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LETTURE
tratto dal n. 07/08 - 2000

Luigi Giussani

L’avvenimento


Sabato 24 giugno si è svolto a Milano il Consiglio nazionale di Comunione e liberazione. Al termine dei lavori don Giussani ha formulato un pensiero sintetico sull’anno sociale appena concluso. Lo proponiamo a tutti come giudizio sulla vita del movimento e come punto di vista con cui guardare al prossimo Meeting di Rimini, che nell’anno del Giubileo mette a tema il fatto dell’Incarnazione, l’avvenimento da cui dipende il nostro presente. E quindi la nostra speranza del futuro.


di Luigi Giussani


Gesù risorto e gli apostoli. 
Particolare di una formella 
della Maestà 
di Duccio di Buoninsegna

Gesù risorto e gli apostoli. Particolare di una formella della Maestà di Duccio di Buoninsegna

La cosa più bella è che, a differenza di tutte le altre volte, c’è un attestarsi dello Spirito del Signore dentro il vostro cuore, quando si sottolinei così, così da vicino, quasi toccando, quasi toccandone il fondo, l’unica parola che può chiarire la strada che bisogna percorrere, quello che dobbiamo apportarvi: la parola “avvenimento”. Io confesso che non ho mai sentito con tanta chiarezza il valore di questa parola come me l’avete fatta sentire oggi.
Il problema è un avvenimento, un fatto, un caso diremmo.
Il problema è che è accaduto qualcosa nel mondo che porta al suo vero valore, al suo valore sintetico e grande, la parola “avvenimento cristiano”.
Non si tratta di “fare l’unità”, ma di accoglierci e di accogliere qualcosa: quello che è accaduto e quello che accade. Quello che accade è quello che è accaduto. Infatti porta un nome, un nome che è il nome, il nome del Signore («Signore», lo chiama il linguaggio biblico): Gesù. Che dentro questa parola si veda e si senta, si pensi, si veda e si senta riunirsi tutto quello che Gesù è venuto a portare in terra!
Il problema è la parola avvenimento; oggi me lo avete chiarito in modo suggestivo.
È qualcosa che è già accaduto, quello che avviene con noi! E qui si vede come non possiamo vivere i rapporti fra noi, se non come desiderio di ricevere l’input di nuovo, nuovo come resoconto più acuto del nostro vivere. Come ci insegna, in questi momenti, nei momenti passati, Iddio, il Padre di Gesù risorto. È risorto! È risorto vuol dire che è vinto il mondo – è vinto! –, che è vinta anche la carne, quella carne mortale nelle sue debolezze e nei suoi progetti.
Amiamo questa parola e mettiamola su tutte le pagine del nostro libro, del libro della nostra vita: “avvenimento”.

Tratto da Tracce – Litterae Communionis,
n.7/8, luglio/agosto 2000


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