Un parcheggio tira l’altro
Il parking del Gianicolo, costato anche l’occultamento di molte testimonianze del passato, oggi è quasi inutilizzato. Ma già si pensa di costruirne un altro, scavando nella zona delle catacombe dei Santi Processo e Martiniano
di Lorenzo Bianchi
Un piano deserto del parcheggio di Propaganda Fide
Il completamento della rampa ha comportato l’asportazione degli affreschi del II secolo e la rimozione dei muri della domus imperiale, testimonianze materiali importantissime per la ricostruzione della topografia antica di tutta la zona. Per una più precisa conoscenza delle strutture romane affrescate rinvenute durante lo scavo all’ingresso inferiore della rampa bisognerà attendere la pubblicazione (per la quale si possono comunque facilmente prevedere tempi lunghi) dei rilievi e dei materiali di scavo, per ora – sembra – non visibili anche se in parte noti, essendo alcuni di essi già apparsi in fotografia a corredo di un’intervista al soprintendente archeologico di Roma Adriano La Regina pubblicata dal settimanale L’Espresso del 27 gennaio scorso.
Ulteriori dati potranno provenire anche dallo scavo archeologico della zona adiacente alla rampa, previsto per la primavera del 2000 (forse ad aprile), dove un primo sterro (praticamente una fossa in verticale) ha messo in luce la prosecuzione delle strutture antiche verso la sommità della collina, in direzione di Propaganda Fide, verso l’area scavata per il parcheggio.
Rimane tuttora non verificata l’entità dei danni archeologici provocati dalla costruzione di quest’opera, che ricade in un terreno che gode del privilegio della extraterritorialità; un’opera oltretutto non necessaria ancor più se è vero che il parcheggio, costruito per i pellegrini, come dice la lapide all’ingresso, è normalmente semivuoto e lo stesso sindaco di Roma Rutelli ha annunciato trattative per una convenzione di uso con il Senato della Repubblica (Ansa del 10 marzo).
Indipendentemente dagli eventuali rinvenimenti archeologici (che comunque ci sono stati, e gravi indizi inducono a pensare a preesistenze archeologiche ben più varie e diffuse di quelle note) e dall’effettiva utilità del parcheggio, ci preme però soprattutto di ricordare ancora una volta l’aspetto fondamentale della questione, e cioè che anche la sola ipotesi che la collina di Propaganda Fide sia stata il luogo del martirio dei primi cristiani della Chiesa di Roma dopo l’incendio della città avvenuto nell’anno 64 (cosa che del resto l’analisi delle fonti antiche indica come ben probabile) avrebbe dovuto impedire che si concepisse l’idea di svuotarla completamente per costruirvi un garage. Ma questo essenziale aspetto sembra non avere affatto interessato committenti e progettisti, che, come dimostrano le loro pubbliche dichiarazioni, hanno sempre voluto sminuire o addirittura ignorare l’importanza del luogo per le memorie del primo cristianesimo di Roma.
L’ingresso inferiore della rampa Torlonia