Rubriche
tratto dal n.12 - 2009


DIPLOMAZIA

Piene relazioni diplomatiche tra Russia e Santa Sede


Benedetto XVI e il presidente Medvedev [© Paolo Galosi/Vatican Pool]

Benedetto XVI e il presidente Medvedev [© Paolo Galosi/Vatican Pool]

Il 9 dicembre è stato annunciato che la Santa Sede e la Federazione Russa hanno deciso di comune accordo di stabilire tra di loro piene relazioni diplomatiche. Finora fra le due realtà intercorrevano “relazioni di natura speciale”.





Benedetto XVI e il presidente Lula [© Associated Press/LaPresse]

Benedetto XVI e il presidente Lula [© Associated Press/LaPresse]

Diplomazia/1
Ratificato l’Accordo col Brasile

Il 10 dicembre in Vaticano si è proceduto allo scambio degli strumenti di ratifica dell’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Federale del Brasile firmato il 13 novembre 2008.


Diplomazia/2
Nuovi nunzi in Kuwait e Canada

Il 2 dicembre il Papa ha nominato monsignor Petar Rajic arcivescovo e nunzio apostolico in Kuwait, Bahrein, Qatar e delegato apostolico nella Penisola Arabica. Rajic, 50 anni, è nato in Canada da genitori croati. Ordinato sacerdote nel 1987, fu incardinato nella diocesi erzegovinese di Trebinje-Mrkan. Entrato nel servizio diplomatico pontificio nel 1993, ha prestato servizio in Iran, Lituania, e, da ultimo, nella Sezione affari generali della Segreteria di Stato.
Il 10 dicembre l’arcivescovo spagnolo Pedro López Quintana, 56 anni, è stato nominato nunzio in Canada. Dal 2003 era rappresentante pontificio in India e in precedenza era stato assessore nella prima sezione della Segreteria di Stato.


Diplomazia/3
Nuovo ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede

Il 10 dicembre il Papa ha ricevuto le lettere credenziali del nuovo ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede. Si tratta di Eduardo Delgado Bermúdez, 66 anni, docente universitario, già ambasciatore in Giappone e, da sette anni, direttore generale del Ministero degli Esteri.


Diplomazia/4
Otto nuovi ambasciatori non residenti presso la Santa Sede

Il 17 dicembre il Papa ha ricevuto le lettere credenziali di otto nuovi ambasciatori presso la Santa Sede che non risiederanno a Roma perché accreditati e residenti in altri Paesi europei. Si tratta dei rappresentanti di Danimarca (Hans Klingenberg, 63 anni, residente a Berna), di Uganda (Francis K. Butagira, 67 anni, residente a Berlino), del Sudan (Sulieman Mohamed Mustafa, 57 anni, residente a Parigi), del Kenya (Elkanah Odembo, 52 anni, residente a Parigi), del Kazakistan (Mukhtar B. Tileuberdi, 41 anni, residente a Ginevra), del Bangladesh (Abdul Hannan, 53 anni, residente a Ginevra), di Finlandia (Alpo Rusi, 60 anni, residente a Berna), di Lettonia (Einars Semanis, 52 anni, residente a Varsavia).


Papa/1
Approvati i decreti sulle virtù eroiche di Pio XII e Giovanni Paolo II

Il 19 dicembre il Papa, ricevendo il prefetto della Congregazione delle Cause dei santi, l’arcivescovo Angelo Amato, ha autorizzato il dicastero a promulgare 21 decreti riguardanti altrettante cause di beatificazione. Tra gli altri, sono stati pubblicati quelli relativi alle virtù eroiche di Pio XII e Giovanni Paolo II.


Papa/2
La confessione e la pace nel mondo

Sandro Magister, in un breve articolo su L’espresso in edicola a fine dicembre, dal titolo E il Papa ricordò: Date a Cesare, a commento del discorso tenuto da Benedetto XVI alla Curia il 21 dicembre, tra le altre cose ha scritto: «Con un colpo a sorpresa, Benedetto XVI ha aggiunto che se tante cose vanno male nel mondo è anche perché i cristiani hanno abbandonato la pratica del sacramento della penitenza: “sintomo di una perdita di veracità nei confronti di noi stessi e di Dio, una perdita che mette in pericolo la nostra umanità e diminuisce la nostra capacità di pace”. Per san Bonaventura, ha aggiunto ancora Ratzinger, addirittura il sacramento della penitenza “era un sacramento dell’umanità in quanto tale”, istituito da Dio nella sua essenza, “già immediatamente dopo il peccato originale, con la penitenza imposta ad Adamo”».


Sacro Collegio
Gli ottant’anni di Glemp. La scomparsa di Shirayanagi e Daly

Il 18 dicembre il cardinale polacco Józef Glemp, arcivescovo di Varsavia dal 1981 al 2006, ha compiuto ottanta anni. Il 30 dicembre è scomparso il porporato giapponese Peter Seiichi Shirayanagi, arcivescovo di Tokyo dal 1970 al 2000. Il 31 è poi morto il cardinale irlandese Cahal Brendan Daly, arcivescovo di Armagh dal 1990 al 1996. A fine 2009 quindi il Sacro Collegio risulta composto da 183 cardinali di cui 112 elettori in un eventuale Conclave.


Storia
Levi e i silenzi di Pio XII

«Esito a giudicare le scelte del Papa di quei tempi tra parlare e tacere. Se il Papa avesse pronunciato una pubblica condanna dell’olocausto ebraico avrebbe compiuto un eroico atto di martirio, coinvolgendo tutta la Chiesa. Ma gli ebrei italiani vittime della Shoah sarebbero stati molti più di ottomila». Così Arrigo Levi su Pio XII, in un articolo apparso su La Stampa del 23 dicembre. E, in altra parte, commentando la capillare opera di sostegno e di rifugio degli ebrei italiani dispiegata dalla Chiesa italiana, afferma: «Io mi colloco fra i “molti”che ritengono non solo probabile, ma sicuro che il Papa, dopo l’indimenticato silenzio del 16 ottobre del ’43, approvò e stimolò l’opera di salvataggio degli ebrei, non solo a Roma ma in tutta Italia, non solo ad opera di parroci di campagna, ma anche ad opera di vescovi e autorevoli cardinali».


Attualità
Yehoshua: Israele, il sogno messianico e la pace in Terra Santa

Diversi rabbini israeliani, in nome della sacralità della terra d’Israele, si sono ribellati al progetto governativo volto al congelamento di nuove colonie, fondamentale per il rilancio del processo di pace. Avraham Yehoshua, su La Stampa del 21 dicembre, commenta: «Nei lunghi secoli precedenti la comparsa dell’ideologia sionista, la teologia ebraica, in tutte le sue varianti, creò una struttura religiosa che, benché accettasse l’insediamento in terra d’Israele come precetto attivo e necessario, lo riteneva un sogno messianico, una redenzione celeste attuabile solo in forza di un intervento divino [...]. Come risolvere allora questa contraddizione: l’indifferenza e l’alienazione degli ebrei osservanti nei confronti della Terra Santa per centinaia di anni, da un lato, e l’attuale concezione che il territorio sia il più importante centro di culto religioso per il quale si può e si deve persino ribellarsi al governo laico e democratico, dall’altro? Ritengo che alla base della questione sia il seguente enunciato: Israele non esiste senza la Torah. Chi lo accetta considera il governo nazionale – legittimato da decisioni democratiche – vuoto di significato perché solo la Torah e la Halakha possono dare un senso al concetto di nazionalità». E conclude: «L’intenso attaccamento religioso al territorio non è che un pretesto e un elemento della sfida a un governo democratico nazionale. Una sfida antica che è alla base dell’identità ebraica e che si è acutizzata negli ultimi anni con il forte aumento degli ebrei osservanti in Israele. Ed è una sfida che ogni governo democratico israeliano dovrà affrontare se vorrà ritirarsi dai territori occupati nel 1967 e arrivare a una pace con i palestinesi».


Curia
Ardura presidente del Comitato di Scienze storiche

Il 3 dicembre il Papa ha nominato il premostratense francese Bernard Ardura, 61 anni, presidente del Pontificio Comitato di Scienze storiche al posto del bavarese monsignor Walter Brandmüller che ha superato gli ottant’anni. Dal 1997 Ardura era segretario del Pontificio Consiglio della Cultura. Nella stessa data, a quest’ultimo incarico è stato chiamato il monsignore africano Barthélémy Adoukonou, originario del Benin, 67 anni, segretario generale della Conference épiscopale regionale de l’Afrique de l’Ouest francophone e dell’Association of episcopal conferences of anglophone West Africa.


Italia
Gardin arcivescovo-vescovo di Treviso

Il 18 dicembre il veneto Gianfranco Agostino Gardin, frate minore conventuale, 65 anni, è stato nominato arcivescovo-vescovo di Treviso. Dal 2006 era segretario della Congregazione per i Religiosi.




OMELIA

La genealogia di Gesù e il «mistero della grazia»


Davide e Betsabea, Marc Chagall

Davide e Betsabea, Marc Chagall

In occasione dei novant’anni del cardinale Tomás Spidlík, il 17 dicembre scorso, papa Benedetto XVI ha celebrato una santa messa nella cappella “Redemptoris Mater” del Palazzo Apostolico Vaticano con la comunità del Centro Aletti di Roma, organismo di formazione spirituale e pastorale del Pontificio Istituto Orientale. Riportiamo un passaggio dell’omelia del Papa: «Il brano del Vangelo di Matteo ci presenta la “genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo” (Mt 1, 1), sottolineando ed esplicitando ulteriormente la fedeltà di Dio alla promessa, che Egli attua non soltanto mediante gli uomini, ma con loro e, come per Giacobbe, talora attraverso vie tortuose e impreviste. Il Messia atteso, oggetto della promessa, è vero Dio, ma anche vero uomo; Figlio di Dio, ma anche Figlio partorito dalla Vergine, Maria di Nazareth, carne santa di Abramo, nel cui seme saranno benedetti tutti i popoli della terra (cfr. Gen 22, 18). In questa genealogia, oltre a Maria, vengono ricordate quattro donne. Non sono Sara, Rebecca, Lia, Rachele, cioè le grandi figure della storia d’Israele. Paradossalmente, invece, sono quattro donne pagane: Racab, Rut, Betsabea, Tamar, che apparentemente “disturbano” la purezza di una genealogia. Ma in queste donne pagane, che appaiono in punti determinanti della storia della salvezza, traspare il mistero della chiesa dei pagani, l’universalità della salvezza. Sono donne pagane nelle quali appare il futuro, l’universalità della salvezza. Sono anche donne peccatrici e così appare in loro anche il mistero della grazia: non sono le nostre opere che redimono il mondo, ma è il Signore che ci dà la vera vita. Sono donne peccatrici, sì, in cui appare la grandezza della grazia della quale noi tutti abbiamo bisogno. Queste donne rivelano tuttavia una risposta esemplare alla fedeltà di Dio, mostrando la fede nel Dio di Israele. E così vediamo trasparire la chiesa dei pagani, mistero della grazia, la fede come dono e come cammino verso la comunione con Dio».


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