CHIESA
tratto dal n. 09 - 2005

NOTE




NOTE
1 Per una esposizione di questi tre termini, cfr. Max Thurian, The Mystery of the Eucharist: an Ecumenical Approach (Eerdemans, Grand Rapids, Michigan 1984), pp. 55-58.
2 Concilio Vaticano II, Presbyterorum ordinis 5, che cita san Tommaso, Summa theologiae III, q. 65, a. 3, ad 1; cfr. q. 79, a. 1c e ad 1.
3 Cfr. san Tommaso, Summa theologiae III, q. 77, a. 6, “Possono le specie nutrire?”. San Tommaso si riferisce a 1Cor 11,21 e ai commentari correnti per mostrare che le specie, prese in quantità sufficiente, possono soddisfare la fame e inebriare.
4 Questa linea di pensiero che parte da Pascasio Radberto, è rappresentata da Lanfranco e Guitmundo di Aversa. Cfr. l’articolo che sta per apparire, Guitmund of Aversa and the Eucharistic Theology of St. Thomas di Mark G. Vaillancourt, su The Thomist 69 (ottobre 2005).
5 Jean Borella, The Sense of Supernatural (T&T Clark, Edinburgh 1998), pp. 71-77. Egli trova la dottrina del “triplice corpo di Cristo” in Ambrogio, Pascasio Radberto e Onorio di Autun. Henri de Lubac parla di Amalario di Metz e Godescalco di Orbais come rappresentanti di questa dottrina medievale. Cfr. il suo Corpus Mysticum: L’Eucharistie et l’Eglise au Moyen Age, 2 ed. (Aubier, Paris 1949), p. 37. Questi teologi non negarono l’identità reale tra il corpo reale e quello eucaristico di Cristo.
6 San Tommaso, Summa theologiae III, q. 76, a. 6. Per un lucido commento cfr. Anscar Vonier, A Key to the Doctrine of the Eucharist (1923; ristampa: Zaccheus Press, Bethesda, Md, Usa 2003), pp. 132-133.
7 Ibidem, a. 8, ad 2 e ad 3.
8 San Tommaso, Summa theologiae III, q. 76, a. 3.
9 Ibidem, q. 76, a. 7.
10 Judith Marie Kubicki attribuisce a Karl Rahner, Edward Schillebeeckx e Piet Schoonenberg la posizione secondo cui la Chiesa come sacramento è «il primo luogo della presenza di Cristo nel mondo». Cfr. il suo articolo Recognizing the Presence of Christ in the Liturgical Assembly, Theological Studies 65 (2004), pp. 817-837, a p. 821.
11 Pio XII, enciclica Mediator Dei 20.
12 Paolo VI, enciclica Mysterium fidei 36.
13 Giovanni Paolo II, enciclica Ecclesia de Eucharistia 6.
14 Tipico di questo punto di vista è il breve articolo Changing Elements or People? di F. Gerald Martin in America 182 (March 4, 2000), p. 22. Reagendo contro la tendenza a separare la presenza reale dalla santa comunione, egli cade nell’errore opposto, sminuendo la devozione al Santissimo Sacramento, come se si opponesse alla comunione frequente.
15 Il termine “transfinalizzazione” sembra sia stato coniato dal marista francese Jean de Baciocchi ma è stato usato da molti altri. Il termine “transignificazione” è associato in particolare al gesuita olandese Piet Schoonenberg. Per buoni ragguagli su queste tendenze, cfr. Joseph M. Powers, Eucharistic Theology (Seabury, New York 1967), pp. 111-179, e Colman O’Neill, New Approaches to the Eucharist (Alba House, Staten Island, New York 1967), pp. 103-126.
16 Piet Schoonenberg, The Real Presence in Contemporary Discussion, Theology Digest 15 (Spring 1967), pp. 3-11, a p. 10.
17 Prendo questi dati da Amy L. Florian, Adoro Te devote, America 182 (March 4, 2000), pp. 18-21, a p. 18.


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