Tradizione e conforto
del cardinale Jaime L. Sin
Paolo VI fu il Papa che mi fece cardinale nel 1976, due
anni prima della sua morte. Io lo ricordo come una figura solenne che
guardava le persone dritto negli occhi. Era di maniere gentili, mite e
dignitoso nei modi.
Ebbi diverse opportunità di assistere il cardinale Luciani durante il conclave che lo elesse Papa. Aveva una brutta tosse nei giorni del conclave e ricordo di averlo aiutato specialmente durante quelle notti quando sembrava senza pace e non riusciva a dormire. Mi rimase impresso come un uomo santo, un po’ delicato ma molto lieto. Mi piacque per la sua semplicità. Era così sorprendente. Emergeva proprio in virtù della sua semplicità.
Ambedue questi papi sognarono una Chiesa rinnovata. Paolo VI fu lo strumento di Dio per il Concilio Vaticano II; papa Giovanni Paolo I sognò una Chiesa che fosse fedele alla Tradizione e allo stesso tempo offrisse conforto alle persone sintonizzandosi con le loro condizioni reali.
La semplicità di Giovanni Paolo I e la singolare devozione di Paolo VI sono lezioni che non possono essere dimenticate dalla Chiesa.
Ebbi diverse opportunità di assistere il cardinale Luciani durante il conclave che lo elesse Papa. Aveva una brutta tosse nei giorni del conclave e ricordo di averlo aiutato specialmente durante quelle notti quando sembrava senza pace e non riusciva a dormire. Mi rimase impresso come un uomo santo, un po’ delicato ma molto lieto. Mi piacque per la sua semplicità. Era così sorprendente. Emergeva proprio in virtù della sua semplicità.
Ambedue questi papi sognarono una Chiesa rinnovata. Paolo VI fu lo strumento di Dio per il Concilio Vaticano II; papa Giovanni Paolo I sognò una Chiesa che fosse fedele alla Tradizione e allo stesso tempo offrisse conforto alle persone sintonizzandosi con le loro condizioni reali.
La semplicità di Giovanni Paolo I e la singolare devozione di Paolo VI sono lezioni che non possono essere dimenticate dalla Chiesa.