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MOSTRE
tratto dal n. 07/08 - 2000

L’inizio e la sua memoria


A settembre si apre a Roma una mostra su alcuni luoghi legati all’origine e allo sviluppo della storia del cristianesimo nella Città eterna. Luoghi per i quali si può a ragione usare l’aggettivo “sacro”, perché teatro di avvenimenti carichi di grazia


di Lorenzo Bianchi


Pietro e Paolo, arcosolio detto degli “Apostoli piccoli” (IV secolo), Catacombe di Domitilla, Roma

Pietro e Paolo, arcosolio detto degli “Apostoli piccoli” (IV secolo), Catacombe di Domitilla, Roma

I luoghi sono parte essenziale della storia, uniscono il passato al presente, conservano la memoria degli avvenimenti. E a luoghi precisi sono legati l’origine e lo sviluppo della storia del cristianesimo nella città di Roma, luoghi per i quali si può a ragione usare l’aggettivo “sacro”, perché teatro di avvenimenti carichi di grazia; avvenimenti il cui significato è carico di conseguenze anche per la nostra vita presente. I luoghi dei primi avvenimenti della storia dei cristiani di Roma determinano anche progressivamente l’organizzazione dello spazio: valga per tutti l’esempio del luogo della sepoltura di Pietro, divenuto fulcro dello sviluppo topografico del territorio circostante, fino alla definizione di una vera e propria civitas, circondata da mura e distinta dall’Urbe.
Proprio i luoghi e lo “spazio cristiano” sono il filo conduttore che caratterizza la mostra dal titolo “Christiana Loca. Lo spazio cristiano nella Roma del primo millennio”, che si aprirà il 5 settembre prossimo a Roma, presso il complesso del San Michele, sede del Ministero per i Beni e le attività culturali, organizzata dalle Università di Roma La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre, in collaborazione con la Pontificia Commissione di Archeologia sacra, sotto la direzione di Letizia Ermini Pani, ordinario di Archeologia medievale all’Università La Sapienza.
L’allestimento della mostra comprende l’esposizione di numerosi reperti originali (scultorei, pittorici, epigrafici) provenienti dalle catacombe, dalle chiese urbane e dai depositi dei musei, alcuni dei quali presentati in pubblico per la prima volta, contestualizzati all’interno di ambienti ricostruiti secondo un percorso illustrativo e didattico organizzato con gigantografie di monumenti e strutture antiche, carte storiche e illustrative disposte per cronologia e per tematica, e relativi pannelli didattici.
Dunque un piano espositivo a carattere fondamentalmente topografico, che si articola in tre parti. La prima (“Lo spazio funerario dalla tomba alla formazione dei santuari”) riprodurrà l’ambiente di una galleria cimiteriale, con l’esposizione di sarcofagi, iscrizioni e suppellettili, e l’illustrazione delle attività di fossori, lapicidi, pittori, musivari. Vi sarà illustrato lo sviluppo dalle tombe dei martiri ai santuari e alle grandi basiliche circiformi come quella dell’Ardeatina o la Basilica Apostolorum.
Frammento di intonaco dal “muro rosso” della necropoli vaticana, con il graffito PETROS ENI

Frammento di intonaco dal “muro rosso” della necropoli vaticana, con il graffito PETROS ENI

La seconda parte (“Dalla tomba alla formazione degli spazi fortificati”) riprodurrà lo scenario dei luoghi legati alla sepoltura di Pietro, fulcro dello sviluppo storico-topografico dell’ambiente circostante. A cominciare dai monumenti della memoria petrina (il trofeo di Gaio, il “muro rosso”, il “muro g” con graffiti) scoperti nella necropoli vaticana negli scavi tra il 1940 e il 1949, si potranno seguire le fasi successive, quelle della fondazione della Basilica costantiniana, dello sviluppo degli insediamenti (funerari e cultuali) circostanti, l’installazione attorno alla Basilica delle quattro scholae peregrinorum (si espone tra l’altro documentazione poco conosciuta relativa alla schola dei Frisoni, corrispondente alla chiesa dei Santi Michele e Magno, l’unica di cui esistono ancora concrete testimonianze materiali visibili) ed infine l’istituzione della Civitas leoniana, ad opera di Leone IV in seguito alle razzie saracene, che giunsero a profanare la tomba di Pietro nell’846. Il tutto organizzato secondo un percorso espositivo e visivo topograficamente orientato che riproduce tratti delle mura e presenta le iscrizioni originali della metà del IX secolo, come ad esempio i tre frammenti, mai esposti in precedenza, dell’epigrafe rinvenuta ormai quasi mezzo secolo fa da Adriano Prandi durante i restauri del “passetto di Borgo”, che ricorda il sacrificio di chi difese la memoria di Pietro. In questa seconda sezione della mostra troveranno posto anche le parti dedicate alla tomba di Paolo sulla via Ostiense (sviluppo della Basilica di Costantino, poi di quella, successiva, dei tre imperatori, fino all’edificazione delle fortificazioni della Giovannipoli) e alla tomba di Lorenzo sulla via Tiburtina.
La terza parte della mostra tratterà infine dello “Spazio urbano” interno alla città di Roma. Innanzitutto le mura e la loro “cristianizzazione”, resa anche “materiale” con l’apposizione del simbolo della croce sulle porte urbiche; in secondo luogo la descrizione dell’organizzazione ecclesiastica della città, sia dal punto di vista amministrativo (divisione in sette regioni ecclesiastiche) che della cura d’anime: dunque collocazione topografica, rappresentazione e illustrazione degli antichi tituli e delle strutture a carattere assistenziale (diaconie, xenodochia, hospitalia, balnea). Un settore di questa terza parte sarà poi dedicato alle chiese devozionali mariane (Santa Maria Maggiore, Santa Maria Antiqua, Santa Maria ad Martyres, Santa Maria in Aracoeli), allo sviluppo dello spazio cristiano nell’area dei Fori, allo sviluppo del culto dei santi di Roma e di fuori Roma (e degli edifici di culto a loro dedicati), alla diffusione dei monasteri. Si troveranno infine esposte le ricostruzioni, così come sono note dalle fonti storiche, archeologiche e monumentali, delle processioni stazionali e degli itinerari di pellegrinaggio (in particolare la pianta dell’Itinerario di Einsiedeln).
Il catalogo della mostra, complemento essenziale alla stessa, oltre all’illustrazione di tutto il materiale esposto, conterrà anche una nutrita serie di saggi di storici, archeologi e storici dell’arte relativi a tutte le tematiche trattate nel percorso espositivo.


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