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AGOSTINO E PAOLO VI
tratto dal n. 03 - 2002

Agostino nelle encicliche di Paolo VI

Il “Doctor gratiae” testimone della fede della Chiesa


L’autore più presente nelle encicliche di Paolo VI è di gran lunga il santo vescovo di Ippona, i cui testi appaiono per 19 volte da 11 opere diverse. Dopo di lui, 4 citazioni vanno a Giovanni Crisostomo, 3 a Cirillo di Gerusalemme, a Ambrogio e a Tommaso d’Aquino


di Lorenzo Bianchi


Il cardinale Giovanni Battista Montini visita, il 5 luglio del 1961, il battistero del IV secolo ritrovato in piazza del Duomo a Milano, dove si ritiene che Ambrogio abbia battezzato Agostino

Il cardinale Giovanni Battista Montini visita, il 5 luglio del 1961, il battistero del IV secolo ritrovato in piazza del Duomo a Milano, dove si ritiene che Ambrogio abbia battezzato Agostino

Le sette encicliche di Paolo VI nel corso della sua quindicennale permanenza alla guida della Chiesa coprono un arco temporale di soli quattro anni, dall’agosto del 1964 al luglio del 1968: la parte iniziale del suo pontificato. La prima viene pubblicata il 6 agosto 1964 con il titolo di «Ecclesiam suam: quibus viis Catholicam Ecclesiam munus suum exsequi oporteat» (tradotto, nel volume 7 dell’Enchiridion delle encicliche, edito nel 1999 dalle Edizioni Dehoniane di Bologna, con: Le vie della Chiesa cattolica per l’adempimento del suo mandato). Ad essa segue, il 29 aprile 1965, l’enciclica «Mense maio, qua in mensem maium supplicationes Beatae Mariae Virgini indicuntur» («Suppliche alla Beata Vergine Maria nel mese di maggio»); sempre nel 1965, il 3 settembre, viene pubblicata l’enciclica «Mysterium fidei, de doctrina et cultu Ss. Eucharistiae» («Dottrina e culto dell’eucaristia»). L’anno seguente, il 15 settembre 1966, appare un’altra enciclica dedicata alla Vergine Maria, «Christi Matri, qua in mensem octobrem supplicationes Beatae Mariae Virgini indicuntur» («Suppliche a Maria per la pace universale»). Due sono le encicliche pubblicate nel 1967: la prima, il 26 marzo, si intitola «Populorum progressio, de populorum progressione promovenda» («Lo sviluppo dei popoli»); la seconda, il 24 giugno, «Sacerdotalis caelibatus, de sacerdotali caelibatu» («Il celibato sacerdotale»). Paolo VI pubblica infine la sua ultima enciclica il 25 luglio 1968: «Humanae vitae, de propagatione humanae prolis recte ordinanda» («La retta regolazione della natalità»).
Sebbene certamente parziale, anche l’analisi statistica sui testi delle encicliche può suggerire aspetti significativi del ministero di Paolo VI. In particolare il dato derivante dalla verifica degli autori più spesso citati.
Relativamente poche sono le citazioni di autori moderni (13), quasi tutte concentrate (12) nella Populorum progressio. Molto più numerose, invece, le citazioni degli autori cristiani antichi (55). L’autore più presente nelle encicliche di Paolo VI è di gran lunga sant’Agostino, i cui testi appaiono per 19 volte da 12 opere diverse (dopo sant’Agostino, 4 citazioni vanno a san Giovanni Crisostomo, 3 a san Cirillo di Gerusalemme, a sant’Ambrogio e a san Tommaso d’Aquino). Le ricorrenze di sant’Agostino, inoltre, raramente sono semplici riferimenti; il più delle volte si tratta di intere frasi, che riportiamo trascritte più avanti. I passi di sant’Agostino sono concentrati in particolare nell’enciclica Mysterium fidei (13), e si riferiscono soprattutto a Cristo come capo della Chiesa e alla sua presenza reale nell’eucaristia.
Per stabilire quanto gli scritti di sant’Agostino siano stati nella considerazione di papa Montini può essere di aiuto anche la valutazione delle ricorrenze dei passi del vescovo di Ippona citati nei documenti del Concilio ecumenico Vaticano II presieduto dallo stesso Paolo VI. Se ne possono contare 61, la maggior parte delle quali (24 più 14) nella costituzione dogmatica Lumen gentium e nel decreto Ad gentes: un numero percentualmente molto elevato, quasi un sesto, rispetto alle 330 citazioni circa di tutti i Padri e Dottori della Chiesa che si trovano nei documenti conciliari, e più del doppio di quello (25) relativo a san Tommaso d’Aquino.


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