Recensioni
Fuochi d’artificio
Giulio Andreotti, IFuochi d’artificio/I, Centro culturale “Don Angelo Grandi”, Gabbioneta-Binanuova (Cr) 2008, 32 pp., s.i.p.
Dei tre scritti colpiscono alcune piccole gemme (e sembra emergervi il furbo sorriso di Andreotti). Ad esempio quando ricorda che durante l’udienza accordatagli dall’imperatore del Giappone fu chiamato kakka, che in giapponese significa eccellenza. O come quando, accennando al presidente Clinton (a proposito di citazioni evangeliche), annota che lo stesso «impigliato nella trappola malefica delle sue esuberanze, invece di tante sottodistinzioni tra atti completi o incompleti» avrebbe dovuto ripetere le parole con cui Gesù mise in fuga i precursori del Ku Klux Klan: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra». Ma la migliore è quando scrive che «molto prima che prendessero vita i movimenti femministi e i ministri per le pari opportunità, il Vangelo fissa una perfetta parità tra le dieci vergini: cinque sagge e cinque stolte».
Piccole note di un grande uomo che al nostro Paese, e a ciascuno di noi, ha insegnato come si affrontano i problemi e le avversità e che, a volte, una battuta di spirito vale di più di un trattato filosofico.
L’Occidente plurale
Paolo Janni, IL’Occidente plurale. Gli Stati Uniti e l’Europa nel XXI secolo/I, Rubbettino, Soveria Mannelli (Cz) 2008, 168 pp., euro 12,00
L’autore, poi, sostiene che l’equilibrio globale conosciuto finora andrà modificandosi profondamente nei prossimi anni, e indica alcune della «incognite del XXI secolo», di questo nuovo ordine mondiale che verrà: l’emergenza dell’area asiatica del Pacifico; gli sviluppi in Russia, ancora a un bivio; la situazione del continente africano, la difficile modernizzazione del mondo arabo, il terrorismo globale e la proliferazione nucleare…, incognite veramente preoccupanti alle quali America ed Europa vanno incontro con esperienze e ottiche diverse. Sono gli eventi dell’oggi. Speriamo bene.
La vita è una sfida
Clara Lejeune, ILa vita è una sfida/I, Cantagalli, Siena 2008, 168 pp., euro 13,00
Illustre scienziato e medico di fama internazionale, scopritore della trisomia 21, la sindrome di Down, Lejeune è considerato il padre della genetica moderna. La sua vita e il suo impegno nella ricerca «manifestano qualcosa di universale nell’impegno per la difesa della vita nascente e insieme recano il segno di una singolarità esemplare meritevole di essere proposta anche in Italia come stimolo nel ripensamento degli ultimi trent’anni di “storia del diritto alla vita” della nostra nazione», afferma Carlo Casini nell’introduzione all’edizione italiana. Clara Lejeune racconta con dolcezza e affettuosa memoria la vita di suo padre, marito, «ricercatore dall’anima del poeta», uomo «dalla forza tranquilla» animato da una fede semplice e profonda. Particolarmente belle le pagine dedicate alla malattia e alla morte di Lejeune, raccontate con parole piene di amore filiale e di riconoscenza per un padre che ha lasciato ai suoi figli e al mondo la testimonianza di una vita illuminata e piena. Un testimone della vita.
Cara senatrice Merlin…
ICara senatrice Merlin.../I Lettere dalle case chiuse, Ega, Torino 2008, 128 pp., euro 10,00
È la senatrice Merlin la destinataria delle lettere; sarà lei, socialista e cattolica, a restituire a tante donne la libertà, vincendo resistenze politiche e culturali. Grazie alla “legge Merlin” del 1958 – se ne stanno “celebrando” i cinquant’anni con numerosi incontri e dibattiti – tante donne hanno sentito il bisogno di unirsi e di rivendicare i diritti negati da un sistema sociale e culturale dominato dal cosiddetto “sesso forte”. La condizione della donna è certamente migliorata; oggi ha connotati diversi e si intreccia a dinamiche differenti rispetto a mezzo secolo fa. «Sono cambiati l’epoca e il contesto», scrive Perego, «ma le storie si ripetono: sono sempre la povertà, l’abbandono e la violenza a consegnare il corpo al mercato» (p. 125).
Sono pagine che ci consegnano un dolore e una speranza. Il dolore della donna che perde un tempo della vita, vede sfuggire un sogno, si trova derubata del proprio corpo e sfregiata nella propria anima; la speranza di trovare un’altra donna, un’amica, una persona impegnata nella politica o nel sociale che ami la giustizia e tuteli i diritti degli ultimi.
Cara senatrice Merlin… è pubblicato da Ega (Edizioni Gruppo Abele). Apre il libro una vera e propria lezione sulla situazione della prostituzione oggi, di Mirca Da Pra Pocchiesa, sotto forma di una nuova lettera alla senatrice Merlin, con l’indicazione di alcune proposte operative per le istituzioni locali. Il dibattito, più che mai attuale, è aperto.
Il cardinale Gotti
Umberto Pietro Gamba – Angelico Carattino, ICardinale Gerolamo Maria Gotti, carmelitano scalzo. 1834-1916/I, Bergamo 2008, 184 pp., s.i.p.
Dopo tre anni di ricerca, viene pubblicato uno studio di Umberto Pietro Gamba e Angelico Carattino che riscopre e ricorda, con una ricchezza di documenti straordinaria, la figura di questo uomo che ha dedicato tutta la vita al servizio dell’Ordine, della Chiesa e delle missioni. Centocinque anni fa il conclave del 4 agosto 1903 elesse papa il cardinale Giuseppe Sarto con il nome di Pio X, grazie anche al veto che l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe pose nei confronti del cardinale siciliano Mariano Rampolla del Tindaro. Bene, in quel conclave il cardinale Gerolamo Maria Gotti, prefetto della Congregazione di Propaganda Fide, era uno dei nomi dei porporati in corsa per la successione a papa Leone XIII, spentosi all’età di novantatré anni. La sua candidatura ottenne ai primi due scrutini 12 e 16 voti per poi tramontare nei successivi (descrive bene la situazione storica e “politica” Andrea Tornielli in un articolo apparso sul numero di 30Giorni del luglio 2003). In relazione al fatto, scriveva il Corriere della Sera del 20 marzo 1916, qualche giorno dopo la morte di Gotti, scriveva: «Un uomo dotato di tali qualità morali e amministrative veniva facilmente designato nei calcoli di probabilità come un possibile successore alla tiara: gli accrescevano le simpatie la sua inettitudine ad ogni intrigo ed il nessun desiderio di potere sovrano». Poche parole per delineare la figura di un uomo “tutto d’un pezzo”.
Il volume di Gamba e Carattino non trascura di inserire l’attività e la presenza del cardinale Gotti in una trama di vicende storiche che ancor di più mettono in risalto lo spessore umano e spirituale di un impegno profuso in diverse parti del mondo.
Pio XI, un papa interessante
Umberto Dell’Orto, IPio XI. Un papa interessante/I, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2008, 104 pp., euro10,00
Giulio Andreotti nella postfazione del libro fa due interessanti annotazioni. All’inizio del Novecento all’interno della Chiesa nacque una polemica tra coloro che volevano si stabilisse un rapporto con lo Stato italiano e coloro che invece volevano si mantenesse il non expedit… Polemiche che sul piano civile finirono per intrecciarsi al dibattito dottrinale sul modernismo e alla condanna di quest’ultimo da parte di Pio X. Condanna che portò anche alla scomunica di due sacerdoti, Buonaiuti e Manaresi, che con Angelo Giuseppe Roncalli e don Giulio Belvederi, formavano un quartetto di giovani amici seminaristi inseparabili. Poi Roncalli era andato a Bergamo, Belvederi a Bologna. In seguito papa Ratti richiamò a Roma Belvederi per affidargli la cura e la valorizzazione delle catacombe. «Oggi che la questione romana appartiene alla storia, anche grazie a Pio XI, credo», scrive Andreotti, «che sia ora di rivedere le figure di Manaresi e Buonaiuti, specie di quest’ultimo, che comunque fu tra gli undici professori italiani che rifiutarono il giuramento di fedeltà al fascismo, perdendo così la cattedra».
Imbattendosi in una inusuale (per libri che trattano questi argomenti) e accattivante capacità narrativa, attraverso ventidue brevi capitoli (il XXIII è dedicato alle fonti utilizzate), in poco più di settanta pagine, il lettore riesce ad afferrare al volo la dimensione e lo spessore del grande Pontefice, ripercorrendo gli anni dell’infanzia a Desio; la presenza a Milano – che è sempre sullo sfondo – dove fu prefetto della Biblioteca Ambrosiana e della cui diocesi fu arcivescovo per cinque mesi circa; la passione per la montagna, l’attività pastorale, il servizio presso la Santa Sede, fino al pontificato…
Pio XI è passato alla storia come il Papa della conciliazione tra Chiesa e Stato italiano (i Patti Lateranensi, negoziati tra il segratario di Stato, cardinal Gasparri, e Benito Mussolini, furono sottoscritti l’11 febbraio 1929): «Perciò, chiamarlo “Papa della Conciliazione”», annota Umberto Dell’Orto a conclusione del XXI capitolo, «significa riconoscere a Pio XI un permanente influsso nella nostra storia. Egli non è solo un personaggio storico ma, per diversi aspetti, è un nostro contemporaneo» (p. 71).
Pio XI, l’Italia e Mussolini
Gerlando Lentini, IPio XI, l’Italia e Mussolini/I, Città Nuova, Roma 2008, 112 pp., euro 9,50
Con stile narrativo direi pedagogico, semplice, chiaro, storicamente documentato, Lentini ripercorre diciassette anni di storia italiana recente, densi di proposte e di intuizioni che ancora oggi costituiscono per alcuni versi un punto di riferimento e di riscontro non solo per la Chiesa ma per la collettività umana.