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RICORDI
tratto dal n. 09 - 1998

La signora Francesca


La figura di Francesca Romana De Gasperi, che si è spenta il 20 agosto scorso, il giorno dopo la commemorazione del quarantaquattresimo anniversario della morte dello statista


di Giulio Andreotti


Era sopravvissuta a lungo alla morte del suo sposo, sempre in silenzio, schiva da ogni pubblicità; e lieta soltanto nel constatare quanto spesso fosse citato e ricordato in chiave favorevole il Presidente, anche nei partiti che in vita lo avevano tanto contestato.
La signora Francesca ha rappresentato veramente il modello di moglie di un uomo politico. Non si era arresa dinanzi alle persecuzioni, alle difficoltà materiali di vita familiare, allo squallido oblio di persone e di ambienti che non volevano “compromettersi”. Ma venuto il momento della riscossa e della gloria era rimasta nell’ombra, sorridendo quando qualche cronista la chiamava all’americana la “prima donna”. Utilizzò il riflesso del suo nuovo status soltanto per fare del bene, con una particolare attenzione per gli anziani privi di affetto e bisognosi.
La notte del 28 luglio 1953, rientrando da Caprarola, dove De Gasperi aveva formalizzato le dimissioni conseguenti alla mancata convalida parlamentare del suo ultimo governo, accanto allo stupendo richiamo al «siamo tutti servi inutili», il Presidente edificò Mino Cingolani e me. Non disse una sola parola contro chi lo aveva abbandonato, esprimendo invece gioia per la prospettiva di godere un po’ di più la sua famiglia.
Dopo aver valicato in piena forma il secolo di vita, la signora Francesca si è spenta, quattro anni dopo, in una data particolarmente significativa: il 20 agosto di quest’anno. Il giorno precedente era stato commemorato il quarantaquattresimo anniversario della morte del Presidente. Una coincidenza patetica.


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