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NUOVI BEATI
tratto dal n. 03 - 2000

Un solo miracolo per due fanciulli



Intervista con Paolo Molinari di Stefania Falasca


Francesco e Giacinta Marto, di dieci e nove anni, saranno i più giovani non martiri a salire agli onori degli altari nella storia della Chiesa degli ultimi secoli. Per la loro beatificazione (pur essendo stata trattata in due cause distinte) è bastato il riconoscimento di un solo miracolo. Anche questo fatto, trattandosi di non martiri, non ha precedenti. Di queste novità abbiamo parlato con il postulatore delle cause dei bambini di Fatima: il gesuita Paolo Molinari.

Giacinta e Francesco Marto

Giacinta e Francesco Marto

Padre Molinari, è la prima volta che la Congregazione delle cause dei santi riconosce valido un solo miracolo per due candidati alla beatificazione non martiri. Può spiegarcene il motivo?
PAOLO MOLINARI: I servi di Dio, Francesco e Giacinta Marto, sono stati considerati in due cause distinte per la prova e la dichiarazione della eroicità delle virtù; le loro cause sono state poi unite, nella fase finale del processo precedente la beatificazione, nei riguardi della prova del caso di miracolo. Nella storia della Chiesa ci sono numerosi esempi di persone che sono state beatificate e canonizzate insieme, si è trattato sempre di martiri uccisi per il medesimo motivo, nel medesimo contesto o circostanza. È dunque la prima volta che questo si verifica per dei confessori, cioè per dei non martiri. Questa particolarità ha potuto verificarsi per la considerazione dell’unità delle loro vite. Unità che deriva non solo dallo stretto legame familiare e dall’educazione ricevuta nel medesimo ambiente nel quale insieme sono cresciuti, ma anche dalla stessa circostanza che li ha visti entrambi coinvolti e per la quale unitamente sono conosciuti. Pertanto il Sommo Pontefice ha disposto che il caso miracoloso venisse considerato valido per entrambi i bambini uniti in una sola causa in virtù del fatto che i due fanciulli sempre sono stati invocati congiuntamente e quindi l’evento straordinario valido era da attribuirsi alla loro congiunta intercessione. Congiuntamente li ha infatti invocati la persona che è stata miracolata. Il caso riguarda una donna, Maria Emilia Santos, portoghese, affetta da tubercolosi ossea, paralizzata da 22 anni. La sua guarigione, avvenuta il 20 febbraio 1989, è stata dichiarata dalla consulta medica, nella seduta del 28 gennaio 1999, rapida, completa, duratura e scientificamente inspiegabile.
La fama di santità nei confronti dei due pastorelli era molto diffusa?
MOLINARI: Il fenomeno non soltanto esisteva ma era tanto diffuso che ben 264 lettere postulatorie furono inviate alla Santa Sede per sollecitare l’avvio della causa di beatificazione. Gli autori di tali lettere erano vescovi di 62 Paesi di tutti i continenti, che si facevano voce del pensiero e dei sentimenti di tanti fedeli delle loro regioni.
Prima di esaminare le testimonianze sulla fama di santità di Francesco e Giacinta c’era però una questione di fondo che non era mai stata ufficialmente affrontata e risolta dall’autorità ecclesiastica, e cioè quella riguardante da quale età anche dei bambini possono essere presi in considerazione come candidati alla beatificazione e canonizzazione...
MOLINARI: Sì. Il punto in questione era proprio questo: i bambini sono capaci di esercitare le virtù in grado eroico, come si richiede in coloro che non sono dei martiri? Il problema se lo erano posto già da tempo non solo insigni studiosi, quali ad esempio il domenicano Réginald Garrigou-Lagrange e il gesuita Francesco Hürth, ma anche la stessa Congregazione che si occupa delle cause dei santi. È inoltre da sottolineare che già san Pio X, con il suo fine intuito di pastore delle anime e di santo, promosse vigorosamente l’accesso dei giovanissimi alla santa comunione, superando le opposizioni provenienti da varie parti. Ed è significativo che questo Sommo Pontefice era convinto che, in seguito alla sua insistenza di ammettere i fanciulli alla santa comunione, si sarebbero avuti in futuro anche bambini canonizzabili. Fin dal 1935, dunque, lo stesso promotore della fede, monsignor Salvatore Natucci e il reverendo Francesco Tomasetti, della procura generale dei Salesiani, avevano formulato la domanda: «A quale età si può ritenere che un giovane sia capace, ordinariamente, di compiere atti di virtù in grado eroico?». Tale quesito era stato sottoposto alla considerazione e allo studio di numerosi specialisti nei settori della teologia, della morale, dell’educazione, della psicologia. I frutti della vasta e nutrita indagine che era stata allora compiuta furono portati a conoscenza di Pio XI nel 1937, nell’udienza del 24 febbraio. Anche se allora non fu presa alcuna decisione autorevole in merito, le ricerche e gli studi in proposito proseguirono e ciò ha indotto l’autorità competente a prendere in esame anche le cause di canonizzazione dei fanciulli.
E quando la Congregazione delle cause dei santi ha stabilito che anche i bambini non martiri possono essere canonizzati?
MOLINARI: Le decisioni in merito alla questione furono prese nella Congregazione plenaria dei cardinali che ha avuto luogo dal 31 marzo al 2 aprile 1981. Innanzitutto, nel presentare lo status quaestionis, si discusse sul valore del termine “giovani” e così venne stabilto: «La parola “fanciullo” o “fanciulla” non viene qui presa nel senso giuridico secondo la normativa del Codice (cfr. Can 8, 3), ma in senso più esteso e cioè per tutti coloro che, maschi o femmine, hanno compiuto i sette anni (e quindi sono ritenuti nello stato di moralità), ma non hanno ancora raggiunto la pubertà. Di conseguenza con il termine “adolescenti” ci riferiremo ai bambini o bambine che si trovano fra i sette/otto anni e i quattordici». Veniva poi esaminata l’espressione “esercizio delle virtù in grado eroico” in relazione alla giovane età. Come ha scritto padre Peter Gumpel, relatore delle cause di Francesco e Giacinta: «Naturalmente, nel giudizio sulla eroicità dei fanciulli non si deve pretendere che essi abbiano esercitato le virtù come hanno potuto farlo tante persone adulte. Ma in ogni esame delle virtù si deve tener conto di tutto ciò che riguarda la persona del candidato, la sua età, il sesso, l’ambiente in cui è cresciuto ed ha vissuto, il suo stato di vita, la sua vocazione personale e le grazie che ha ricevuto da Dio, che elargisce con sovrana liberalità».
Un’ultima domanda. I pastorelli di Fatima sono conosciuti in rapporto alle apparizioni mariane. Si potrebbe dunque pensare che sono santi per il fatto che hanno visto la Madonna?
MOLINARI: Qui c’è da fare una precisazione più che mai necessaria. Il fatto che essi siano stati privilegiati e che Maria Santissima si sia compiaciuta di manifestarsi a loro, non costituisce affatto un dato, un elemento di prova dell’eroicità delle virtù da loro praticate. Apparizioni, visioni, ed altri fenomeni straordinari, che Dio può concedere ad alcuni, sono delle grazie gratis datae, che, in quanto tali, non rendono santa la persona che li riceve. Solo, infatti, la grazia santificante, gratum faciens, può rendere santa la vita.


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