurezza russo dedicata all’estremismo religioso. La minaccia del fondamentalismo islamico, considerata la più attuale del resto del mondo, viene messa in Russia solo al quarto posto».






Terrorismo/2

Bush “il nuovo faraone” e i “fedeli zeloti”


«Il saladino della Jihad definisce il presidente americano George Bush “il nuovo faraone” e rivendica la paternità della campagna di attentati da parte di “fedeli zeloti” condotta in Kuwait, Yemen, Bali e culminata con la spettacolare presa di ostaggi nel teatro di Mosca». Così in un editoriale della Stampa del 13 novembre si accennava all’ennesimo messaggio intimidatorio dello sceicco Osama Bin Laden.






Diplomazia/2

Nuovi nunzi a Mosca, in Brasile, Benin-Togo e Uzbekistan


Il 6 novembre è stato nominato il nuovo rappresentante della Santa Sede presso la Federazione Russa a Mosca: è l’arcivescovo Antonio Mennini, 55 anni, romano, da due anni nunzio in Bulgaria. Nella stessa data è stato nominato nunzio in Uzbekistan l’arcivescovo polacco Jozef Wesolowski, 54 anni, nunzio anche in Kazakistan, Tagikistan, Kirghizistan.
Il 12 novembre è stato nominato il nuovo nunzio in Brasile, si tratta dell’arcivescovo Lorenzo Baldisseri, 62 anni, toscano, dal 1999 nunzio in India e Nepal.
Il 25 novembre è stato nominato il primo nunzio residente in Benin. È il vietnamita Pierre Nguyên Van Tot, 53 anni, che dal 1999 era gà incaricato d’affari presso la stessa sede. Van Tot, che è il primo vietnamita a diventare nunzio, è stato nominato anche nunzio in Togo.





Diplomazia/3

Rapporti diplomatici con Qatar


l 18 novembre la Santa Sede ha allacciato i rapporti diplomatici con l’emirato del Qatar. Nel minuscolo Paese i cattolici sono circa 45mila. Il Vaticano intrattiene rapporti diplomatici già con altri Paesi della penisola arabica: con il Kuwait, dove risiede un nunzio italoamericano, Giovanni D’Andrea, con il Bahrein e lo Yemen. Non ci sono invece rapporti diplomatici con Arabia Saudita, Emirati Arabi e Oman.






Curia/1

Il nunzio Celata segretario del Consiglio per il dialogo inter-religioso


Il 14 novembre l’arcivescovo toscano Pier Luigi Celata, 65 anni, è stato nominato segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo inter-religioso. Dal 1999 era nunzio apostolico in Belgio e Lussemburgo. In precedenza era stato rappresentante pontificio a Malta e San Marino, in Slovenia, in Turchia e Turkmenistan.






Curia/2

Parolin “viceministro degli Esteri” vaticano


Il 30 novembre il monsignore veneto Pietro Parolin, 47 anni, è stato nominato nuovo “viceministro degli Esteri” vaticano. Il prelato veneto è entrato nella diplomazia pontificia nell’86, ha lavorato come numero due della nunziatura in Nigeria fino all’89, quando è stato trasferito in Messico dove ha contribuito allo storico allacciamento dei rapporti diplomatici avvenuto nel ’92. Proprio in quell’anno è stato richiamato a Roma, a lavorare nella seconda sezione della Segreteria di Stato, dove dal 2000 si occupava degli affari italiani.





Nomine

Canada: segretario del Consiglio per l’unità dei cristiani eletto arcivescovo di Quebec



Il 15 novembre il vescovo canadese Marc Ouellet, segretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, è stato promosso arcivescovo di Quebec. Ouellet, 58 anni, sulpiziano, era segretario del dicastero vaticano dal marzo 2001.




TITOLO 1

Titolo 2


Corpo della notizia





Cardinali/3

Sodano: la tradizione, criterio per la riforma della Chiesa


l 9 ottobre il segretario di Stato vaticano, cardinale Angelo Sodano, ha ricevuto la laurea honoris causa presso la Pontificia Facoltà Teologica di Wroclaw (Polonia). Nell’occasione ha tenuto un discorso. Così La Stampa del 5 novembre ne dà notizia: «Dopo aver sottolineato “il valore della tradizione”, il discorso sostiene come essa non sia “un ostacolo sulla via del progresso”, ma “la base per il suo sviluppo”. Il rinnovamento della Chiesa, quella riforma per cui “chi ama la Chiesa non cerca di farne un’altra, ma semmai lavora per renderla sempre più bella e splendente agli occhi degli uomini” passa, a giudizio del cardinal Sodano, soprattutto attraverso la quarta di quelle condizioni indicate da un famoso libro di padre Yves Congar, Vera e falsa riforma nella Chiesa: il ritorno al principio della tradizione divino-apostolica».




Don Vitaliano

«Amo la Chiesa perché è di Cristo»


Don Vitaliano Della Sala, sacerdote noto per le sue vicinanze al movimento dei no-global, è stato sollevato dall’incarico di parroco di Sant’Angelo a Scala (provincia di Avellino) dal suo superiore, Tarcisio Nazzaro, abate-vescovo di Montevergine. Il 1� dicembre don Vitaliano ha indirizzato una lettera ai suoi parrocchiani. La pubblichiamo quasi integralmente.
"Carissimi, dieci anni sono una parte consistente della vita di un uomo e anche di una comunità. Questo tempo che il Signore ci ha dato di vivere insieme ha segnato indelebilmente la mia vita […]. Mi avete accolto fino a farmi diventare uno di voi, ma soprattutto avete accolto Gesù Cristo. E questo è ciò che conta veramente, e mi dà il conforto di sapere che i primi dieci anni del mio sacerdozio non sono trascorsi inutilmente. Di fronte all’incontro con Cristo, e lui resta sempre, la mia persona non conta assolutamente nulla. […] Non serve a nulla e a nessuno creare rotture, perciò vi scongiuro di non uscire mai dalla comunione con la Chiesa. Io amo la mia Chiesa, l’ho detto tante volte e ve lo ripeto ora che la sua mano dura si abbatte su di me. L’amo perché è di Cristo. La voglio migliore, sempre più fedele a Cristo, non a se stessa. Ma non ne voglio un’altra. Non c’è nulla di definitivo in questa vita; se mettiamo le radici in un posto dobbiamo poi poterci sradicare. Solo non sradichiamoci da Gesù Cristo. Continuiamo a seguirlo, anche quando la nostra sequela ci porta a soffrire, a essere incompresi e combattuti dagli altri".




L'allenatore Capello

«Vicini al Divino Amore, forse troppo»


Noi la fortuna non sappiamo nemmeno cosa sia. Ci abbiamo litigato, e pensare che abbiamo il santuario del Divino Amore qui vicino, forse troppo». Così Fabio Capello, allenatore della Roma, intervistato dalla Repubblica il 1º dicembre.  




Medio Oriente/2

Due integralismi, una apocalisse



Nelle pagine culturali della Stampa, il 6 dicembre, veniva pubblicato un articolo, firmato da Giacomo Galeazzi, di cui riportiamo ampi stralci: «Dietro l’incendio non c’è solo Bin Laden. Medio Oriente: due integralismi, una apocalisse. Anche il fondamentalismo cristiano e quello ebraico danno fuoco alle polveri nella regione più tormentata del pianeta, una terra sacra alle tre grandi religioni monoteistiche. Una ricerca controcorrente del National Catholic Reporter, il principale organo d’informazione cattolico degli Stati Uniti, ha rivelato che a settembre migliaia di cristiani sionisti (convocati a Gerusalemme dall’International Christian Embassy) hanno assicurato a Sharon il loro incondizionato appoggio. “Il feeling tra il Likud e i cristiani conservatori sembra improbabile eppure nasce da forti interessi comuni” scrive il National Catholic Reporter; molti cristiani fondamentalisti abbracciano lo Stato d’Israele per il suo ruolo nella loro escatologia del premillenarismo. Da parte sua, l’ala destra israeliana accoglie con favore l’appoggio economico e politico che riceve dai cristiani fondamentalisti in Europa e negli Stati Uniti”. Religione e politica, dunque. Una combinazione incendiaria, soprattutto in Medio Oriente, dove i cristiani fondamentalisti, che spesso operano in tandem con i coloni ebrei messianici, promuovono la formazione della “grande Israele” che credono si esprimerà in Armageddon. Così l’alleanza tattica tra fondamentalisti cristiani ed ebrei rischia di trasformare il conflitto israelo-palestinese da battaglia tra due nazionalità in una devastante guerra di civiltà […]. Sugli scenari bellici, chiosa il National Catholic Reporter, aleggia lo spettro delle credenze messianiche che vedono nel conflitto il prezzo da pagare per l’approdo all’“era perfetta”».




Dimissioni

Rinuncia dei cardinali Taofinu’u e Paskai


Il 16 novembre il Papa ha accettato le dimissioni del cardinale marista Pio Taofinu’u, 79 anni, dalla carica di arcivescovo di Samoa-Apia. Al suo posto è stato nominato Alapati Mataeliga, 49 anni.
Il 7 dicembre sono state accettate le dimissioni del cardinale László Paskai, 75 anni, da arcivescovo di Esztergom-Budapest. Come nuovo primate di Ungheria è stato promosso Péter Erdo, 50 anni, dal 1999 ausiliare di Székesfehérvár e dal 1998 rettore dell’Università cattolica Pázmány Péter di Budapest.





Diplomazia/1

Nuovi ambasciatori di Belgio, Haiti e Bosnia presso la Santa Sede


Il 31 ottobre ha consegnato le lettere credenziali il nuovo ambasciatore del Belgio presso la Santa Sede, Benoît Cardon De Lichtbuer, 60 anni, diplomatico di carriera, dal 1979 al 1989 segretario particolare dell’allora regina Fabiola, da tre anni rappresentante permanente presso il Consiglio d’Europa di Strasburgo.
Il 22 novembre è stata la volta di quello di Haiti, Carl Henri Guiteau, 50 anni, ingegnere. Il nuovo rappresentante di Port-au-Prince risiederà a Roma. Finora gli interessi haitiani presso la Santa Sede erano curati dall’ambasciatore a Parigi.
Il 30 novembre è toccato al rappresentante di Bosnia-Erzegovina, Ivan Misic, 61 anni, giornalista, da un anno viceministro degli Affari esteri.






Città del Vaticano

Mäder nuovo comandante delle Guardie svizzere


l 9 novembre è stato nominato il nuovo comandante delle Guardie svizzere: è Theodor Mäder, 39 anni, nativo del cantone di San Gallo. Dal 1998 era vicecomandante del Corpo.






Kolvenbach

«L’amore per la Cina, fino ai nostri giorni»


Peter-Hans Kolvenbach

Peter-Hans Kolvenbach

In occasione del 450º anniversario della morte di san Francesco Saverio, il 3 dicembre, il superiore generale della Compagnia di Gesù, Peter-Hans Kolvenbach, ha rilasciato un’intervista alla rivista missionaria dei Gesuiti, Popoli (novembre 2002). Ha detto tra l’altro: «La Compagnia di Gesù intraprende tutti i ministeri con la fiducia che il Signore ci prende, come ha preso Ignazio e Saverio, per suoi servitori, non perché noi siamo forti e numerosi in tutto il mondo, ma perché il Signore ci dice, come a san Paolo: “Ti basta la mia grazia, perché la mia potenza manifesta tutta la sua misura nella debolezza”(2cor 12,9). È questa la parola che attraversa e rivela l’epopea di san Francesco Saverio [...]. Quando muore Saverio, Matteo Ricci ha soltanto due mesi: sarà lui che, insieme a tanti altri, sarà presente là dove il Saverio aveva sognato di andare, cioè alla corte dell’imperatore della Cina, per rendervi presente, anche al servizio dei cinesi, la Buona Notizia. Nonostante una storia spesso dolorosa e sempre movimentata, il Padrone della vigna non ha cessato di suscitare nei cuori dei Gesuiti […] l’amore per la Cina, fino ai nostri giorni».


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