25 anni di Meeting
Nel programma del prossimo appuntamento di fine agosto ci sarà anche spazio per ripercorrere i momenti più significativi di questa storia. Senza sentirsi arrivati
di Lucio Brunelli
Venticinque anni di Meeting (1979-2004),
cinquant’anni dai primi passi di Comunione e liberazione (1954-2004). Il
prossimo raduno di Rimini si presta ai ricordi, “amarcord” si direbbe in questa
terra felliniana, e infatti saranno le immagini della storia del Meeting su un
avveniristico muro-video ad accogliere i visitatori nella hall centrale del nuovo quartiere fieristico…
Ecco allora riapparire e rivivere sul grande schermo (12x6 metri) la visita del
Papa nell’82, e poi tutti i grandi ospiti e amici della manifestazione
riminese, da Madre Teresa di Calcutta a Eugène Ionesco, da Andrej Tarkovskji a
Giovanni Testori… da Giulio Andreotti a don Luigi Giussani…
Ricordi, ma non solo ricordi. Perché, ha
scritto Giancarlo Cesana, «gli anniversari e i compleanni possono essere molto
tristi: segnano che si diventa vecchi e ci si avvia verso il declino. A meno
che non piaccia la vita che si è vissuta e, soprattutto, sia molto più
interessante l’adesso del quando si è cominciato…».
Il titolo scelto quest’anno dagli organizzatori è meno ermetico di quelli passati e sembra indicare lo spirito con cui si intendono celebrare anniversari e compleanni: «Il nostro progresso non consiste nel presumere di essere arrivati ma nel tendere continuamente alla meta». A trattare il tema sarà il patriarca di Venezia, Angelo Scola, alla sua prima apparizione in veste cardinalizia tra il popolo del Meeting. Ma c’è meta e meta, a cui tendere. Gli organizzatori affermano di essersi ispirati all’insegnamento spirituale di san Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), grande monaco medievale che seppe unire dolcezza e irruenza nell’urgere una riforma della Chiesa. Lettera ai monaci di Saint Bertin: «Correte, fratelli, perché arriviate allo scopo. Il che avverrà se comprenderete che allo scopo non siete ancora giunti». Sermone sulla purificazione della Madonna: «La nostra perfezione consiste nel non illuderci mai di essere arrivati, ma nel protenderci sempre in avanti: nell’aspirare senza sosta al meglio, fiduciosi nella misericordia divina quale rimedio alle nostre miserie».
Dunque: la certezza della fede mai confondibile con la presunzione di chi si sente già arrivato alla meta. Anche per questo il Meeting proverà a dare spazio a voci e sensibilità diverse, non solo cattoliche, nelle decine e decine di conferenze e mostre che spaziano dall’arte all’economia, dalla religione alla politica. Impossibile elencarle tutte. Il programma completo e aggiornato si può consultare sul sito www.meetingrimini.org.
Da non perdere lo spettacolo inaugurale, domenica 22 agosto, con i brani più intensi della lirica italiana e napoletana, interpretati dal tenore José Carreras e accompagnati dai commenti di don Giussani, affidati alla voce di Franco Branciaroli. Ovviamente non potevano mancare i temi dell’attualità internazionale, con l’Iraq, il terrorismo islamico e il conflitto israelo-palestinese in primo piano. Curiosità per la presenza annunciata di Waddah Khanfar, direttore generale della tv araba Al-Jazeera: dovrebbe partecipare a una tavola rotonda su “L’informazione in tempo di guerra” insieme a Stefano Folli, direttore del Corsera, e a Gad Lerner. Ma si parlerà anche delle “guerre dimenticate” dell’Africa nera, in particolare Sudan e Uganda, raccontando esperienze di solidarietà che senza proclami e lontani dai riflettori realizzano, per la popolazione civile, missionari e organizzazioni non governative come l’Avsi (Associazione volontari per il servizio internazionale). Tanti gli incontri dedicati alla letteratura, con Dante superstar. Mentre del rapporto fra la scienza e i miracoli parlerà un cardinale, José Saraiva Martins, che in Vaticano ha proprio il compito di selezionare i numerosi candidati all’aureola, certificando l’autenticità dei prodigi attribuiti alla loro intercessione. Tra gli ecclesiastici, oltre i già citati, da segnalare l’arcivescovo primate della Chiesa irlandese, Diarmuid Martin, vecchia e apprezzata conoscenza del Meeting: potrebbe portare notizie su una possibile visita del Papa nell’Irlanda del Nord, terra di sanguinosi conflitti fra cattolici e protestanti. Ma terranno incontri anche il cardinale canadese Marc Ouellet, arcivescovo di Québec; il nuovo arcivescovo di Boston Sean Patrick O’Malley, succeduto al cardinale Law dopo la bufera infinita per i sacerdoti accusati di pedofilia; monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Cei; monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare del Patriarcato caldeo a Baghdad, uno dei più pugnaci oppositori dell’invasione americana dell’Iraq. A parlare di politica, in senso alto (“Ideale e impegno politico”, mercoledì 25 agosto), sarà invece il senatore Giulio Andreotti, una delle presenze più assidue e amate al Meeting, stimolato dalle domande del giornalista Renato Farina. Numerosi altri esponenti politici, di tutti i partiti e di entrambi gli schieramenti, prenderanno la parola in tavole rotonde su argomenti specifici, dall’ambiente alla comunicazione, dalla ricerca di energie alternative alla difesa della famiglia. Tema, quest’ultimo, che sarà trattato dal nuovo “leader” di Cl, il teologo don Julián Carrón, insieme al presidente della Regione Lazio Francesco Storace. Non mancheranno alcuni ministri. Era annunciata fino a poche settimane fa la partecipazione di Giulio Tremonti in qualità di ministro dell’Economia e delle Finanze. Anche il nome di Marco Follini, segretario dell’Udc, figurava nel programma ben prima delle recenti convulsioni della “verifica” di governo. Entrambi, a quanto pare, hanno confermato la loro presenza. Sicuramente non sfuggirà ai commentatori politici (e ai notisti di “colore”) la performance dell’onorevole Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia, cattolico, laudatore non solo del pensiero politico, ma persino teologico del Cavaliere: a Rimini presenterà un suo libro Tra destra e sinistra. La nuova politica di Forza Italia. A obbligare i colleghi che si occupano di cronache politiche al solito superlavoro di fine agosto potrebbe contribuire anche la presenza del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, già protagonista della difficile ripartenza della “concertazione” con i nuovi vertici confindustriali.
Ma saranno probabilmente altri i temi e
gli eventi che infiammeranno il popolo del Meeting in questa XXV edizione
segnata da anniversari e compleanni.
In apertura, domenica 22 agosto, potrebbe esserci un collegamento video con il Papa. La cosa non è stata confermata ufficialmente dal Vaticano, ma il mensile ufficiale di Cl, Tracce (luglio-agosto), la inserisce nel programma, senza “se” e senza “ma”. In chiusura, sabato 28 agosto, ci potrebbe essere invece la sorpresa di un collegamento di monsignor Luigi Giussani. Singolare destino, quello che unisce questi due uomini, Giovanni Paolo II e don Giussani. C’è un episodio, poco noto, che rivela l’intensità del loro rapporto. Il sacerdote ambrosiano non ha mai dimenticato una frase che il Papa polacco gli disse in un colloquio privato nel lontano 1982: «Voi siete senza patria». Era l’anno della visita di Wojtyla al Meeting, anno di successi mediatici, ecclesiastici e politici, per Cl. Don Giussani rimase molto impressionato. Ne parlò a un gruppo di universitari, a porte chiuse, nell’agosto dello stesso anno. Percepì quel «voi siete senza patria» come «una rottura drammatica con anni di cammino in cui forse abbiamo usato dei valori cristiani senza riconoscere, semplicemente, Cristo» (cfr. L. Giussani, Uomini senza patria. Agosto 1982, in Un avvenimento di vita cioè una storia, ed. Il Sabato, Roma 1993, p. 171). Lo stesso impeto di fede che travolge ogni argine predefinito è risuonato all’inizio del 2004, nello scambio epistolare per il cinquantesimo anniversario della nascita di Cl. «Non solo non ho mai inteso fondare niente», ha scritto don Giussani al Papa, «ma ritengo che il genio del movimento che ho visto nascere sia di aver sentito l’urgenza di proclamare la necessità di ritornare agli aspetti elementari del cristianesimo, vale a dire la passione del fatto cristiano come tale nei suoi elementi originali, e basta».
Giovanni Paolo II in visita al Meeting di Rimini nell’agosto 1982
Il titolo scelto quest’anno dagli organizzatori è meno ermetico di quelli passati e sembra indicare lo spirito con cui si intendono celebrare anniversari e compleanni: «Il nostro progresso non consiste nel presumere di essere arrivati ma nel tendere continuamente alla meta». A trattare il tema sarà il patriarca di Venezia, Angelo Scola, alla sua prima apparizione in veste cardinalizia tra il popolo del Meeting. Ma c’è meta e meta, a cui tendere. Gli organizzatori affermano di essersi ispirati all’insegnamento spirituale di san Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), grande monaco medievale che seppe unire dolcezza e irruenza nell’urgere una riforma della Chiesa. Lettera ai monaci di Saint Bertin: «Correte, fratelli, perché arriviate allo scopo. Il che avverrà se comprenderete che allo scopo non siete ancora giunti». Sermone sulla purificazione della Madonna: «La nostra perfezione consiste nel non illuderci mai di essere arrivati, ma nel protenderci sempre in avanti: nell’aspirare senza sosta al meglio, fiduciosi nella misericordia divina quale rimedio alle nostre miserie».
Dunque: la certezza della fede mai confondibile con la presunzione di chi si sente già arrivato alla meta. Anche per questo il Meeting proverà a dare spazio a voci e sensibilità diverse, non solo cattoliche, nelle decine e decine di conferenze e mostre che spaziano dall’arte all’economia, dalla religione alla politica. Impossibile elencarle tutte. Il programma completo e aggiornato si può consultare sul sito www.meetingrimini.org.
Da non perdere lo spettacolo inaugurale, domenica 22 agosto, con i brani più intensi della lirica italiana e napoletana, interpretati dal tenore José Carreras e accompagnati dai commenti di don Giussani, affidati alla voce di Franco Branciaroli. Ovviamente non potevano mancare i temi dell’attualità internazionale, con l’Iraq, il terrorismo islamico e il conflitto israelo-palestinese in primo piano. Curiosità per la presenza annunciata di Waddah Khanfar, direttore generale della tv araba Al-Jazeera: dovrebbe partecipare a una tavola rotonda su “L’informazione in tempo di guerra” insieme a Stefano Folli, direttore del Corsera, e a Gad Lerner. Ma si parlerà anche delle “guerre dimenticate” dell’Africa nera, in particolare Sudan e Uganda, raccontando esperienze di solidarietà che senza proclami e lontani dai riflettori realizzano, per la popolazione civile, missionari e organizzazioni non governative come l’Avsi (Associazione volontari per il servizio internazionale). Tanti gli incontri dedicati alla letteratura, con Dante superstar. Mentre del rapporto fra la scienza e i miracoli parlerà un cardinale, José Saraiva Martins, che in Vaticano ha proprio il compito di selezionare i numerosi candidati all’aureola, certificando l’autenticità dei prodigi attribuiti alla loro intercessione. Tra gli ecclesiastici, oltre i già citati, da segnalare l’arcivescovo primate della Chiesa irlandese, Diarmuid Martin, vecchia e apprezzata conoscenza del Meeting: potrebbe portare notizie su una possibile visita del Papa nell’Irlanda del Nord, terra di sanguinosi conflitti fra cattolici e protestanti. Ma terranno incontri anche il cardinale canadese Marc Ouellet, arcivescovo di Québec; il nuovo arcivescovo di Boston Sean Patrick O’Malley, succeduto al cardinale Law dopo la bufera infinita per i sacerdoti accusati di pedofilia; monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Cei; monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare del Patriarcato caldeo a Baghdad, uno dei più pugnaci oppositori dell’invasione americana dell’Iraq. A parlare di politica, in senso alto (“Ideale e impegno politico”, mercoledì 25 agosto), sarà invece il senatore Giulio Andreotti, una delle presenze più assidue e amate al Meeting, stimolato dalle domande del giornalista Renato Farina. Numerosi altri esponenti politici, di tutti i partiti e di entrambi gli schieramenti, prenderanno la parola in tavole rotonde su argomenti specifici, dall’ambiente alla comunicazione, dalla ricerca di energie alternative alla difesa della famiglia. Tema, quest’ultimo, che sarà trattato dal nuovo “leader” di Cl, il teologo don Julián Carrón, insieme al presidente della Regione Lazio Francesco Storace. Non mancheranno alcuni ministri. Era annunciata fino a poche settimane fa la partecipazione di Giulio Tremonti in qualità di ministro dell’Economia e delle Finanze. Anche il nome di Marco Follini, segretario dell’Udc, figurava nel programma ben prima delle recenti convulsioni della “verifica” di governo. Entrambi, a quanto pare, hanno confermato la loro presenza. Sicuramente non sfuggirà ai commentatori politici (e ai notisti di “colore”) la performance dell’onorevole Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia, cattolico, laudatore non solo del pensiero politico, ma persino teologico del Cavaliere: a Rimini presenterà un suo libro Tra destra e sinistra. La nuova politica di Forza Italia. A obbligare i colleghi che si occupano di cronache politiche al solito superlavoro di fine agosto potrebbe contribuire anche la presenza del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, già protagonista della difficile ripartenza della “concertazione” con i nuovi vertici confindustriali.
Il manifesto dell’edizione 2004
In apertura, domenica 22 agosto, potrebbe esserci un collegamento video con il Papa. La cosa non è stata confermata ufficialmente dal Vaticano, ma il mensile ufficiale di Cl, Tracce (luglio-agosto), la inserisce nel programma, senza “se” e senza “ma”. In chiusura, sabato 28 agosto, ci potrebbe essere invece la sorpresa di un collegamento di monsignor Luigi Giussani. Singolare destino, quello che unisce questi due uomini, Giovanni Paolo II e don Giussani. C’è un episodio, poco noto, che rivela l’intensità del loro rapporto. Il sacerdote ambrosiano non ha mai dimenticato una frase che il Papa polacco gli disse in un colloquio privato nel lontano 1982: «Voi siete senza patria». Era l’anno della visita di Wojtyla al Meeting, anno di successi mediatici, ecclesiastici e politici, per Cl. Don Giussani rimase molto impressionato. Ne parlò a un gruppo di universitari, a porte chiuse, nell’agosto dello stesso anno. Percepì quel «voi siete senza patria» come «una rottura drammatica con anni di cammino in cui forse abbiamo usato dei valori cristiani senza riconoscere, semplicemente, Cristo» (cfr. L. Giussani, Uomini senza patria. Agosto 1982, in Un avvenimento di vita cioè una storia, ed. Il Sabato, Roma 1993, p. 171). Lo stesso impeto di fede che travolge ogni argine predefinito è risuonato all’inizio del 2004, nello scambio epistolare per il cinquantesimo anniversario della nascita di Cl. «Non solo non ho mai inteso fondare niente», ha scritto don Giussani al Papa, «ma ritengo che il genio del movimento che ho visto nascere sia di aver sentito l’urgenza di proclamare la necessità di ritornare agli aspetti elementari del cristianesimo, vale a dire la passione del fatto cristiano come tale nei suoi elementi originali, e basta».