L’inizio e la sua memoria
A settembre si apre a Roma una mostra su alcuni luoghi legati all’origine e allo sviluppo della storia del cristianesimo nella Città eterna. Luoghi per i quali si può a ragione usare l’aggettivo “sacro”, perché teatro di avvenimenti carichi di grazia
di Lorenzo Bianchi
Pietro e Paolo, arcosolio detto degli “Apostoli piccoli” (IV secolo), Catacombe di Domitilla, Roma
Proprio i luoghi e lo “spazio cristiano” sono il filo conduttore che caratterizza la mostra dal titolo “Christiana Loca. Lo spazio cristiano nella Roma del primo millennio”, che si aprirà il 5 settembre prossimo a Roma, presso il complesso del San Michele, sede del Ministero per i Beni e le attività culturali, organizzata dalle Università di Roma La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre, in collaborazione con la Pontificia Commissione di Archeologia sacra, sotto la direzione di Letizia Ermini Pani, ordinario di Archeologia medievale all’Università La Sapienza.
L’allestimento della mostra comprende l’esposizione di numerosi reperti originali (scultorei, pittorici, epigrafici) provenienti dalle catacombe, dalle chiese urbane e dai depositi dei musei, alcuni dei quali presentati in pubblico per la prima volta, contestualizzati all’interno di ambienti ricostruiti secondo un percorso illustrativo e didattico organizzato con gigantografie di monumenti e strutture antiche, carte storiche e illustrative disposte per cronologia e per tematica, e relativi pannelli didattici.
Dunque un piano espositivo a carattere fondamentalmente topografico, che si articola in tre parti. La prima (“Lo spazio funerario dalla tomba alla formazione dei santuari”) riprodurrà l’ambiente di una galleria cimiteriale, con l’esposizione di sarcofagi, iscrizioni e suppellettili, e l’illustrazione delle attività di fossori, lapicidi, pittori, musivari. Vi sarà illustrato lo sviluppo dalle tombe dei martiri ai santuari e alle grandi basiliche circiformi come quella dell’Ardeatina o la Basilica Apostolorum.
Frammento di intonaco dal “muro rosso” della necropoli vaticana, con il graffito PETROS ENI
La terza parte della mostra tratterà infine dello “Spazio urbano” interno alla città di Roma. Innanzitutto le mura e la loro “cristianizzazione”, resa anche “materiale” con l’apposizione del simbolo della croce sulle porte urbiche; in secondo luogo la descrizione dell’organizzazione ecclesiastica della città, sia dal punto di vista amministrativo (divisione in sette regioni ecclesiastiche) che della cura d’anime: dunque collocazione topografica, rappresentazione e illustrazione degli antichi tituli e delle strutture a carattere assistenziale (diaconie, xenodochia, hospitalia, balnea). Un settore di questa terza parte sarà poi dedicato alle chiese devozionali mariane (Santa Maria Maggiore, Santa Maria Antiqua, Santa Maria ad Martyres, Santa Maria in Aracoeli), allo sviluppo dello spazio cristiano nell’area dei Fori, allo sviluppo del culto dei santi di Roma e di fuori Roma (e degli edifici di culto a loro dedicati), alla diffusione dei monasteri. Si troveranno infine esposte le ricostruzioni, così come sono note dalle fonti storiche, archeologiche e monumentali, delle processioni stazionali e degli itinerari di pellegrinaggio (in particolare la pianta dell’Itinerario di Einsiedeln).
Il catalogo della mostra, complemento essenziale alla stessa, oltre all’illustrazione di tutto il materiale esposto, conterrà anche una nutrita serie di saggi di storici, archeologi e storici dell’arte relativi a tutte le tematiche trattate nel percorso espositivo.