La grande e le piccole rivelazioni
I santuari ci aiutano a pregare
Una lettera di Albino Luciani
Dalla lettera al priore di
Pietralba sul significato dei santuari mariani
Venezia, 15 agosto 1977
[…] Visitando i santuari, vien fatto di notare che le apparizioni della Madonna sono state fatte sempre a gente povera e semplice: fanciulli come a Lourdes e a Fatima; contadini come a Motta di Livenza e Pietralba. Qualcuno ne prende occasione per ridere e alzare le spalle. I cristiani più attenti, invece, vedono in questo fenomeno la continuazione della politica di Dio già segnalata da Maria: «Ha rovesciato i potenti, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi» (Lc 1, 52-53).
Circa le stesse apparizioni, c’è un gran
discutere: una “destra” molto devozionale rivela una
golosità esagerata di cose religiose sensazionali, corre dappertutto
dove s’annunzia un’apparizione, ne legge affannosamente i
racconti, chiede di continuo cos’è il “terzo
segreto” di Fatima. E trova di che saziarsi: dal 1930 al 1975
qualcuno ha numerato 232 apparizioni della Madonna. Una
“sinistra” cattolica, piuttosto ipercritica, dichiara poco
serio tutto ciò che non è Bibbia, sottovaluta
aprioristicamente le apparizioni, sottolinea che esse sono rarissime tra
quella gente seria che sono gli inglesi, i nordamericani e i tedeschi;
ammette che anche nelle zone anglofone e tedescofone i santuari mariani
sono numerosi, ma fa notare che spesso essi sono dedicati alla Madonna
apparsa a Lourdes, a Fatima, a Caravaggio, ecc.
La posizione giusta sta in mezzo a queste due ali estreme. L’hanno proposta – tra molti altri – san Tommaso e papa Giovanni. Il primo scrive che, pur essendo compiuta la «grande» rivelazione con gli apostoli, una «piccola» rivelazione è utile anche dopo gli apostoli, nel tempo della Chiesa, «non per mettere fuori una nuova dottrina, ma per dirigere le azioni umane». Papa Giovanni, sulla stessa linea, il 18 febbraio 1959, a chiusura del centenario di Lourdes, dichiarava: «I papi […] si fanno un dovere di raccomandare all’attenzione dei fedeli, quando, dopo un maturo esame, lo giudicano opportuno per il bene generale, i lumi soprannaturali che piace a Dio dispensare liberamente a certe anime privilegiate, non per proporre nuove dottrine, ma per guidare la nostra condotta».
Il Papa parla di «maturo esame», che riguarda sia le persone, sia il messaggio. È criterio negativo che i presunti «veggenti» desiderino le visioni, le propaghino facilmente, si mettano in mostra, si contraddicano. […]
Stando ancora a papa Giovanni, il dato sensazionale è cosa secondaria: quel che importa è che a Lourdes, a Fatima, a La Salette e altrove, la Madonna, per guidarci e aiutarci, dice in pratica una cosa sola: preghiera e penitenza (cioè conversione). Essa fa eco a Gesù, che aveva ammonito: «Se non farete penitenza, perirete […] Bisogna sempre pregare». Sempre. I santuari ci aiutano soprattutto a ricordare questo insegnamento. Per questo sono utilissimi e fanno un gran bene.
Venezia, 15 agosto 1977
[…] Visitando i santuari, vien fatto di notare che le apparizioni della Madonna sono state fatte sempre a gente povera e semplice: fanciulli come a Lourdes e a Fatima; contadini come a Motta di Livenza e Pietralba. Qualcuno ne prende occasione per ridere e alzare le spalle. I cristiani più attenti, invece, vedono in questo fenomeno la continuazione della politica di Dio già segnalata da Maria: «Ha rovesciato i potenti, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi» (Lc 1, 52-53).
Il santuario di Pietralba, in provincia di Bolzano
La posizione giusta sta in mezzo a queste due ali estreme. L’hanno proposta – tra molti altri – san Tommaso e papa Giovanni. Il primo scrive che, pur essendo compiuta la «grande» rivelazione con gli apostoli, una «piccola» rivelazione è utile anche dopo gli apostoli, nel tempo della Chiesa, «non per mettere fuori una nuova dottrina, ma per dirigere le azioni umane». Papa Giovanni, sulla stessa linea, il 18 febbraio 1959, a chiusura del centenario di Lourdes, dichiarava: «I papi […] si fanno un dovere di raccomandare all’attenzione dei fedeli, quando, dopo un maturo esame, lo giudicano opportuno per il bene generale, i lumi soprannaturali che piace a Dio dispensare liberamente a certe anime privilegiate, non per proporre nuove dottrine, ma per guidare la nostra condotta».
Il Papa parla di «maturo esame», che riguarda sia le persone, sia il messaggio. È criterio negativo che i presunti «veggenti» desiderino le visioni, le propaghino facilmente, si mettano in mostra, si contraddicano. […]
Stando ancora a papa Giovanni, il dato sensazionale è cosa secondaria: quel che importa è che a Lourdes, a Fatima, a La Salette e altrove, la Madonna, per guidarci e aiutarci, dice in pratica una cosa sola: preghiera e penitenza (cioè conversione). Essa fa eco a Gesù, che aveva ammonito: «Se non farete penitenza, perirete […] Bisogna sempre pregare». Sempre. I santuari ci aiutano soprattutto a ricordare questo insegnamento. Per questo sono utilissimi e fanno un gran bene.