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ITALIA
tratto dal n. 04 - 2008

Gli studenti palestinesi negli atenei italiani

Per un futuro migliore



di Ammar Al Nisnas


Studentesse islamiche presso l’Università per stranieri di Perugia

Studentesse islamiche presso l’Università per stranieri di Perugia

Qualsiasi quotidiano si consulti o canale televisivo si guardi, tutti sanno che il popolo palestinese vive ormai da anni in una situazione di precarietà generale che ha investito ogni aspetto della vita quotidiana: lavoro, servizi, beni primari, istruzione. In un contesto in cui la guerra e spesso la guerriglia divengono modalità di vita condivisa e pericolosamente imitabile, le nuove generazioni risultano maggiormente a rischio. In un contesto così precario i giovani vedono allontanarsi la concretizzazione dei loro sogni, la realizzazione delle loro speranze. Vivendo la quotidiana precarietà, nell’incertezza che troppo spesso offende la dignità della persona umana, i giovani palestinesi assistono spesso attoniti al dissolversi dei loro progetti di vita. La povertà diffusa, spesso obbligata, inevitabile, non è esclusivamente economica; si rischia oggi di vivere realtà ben più gravi in cui emerge fortemente la povertà culturale, la deprivazione di stimoli forti, positivi, socialmente condivisi. La povertà intellettuale impedisce una sana aggregazione tra pari e lascia i ragazzi abbandonati a sé stessi, vittime della solitudine e dell’emarginazione.
Ciò che auspichiamo è la realizzazione per questi giovani di una progettualità che, coinvolgendoli da un punto di vista prettamente didattico e culturale, permetta la formazione di tutte le dimensioni della personalità umana per consentire loro di esprimere al meglio le proprie potenzialità. Favorendo l’istruzione universitaria di questi ragazzi, attraverso borse di studio all’estero, ci auguriamo che si formino persone dalla mentalità positiva e critica, le quali, tornate nel Paese di origine, promuovano la diffusione delle conoscenze, del sapere, in un circolo virtuoso in cui ognuno possa arricchire l’altro con le proprie esperienze e proposte; l’altro potrà divenire così promotore di nuova cultura e sarà possibile condividere ideali e principi sani, in una visione positiva dell’esistenza, dove nessuna forma di prevaricazione e violenza troverà spazio.
Ancora oggi la Palestina è il Paese della guerra continua in cui la mancanza di strutture adeguate impedisce lo svolgersi di una vita dignitosa e non consente il predisporsi e il realizzarsi di un futuro migliore.
Dal 1975 molti giovani studenti palestinesi hanno potuto intraprendere in Italia studi nelle università o presso istituti tecnici, grazie all’intervento del governo italiano e degli uffici per la Cooperazione allo sviluppo. In tal modo questi giovani possono diventare una importante risorsa per la realizzazione di un futuro migliore nel loro Paese d’origine.


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