SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO
tratto dal n. 09 - 2008

Riconoscenza


Céline Martin, sorella di santa Teresina, entrò nel Carmelo di Lisieux nel 1894 con il nome di suor Genoveffa del Volto Santo. Céline curò personalmente, nel 1951, la sistemazione dei propri appunti, provenienti dal diario personale – redatto in parte quando Teresa era ancora in vita – e dalle proprie deposizioni preparate per i processi di beatificazione e di canonizzazione della sorella. Quegli scritti sono stati raccolti nel libro Consigli e ricordi,di cui pubblichiamo qui integralmente il capitolo intitolato «Riconoscenza» (Città Nuova, Roma 1973, pp. 84-85)


un capitolo tratto da Consigli e ricordi di Céline Martin, sorella di santa Teresina


Santa Teresa di Gesù bambino

Santa Teresa di Gesù bambino

Riconoscenza
La mia cara sorellina mi diceva: «Ciò che maggiormente attira le grazie del buon Dio è la riconoscenza, perché se noi lo ringraziamo di un favore Egli ne rimane toccato e si preoccupa di farcene altri dieci; e se lo ringraziamo ancora con la stessa effusione, quale incalcolabile moltiplicazione di grazie ne risulterà! Io l’ho sperimentato, prova anche tu e vedrai. La mia riconoscenza è senza limiti per tutto quello che egli mi dà, e glielo dimostro in mille maniere».
Era riconoscente anche per il più piccolo servizio ricevuto, ma particolarmente per il bene che le era stato fatto dai ministri del Signore coi quali aveva avuto modo di confidarsi.


Non dubitare di Dio
Mi lamentavo del fatto che Dio sembrava trascurarmi... Suor Teresa mi riprese vivacemente: «Non dire questo! Guarda, anche quando non capisco niente degli avvenimenti, sorrido, ringrazio, mi mostro sempre contenta davanti al buon Dio. Non si deve mai dubitare di Lui, è mancanza di delicatezza. Mai “imprecare” contro la Provvidenza, ma essere sempre riconoscenti».


«Ricordati...»
Io entrai al Carmelo con l’impressione di aver dato molto a Gesù. Pregai dunque la mia piccola Teresa di compormi sull’aria di «Ricordati» una poesia che appunto «ricordasse» a Gesù tutto ciò che io avevo creduto di sacrificargli e tutto quello che la nostra famiglia aveva sofferto. Lei accolse con piacere la proposta, come occasione per darmi con quel tramite una piccola lezione.
In numerose strofe, evocò non ciò che io avevo fatto per Gesù, ma ciò che Lui aveva fatto per me. Pensai allora alla parabola del Fariseo e del Pubblicano: non avevo forse imitato il primo che si vantava di pagare le decime di tutti i suoi beni?... Teresa aveva voluto insegnarmi a dimenticare completamente me stessa per vivere nell’Amore e nel ringraziamento.


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