Rubriche
tratto dal n.03 - 2003


Papa/1

«Invito tutti a prendere in mano la Corona del Rosario»


«In quest’ora di preoccupazione internazionale, tutti sentiamo il bisogno di rivolgerci al Signore per implorare il grande dono della pace. Come ho rilevato nella lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, “le difficoltà che l’orizzonte mondiale presenta in questo avvio di nuovo millennio ci inducono a pensare che solo un intervento dall’Alto [...] può far sperare in un futuro meno oscuro” (n. 40). Numerose iniziative di preghiera si svolgono in questi giorni in varie parti del mondo. Mentre le incoraggio di cuore, invito tutti a prendere in mano la Corona per invocare l’intercessione della Vergine Santissima: “Non si può recitare il Rosario senza sentirsi coinvolti in un preciso impegno di servizio alla pace” (ibid., n. 6)». Così Giovanni Paolo II all’Angelus del 9 febbraio.




TULLIA ZEVI

«Digiuno anch’io ispirata dal Papa e da una regina»


Tullia Zevi

Tullia Zevi

Caro direttore, mi identifico nel rifiuto di papa Giovanni Paolo II contro qualsiasi guerra, e tanto più se prospettata come prevenzione di mali peggiori (quali?), anticipazione di tempi migliori (quando?), e svilimento dei processi negoziali.
Digiunerò anch’io il 5 marzo. Mi ispira non solo l’esempio e l’esortazione oggi del capo spirituale della cattolicità, ma anche la memoria, radicata nel nostro inconscio collettivo: l’esempio di Esther, regina di Babilonia, esempio di coraggio al femminile. Di fronte all’annuncio dell’imminente sterminio della sua gente, schiava in Babilonia, Esther trascende la propria immagine di consorte docile del sovrano, ordina agli ebrei di osservare una settimana di digiuno; interviene quindi energica e supplice presso il re, che annulla il decreto di sterminio, e manda invece a morte il perfido consigliere Haman, autore del progetto.
Mi hanno guidata nel prendere questa decisione non solo il papa dei nostri tempi e una regina ebrea di tanti secoli fa, ma anche la speranza che, nel suo piccolo, il mio esempio possa avere un minimo di contagiosità non solo fra i credenti di ogni fede in un Ente invisibile la cui essenza li conforta e li ispira, ma anche fra coloro che – laici o agnostici – operano per una società laicamente pluralista, rispettosa e garante di ogni diversità. Chi insomma laicamente crede nel dovere di “far del bene e non del male per tutto il tempo di sua vita” (Prov 31,12)».
Così Tullia Zevi, già presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, in una lettera aperta pubblicata sulla Repubblica del 27 febbraio.




Papa/2

Mercoledì delle Ceneri di preghiera e di digiuno per la causa della pace, specialmente nel Medio Oriente


«Invito, pertanto, tutti i cattolici a dedicare con particolare intensità la giornata del prossimo 5 marzo, Mercoledì delle Ceneri, alla preghiera e al digiuno per la causa della pace, specialmente nel Medio Oriente. Imploreremo innanzitutto da Dio la conversione dei cuori e la lungimiranza delle decisioni giuste per risolvere con mezzi adeguati e pacifici le contese, che ostacolano il peregrinare dell’umanità in questo nostro tempo. In ogni santuario mariano si eleverà verso il Cielo un’ardente preghiera per la pace con la recita del santo Rosario. Confido che anche nelle parrocchie e nelle famiglie venga recitata la Corona per questa grande causa da cui dipende il bene di tutti. A tale corale invocazione si accompagnerà il digiuno, espressione di penitenza per l’odio e la violenza che inquinano i rapporti umani. I cristiani condividono l’antica pratica del digiuno con tanti fratelli e sorelle di altre religioni, che con essa intendono spogliarsi di ogni superbia e disporsi a ricevere da Dio i doni più grandi e necessari, fra i quali in particolare quello della pace». Così Giovanni Paolo II all’Angelus del 23 febbraio.





Iraq

«Il mondo ha bisogno di speranza». Appello del patriarca di Gerusalemme dei Latini, del patriarca di Babilonia dei Caldei (Baghdad) e del cardinale di Sarajevo


«Noi che abbiamo vissuto o stiamo ancora vivendo la tragedia della guerra, vogliamo dire al mondo intero, in particolare ai potenti della terra: non imboccate la strada della guerra, perché è una strada senza uscita». Sono le parole di un appello congiunto del patriarca latino di Gerusalemme e presidente internazionale di Pax Christi, Michel Sabbah, del cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo, e del patriarca di Babilonia dei Caldei Raphaël Bidawid, reso noto il 24 febbraio. «Vogliamo essere voce della nostra gente che ha subìto e sta subendo guerra, oppressioni e ingiustizie e che vive nelle nostre terre, diventate tragicamente simbolo di sofferenza [...] Ci rivolgiamo… in particolare a chi ha la responsabilità e il potere di decidere sul futuro, perché possa far prevalere il buon senso e il dialogo ricordando che “la guerra è un’avventura senza ritorno”. Con il Papa anche noi diciamo: No alla guerra! La guerra è sempre una sconfitta dell’umanità [...] Non meno tragiche sono le conseguenze che una guerra porta inevitabilmente con sé: divisioni, odi e tanti profughi. Sono davanti agli occhi del mondo i milioni di profughi della Bosnia e di tutta la ex Iugoslavia; le condizioni invivibili dei palestinesi… E, in caso di guerra, quanti saranno i profughi dall’Iraq, che si andranno ad aggiungere a chi ha già cercato speranze di vita fuggendo da quella terra, da troppi anni segnata dalla guerra e dall’embargo? [...] Non lasciateci soli, perché il mondo oggi ha bisogno di costruire questa speranza».




Scalfari

Cristo ha messo fuori gioco il Dio degli Eserciti


Eugenio Scalfari

Eugenio Scalfari

«Personalmente sono da sempre un cultore del Machiavelli. Anche del Guicciardini. E sono assai devoto del pensiero kantiano (e non dell’hegeliano). Kant deriva per filo diretto dal’Illuminismo, anzi fu un grandissimo illuminista. Hegel nient’affatto. Kant laicizzò il divino, Hegel lo rimise in trono. […] Machiavelli si era posto un problema e si era fatto una domanda: quali fossero i modi per rendere efficiente il Potere e per conquistarlo, e aveva risposto: commisurare i mezzi al fine, calcolare – diremmo noi oggi – i costi e i benefici. Lo stesso Machiavelli si pose, in altre stanze del suo pensiero, altre domande tra le quali anche domande sull’etica, cioè sul bene comune, cioè sui fini del Potere e non soltanto del Potere come fine. Infatti piaceva sia al De Sanctis che al Croce. Perché distingueva. Affrontava distintamente problemi distinti.[…] Mi permetto di usare un esempio terra terra perché ho sempre il timore di non essere capito bene: Aznar ha oggi buone ragioni di temere che alle prossime elezioni i socialisti (pacifisti senza né “se” né “ma”) di Zapatero riconquisteranno il governo del Paese. Anche Blair in casa propria qualche guaio ce l’ha. Berlusconi, da quel formidabile venditore di tappeti che è, questi pericoli li ha già avvistati per primo; infatti è preoccupatissimo e naviga a vista sperando almeno nell’“imprimatur” dell’Onu. Con questo non voglio identificare il pacifismo con l’etica ma una cosa è certa: con la guerra l’etica non ha proprio niente a che vedere. Il Dio degli eserciti, caro Ernesto Della Loggia, con il mondo moderno non ha niente a che vedere, Cristo l’ha messo fuorigioco dalla prima mossa. Mi riesce difficile capire perché ti venga ancora in mente quella cosa lì.[…]
Monsignor Tauran, segretario di Stato vaticano agli Esteri, ha detto l’altro ieri che questa guerra sarebbe un crimine. Lui se lo può permettere perché ha il Vicario di Cristo in casa. Io mi limito a dire che è un’imbecillità e che va evitata. Se permettete, senza “se” e senza “ma”». Parte finale dell’articolo di Eugenio Scalfari pubblicato sulla Repubblica del 27 febbraio col titolo L’Europa pacifista tra Kant e Machiavelli.





Libri

Una scommessa per l’America Latina di Guzmán Carriquiry



È appena arrivato in libreria Una scommessa per l’America Latina. Memoria e destino storico di un continente (ed. Le Lettere, Firenze 2003, 274 pp., euro 16). Ne è autore Guzmán M. Carriquiry Lecour, uruguaiano, sottosegretario del Pontificio Consiglio per i laici. In cinque capitoli il volume mira a proporre alcune chiavi di lettura e di prospettiva sul continente latinoamericano anche alla luce del fenomeno della globalizzazione e della situazione geopolitica mondiale dopo l’11 settembre. Particolare attenzione viene dedicata alla “dialettica bipolare” tra Nord e Sud America; ai rapporti tra l’America Latina e gli altri continenti a cominciare dall’Europa; agli aspetti culturali dell’“incontro-scontro” tra mondo latino e mondo anglosassone. Non manca infine una approfondita analisi dell’attuale situazione della Chiesa latinoamericana, con le sue luci e le sue ombre. Il volume viene presentato a Milano il 21 marzo da Roberto Formigoni, “governatore” della Lombardia, Enrique Iglesias, presidente della Banca interamericana di sviluppo, Luis Meyer, ministro paraguaiano per la Programmazione, Nicolás Cotugno Fanizzi, arcivescovo salesiano di Montevideo. Il 27 marzo poi ci sarà un’altra presentazione a Roma, cui parteciperanno i cardinali James Francis Stafford e Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Francesco Cossiga e Andrea Riccardi.




Madre Teresa

Il 19 ottobre la cerimonia di beatificazione: è possibile prenotarsi via internet


Giovanni Paolo II e Madre Teresa

Giovanni Paolo II e Madre Teresa

La cerimonia di beatificazione di madre Teresa di Calcutta è prevista per domenica 19 ottobre in piazza San Pietro a Roma. Per facilitare la partecipazione dei fedeli, il sito ufficiale per la beatificazione (www.motherteresacause.info) offre la possibilità di prenotarsi online, inviando un messaggio, oppure spedendo un fax al numero indicato sullo stesso sito.





Cardinali/1

Visita di Gantin in Costa d’Avorio


Il 21 febbraio la chiesa di Saint-Jean de Cocody ad Abidjan (Costa d’Avorio) si è riempita di fedeli accorsi ad ascoltare il cardinale Bernardin Gantin, decano emerito del Sacro Collegio, giunto a portare solidarietà alla popolazione nel mezzo della crisi ivoriana. Il cardinale non ha voluto esprimere valutazioni sulle locali questioni politiche ma condividere le sofferenze degli ivoriani e pregare assieme. La celebrazione religiosa si è aperta con un messaggio in cui il Papa ha espresso compassione per il popolo della Costa d’Avorio e ha fatto appello ai cristiani, e ai fedeli delle altre religioni, di operare per l’unità del Paese. Gantin ha esortato i belligeranti a non abbandonare la via dei negoziati ricordando la frase del Pontefice: «La guerra non è solo l’ultima delle soluzioni, ma anche la peggiore…».





Cardinali/2

Accettate le dimissioni del cardinale dos Santos


Il 22 febbraio sono state accettate le dimissioni del cardinale francescano Alexandre José Maria dos Santos, 79 anni, dalla carica di arcivescovo di Maputo che ricopriva dal 1974. Alla guida della più importante diocesi mozambicana gli succede il cappuccino Francisco Chimoio, 56 anni a dicembre, dalla fine del 2000 vescovo di Pemba.





Curia/1

Riunione dei capi dicastero su “gestione del personale” e ipotesi di patriarcato per la Chiesa greco-cattolica ucraina


Giovedì 6 febbraio, alla presenza del Papa, si è svolta in Vaticano una riunione di tutti i capi dei dicasteri della Curia romana. La notizia è stata diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede senza specificare quali fossero i punti all’ordine del giorno. Si è appreso che i cardinali e gli arcivescovi hanno discusso di due argomenti: a) problemi riguardanti la “gestione del personale” della Curia (rispetto degli orari di lavoro, rispetto del segreto pontificio, modalità di “avanzamento di carriera”…); b) possibilità di elevare al rango di patriarcato cattolico l’arcivescovado maggiore di Leopoli degli Ucraini.





Curia/2

Clemens sottosegretario alla Congregazione per i religiosi


l 12 febbraio monsignor Josef Clemens, 55 anni, è stato nominato sottosegretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Clemens lavorava da diciannove anni alla Congregazione per la dottrina della fede come segretario particolare del cardinale prefetto Joseph Ratzinger. Originario dell’arcidiocesi di Paderborn, Clemens nel 1975 è stato ordinato sacerdote a Roma, nella chiesa di Sant’Ignazio, e l’anno successivo ha conseguito la licenza in teologia alla Gregoriana. Relatore il padre Maurizio Flick. Tema: “Il metodo teologico in Hans Küng. Infallibile? Una domanda”.






Curia/3

Comastri predica gli esercizi spirituali


Gli esercizi spirituali per la Curia romana sono tenuti quest’anno dal toscano Angelo Comastri, 60 anni a settembre, dal 1996 arcivescovo-prelato di Loreto e già vescovo di Massa Marittima dal 1990 al 1994




DOGMI MARIANI

Amato: «Preferisco attenermi ai titoli tradizionali e conciliari»


Incoronazione della Madonna, particolare del mosaico absidale della basilica di Santa Maria Maggiore, Roma

Incoronazione della Madonna, particolare del mosaico absidale della basilica di Santa Maria Maggiore, Roma

«In questi tempi, in campo cattolico, si è fatto più acceso il dibattito sul titolo di Maria “Corredentrice” e su un possibile quinto dogma mariano, quello della sua mediazione e corredenzione. Ho già espresso più volte la mia opinione al riguardo. Il titolo di “Corredentrice” non è un titolo biblico, né patristico, né teologico. Il Vaticano II lo ha volutamente evitato. Maria è la “redenta nel modo più perfetto”; è il primo frutto della redenzione di suo Figlio, unico redentore dell’umanità. Preferisco, quindi, attenermi ai titoli tradizionali e conciliari di Maria mediatrice, avvocata, ausiliatrice, socia del Redentore (cfr. Lumen gentium 62)». Così l’arcivescovo salesiano Angelo Amato, da gennaio nuovo segretario della Congregazione per la dottrina della fede, nella sua prima intervista apparsa sull’ultimo fascicolo della rivista Ricerche teologiche (n. 2/2002, ed. Dehoniane), a firma del direttore del semestrale, don Enrico Dal Covolo, vicerettore della Pontificia Università Salesiana. Nel corso del colloquio, Amato traccia anche un bel ricordo del padre gesuita Zoltan Alszeghy, n’indimenticato professore della Gregoriana sotto la cui guida il segretario dell’ex Sant’Uffizio conseguì il Qottorato con una ricerca sul sacramento della penitenza nel Concilio di Trento. «Purtroppo» afferma Amato «mi sembra che oggi sia stato del tutto dimenticato. Eppure, insieme a padre Maurizio Flick, è stato uno dei più grandi protagonisti della teologia postconciliare, dando un grande apporto sia alla metodologia teologica, sia a questioni specifiche e altamente problematiche, come il peccato originale, la teologia della croce, l’inculturazione, la salvezza nelle altre religioni. In lui erano armonicamente vissute l’eruditio e la pietas».




Diplomazia

Nuovi nunzi in Bulgaria, Belgio e Lussemburgo


Il 22 febbraio l’arcivescovo tedesco Karl Josef Rauber, 69 anni, è stato nominato nunzio in Belgio e Lussemburgo. Dal 1997 prestava il suo servizio in Ungheria e Moldova.
Lo stesso giorno l’arcivescovo Giuseppe Leanza, siciliano, 60 anni, è stato nominato nunzio in Bulgaria. Dal 1999 era rappresentante pontificio in Bosnia-Erzegovina e dal 2002 anche in Macedonia e Slovenia.
Intanto l’8 febbraio, dopo l’arrivo del gradimento di Nuova Dehli, è stata ufficializzata la nomina dell’arcivescovo spagnolo Pedro Lopez Quintana a nunzio in India e Nepal. L’ex assessore alla prima sezione della Segreteria di Stato era già stato nunzio apostolico, senza specificazione del Paese cui era destinato, lo scorso 12 dicembre.





Italia

Fragnelli nominato vescovo di Castellaneta


Il 14 febbraio Pietro Maria Fragnelli è stato nominato vescovo di Castellaneta in Puglia. Fragnelli, 51 anni, originario della provincia di Taranto, era dal 1996 rettore del Seminario romano maggiore. In quest’ultimo incarico è stato sostituito da monsignor Giovanni Tani, romagnolo, 56 anni, già direttore spirituale dello stesso Seminario dal 1985 al 1999, quando è diventato parroco a Roma.






Gorbaciov

Perestrojka anche per l’America


Michail Gorbaciov

Michail Gorbaciov

Michail Gorbaciov firma un lungo e interessante editoriale sulla Stampa del 15 febbraio, dal titolo Perestrojka anche per l’America. Riportiamo i passaggi più significativi del testo: «La questione irachena si è ormai sviluppata fino a una soglia oltremodo pericolosa. Può accadere l’irreparabile. Ne scrivo con piena convinzione, pur volendo evitare ogni eccesso di enfasi […]. L’amministrazione degli Stati Uniti, al contrario, ha puntato tutto su una soluzione militare del problema e non intende prendere in esame nessun altro argomento. Nello stesso tempo quelli che essa considera argomenti non convincono nessuno […]. Un tale comportamento dell’attuale amministrazione americana, così inspiegabile in termini politici e perfino razionali, costringe tutti a porsi una domanda: ma davvero tutto ciò ha a che fare con l’Iraq? Oppure l’Iraq è solo una vittima occasionale, una specie di pretesto? Oppure si vuole oltrepassare consapevolmente la soglia oltre la quale l’intera situazione mondiale verrà destabilizzata, con l’obiettivo di mettere in piedi un nuovo ordine mondiale non più guidato dal diritto, ma dalla forza? […] È inevitabile ricordare all’attuale presidente degli Stati Uniti la conclusione cui giunse un altro presidente degli Stati Uniti, nell’ormai lontano 1963. Disse allora John Kennedy: se c’è qualcuno che pensa che il futuro del pianeta si chiamerà pax americana, allora è bene che ci ripensi, perché è un errore. O il mondo sarà di tutti, oppure non sopravviverà. […]. Io non intendo disegnare scenari apocalittici, ma non può non preoccuparci tutti, americani inclusi, una così grande frattura nel mondo, che può condurre alla rovina tutti gli istituti esistenti della cooperazione internazionale. Ma un mutamento di rotta non potrà avvenire se non comincerà negli stessi Stati Uniti una riflessione sul modello da essi scelto, di sviluppo economico e sociale, e se non ci sarà un grande sforzo per guardare al futuro con maggiore realismo. In altri termini è necessaria una profonda perestrojka per gli Stati Uniti d’America».



Español English Français Deutsch Português