Rubriche
tratto dal n.01 - 2002

Lettere al direttore



LETTERE


ANTICO TESTAMENTO

Alcuni brani inseriti nella messa sono inopportuni?
Pregiatissimo direttore,
due anni fa le scrissi "senza obbligo di pubblicazione" una lettera per sottolineare favorevolmente un passo del discorsetto (così come lo definì lei) che aveva tenuto alle suore riunite in un convegno eucaristico.
Lei mi rispose prontamente e conservo la sua lettera riservata: "...comprendo la difficoltà nel rimetter mano al messale, ma l’aridità e spesso il disagio che creano alcune delle letture non possono non indurre a riforme". Questa mattina il passo — mi scusi — pornografico di Davide e Betsabea mi ha ancora una volta disturbato. Non crede necessario agitare adeguatamente il problema? Glielo chiede una povera suora che lo sente come obbligo di coscienza. Ho pregato per lei il mese scorso leggendo che compiva gli anni, ma non perda tempo. Già la soglia degli ottanta è un privilegio. Iddio l’assista.

suor M.F.
(lettera firmata)

P
osto addirittura come obbligo di coscienza (e in limine vitae, tanto più che sono 83), debbo dire esplicitamente quel che da tempo mi inquieta. L’aver impostato la riforma del messale con un forte collegamento tra l’Antico e il Nuovo Testamento è stato indirizzo saggio e in qualche modo anche di compenso verso lunghi periodi poco sensibili in proposito. Chi ha scelto i testi peraltro, pur dimostrando grande spessore culturale, non ha tenuto conto dell’aspetto pastorale del problema, tanto più che l’uso delle lingue del luogo al posto del latino comporta una chiave esplicita di lettura o di ascolto.
Ne consegue pertanto la obiettiva inopportunità — per un pubblico non di specialisti — di brani che esaltano combattimenti ferocissimi; esplosioni e coltivazioni di odio; distruzione spietata dei popoli non eletti. E che dire del brano che ha scandalizzato suor Maddalena? Letta per intero la biografia di Davide, emerge certamente nella Bibbia una figura di alto spicco positivo, ma preso a sé il raccontino dell’adulterio e dell’assassinio del marito beffeggiato diviene autentica pornografia.
A sollecitare l’auspicata, parziale controriforma valga anche una osservazione.
Se il 24 gennaio ad Assisi il Santo Padre avesse celebrato la messa secondo il testo feriale del giorno, sarebbe stato letto un certo passo dal libro di Samuele: "In quel giorno mentre Davide tornava dall’uccisione del filisteo le donne danzavano e cantavano: "Saul ha ucciso i suoi mille; Davide i suoi diecimila". Saul ne fu molto irritato e gli parvero cattive quelle parole. Diceva: "Hanno dato a Davide diecimila, a me ne hanno dati mille". Così si ingelosì di Davide e comunicò a Gionata e ai suoi ministri di aver deciso di uccidere Davide".
Anche se poi si apprende che Saul non perfezionò l’omicidio, non so che impressione la lettura avrebbe prodotto nella gran parte degli ospiti del grande incontro di pace e di preghiere.
Ai rispettosi tentativi di revisione che da tempo si stanno facendo si è obiettato tra l’altro un aspetto economico, per l’effetto che si avrebbe mandando al macero milioni di volumi e obbligando ad una spesa non irrilevante tanti singoli fedeli e comunità.
Mi sembrano argomenti importanti, ma non decisivi.
Comunque si potrebbero anche stampare soltanto piccole appendici per sostituire i testi confondenti o... peggio. È forse un omaggio dovuto al povero ittita tradito ed ucciso.

G.A.

IL DIBATTITO SULLE CASE CHIUSE

Chi chiude apra?

Senatore,
un’altra lezione state prendendo dal Cavaliere con il suo annuncio che ripulirà le strade dalle ragazze squillo. Qualche anno fa mia madre, preoccupata che anche io abboccassi, ricorse alla stazione dei Carabinieri ma si sentì rispondere che soltanto se fossero colte in adescamenti sarebbero potuti intervenire. Non so cosa avesse spinto a suo tempo a chiudere le "case", ma devo dare un giudizio molto severo sull’intelligenza di chi dispose questo. Lei forse vorrebbe sapere se io — ho trentadue anni — sia stato o sia cliente delle squillo. Lasci stare e si muova, se no tutto il vostro passato sarà contestato.
Buona Quaresima.

Marco Pellini


Votai a suo tempo la legge Merlin ritenendo di agire rettamente. L’argomento centrale che la senatrice agitò con successo — dopo lunghi dibattiti esterni e interni al Parlamento — fu la conseguenza negativa indelebile della schedatura delle ragazze, che restava come un macigno per tutta la vita anche dopo i pentimenti e l’abbandono (volontario o per limite di età) della prostituzione. Citava casi di protettori che avevano fatto fallire possibili matrimoni o che ricattavano le loro... collaboratrici; senza dire che riconoscere di fatto i "protettori" era una vergogna. Spero che nessuno ripeta l’assurda tesi che sia i protettori stessi che le protette pagavano le tasse, mentre i clandestini sono esenti. Altro motivo suasivo fu che il modello allora vigente in Italia era stato superato negli altri Paesi. D’altra parte l’obiezione delle schedature varrebbe anche per la soluzione delle cooperative, affacciata da una componente del passato governo.
Nessuno poteva e può illudersi di rendere obbligatoria per legge la castità extraconiugale. Talvolta anzi un costume troppo "scollacciato" nei mezzi di comunicazione lavora decisamente nel senso opposto.
Non so quali proposte concrete presenterà il governo e certamente dovranno essere valutate senza pregiudizi e con rigorosa obiettività. In quanto alla ritenuta presenza maggioritaria di straniere, questa va valutata (anche per connessione con altri traffici non meno e forse più esecrabili) senza indulgere però ad una xenofobia di comodo. Un grande scrittore ha commentato questa ipotesi di ostracismo dicendo che non vorrebbe che dopo i figli venissero i padri di buone donne.
Con sorpresa, d’altra parte apprendo che alcune "fanciulle" hanno ottenuto il visto per venire in Italia come lavoratrici dello spettacolo.
Vedo qualche volta alla televisione don Benzi ed apprezzo tanto più il suo apostolato in quanto una volta visitai uno dei centri di riabilitazione dei drogati e rimasi ammirato dal metodo e dall’efficienza. Ma questo, mi pare, è un problema diverso.

G.A.


ECUMENISMO

I collegamenti che si
sviluppano "in periferia"

Gentilissimo direttore,
sono uno di quei preti che hanno messo un po’ di tempo per leggere e apprezzare il vostro giornale che ultimamente trovo davvero interessante. Mi ha colpito l’intervista al cardinale O’Connor e l’afflato ecumenico che la pervade. Avendo da anni un’autentica passione per l’unità dei cristiani, ho sentito non solo il bisogno di ringraziarvi ma il desiderio di chiedervi di continuare, con la grande professionalità che vi distingue, a sviluppare questo tema vitale per la nuova evangelizzazione e per la ricostruzione dell’Europa sulle sue radici cristiane.
Noi da alcuni anni abbiamo lanciato l’idea di gemellaggi tra parrocchie di diversa confessione in Europa per dare vita ad un grande circuito di carità e di spiritualità tra Chiese e comunità cristiane del continente, tenendo insieme fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Penso che l’idea possa allargarsi alle associazioni e ai movimenti ecclesiali e alle comunità religiose con tutta la ricchezza e spiritualità che li caratterizzano.
Solo un ecumenismo spirituale di tutto il popolo cristiano potrà costituire quell’humus su cui far nascere il Concilio pancristiano di cui parlava il cardinale O’Connor.

Don Vincenzo Solazzi
responsabile per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, diocesi di Fano (Ps).


L
e sue riflessioni sono serie e condividiamo la necessità di collegamenti che si sviluppino dalla periferia, con pazienza e con tenacia.
G. A.


CRITICHE

Il tradimento di 30Giorni

Già lettore affezionato (benché con qualche riserva) di 30Giorni, ho rifiutato schifato (è la parola) di rinnovare l’abbonamento per il "nuovo corso" ecumenista seguito alla nuova, caratterizzante direzione.
Non mi stupisco del già fucino Andreotti, coerente con il suo vecchio cattolicesimo liberale (alla cui scuola non ripugnò il "sostegno" del Pci, né rifiutò la firma alla "legge" sull’infanticidio; si disse convinto che la gran parte dei massoni da lui conosciuti fossero andati direttamente in Paradiso ed elogiò il modernista radicale Buonaiuti, condannato dalla Chiesa).
Mi stupisco (no, piuttosto mi indigno) dei giornalisti di 30Giorni, che sostanzialmente non sono d’estrazione cattolico-liberale: commissariamento o (accomunante) spregiudicatezza?
È veramente l’ora del Getsemani. L’ora di Giuda, di Simone, di Giovanni. Moro (’78) e Agca (’81) non sono bastati: sentiremo l’ira di Dio...
Onorevole presidente, sono più volte che invio (invano) lettere di critica sull’attuale linea di 30Giorni. Questa potrebbe pubblicarla? Mi rendo conto che i contenuti sono forti, ma il suo spirito democratico non dovrebbe aver sommamente a cuore che le coscienze possano confrontarsi liberamente con tutte le campane?

Solideo Paolini
Chiaravalle (An)


Quando andrò lassù (e a 83 anni occorre cominciare a pensarci) so che devo fare affidamento solo sulla misericordia di Dio. Ma per le colpe di cui dovrò giustificarmi non posso condividere l’opinione del signor Paolini, a cominciare dalla curiosa attribuzione alla Fuci di cattolicesimo liberale. In quanto alla dolorosa e sofferta firma alla legge sull’aborto — dopo una strenua opposizione in Parlamento — dovetti apporla perché provocare una crisi in un momento molto turbato dalle Brigate rosse (che avevano ucciso Aldo Moro) metteva a rischio la nazione. Purtroppo l’appello al referendum abrogativo fu vano perché la maggioranza fu nell’altra direzione. Forse oggi che è scientificamente più chiaro che la vita inizia dal concepimento, può tentarsi un riesame, non solo a livello italiano.
Rinnovi l’abbonamento, per cortesia.
G.A.
I LIBRETTI DEL CATECHISMO

Quelle preghiere
da mandare a memoria

Il Papa Giovanni XXIII diceva ai preti progressisti: "Non dimenticate che la Chiesa ha duemila anni!", e ai preti conservatori: "Non dimenticate che la Chiesa deve ancora vivere e andare avanti!".
Perciò ringraziamo chi ci dà ancora i libretti con il catechismo di Pio X e le preghiere (perfette) dell’"ante concilio", che sarebbe bene, dopo le spiegazioni dei catechisti, i bambini fermassero bene nella memoria.

P. Tobia Lapolla O.F.M.
ex missionario in Cina (Taiwan)


PENA DI MORTE

Una tragica,
lunga agonia

Cari amici di 30Giorni,
ho sentito l’altra sera in parrocchia una meditazione contro la pena di morte, suscitata dalla presenza di alcuni giovani propagandisti del movimento "Nessuno tocchi Caino". Il celebrante ha criticato il Parlamento italiano perché avrebbe smobilitato l’impegno internazionale sulla materia, tenuto un tempo molto vivo ad opera della senatrice Salvato. Sono interessato a conoscere se è così; e, nel caso, ad essere orientato. Con augurali saluti.

Marco Anfossi


La posizione italiana contraria alla pena di morte è una costante che non varia in rapporto ai mutamenti di maggioranze parlamentari. È vero che nella legislatura passata, in Senato (cito per diretta competenza questo ramo del Parlamento) si dedicò al tema una reiterata attenzione. Ma lo si doveva a casi concreti (particolarmente di donne e di temuti errori giudiziari). Per il resto in ogni sede possibile si cerca di tener vivo il problema, risentendosi certamente in modo negativo per il congedo senatoriale dato alla collega Salvato. In altri campi (bioetica) le sue tesi erano antitetiche alle mie, ma sul tema della pena capitale era di una tenacia rimarchevole anche all’estero: per questo mi è dispiaciuto che la Sinistra non l’abbia ricandidata.
Circa il timore che la campagna contro la pena di morte si affievolisca per non dare fastidio agli americani (è una voce fatta circolare), posso smentire in pieno. In America (o meglio nella gran parte degli Stati Uniti) la massima pena figura tuttora nelle norme penali vigenti ed ogni anno si hanno applicazioni concrete. Vi è però il dato positivo della sospensione nell’Illinois a far tempo dal 2001; e, più in generale, la statistica riassuntiva della Federazione parla di 66 "eseguiti" nel 2001 contro i 98 del 2000 (laddove il 1999 aveva battuto tutti i record).
Intanto si dà molto spazio, nella stampa di laggiù, nel denunciare casi di giustiziati nel passato che in seguito sono risultati innocenti.
Nulla però fa pensare ad una vicina adesione americana alla abolizione. Si tratta di non perdere vigore nella necessariamente garbata opera di convinzione verso il superamento. L’argomento che la criminalità non è inferiore negli Stati con la pena capitale rispetto agli altri è valido, ma commuove solo élites culturali. Dinanzi ai casi raccapriccianti lo spirito del Ku-Klux-Klan è sempre molto vivo nel subconscio collettivo.
Leggo spesso critiche sulla lunga attesa tra la condanna e la morte. Ed è davvero una procedura paradossale. D’altra parte la possibilità di ulteriori ricorsi, di atti di clemenza, di possibili prove a discarico emergenti obbligano ad essere meno severi verso questa tragica, lunga agonia.
G.A.








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