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ARCHEOLOGIA CRISTIANA
tratto dal n. 03 - 2006

Lorenzo, patrono della Chiesa di Roma, insieme a Pietro e Paolo


Le fonti sul martirio di Lorenzo e i luoghi che ne serbano la memoria


Intervista con padre Sergio Martina di Giovanni Ricciardi


Scorcio del mosaico absidale della Basilica di papa Pelagio II, VI secolo (restaurato). La prima figura a sinistra è  il Papa che offre 
il modellino della  chiesa, a seguire san Lorenzo, nel cui libro si legge: «dispersit dedit pauperibus» («distribuì e diede ai poveri»),  
poi san Pietro e Cristo che troneggia sul globo

Scorcio del mosaico absidale della Basilica di papa Pelagio II, VI secolo (restaurato). La prima figura a sinistra è il Papa che offre il modellino della chiesa, a seguire san Lorenzo, nel cui libro si legge: «dispersit dedit pauperibus» («distribuì e diede ai poveri»), poi san Pietro e Cristo che troneggia sul globo

«Roma sarà una vera comunità cristiana, se Dio vi sarà onorato anche con l’amore ai poveri. Questi – diceva il diacono romano Lorenzo – sono i veri tesori della Chiesa». Così si esprimeva papa Luciani nel discorso del 23 settembre 1978, pronunciato in occasione della presa di possesso di San Giovanni in Laterano, Cattedrale di Roma. Anche Benedetto XVI nella sua enciclica Deus caritas est scrive: «L’attività assistenziale per i poveri e i sofferenti era parte essenziale della Chiesa di Roma. Questo compito trova una sua vivace espressione nella figura del diacono Lorenzo (Ö258). La descrizione drammatica del suo martirio era nota già a sant’Ambrogio (Ö397) e ci mostra, nel suo nucleo, sicuramente l’autentica figura del Santo».
Del diacono romano parliamo con padre Sergio Martina, cappuccino, che vive dal 1973 nel convento annesso alla Basilica di San Lorenzo fuori le Mura.
Quali sono le fonti più antiche relative al martirio di Lorenzo?
SERGIO MARTINA: San Lorenzo, insieme a sant’Agnese, è uno dei martiri più cari alla Chiesa di Roma, il terzo patrono della città insieme a Pietro e Paolo. Gli Atti del suo martirio non ci sono pervenuti, ma esiste una ricca tradizione che lega il suo ricordo a numerosi luoghi della città. La prima notizia che lo riguarda si trova nella Depositio Martyrum, datata al 354, che si limita a citare la festa del santo, il 10 di agosto («IIII id. aug., Laurenti in Tiburtina»), aggiungendo il riferimento al luogo della sepoltura, su cui la prima Basilica fu eretta, se non da Costantino, certamente già nel IV secolo.
Siamo a un secolo di distanza dal martirio di Lorenzo…
MARTINA: Lorenzo fu martirizzato durante la persecuzione di Valeriano, nel 258, tre giorni dopo il pontefice Sisto II, di cui era arcidiacono. Del ruolo da lui rivestito nella Chiesa di Roma fa cenno già il Martirologio geronimiano, redatto tra il 431 e il 450. La tradizione che lo riguarda, tutta incentrata sugli ultimi giorni della sua vita, è riportata più ampiamente da Ambrogio, sul finire del IV secolo, in un famoso passo del De officiis ministrorum. È Ambrogio a citare il dialogo tra Lorenzo e il papa Sisto II condotto al luogo del martirio, la previsione della sua imminente morte fattagli dal Pontefice e il motivo della sua condanna: l’imperatore intima al diacono di consegnargli i beni della Chiesa, Lorenzo distribuisce questi beni ai poveri e presenta al “tiranno” i poveri stessi, indicandoli così come il vero tesoro della Chiesa. Nel mondo cristiano furono molte migliaia le chiese erette in suo onore. Solo a Roma, nel Medioevo, se ne contavano circa quaranta.
La lastra marmorea sulla quale una tradizione vuole che sia stato adagiato il corpo 
di Lorenzo dopo il martirio. La sua attuale collocazione risale ai lavori fatti fare 
nella Basilica da papa Pio IX nella seconda metà del XIX secolo

La lastra marmorea sulla quale una tradizione vuole che sia stato adagiato il corpo di Lorenzo dopo il martirio. La sua attuale collocazione risale ai lavori fatti fare nella Basilica da papa Pio IX nella seconda metà del XIX secolo

Possiamo citare le più significative?
MARTINA: La più importante, ovviamente, è la Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, che custodisce il corpo del martire. Alle sue reliquie papa Pelagio II, verso la fine del VI secolo, volle aggiungere quelle di santo Stefano protomartire per unire i due diaconi nella venerazione della Chiesa. Citerei poi San Lorenzo in Fonte, in via Urbana, nei pressi di Santa Maria Maggiore, costruita nel luogo in cui san Lorenzo, secondo una tradizione, fu tenuto prigioniero e convertì Ippolito, l’ufficiale che lo teneva sotto custodia. C’è poi la vicina San Lorenzo in Panisperna, eretta sul luogo del martirio. Quindi la chiesa di San Lorenzo in Lucina, dove è conservata la graticola che si vuole utilizzata per il martirio di Lorenzo. Non sappiamo se questa tradizione corrisponda al vero; stando al rescritto inviato dall’imperatore Valeriano al senato al principio dell’agosto 258, che ordinava l’immediata esecuzione capitale dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi, sembrerebbe da supporsi piuttosto la decapitazione. Ma non è da escludersi nemmeno che la decapitazione sia seguita alla tortura col fuoco, cosa non inusuale nelle esecuzioni. Quello che comunque è certo è che i cristiani di Roma furono fortemente colpiti dalla forza d’animo con cui il loro primo diacono aveva affrontato il martirio, tanto che Prudenzio attribuisce la conversione di Roma ai meriti di Lorenzo, presentandolo quasi come un novello fondatore della città.
Vari altri luoghi sono poi connessi al culto delle reliquie del santo.
Quali sono i più importanti?
MARTINA: In Vaticano è custodito il capo di san Lorenzo. Vi fu portato sotto il pontificato di Sisto V e ancora oggi viene esposto alla venerazione dei fedeli il 10 agosto nella chiesa di Sant’Anna. Ma per ritornare, infine, alla Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, nella cripta è esposta una pietra sulla quale sarebbe stato appoggiato il corpo di Lorenzo dopo il martirio. La sua attuale collocazione, in grande evidenza, fu voluta dal beato Pio IX, che era devotissimo a san Lorenzo e in particolare a questa reliquia. Spesso veniva a raccogliersi in preghiera qui, appoggiandovi sopra il capo. E qui volle essere sepolto, accanto a Lorenzo, come i primi cristiani, che aspiravano a riposare, in attesa della resurrezione, vicino ai corpi dei santi martiri.


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