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ITALIA
tratto dal n. 02 - 2004

PROBLEMI. Tribunale dei minori

Giustizia minorile: una riforma attesa


Il guardasigilli Castelli ha dichiarato di voler ripresentare un disegno di legge su questa materia anche se il primo è naufragato in Parlamento. Ma su quali basi ripartire? Parla Sonia Viale, vicecapodipartimento di Giustizia minorile


di Davide Malacaria


La riforma del Tribunale dei minori è stata al centro del dibattito politico degli ultimi mesi. Tutto inizia a marzo del 2002, quando il governo decide di presentare un disegno di legge per riformare questo organo giudiziario. Poiché il tema è delicato, in quanto si tratta di modificare gli organi competenti in materia di perdita di potestà dei genitori, affidamenti, adozioni, il progetto di riforma ha suscitato polemiche e dibattiti. Dopo anni di intenso lavorio presso la Commissione giustizia, il disegno di legge arriva all’esame del Parlamento, presentato dal guardasigilli Roberto Castelli. Ma, il 4 novembre 2003, non viene approvato. Capitolo chiuso? Sicuramente una battuta di arresto, ma il problema non è certo secondario e, nonostante i contrastanti punti di vista, tutti sembrano concordare sul fatto che una riforma del sistema giudiziario competente in materia di tutela dei minori deve essere realizzata. Lo stesso Castelli, che ha lavorato molto su questa riforma, non si è dato per vinto. E ha dichiarato di voler ripresentare il progetto. In attesa che il Parlamento torni a occuparsi della questione, abbiamo chiesto all’avvocato Sonia Viale, vicecapodipartimento di Giustizia minorile, di illustrare il progetto di legge, i problemi che questo tendeva a risolvere e quelli che ha incontrato sulla sua strada.
L’ingresso del Tribunale dei minori di Roma

L’ingresso del Tribunale dei minori di Roma

Può spiegarci da dove nasce la proposta del governo?
SONIA VIALE: La riforma del sistema della giustizia minorile è oggetto di dibattito da moltissimi anni. Si tratta di un tema delicato e sentito da tutti coloro che operano nel settore e per il quale da anni si lavora anche in sede parlamentare.
Nel disegno di legge presentato al Parlamento si intendeva unificare il Tribunale dei minori…
VIALE: Oggi le questioni riguardanti i minori sono trattate da tre distinti organi giudiziari: il Tribunale dei minorenni, il giudice ordinario e il giudice tutelare. Una situazione che provoca poca razionalità nelle competenze. Un esempio per tutti, riguardante l’affidamento dei figli: in caso di separazione di genitori sposati è competente il tribunale ordinario, in caso di genitori non sposati l’organo competente è il Tribunale dei minori. Quindi c’è una disparità di trattamento perché nel secondo caso si tratta di un giudice specializzato sulle tematiche minorili, nel primo no. Ci sono i casi di grandi città quali Roma e Milano dove questa disparità generalmente non c’è perché ci sono sezioni per la famiglia, ma sono eccezioni alla regola. È quindi nell’interesse dei minori garantire un giudice specializzato per tutte le questioni che li riguardano, come nei casi di affidamento, decadimento della potestà, adozioni.
Come si è arrivati a proporre, nel disegno di legge, la creazione di sezioni specializzate presso i tribunali ordinari?
VIALE: Per creare un organo giudiziario specializzato nelle tematiche minorili si potevano percorrere due strade diverse: quella della creazione di un tribunale per la famiglia e per i minori o quella dell’istituzione delle sezioni specializzate per la famiglia e per i minori presso i tribunali ordinari. È stata scelta quest’ultima soluzione che, tra l’altro, era stata indicata anche dalla Commissione Scoca, nel corso della precedente legislatura.
Per quale motivo?
VIALE: Per creare ex novo un tribunale della famiglia e dei minori occorrono risorse che attualmente non ci sono. Risorse economiche, anzitutto, ma anche risorse umane, di organico.
Pinocchio che entra nel tribunale

Pinocchio che entra nel tribunale

Il disegno di legge avrebbe consentito anche di aumentare i tribunali...
VIALE: Infatti. Attualmente in Italia ci sono 29 tribunali per i minorenni, indicativamente localizzati presso i capoluoghi di regione, ovvero presso i vari distretti di Corte di appello. Poche sedi e disperse sul territorio nazionale: per accedervi il cittadino è costretto spesso a fare anche centinaia di chilometri. Senza considerare la difficoltà di giudicare lontano dai luoghi in cui si svolgono i casi in oggetto. Quindi, nell’ottica di avvicinare la giustizia ai cittadini, sembrava opportuno creare più sedi giudiziarie competenti in materia. Nel testo presentato in Parlamento, le sezioni specializzate venivano previste presso tutti i 166 tribunali italiani. In alcune sedi sarebbero state istituite; in altre, dove ciò non era possibile, sarebbero comunque state rese operative attraverso magistrati che avrebbero operato sia nelle sezioni ordinarie che in quelle specializzate.
Nell’ultimo caso, secondo le critiche, si sarebbero avuti magistrati a mezzo servizio…
VIALE: Purtroppo al momento non è possibile istituire sezioni specializzate presso tutti i tribunali con magistrati dedicati esclusivamente a queste. Faccio solo un esempio: in un tribunale in cui operano sei magistrati, se due di questi fossero destinati esclusivamente alle sezioni specializzate, si rischierebbe di aumentare a dismisura il carico di lavoro ordinario dei quattro rimanenti e, conseguentemente, si rischierebbe la paralisi dell’attività giudiziaria ordinaria. Insomma, nell’affrontare questo delicatissimo problema, si deve fare i conti con diverse esigenze, difficilmente conciliabili: quella di garantire la presenza di sezioni specializzate presso tutti i tribunali, che rappresenta una forte istanza del Parlamento, e contestualmente quella di assicurare l’esclusività. Due esigenze fondate che si è tentato di conciliare successivamente, al momento della presentazione del maxiemendamento governativo, in cui è stato specificato che, per i magistrati operanti presso le sezioni specializzate, la possibilità di dedicarsi ad altri incarichi veniva limitata solo ad alcuni casi, se giustificati da adeguate motivazioni, dovute a imprescindibili esigenze di servizio, e purché questo non comportasse ritardi nel lavoro presso le sezioni specializzate.
Spesso le cronache riportano casi di errori giudiziari, come quelli di figli sottratti a genitori per poi essere riconsegnati dopo mesi…
VIALE: Anch’io ho letto le cronache. Purtroppo presso il Tribunale dei minorenni non sempre viene rispettato il principio del contraddittorio: il giudice spesso decide senza che le parti abbiano potuto difendersi adeguatamente. Così nel disegno di legge si era pensato di rivedere il rito. Comunque, a prescindere dall’approvazione o meno di questo, la tematica è stata risolta dal governo attraverso la presentazione di un ulteriore disegno di legge sulla disciplina della difesa d’ufficio nei giudizi civili minorili e la conseguente modifica dell’articolo di legge riguardante la materia (art. 336 del codice civile). In questo modo si riuscirà a ottenere un rito rispettoso del principio del contraddittorio anche presso il Tribunale dei minorenni.
Pinocchio arrestato dai carabinieri

Pinocchio arrestato dai carabinieri

Il disegno di legge presentato dal governo prevedeva l’abolizione dei giudici onorari, ovvero giudici non togati, ma specializzati in materie attinenti ai minori…
VIALE: L’abolizione di questa figura era prevista nel disegno di legge originario, in cui il compito del giudizio era assegnato alla sola componente togata che, però, avrebbe continuato ad avvalersi dell’ausilio di figure con particolare formazione e specializzazione in materia minorile (neuropsichiatria infantile, psicologia e altro). Tale misura era stata ritenuta necessaria per dividere i due momenti, quello dell’esame del caso e quello del giudizio, allo scopo di rendere il giudice effettivamente terzo. Vi sono state richieste, soprattutto da parte dei magistrati che operano nell’ambito minorile, ma anche da parte delle associazioni che operano nel campo dei servizi sociali, di ripensare questo momento, in considerazione del grande contributo che la componente onoraria fornisce e garantisce. Ma c’è un’anomalia del sistema, in quanto esistono diverse circolari del Csm che precisano bene il ruolo del giudice onorario, sia per quanto riguarda le possibilità di istruire i processi che di partecipare al momento della decisione. Così, nel successivo maxiemendamento governativo, la componente onoraria era stata reintrodotta limitatamente alla possibilità di delineare il profilo psicologico del minore e ascoltare le coppie che avessero presentato domanda di adozione. In ogni caso si deve tener conto che quando il Tribunale dei minori nacque, nel 1934, non esisteva quella rete di protezione sociale che oggi fa del nostro Paese uno dei più avanzati nel settore assistenziale. Quindi, all’epoca era stato ritenuto opportuno compensare queste mancanze introducendo nel Tribunale alcune figure, il cui ruolo, oggi, in una situazione completamente mutata, dovrebbe essere ripensato.
Il progetto però non è “passato” in Parlamento…
VIALE: Al di là di ogni altra considerazione, credo che sia stato un merito il fatto di aver posto all’attenzione dell’intero Paese il tema della riforma della giustizia minorile. Un problema che non può più essere eluso. I confronti e i dibattiti che si sono svolti in questi mesi, hanno portato a una disamina approfondita dei vari aspetti della giustizia minorile, a un approfondimento di quello che non funziona e che può essere migliorato. Tutto questo credo che possa influire positivamente su quello che potrà essere, eventualmente, il testo finale di una riforma attesa e necessaria.


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