Breve storia dell’Osce
Un cammino nato dalla Conferenza di Helsinki del 1975
di Gianni Cardinale
Monsignor Agostino Casaroli, in qualità di delegato speciale di Paolo VI, firma a nome della Santa Sede l’Atto finale della Conferenza di Helsinki nell’agosto del 1975 [© Osce]
L’Atto finale si divide in tre “cesti”, che raggruppano le principali questioni in oggetto dei negoziati dei tre anni precedenti: sicurezza; cooperazione economica, scientifica, tecnica e ambientale; diritti umani.
Il 21 novembre 1990 i capi di Stato e di governo dei Paesi partecipanti alla Csce hanno sottoscritto la “Carta di Parigi per una nuova Europa”, la quale prevede la costituzione di una serie di strutture permanenti intergovernative e prefigura l’istituzione di un’Assemblea parlamentare su iniziativa degli stessi Parlamenti.
Il 5 dicembre 1994 si è svolto a Budapest il vertice dei capi di Stato e di governo che ha deciso, tra l’altro, il cambiamento del nome della Conferenza in Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce).
Attualmente appartengono all’Osce 56 Paesi: quelli dell’Ue, dei Balcani, del Caucaso, dell’Asia Centrale, dell’America del Nord.
Si tratta dell’unica organizzazione di sicurezza paneuropea in cui Usa, Russia e Ue si trovano insieme e sullo stesso piano.
L’Osce è una delle poche istituzioni di cui la Santa Sede è membro a pieno titolo. Attualmente il rappresentante permanente vaticano presso la sede Osce di Vienna è il monsignore statunitense Michael W. Banach. Infine una curiosità. Questa rappresentanza pontificia è l’unica – viste le competenze dell’Osce – che si avvale della collaborazione di un consulente militare, e cioè del generale Pierpaolo Tempesta.