Rubriche
tratto dal n.03 - 2002

Lettere dalle missioni



NEWS DALLE MISSIONI


Kenya
Incidente: muore missionario
È morto, il 25 marzo, in un incidente stradale sulla strada che collega Nairobi e Mombasa, padre John Lemay, dei Padri bianchi. Nell’incidente sono rimaste ferite quattro suore di San Giuseppe che viaggiavano con lui. Originario di Montréal, Canada, il religioso aveva 72 anni ed era stato ordinato sacerdote nel 1954.

Congo
Attentato durante
la processione delle Palme
Durante la processione delle Palme, che si svolgeva il 24 marzo a Goma (nord-est della Repubblica Democratica del Congo), sconosciuti hanno gettato due bombe, di cui una fortunatamente non è esplosa. L’attentato ha causato la morte di una bambina di otto anni e di un sacerdote, oltre a ferire altre 15 persone, tra cui un salesiano belga e il vescovo locale, monsignor Faustin Ngabu. Seppur ferito, il presule, che presiedeva la celebrazione, ha proseguito la funzione chiedendo di pregare per le vittime. Intanto a Sun City, Sud Africa, proseguono i lavori del “dialogo intracongolese” per tentare di riportare la pace tra le varie fazioni che da anni si affrontano nel Paese. Il dialogo è fortemente sostenuto dalla Chiesa locale.

Uganda
Ucciso sacerdote e tre civili
Karamoja, nel nord dell’Uganda: il 21 marzo l’auto su cui viaggiava il sacerdote irlandese Declan O’Toole, 32 anni, della congregazione missionaria di Mill Hill, è stata attaccata in un’imboscata che ha causato la morte del sacerdote e dei suoi tre accompagnatori. Le autorità locali hanno arrestato e, nello stesso giorno, al termine di un processo lampo, fucilato due militari ritenuti autori dell’attentato, tenendo a puntualizzare l’estraneità dell’esercito al fatto. Il 9 marzo scorso padre O’Toole aveva ricevuto minacce e percosse da parte di militari per aver preso le difese della gente del villaggio di Nakapelimoru, durante una perquisizione effettuata con metodi brutali. Ordinato nel 1997, O’Toole era stato inviato in Uganda come primo incarico.

Nigeria
Strage in chiesa
A Enugu, 300 chilometri a sud della capitale nigeriana Abuja, il 7 marzo, durante la celebrazione di una messa, sono morti 14 fedeli, schiacciati dalla folla in fuga in preda al panico. A causare la fuga sembra sia stata l’irruzione in chiesa di quattro killer armati, o forse la liberazione di gas velenosi all’interno della stessa. Il vescovo della diocesi, Anthony Okonkwo Gbuji, ha istituito una commissione d’inchiesta autonoma per far luce sull’accaduto.

India
Chiesa pro musulmani
In Guirat, dopo l’attentato, attribuito ad estremisti islamici, del 27 febbraio contro un convoglio ferroviario che ha causato 58 morti, fondamentalisti indù hanno dato vita a una violenta reazione che ha causato, finora, 720 vittime tra la popolazione di religione islamica. La violenza non ha risparmiato la chiesa: una missione della congregazione del Verbo Divino è stata assaltata e due sacerdoti gravemente feriti. Monsignor Stanislaus Fernandes ha accolto con parole di sollievo la visita nella tormentata regione del premier indiano Atal Behari Vajpayee il quale, pur condannando l’attentato al treno, ha dichiarato: «Non si può rispondere alla pazzia con la pazzia». In precedenza, la Conferenza episcopale indiana aveva condannato con fermezza dichiarazioni antimusulmane ad opera di estremisti indù.


Perù
Attentato anti Usa:
i guerriglieri non c’entrano
Monsignor Luis Bambarén Gastelumendi, presidente della Conferenza episcopale peruviana, il 23 marzo ha affermato di essere certo che l’attentato avvenuto a Lima due giorni prima non è stato opera dei movimenti rivoluzionari presenti nel Paese, Sendero Luminoso e Tupac Amaru. L’atto terroristico era avvenuto presso l’ambasciata americana, prima dell’arrivo del presidente George Bush nella capitrale andina, e aveva causato 9 morti.
Filippine
Liberato Pierantoni:
la preghiera mi ha salvato
L’8 aprile è stato rilasciato il missionario dehoniano Giuseppe Pierantoni, sequestrato il 17 ottobre 2001. Il vescovo di Pagadian, monsignor Zacharias Jimenez, ha affermato di ritenere che a rapire il missionario sia stata una fazione deviata del Fronte moro di liberazione islamica (Milf) con il coinvolgimento di alcuni militari. Il presule ha poi spiegato che alla liberazione del religioso ha collaborato attivamente il Milf. «Il potere della preghiera mi ha salvato», ha detto il religioso a liberazione avvenuta, ed ha aggiunto: «Adesso sto meglio di prima, è stata una sorta di ritiro spirituale». Dopo un periodo di riposo, il missionario è intenzionato a tornare tra la sua gente. Il 16 marzo il governo e il Milf hanno annunciato l’intenzione di riprendere i negoziati di pace.


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