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GIUBILEO DEI GOVERNANTI E...
tratto dal n. 10 - 2000

Il saluto del cardinale Roger Etchegaray, presidente del Comitato del Grande Giubileo del 2000

La felicità è il nome del Giubileo cattolico



Il saluto del cardinale Roger Etchegaray


La formula abituale che associa onore e gioia in un saluto di circostanza assume stamane, davanti a voi, tutta la sua pienezza e freschezza.
Vi sono luoghi e momenti in cui i sogni più insoliti, i desideri più ambiziosi si realizzano come per incanto. Questa Assemblea di parlamentari di ogni orizzonte geografico, religioso e politico, trova qui in Vaticano una terra di elezione nella stagione eccezionale del Giubileo dell’anno 2000, offerto dal papa Giovanni Paolo II ai promotori di giustizia e di riconciliazione tra i popoli.
Ringrazio l’Intergruppo parlamentare “Giubileo A.D. 2000” che, sospinto dal suo intrepido presidente, la senatrice Ombretta Fumagalli Carulli, ha dato prova di molta audacia e ostinazione. D’altronde, cosa non farebbe ogni uomo, ogni donna, incaricati di ciò che viene chiamata banalmente “la cosa pubblica”, per fare retrocedere al massimo i limiti del possibile, al fine di rendere abitabile in eguale misura per tutti il nostro pianeta? Penso anche a uno dei vostri lontani predecessori, san Tommaso Moro, che Giovanni Paolo II vi ha proposto come modello: che vi aiuti, specialmente oggi, riportando sulla vostra terra ferma qualche grano di quelle grandi utopie di cui il mondo ha bisogno per permettere all’azione politica di vedere sempre più lontano e più alto.
Le mie attività pastorali a Marsiglia, in Francia, in Europa, poi presso Giovanni Paolo II per i cinque continenti, mi hanno portato ad incontrare numerosissime persone con responsabilità politiche, economiche o sociali. Quando, insieme, abbiamo potuto forare la vernice delle formalità e soprattutto concederci un po’ di tempo gratuito (ciò che è raro), mi sono trovato con dei costruttori di società molto consapevoli, che riconoscono nel caos della storia le proprie contraddizioni e si preoccupano di superarle per un servizio migliore verso l’umanità. E confesso che anch’io, spesso, mi sono sentito maldestro nel presentare loro il Vangelo che rende più acuta e, nel contempo, appaga una fame di giustizia ancora più profonda di quella per la quale essi si prodigano con tanto ardore.
Nel campo politico, soprattutto, la libertà è frutto di un combattimento morale e spirituale. Auguro che possiate respirare tra di voi un’aria viva di libertà spirituale, che possiate liberarvi dai timori, dalle compiacenze, dai conformismi che vi renderebbero prigionieri della storia. Niente è più accecante della fascinazione del potere e della seduzione della propria immagine nello specchio dell’opinione. Colui che è libero da se stesso può servire pienamente le cause alle quali si dedica secondo il giudizio della coscienza. Nella nostra civiltà mercantile, la politica non può appartenere ad alcun commercio di interessi privati ma alla sola difesa della dignità umana.
“La felicità è un’idea nuova”, tale era uno degli slogan della Rivoluzione francese, come se fino a quel momento la società si fosse abituata all’infelicità. Oggi, abbiamo dimenticato l’idea della felicità? Vi abbiamo rinunciato? Non riusciamo più a recuperarla? La felicità resta una delle questioni chiave del nostro tempo, come di tutti i tempi dopo il paradiso perduto. La felicità è il nome universale del Giubileo cattolico.
Il compito della Chiesa giubilare è di annunciare, di offrire la più forte felicità, quella che sazia l’uomo tutto intero, lo rende completo, intatto come al suo primo mattino, in armonia con Dio, con tutti i suoi fratelli, con la natura, con se stesso. Che questa gioia rimanga in voi!
Buona Assemblea! Buon pellegrinaggio!


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