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CARDINALI
tratto dal n. 12 - 2003

«L’aria che respira è quella del Concilio Vaticano II»


L’intervento del presidente emerito del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace alla presentazione della miscellanea dedicata al cardinale José Saraiva Martins per i suoi settant’anni


del cardinale Roger Etchegaray


Comporre un volume di “miscellanea”, di “mélanges” in onore di una personalità è appannaggio di un genere letterario molto particolare che richiede discernimento e un delicato trattamento.
Da una parte, si tratta di suscitare e di raccogliere studi che, da presso o da lungi, entrano nel campo magnetico del pensiero e delle opere di colui cui si vuol rendere omaggio. Per questo ciascun redattore si dà da fare per spillare il suo “vino nuovo” (vinho verde) o per prendere dalla sua cantina (garrafeira) qualche “porto” invecchiato appartenente alla sua riserva personale. Purtroppo le miscellanee migliori, proprio per il loro essere tali, non vengono annoverate tra le opere in commercio e sono di conseguenza troppo poco conosciute: non riescono ad oltrepassare la cerchia di specialisti, che le assaporano, come si fa con una buona bottiglia, per dar nuovo vigore ai loro lavori.
José Saraiva Martins con Giovanni Paolo II durante una cerimonia di canonizzazione. Il prefetto della Congregazione delle cause dei santi, infatti,  dopo l’atto di canonizzazione  è solito recarsi a salutare il papa

José Saraiva Martins con Giovanni Paolo II durante una cerimonia di canonizzazione. Il prefetto della Congregazione delle cause dei santi, infatti, dopo l’atto di canonizzazione è solito recarsi a salutare il papa

Quanto a colui che è stato onorato con un prodotto così, costui è senz’altro il primo ad apprezzarne il sapore, ma credo che ci debba anche trovare dentro il gusto di un elogio funebre anticipato, o almeno riconoscerci il coronamento di una vita di studio.
Ma veniamo al prezioso volume che abbiamo in mano.
Il merito della miscellanea, che illustra il motto “Veritas in caritate” del cardinale José Saraiva Martins, è quello di offrire a questo genere di volume la possibilità di portare più frutti possibile.
Nella biografia che monsignor Claudio Jovine dedica al cardinale dice: «Sin da giovanissimo coltiva un particolare, quasi “innato”, amore alla teologia, e a soli 26 anni dà inizio ad una brillante ed apprezzata carriera di docente» (p. 17). Trent’anni di insegnamento universitario… ma molto di più, perché poi, cara Eminenza, pur in mezzo alle sue responsabilità in due dicasteri, scorrendo la sua bibliografia, lei non ha mai smesso di scrivere, di scrivere dappertutto, di scrivere su tutto, godendo oggi di una specie di ubiquità letteraria, che non oso chiamare miracolosa per il prefetto della Congregazione delle cause dei santi… Non so come lei faccia ad essere disponibile a tutti gli azimut, nonostante la pressione di così tanti candidati alla beatificazione e alla canonizzazione che devono bussare ogni giorno alla sua porta!
I 29 firmatari della miscellanea hanno diviso i loro contributi in tre parti, ma noto che la prima sezione, più specificatamente teologica, è più affollata delle altre due. A dire il vero, è tutta l’opera, nel suo insieme, ad avere in filigrana l’impronta della riflessione ecclesiologica, sacramentaria ed escatologica.
Nella sua “Laudatio”, il suo compatriota, e docente universitario come lei, il patriarca di Lisbona José da Cruz Policarpo, ci dice che «l’aria che [lei] respira è lo spirito del Concilio Vaticano II» (p. 16). Arte meravigliosa, come quella delle torri della sua diocesi di origine, le torri della cattedrale di Guarda, la più alta del Portogallo. È la cosa che le permette di far fronte alle sfide del mondo contemporaneo con la calma sicurezza di Cristo, che ha messo per sempre la storia sotto il segno assoluto della sua gloriosa resurrezione.
Studenti claretiani nella Roma degli anni Cinquanta. Il futuro cardinale Saraiva Martins è il secondo  da sinistra nella fila dietro

Studenti claretiani nella Roma degli anni Cinquanta. Il futuro cardinale Saraiva Martins è il secondo da sinistra nella fila dietro

Ecco perché, per aprire una “nuova era” della missione, proprio in questa Università Urbaniana che rimane la sua casa, lei ha organizzato fin dal 1977 un congresso internazionale su «Evangelizzazione e cultura». Come potrebbe la sua anima non essere missionaria, quando si è figli del Portogallo, questa piccola terra dalle grandi ambizioni di un Vangelo universale, quando si è religiosi di quella Congregazione, il cui fondatore spagnolo, sant’Antonio Maria Claret, diventò arcivescovo di Cuba?
ýa terza parte dell’opera è intitolata: “Santità e formazione sacerdotale nella Chiesa oggi”, unendo così, attraverso le due cariche dicasteriali successive del cardinale, l’esigenza di santità che riguarda in modo così particolare coloro che sono chiamati al ministero sacerdotale.
Papa Giovanni Paolo II ha fatto della Causa dei santi la più bella tra le cause della Chiesa. Il suo prefetto lo sa bene, grazie all’enorme lavoro che spetta a questo dicastero e che ha permesso al Papa di beatificare 1327 fedeli e di canonizzarne 477, a lui più che a tutti gli altri papi precedenti, da quando è il papa a riservarsi tali proclamazioni. Non è per sottolineare uno dei tanti record di Giovanni Paolo II ma, più profondamente, per evocare quello che il Concilio Vaticano II ha chiamato «la vocazione universale alla santità».
Concluderei citando Georges Bernanos: «Per essere un santo» dice «quale vescovo non darebbe il suo anello, la sua mitra, il suo pastorale, quale cardinale la sua porpora, quale pontefice la sua veste bianca, i suoi camerieri, i suoi svizzeri e tutti i suoi beni temporali? Chi non vorrebbe avere la forza di rischiare questa meravigliosa avventura? Perché la santità è un’avventura, è anzi la sola avventura. Chi l’ha capito una volta è entrato nel cuore della fede cattolica». E talvolta, disilluso, Bernanos aggiungeva: «Ma chi si dà pena per i santi?».
Chi si dà pena per i santi? Grazie, caro cardinale, di ricordarcelo stasera con questa miscellanea alla quale auguro anche la migliore avventura!


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