Tratto da Mio fratello Albino

Presentazione



di Giulio Andreotti


Era pallidissimo e un sudore copioso scendeva sul suo volto, illuminato peraltro da un sorriso affascinante. Sembrava quasi volesse scusarsi per avere scomodato tante autorità e l’enorme folla assiepata in tutta la basilica. Per ciascuno di noi ebbe una parola particolare. Con me si rallegrò per l’imminente matrimonio di mia figlia, dicendomi di aver firmato per lei una particolare benedizione. Che in quei primi giorni tanto intensi del suo nuovo “lavoro” avesse prestato attenzione anche a piccole cose era commovente. Lasciai però San Giovanni molto impressionato; e preannunciando a Serena la benedizione, le dissi, preoccupato, che il Papa non stava bene. Ma non potevo davvero immaginare che il suo possesso di Roma sarebbe stato soltanto simbolico.
Ero a messa al Gesù pochi giorni più tardi quando un mio collaboratore mi raggiunse, sconvolto: «È morto il Papa». Non realizzai subito il messaggio e pensai ad una interpretazione sbagliata di qualche comunicazione cifrata della presidenza. Purtroppo l’incredibile era vero.
Perché, Signore? Se lo avessero lasciato a Venezia, con le sue abitudini semplici e senza l’accumulo di tante incombenze, forse il suo fisico avrebbe retto all’insulto cardiaco.
Non è davvero consentito interpretare ciò che Dio vuole o permette. Ma la sua fulminea scomparsa può spiritualmente spiegarsi con la rimozione di un motivo polemicamente sorprendente se il conclave avesse scelto direttamente un papa straniero. Dopo tanti secoli questa sfiducia verso l’Italia certamente si prestava a censure, illazioni politiche, dispute nazionaliste. Don Albino aveva preso da Paolo VI il testimone per trasmetterlo ad un cardinale che nella sua personale esperienza aveva sofferto le persecuzioni che dittatori di sinistra e di destra avevano inflitto alla Chiesa.
Di lui certamente ho il ricordo del Laterano. Ma ancora di più quello del vescovo che era venuto a Palazzo Chigi per trasmettere le preoccupazioni dei cattolici veneti per l’Ammaina Bandiera di una loro presenza storica nel mondo del credito. Era venuto in nero come un modesto sacerdote, tanto che a fine mattina i commessi lo avevano cancellato dalla lista delle visite, pensando che avesse rinunciato.
C’è una frase della Scrittura che sembra appropriata: «Consumato fugacemente explevit tempora multa».


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