Rubriche
tratto dal n.05 - 2004

Lettere dalle missioni



Sudan


Il vicepresidente sudanese, Ali Osman Mohamed Taha, a sinistra nella foto, stringe la mano al leader dei ribelli dello Spla, John Garang, per festeggiare la firma dell’accordo di pace

Il vicepresidente sudanese, Ali Osman Mohamed Taha, a sinistra nella foto, stringe la mano al leader dei ribelli dello Spla, John Garang, per festeggiare la firma dell’accordo di pace

Il 26 maggio il vicepresidente sudanese, Ali Osman Mohamed Taha, e il leader dei ribelli dello Spla (Esercito di liberazione popolare del Sudan), John Garang, hanno firmato un accordo di pace che pone fine al conflitto, iniziato nel 1983, che per decenni aveva contrapposto il governo di Khartoum alle forze del Sud. L’accordo, cui seguirà la definizione delle procedure di applicazione, prevede: governo di unità nazionale per sei anni e mezzo, con successivo referendum al Sud per raggiungere un’eventuale indipendenza dello stesso; possibilità di applicare la legge islamica solo al Nord (ma non nel quartiere di Khartoum che resterà capitale); intesa sulla distribuzione dei proventi petroliferi; accordo sul dispiegamento delle rispettive forze militari (che non saranno unificate). Resta da definire il dramma del Darfur, regione occidentale del Sudan, teatro di una sanguinosa guerra civile. La pace tra il Nord e il Sud Sudan, fortemente voluta anche dal segretario di Stato Usa Colin Powell, è stata salutata dal mondo con un sospiro di sollievo.




Nigeria


Violenti scontri hanno funestato la cittadina di Yelwa, nello stato del Plateau, in Nigeria. Secondo le ricostruzioni, gruppi armati appartenenti alla comunità cristiana Tarok, in prevalenza agricoltori, hanno attaccato la comunità Fulani, costituita per lo più da allevatori di religione musulmana, con cui da tempo contendono per l’utilizzazione delle terre. Secondo i dati forniti dalla Croce rossa locale, le vittime dell’assalto sarebbero circa seicento. Gli scontri di Yelwa s’inseriscono in un crescendo di conflitti locali che da tempo tormentano il più popoloso Paese africano. Già nel marzo scorso i vescovi nigeriani avevano deplorato le violenze «di alcuni religiosi fanatici, commesse contro cittadini innocenti» nello Stato del Plateau, condannando con fermezza «le brutalità commesse in nome di Dio». Il presidente della Conferenza episcopale nigeriana, monsignor John Olorunfemi Onaiyekan, ha precisato: «È una guerra tra poveri, e il vero problema non è religioso, ma politico-economico. Posso solo dire che non ho prova dell’esistenza di gruppi armati cristiani. Non ci sono motivi per combattere per i nostri dogmi, anche se so che ci sono bande di cristiani che hanno attaccato una comunità composta da musulmani. Ma non cadiamo nell’errore di parlare di guerra religiosa». Ora la cosa più importante, conclude il presule, è «trovare il modo di favorire il dialogo e la riconciliazione». La situazione rischia di degenerare: l’11 maggio, durante una manifestazione tenutasi a Kano, seconda città della Nigeria, per protesta contro la strage di Yelwa, estremisti musulmani hanno assaltato negozi e case di cristiani, provocando centinaia di vittime.




Iraq


«Nessun uomo sulla terra può accettare le torture inflitte contro un suo fratello. Queste torture sono contro il diritto umanitario. Nessuno le può accettare, né gli iracheni né gli americani né gli inglesi né gli italiani. Toccherà ai giudici e ai tribunali valutare l’accaduto, ma, come capo della comunità cristiana, ho il dovere di ricordare i principi enunciati da Nostro Signore, cioè amarci e rispettarci l’un l’altro, cercando di fare il possibile per ridurre le sofferenze, e non infliggerle a nessuno». Sono parole di Emmanuel-Karim Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei.




Cina


Le suore della Congregazione delle Sorelle della Carità hanno aperto un dispensario medico gratuito a Guan Pu Tou, piccolo centro del distretto di Jing­hai, nella provincia di Tianjin nella Cina orientale. Il centro si propone di fornire gratuitamente assistenza sanitaria e farmaci ai poveri della regione. Presenti all’inaugurazione anche le autorità locali.


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