Intervista con Khalid Tuqan, ministro giordano dell’Educazione e della Ricerca scientifica
I lieti ricordi di un ex alunno
Intervista con Khalid Tuqan di Gianni Valente
Khalid Tuqan, 52 anni e tre
figli, è lo stimato ingegnere nucleare che fin dal 2000 –
insolito caso di longevità politica nella vita movimentata dei
dicasteri del governo giordano – è alla guida del Ministero
nazionale dell’Educazione. Nel 2005 sono state affidate alla sua
competenza anche l’istruzione superiore e la ricerca scientifica. Nel
suo prestigioso curriculum (è anche presidente della Commissione
giordana per l’energia nucleare) figurano lauree e specializzazioni
scientifiche conseguite presso rinomate università americane. Ma
anche il suo brillante itinerario umano e professionale ha avuto come punto
di partenza l’esperienza delle scuole cristiane di Giordania. Anche
lui, che secondo indiscrezioni coltiva interessi per il sufismo, da
ragazzo ha studiato presso il “Terra Santa” College dei
padri francescani.
Allora anche lei, che oggi governa come ministro
dell’Educazione tutte le scuole del Regno, è un ex allievo
delle scuole cristiane di Giordania…
KHALID TUQAN: Il “Terra Santa” College è un’istituzione educativa di tutto riguardo, che fornisce un’educazione al passo coi tempi. Era ed è rimasta una delle scuole giordane più serie e autorevoli, con standard di livello internazionale. Ma le sue tradizioni educative sono anche radicate nei valori che sono alla base della nostra società, della sua tradizione e della sua cultura. È un modello di rispetto della disciplina e della legislazione sull’educazione. Il suo staff direttivo ed educativo è di altissimo livello e ci tiene a far sì che i propri studenti ottengano degli ottimi risultati.
I rapporti tra gli alunni sono basati sull’amicizia, l’affetto e il rispetto, e il ricordo di quel clima è tuttora presente nella mia mente. Le relazioni tra gli insegnanti e gli alunni si fondavano sulla fiducia, sul rispetto reciproco e sulla responsabilità comune. Gli insegnanti esortavano sempre gli alunni alla buona educazione, ai valori morali e nobili, e a cercare di raggiungere risultati accademici eccellenti.
Quella scuola ha ancora oggi un posto speciale nella mia memoria, e ne conservo dei bellissimi ricordi.
Come giudica il ruolo svolto dalle scuole cristiane nella società giordana?
TUQAN: Le scuole cristiane sono una componente essenziale delle scuole private del nostro Paese. Sono pienamente integrate nella filosofia educativa giordana, con qualche elemento originale in materia di educazione religiosa. Il programma educativo giordano è il punto di riferimento obbligatorio per tutte le scuole del Regno hashemita di Giordania, che lascia spazio anche alla scelta di alcuni istituti di arricchire tale programma aggiungendo libri integrativi di supporto. I testi usati sono stabiliti e autorizzati dal Consiglio per l’educazione e l’insegnamento, e valgono indifferentemente sia per le scuole cristiane che per le altre scuole giordane. Le scuole cristiane sono tra le più rispettose, ordinate e disciplinate e il loro contributo nella società è molto positivo. Esse, oltre ad avere la responsabilità di educare e sostenere il peso dell’insegnamento degli alunni, assicurano un’educazione sociale moderna radicata nei valori del bene e dell’amore secondo il messaggio di Cristo – che la pace sia con Lui – e di tutti i profeti dell’umanità.
Più in generale, come giudica la condizione delle minoranze cristiane in Giordania?
TUQAN: I cristiani di qui sono figli della Giordania e condividono le responsabilità della comune cittadinanza come tutti gli altri giordani. Attraverso la ricchezza dell’educazione ricevuta, sono cresciuti assimilando l’identità e la tradizione di questa patria, alla quale sono orgogliosamente attaccati. Il fatto di essere una minoranza non diminuisce i diritti che la Costituzione garantisce a loro come a tutti gli altri concittadini.
Come sapete già, la religione cristiana comporta lo sguardo aperto alla trascendenza, la nobiltà d’animo, il perdono e il rispetto reciproco e questo si riflette nello spirito e nella pratica delle comunità educative delle scuole cristiane, sia tra gli insegnanti che tra gli alunni. Si valorizzano i molti punti in comune tra la religione musulmana e il cristianesimo e questo assicura la convivenza in pace, amore e fratellanza.
La nostra storia islamica è ricca di esempi che nei secoli hanno testimoniato l’attitudine all’incontro, alla pace e alla collaborazione. Laddove ci sono delle questioni da chiarire, allora esse sono sottoposte a discussione nel dialogo e nello scambio di opinioni, in modo civile e lontano da fissazioni, con il rispetto reciproco per le convinzioni dell’altro e con la sollecitudine condivisa per il bene della patria.
I cristiani d’Oriente hanno vissuto da sempre con i popoli della regione, godendo dei loro diritti religiosi e civili. Sono figli nativi di questa parte del mondo, condividono i problemi e sostengono le cause comuni dei loro rispettivi Paesi.
Molti genitori musulmani preferiscono far studiare i propri figli nelle scuole cristiane. Come mai?
TUQAN: Di solito, quando i genitori vogliono iscrivere i loro figli nelle scuole e possono scegliere tra diverse opzioni, prendono in considerazione il livello accademico e i servizi educativi che una scuola può offrire. È noto che le scuole cristiane in Giordania hanno una buona reputazione e garantiscono un alto livello nell’insegnamento. Questo si traduce in un’alta richiesta d’iscrizioni, anche senza prendere in considerazione la religione, perché la ragione principale che ispira la scelta è l’aspetto educativo.
Per i genitori musulmani, il mandare i propri figli alle scuole cristiane è correlato con la buona reputazione e l’alta fiducia di cui tali scuole godono presso tutte le famiglie. Per i genitori cristiani, oltre alle considerazioni già menzionate, forse l’altro fattore determinante è l’educazione religiosa che si impartisce nelle scuole cristiane. Loro tengono molto a un’educazione tradizionale, che trasmetta l’osservanza delle pratiche e degli insegnamenti, perché desiderano che i propri figli siano dei credenti.
Il ministro giordano dell’Educazione Khalid Tuqan con padre Rashid Mistrih, direttore del “Terra Santa” College
KHALID TUQAN: Il “Terra Santa” College è un’istituzione educativa di tutto riguardo, che fornisce un’educazione al passo coi tempi. Era ed è rimasta una delle scuole giordane più serie e autorevoli, con standard di livello internazionale. Ma le sue tradizioni educative sono anche radicate nei valori che sono alla base della nostra società, della sua tradizione e della sua cultura. È un modello di rispetto della disciplina e della legislazione sull’educazione. Il suo staff direttivo ed educativo è di altissimo livello e ci tiene a far sì che i propri studenti ottengano degli ottimi risultati.
I rapporti tra gli alunni sono basati sull’amicizia, l’affetto e il rispetto, e il ricordo di quel clima è tuttora presente nella mia mente. Le relazioni tra gli insegnanti e gli alunni si fondavano sulla fiducia, sul rispetto reciproco e sulla responsabilità comune. Gli insegnanti esortavano sempre gli alunni alla buona educazione, ai valori morali e nobili, e a cercare di raggiungere risultati accademici eccellenti.
Quella scuola ha ancora oggi un posto speciale nella mia memoria, e ne conservo dei bellissimi ricordi.
Come giudica il ruolo svolto dalle scuole cristiane nella società giordana?
TUQAN: Le scuole cristiane sono una componente essenziale delle scuole private del nostro Paese. Sono pienamente integrate nella filosofia educativa giordana, con qualche elemento originale in materia di educazione religiosa. Il programma educativo giordano è il punto di riferimento obbligatorio per tutte le scuole del Regno hashemita di Giordania, che lascia spazio anche alla scelta di alcuni istituti di arricchire tale programma aggiungendo libri integrativi di supporto. I testi usati sono stabiliti e autorizzati dal Consiglio per l’educazione e l’insegnamento, e valgono indifferentemente sia per le scuole cristiane che per le altre scuole giordane. Le scuole cristiane sono tra le più rispettose, ordinate e disciplinate e il loro contributo nella società è molto positivo. Esse, oltre ad avere la responsabilità di educare e sostenere il peso dell’insegnamento degli alunni, assicurano un’educazione sociale moderna radicata nei valori del bene e dell’amore secondo il messaggio di Cristo – che la pace sia con Lui – e di tutti i profeti dell’umanità.
Più in generale, come giudica la condizione delle minoranze cristiane in Giordania?
TUQAN: I cristiani di qui sono figli della Giordania e condividono le responsabilità della comune cittadinanza come tutti gli altri giordani. Attraverso la ricchezza dell’educazione ricevuta, sono cresciuti assimilando l’identità e la tradizione di questa patria, alla quale sono orgogliosamente attaccati. Il fatto di essere una minoranza non diminuisce i diritti che la Costituzione garantisce a loro come a tutti gli altri concittadini.
Come sapete già, la religione cristiana comporta lo sguardo aperto alla trascendenza, la nobiltà d’animo, il perdono e il rispetto reciproco e questo si riflette nello spirito e nella pratica delle comunità educative delle scuole cristiane, sia tra gli insegnanti che tra gli alunni. Si valorizzano i molti punti in comune tra la religione musulmana e il cristianesimo e questo assicura la convivenza in pace, amore e fratellanza.
La nostra storia islamica è ricca di esempi che nei secoli hanno testimoniato l’attitudine all’incontro, alla pace e alla collaborazione. Laddove ci sono delle questioni da chiarire, allora esse sono sottoposte a discussione nel dialogo e nello scambio di opinioni, in modo civile e lontano da fissazioni, con il rispetto reciproco per le convinzioni dell’altro e con la sollecitudine condivisa per il bene della patria.
I cristiani d’Oriente hanno vissuto da sempre con i popoli della regione, godendo dei loro diritti religiosi e civili. Sono figli nativi di questa parte del mondo, condividono i problemi e sostengono le cause comuni dei loro rispettivi Paesi.
Molti genitori musulmani preferiscono far studiare i propri figli nelle scuole cristiane. Come mai?
TUQAN: Di solito, quando i genitori vogliono iscrivere i loro figli nelle scuole e possono scegliere tra diverse opzioni, prendono in considerazione il livello accademico e i servizi educativi che una scuola può offrire. È noto che le scuole cristiane in Giordania hanno una buona reputazione e garantiscono un alto livello nell’insegnamento. Questo si traduce in un’alta richiesta d’iscrizioni, anche senza prendere in considerazione la religione, perché la ragione principale che ispira la scelta è l’aspetto educativo.
Per i genitori musulmani, il mandare i propri figli alle scuole cristiane è correlato con la buona reputazione e l’alta fiducia di cui tali scuole godono presso tutte le famiglie. Per i genitori cristiani, oltre alle considerazioni già menzionate, forse l’altro fattore determinante è l’educazione religiosa che si impartisce nelle scuole cristiane. Loro tengono molto a un’educazione tradizionale, che trasmetta l’osservanza delle pratiche e degli insegnamenti, perché desiderano che i propri figli siano dei credenti.