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LOURDES
tratto dal n. 02 - 2004

E Bernadette diceva...




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Bernadette non ha lasciato quasi nulla di scritto, ma gli archivi del convento di Saint-Gildard a Nevers conservano gli atti del processo canonico e le testimonianze raccolte in quell’occasione tra le consorelle e tra quanti ebbero contatti con lei, soprattutto negli anni trascorsi al convento, tra il 1866 e il 1879. Sono ricordi, aneddoti, episodi, risposte impresse nella memoria degli interlocutori. Da questo eterogeneo materiale il convento di Saint-Gildard, grazie anche al lavoro di ricerca del teologo René Laurentin, ha ricavato un libretto, edito in Francia nel 1978 col titolo Bernadette disait… e tradotto di recente in italiano. Ne abbiamo tratto una piccola antologia, da cui emerge la personalità di Bernadette e il suo modo semplice e umanissimo di vivere la fede cristiana. Riportiamo le testimonianze nell’ordine cronologico in cui il libro le propone, accennando in alcuni casi al contesto dell’episodio descritto, per meglio facilitarne la comprensione.

LOURDES 1858-1866
1858

GENNAIO
Bernadette è pastorella a Bartrès.
«Dite ai miei genitori che qui m’intristisco. Desidero ritornare a Lourdes, per andare a scuola e prepararmi alla prima comunione».

IL PERIODO DELLE APPARIZIONI

21 FEBBRAIO
Dopo la seconda apparizione,
uscendo dallo studio del commissario Jacomet:
«Che cosa ti fa ridere?» le chiedono.
«Il commissario tremava. Aveva sul berretto un fiocco che faceva tin-tin».

23 FEBBRAIO
«Fai correre un fiume di gente!»
«E perché vengono ? Non sono certo io che vado a prenderli!».

24 FEBBRAIO
«Come ti ha parlato? In francese o in dialetto?»
«Oh! questa è bella, volete che mi parli in francese? Credete che lo sappia io?».

25 FEBBRAIO
Nel corso della nona apparizione la si sente ripetere:

«Penitenza… Penitenza… Penitenza…».

Alla fine si registra questo dialogo:

«Ma che cosa ti ha detto?»
«Va’ a bere alla fontana e a lavarti»
«E l’erba che hai mangiato?»
«Anche questo mi ha domandato...»
«Che cosa ti ha detto?»
«Mangerai quell’erba che è là»
«Ma sono gli animali che mangiano l’erba!»
«E perché tutta questa agitazione oggi? Ieri Aquero mi aveva detto di baciare la terra come penitenza per i peccatori»
«Ma lo sai che ti credono pazza a fare di queste cose?»
«Per i peccatori».

25 MARZO
Bernadette si sveglia prestissimo e si veste:
«Devo andare alla grotta. Sbrigatevi se volete accompagnarmi»
«Ma ragiona, ti farebbe male…»
«Ormai sono guarita»
«Aspetta almeno che venga il sole!»
«No, devo andarci, e subito».

Alla grotta davanti all’apparizione:
«Signorina, vorreste aver la bontà di dirmi chi siete, per favore?».

Allontanandosi dalla grotta, Bernadette ride:
«Sai qualche cosa?»
«Non dirlo a nessuno, ma mi ha detto: “Sono l’Immacolata Concezione”».

27 MARZO
Esame medico da parte di tre dottori:
«Avete mal di testa alle volte?»
«No»
«Avete mai avuto crisi nervose?»
«Mai»
«La vostra salute sembra però precaria»
«Mangio, bevo e dormo benissimo».

Durante l’esame medico, a proposito della Vergine:
«Ma sì, la vedo come vedo voi. Si muove, mi parla, tende le braccia»
«Non hai paura quando vedi tanta gente attorno a te?»
«Non vedo niente attorno a me».

MAGGIO
Nuovo rischio di prigione per Bernadette:
«Non ho paura di nulla, perché ho sempre detto la verità».

4 GIUGNO
L’indomani della prima comunione di Bernadette,
Emmanuélite Estrade le chiede:
«Che cosa ti ha reso più felice: la prima comunione o le apparizioni?»
«Sono due cose che vanno assieme, ma che non possono essere paragonate. Sono stata molto felice di tutte e due».

16 LUGLIO
Ultima apparizione. Al cadere della sera, Bernadette si sente
spinta verso la grotta:
«Che cosa ti ha detto?»
«Niente».

DOPO IL 16 LUGLIO, LE PROVE: L’ASSALTO DEI VISITATORI

28 AGOSTO
All’abate Fonteneau:
«Non vi obbligo a credermi, ma non posso che rispondervi dicendo quello che ho visto e udito».
«Allora, Bernadette, poiché la Vergine Santa ti ha promesso il cielo, tu non ti devi più occupare dell’anima tua?»
«Oh, padre, non andrò in cielo che comportandomi come si deve».

17 NOVEMBRE
Alla grotta, dopo l’interrogatorio della commissione ecclesiastica:
«Sono molto stanca!».

1859


MAGGIO
Marie de Cornuijer-Lucinière la interroga riguardo ai segreti:
«Li diresti al Papa?»
«Non ha bisogno di saperli».

1860

L’abate Junqua fa visita a Bernadette. Dopo due ore di colloquio le dice:
«Tornerò… Ricordatevi di me! Promettetemi di ricordarvi di me!»
«Oh, questo non ve lo prometto! Ne vedo tanti, e di tutte le specie».

7 DICEMBRE
Interrogatorio davanti a monsignor Laurence, vescovo di Tarbes:
«Non sembra un’idea degna della Madonna averti fatto mangiare l’erba»
«Mangiamo pure l’insalata!».

1861-1862

L’abate Bernadou vuol fotografare Bernadette
per fissare sulla placca l’espressione che il suo volto
poteva avere durante le apparizioni:
«No, non va. Non facevi quella faccia quando c’era la Madonna»
«Ma adesso non c’è!».

1864

Hanno fotografato Bernadette
e si vendono le fotografie a un franco l’una…
«Trovi che ti vendono a un prezzo sufficiente, Bernadette?»
«Più di quanto valgo».

1866

Alla vigilia della partenza per Nevers, Justine, la figlia della sua balia, Marie Lagües, viene a trovare Bernadette:
«Non ti dispiace partire?»
«Quel poco tempo che siamo al mondo, bisogna impiegarlo bene».

NEVERS 1866-1879

Testimonianze delle consorelle e di persone che hanno incontrato
Bernadette durante la sua permanenza nella casa madre
della congregazione delle Suore della carità di Nevers,
dal 1866 fino alla morte, avvenuta il 16 aprile 1879.


1866

LUGLIO
Suor Emilienne Duboé:
Bernadette mi fu affidata fin dal suo arrivo in noviziato, per abituarla… Ciò che la addolorava, era di non vedere più la grotta di Lourdes. «Se tu sapessi» mi disse «quello che ho visto di bello là». Avevo la tentazione di chiederlo, ma mi rispose che non poteva dire niente, che la madre maestra l’aveva proibito. Mi diceva: «Se tu sapessi quant’è buona la Madonna!».

Un giorno Bernadette mi fece notare che facevo male il segno della croce. Le risposi che certamente non lo facevo tanto bene quanto lei che lo aveva imparato dalla Madonna. «Bisogna farci attenzione» mi disse «perché vuol dire molto farsi bene il segno della croce».

Suor Charles Ramillon:
Il modo in cui si faceva il segno della croce mi colpiva profondamente; abbiamo cercato più volte di riprodurlo, ma senza risultato. Allora dicevamo: «Si vede bene che glielo ha insegnato la Madonna stessa».

Suor Emilie Marcillac:
Suor Marie-Bernard aveva una pietà dolce, semplice, senza niente di singolare. Era molto esatta, non mancava al silenzio, ma a ricreazione attirava per il suo brio. Non le piaceva la pietà caricata. Un giorno mi diceva ridendo, indicandomi una novizia che chiudeva sempre gli occhi: «Vedete suor X? Se non avesse una compagna che la conduce, le capiterebbe un incidente. Perché chiudere gli occhi, quando bisogna tenerli aperti?».
Durante le sue crisi d’asma, aveva degli assalti di tosse che le dilaniavano il petto; benché vomitasse sangue e soffocasse, non si lasciava mai sfuggire un lamento, un mormorio. La udivo soltanto pronunciare il nome di Gesù. Dopo aver detto: «Gesù mio!», guardava il crocifisso, e nei suoi occhi c’era qualche cosa di inesprimibile, ma che diceva tanto…

OTTOBRE
Suor Emilie Marcillac:
In ottobre, il 25, stette assai male… Si pensava che non avrebbe passato la notte… Grande fu la mia sorpresa l’indomani mattina, quando alle quattro e mezzo mi avvicinai al letto per avere notizie; la credevo in agonia. Invece mi rispose con voce chiara: «Sto meglio, il Signore non mi ha voluta, sono andata fino alla porta e Lui mi ha detto: torna indietro, è troppo presto».

1867

MAGGIO
Suor Bernard Dalias:
Mi trovavo a Nevers da tre giorni, e mi dissi stupita di non conoscere Bernadette. La superiora che mi aveva accompagnata mi indicò una novizia, piccola, sorridente, che le stava vicino, e aggiunse: «Bernadette? Ma eccola qui!». Un’espressione impertinente mi sfuggì ed esclamai: «Tutto qua?». Mi rispose: «Proprio vero, signorina, tutto qua!». Posso dire che da allora mi dimostrò una grande simpatia.

Suor Brigitte Hostin:
Sono stata compagna di noviziato di suor Marie-Bernard; ho avuto questo privilegio per sette-otto mesi. Ho avuto modo di ammirare in lei una grande pietà, un umore sempre uguale – cosa rara –, una semplicità di bambina, e soprattutto una grande umiltà; questo – nel caso in cui fosse obbligata a rispondere alle lettere che le scrivevano alcuni grandi personaggi riguardo ai favori che la Madonna le aveva accordati – le faceva dire: «Se non fosse per obbedienza, non risponderei».

SETTEMBRE
Suor Joseph Caldairou ricorda alcune espressioni di Bernadette:
«Dio solo sa quanto mi costa dovermi presentare davanti ai vescovi, ai preti, alla gente del mondo».

«Non posso trovare bella nessuna madonna, dopo aver visto l’originale».

1868

Suor Charles Ramillon:
Un giorno, in mia presenza, una di noi le disse: «Avete fatto conoscere i segreti della Madonna alla madre generale?». «No». «E neppure alla madre maestra?». «Neppure». Allora io soggiunsi: «Ma se il Santo Padre ve li chiedesse?». Lei rispose: «Ci penserei».

NOVEMBRE
Comte Lafond:
Monsignor Chigi [nunzio apostolico in Francia, ndr] fece chiamare in parlatorio suor Marie-Bernard. «Figliola» le chiede «non hai avuto paura quando hai visto la Madonna?». «Oh, sì, monsignore, molta; ma solo la prima volta; poi, era così bella!».

1869

AGOSTO
Suor Bernard Dalias:

Una sola sua parola faceva del bene. A chi era nel dolore diceva: «Pregherò per voi».
Più volte l’ho sorpresa con il volto inondato di lacrime. La interrogavo con lo sguardo: «Oh» mi sussurrava, «rivedere la grotta, una sola volta, di notte, quando nessuno lo verrebbe a sapere…».
Ero incaricata di intonare il canto per l’offerta della ricreazione. Suor Marie-Bernard mi si avvicina un giorno, dopo la preghiera. «Qualche volta intonate» mi disse «“La vedrò un giorno questa Madre che amo”». E a questo punto i suoi occhi assunsero un’espressione di desiderio, di tristezza indefinibile, e vidi scendere due lacrime…
Bastava sentirle dire con piena convinzione: «Pregate per me, povera peccatrice, soprattutto all’ora della morte», per capire che si rendeva perfettamente conto di dover invocare l’effetto promessole dalla Vergine per la sua fedeltà.

Suor Emilienne Robert:
Parlava di correggerci dei nostri difetti, e le dissi che è difficile. Lei allora spalancò gli occhi e mi rispose vivacemente: «Ma come! Ricevere così spesso il pane dei forti e non essere più coraggiosa!».

OTTOBRE
Comte Lafond:
L’abate di M. le disse in mia presenza che arrivava da Lourdes e che aveva incontrato il padre Hermann e il signor Lasserre, tutti e due graziati del dono della vista. Suor Marie-Bernard aprì i suoi grandi occhi, fino allora abbassati. «Ho visto» soggiunse l’abate «la statua che hanno posto alla grotta. Ha le mani giunte così. È proprio così che la Madonna vi è apparsa?». «Sì, padre, ma quando mi ha detto: “Sono l’Immacolata Concezione” ha fatto così». E fece un gesto di una bellezza tale che ne fummo commossi fino alle lacrime. Ci sembrava di vedere una copia viva della Regina del Cielo, quando apparve sulla roccia di Massabielle.
Una signora di Nevers le chiese un giorno: «Non avete mai più rivisto la Vergine dopo le diciotto apparizioni?». Due lacrimoni le imperlarono le palpebre: fu la sola risposta.

Suor Cécile Pagès:
Dicevo a suor Marie-Bernard che molte persone erano guarite con l’acqua di Lourdes, dopo una novena.«Oh» disse, «la Vergine talvolta vuole che si preghi a lungo, e una persona è stata guarita soltanto dopo nove novene».

1870

APRILE
Suor Angèle (allora postulante):
Suor Marie-Bernard mi chiese: «Signorina, che cosa avete?». Le risposi: «Ho ricevuto adesso una brutta notizia: mamma è in fin di vita; forse a quest’ora è già morta». Suor Marie-Bernard mi disse con un sorriso che non dimenticherò mai e con il suo sguardo penetrante: «Non piangete, la Madonna la guarirà; pregherò per lei».

AGOSTO
Suor Madeleine Bounaix:
Il 15 agosto 1870, mi trovavo con lei all’infermeria San Giuseppe; mi aveva dato un frutto per la merenda; intanto parlavamo della festa del giorno e le dissi: «Sorella, pregherete per me oggi?». «Sì, ma a una condizione: che anche voi lo farete per me. Abbiamo tutti bisogno di preghiere». Allora aggiunsi: «Quanto deve essere bella la festa in cielo, e quanto bella deve essere anche la Madonna». «Oh sì» disse «quando la si è vista non si può più essere attaccati alla terra!».
Qualche tempo dopo, suor Marie-Bernard ricevette una lettera di don Peyramale, parroco di Lourdes, nella quale c’era una fotografia della Basilica. Guardandola, mi chiese: «Conoscete Lourdes?». Alla mia risposta negativa, mi disse: «Tenete, ecco la foto della Basilica», e con il dito mi mostrava la grotta. Le chiesi: «Dove eravate quando vi apparve la Madonna?». Mi indicò semplicemente il posto. Soggiunsi: «È un ricordo assai dolce per voi, sorella». Prendendo un’aria grave, quasi triste, rispose: «Oh, sì! Ma non avevo nessun diritto a tale grazia».

DICEMBRE
Comte Lafond:
Suor Marie-Bernard… questa suora non è buona a nulla, eppure viene considerata come il tesoro di Saint-Gildard; la guardano come il palladio della città vescovile e si attribuisce a lei la salvezza durante l’invasione del 1870; i prussiani erano in tutti i dipartimenti vicini e quasi alle porte di Nevers. Il cavaliere Gougenot des Mousseaux che vide Bernadette a quell’epoca, le pose alcune domande: «Alla grotta di Lourdes, o in seguito, avete avuto qualche rivelazione relativa all’avvenire e ai destini della Francia? La Vergine non vi ha per caso incaricata di trasmettere avvertimenti o minacce per la Francia?». «No». «I prussiani sono alle porte: non vi mettono paura?». «No». «Dunque non c’è nulla da temere?». «Io non temo che i cattivi cattolici». «Non temete nient’altro?». «No, nulla».

1871

Madre Marie-Thér èse Bordenave:
Verso la fine del 1870 o all’inizio del 1871, c’erano ancora delle ambulanze in casa madre; un giorno si incendiò la farmacia; la novizia di turno ne fu talmente impressionata che per 24 ore soffrì di terribili dolori. Suor Marie-Bernard, impietosita, disse a una suora, dopo aver esaurito tutte le medicine: «Provo a darle dell’acqua di Lourdes; pregate con me e fatelo con fervore». Lo fecero: qualche minuto dopo i dolori erano cessati.

PRIMA DI AGOSTO
Suor Madeleine Bounaix:
Ero colpita dalla sua rettitudine e dalla sua sincerità. Non credo che abbia mai mentito e a questo proposito, mi ricordo un episodio che ha confermato la mia opinione. Un giorno parlavamo di Lourdes e di Bartrès, e mi disse: «Non potete immaginare quanto fossi ignorante. Figuratevi che mio padre, venuto a trovarmi, mi vide alla guardia del gregge, assai triste. Poiché mi chiese la causa di questo, gli risposi: “Guarda un po’ le mie pecore, parecchie hanno la schiena verde”. E lui, ridendo: “È l’erba che hanno mangiato che risale sul dorso: forse morranno”. Io allora piansi a calde lacrime, e mio padre, vedendomi così addolorata, mi consolò e mi spiegò che era il marchio del commerciante cui le avevano vendute». Udendo questa storia, mi misi a ridere e le dissi: «Ma come? Eravate tanto ingenua da credere una cosa simile?». Mi rispose: «Cara mia, poiché non sapevo mentire, credevo a tutto quello che mi dicevano».
Un giorno parlavamo delle pratiche di pietà verso la Madonna. Le dissi che ce n’era una alla quale tenevo molto: recitare dodici Ave Maria in onore dei dodici privilegi della Madre di Dio. Mi rispose con un’aria felice e soddisfatta: «Continuate questa pratica, è assai gradita alla Madonna».

AGOSTO
Suor Vincent Garros, al secolo Julie Garros,
amica d’infanzia di Bernadette:
A Lourdes c’era una congregata, conosciuta con il nome di signorina Claire, molto pia e da tempo sofferente. Al mio arrivo in casa madre, Bernadette mi chiese sue notizie, e io le dissi: «Non soltanto soffre con pazienza, ma dice anche queste parole, che mi sorprendono veramente: “Soffro molto, ma se non basta, che il Signore ne aggiunga ancora!”». Suor Marie-Bernard fece una riflessione: «È ben generosa; io non farei altrettanto. Mi accontento di quello che mi manda».

Le piaceva anche raccontarmi che del gregge che le era affidato, le piaceva in modo particolare un agnellino bianco. Quando era riuscita a farsi la sua cappellina nei campi, lui veniva a demolirla con una cornata; e quando guidava il gregge, l’agnellino prendeva la rincorsa e con una cornata sotto le ginocchia, la faceva cadere, cosa che la divertiva tanto. Per punirlo, Bernadette gli dava del pane con il sale, di cui era ghiotto.

Al noviziato, dicevo a Bernadette ammalata in infermeria: «Soffrite molto, vero?». Mi rispose: «Che vuoi? La Madonna me l’ha detto che non sarei stata felice in questo mondo, ma nell’altro».

Spesso consigliava di perdonare, di non dimenticare l’invocazione del Padre Nostro: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo…».
Mi disse anche: «Quando passi davanti alla cappella, se non hai il tempo di fermarti, incarica il tuo angelo custode di portare il tuo messaggio al Signore nel tabernacolo. Lo porterà e poi ti raggiungerà di nuovo».

Credo che Bernadette meditasse sui misteri, perché un giorno in cui le dissi che non riuscivo a pregare, a meditare, mi suggerì questo mezzo: «Trasportati al Monte degli Olivi o ai piedi della croce, e rimani là: il Signore ti parlerà e tu lo ascolterai». Talvolta le dicevo: «Ci sono stata, ma il Signore non mi ha detto niente». Tuttavia, continuavo a pregare.

Le dissi un giorno: «Come potete rimanere così a lungo in azione di grazia?». Mi rispose: «Penso che è la Madonna che mi dà Gesù Bambino. Lo prendo. Gli parlo e lui mi parla».

So che, tra i santi, Bernadette aveva una devozione particolare per san Giuseppe. Ripeteva queste invocazioni: «Fatemi la grazia di amare Gesù e Maria come vogliono essere amati. San Giuseppe, pregate per me. Insegnatemi a pregare». E a me diceva: «Quando non si riesce a pregare, ci si rivolge a san Giuseppe».

Mi diceva anche: «Quando sei davanti al Santissimo, da una parte hai vicino la Madonna che ti ispira quello che devi dire al Signore, e dall’altra il tuo angelo custode che prende nota delle tue distrazioni».

Diceva: «Dobbiamo ricevere bene il Signore abbiamo tutto l’interesse di fargli buona accoglienza, un’accoglienza amabile, perché allora deve pagarci l’affitto».

Mi diceva che prima di compiere qualsiasi azione, bisogna purificare l’intenzione. Le osservavo che era difficile. Mi rispose: «Bisogna farlo, perché si agisce meglio e costa meno».

Diceva: «Se lavori per le creature, non avrai ricompensa e ti stancherai molto di più».
Un’altra volta all’infermeria mi disse: «Ti darò una buona merenda». C’era della frutta sciroppata. Me la porge e mi dice: «Oggi è sabato, non ne mangeremo; faremo questa piccola mortificazione per la Madonna».
Bernadette, ne sono certa, ha sempre controllato i suoi moti interiori. A questo proposito mi diceva: «Il primo moto non ci appartiene, ma il secondo sì».

Quando aveva le crisi d’asma – piuttosto frequenti – faceva pena. Non si è mai lamentata, passata la crisi, diceva: «Grazie, Signore!».

La Vergine le aveva chiesto di pregare per i peccatori; doveva farlo certamente. A più riprese mi ha detto: «Preghiamo per la tale famiglia, perché la Vergine la converta».

Spesso, dopo le preghiere, Bernadette aggiungeva: «Signore, liberate le anime del purgatorio». Di tanto in tanto, recitavamo insieme la corona dei defunti e la finivamo: «Dolce Cuore di Gesù, siate il mio amore, dolce Cuore di Maria, siate la mia salvezza. Gesù mio, misericordia! Concedete il riposo eterno alle anime dei fedeli defunti».

NOVEMBRE
Suor Eléonore Bonnet:
Il giorno di Ognissanti, appresi che Bernadette era malata. Conoscendo il suo amore per i fiori, colsi delle violette, fiorite, malgrado la stagione, lungo il muro della cucina, e gliele mandai per mezzo di una novizia che lavorava all’infermeria.

Madre Marie-Thérèse Bordenave:
Una superiora le chiedeva un giorno se non avesse mai provato un sentimento di compiacenza per i favori che la Vergine le aveva fatto. «Che cosa pensate di me? Volete che non sappia che se la Madonna mi ha scelta, è perché ero la più ignorante? Se ne avesse trovata una più ignorante, avrebbe preso lei».

Suor Joseph Ducout:
L’ho vista soffrire moralmente e fisicamente. Nella sofferenza, mai una parola che esprimesse il suo dolore. Prendeva il crocifisso, lo guardava, e basta.

Suor Madeleine Bounaix:
«Che cosa fate qui?» mi disse. «Sono in partenza, e aspetto la madre maestra». Riprese: «Dove andate?». «A Beaumont». «Ebbene, sorella, non dimenticate ciò che vi dico: dovunque siate, ricordatevi sempre di lavorare solo per il Signore. Capite, vero? Per il Signore».

DICEMBRE
Suor Victoire Cassou:
Bernadette mi disse: «Per la messa di mezzanotte, mettetevi vicino a me. C’è posto». Ne fui felice. Potei così constatare quanto fosse pia e raccolta. Nascosta dietro il suo velo, nulla poteva distrarla. Dopo la comunione, entrò in un raccoglimento così profondo, che uscirono tutti, senza che lei sembrasse neppure accorgersene. Le rimasi a fianco, perché non avevo nessuna voglia di andare in refettorio con le mie compagne. La contemplai a lungo, senza che se ne accorgesse. Il suo volto era radioso e celestiale, come durante l’estasi delle apparizioni.
Quando la suora incaricata di chiudere le porte della chiesa venne a compiere il suo dovere, agitò con forza i catenacci. Solo allora Bernadette uscì dal suo stato simile a un’estasi.
Uscì dalla cappella e io la seguii. E nel chiostro, si chinò su di me e mi sussurrò: «Non avete preso niente (in refettorio)?». Le risposi: «Neppure voi». Si ritirò in silenzio e ci separammo così.

1872

AGOSTO
Suor Eudoxie Chatelain:
Aveva una devozione speciale per san Giuseppe, cosa che mi stupiva un po’, dato che era la figlia privilegiata della Madonna. Un giorno le udii dire: «Vado a fare una visitina a mio padre». Era san Giuseppe: andava spesso a pregarlo in cappella.

Diceva: «Amate tanto il Signore, figlie mie. È tutto qui».

AGOSTO-SETTEMBRE
Durante una ricreazione una novizia prende un pipistrello caduto.
Grandi esclamazioni. Bernadette è presente.
Suor Julienne Capmartin:
«Oh, come potete tenere in mano una bestia così orribile!» dissi: «È l’immagine del diavolo!».
Suor Marie-Bernard divenne seria e si volse verso di me: «Sappiate, sorella, che nessun animale è l’immagine del diavolo; non c’è che l’offesa a Dio che possa esserlo».

Disse: «Quando noi teniamo troppo a qualche cosa, questo non piace a Dio».

Una volta mi sorprese che leggevo nel mio libro di figlia di Maria, mentre lei mi aveva raccomandato di rimanere bene avvolta sotto le coperte… Allora mi prese bruscamente il libro dicendo: «Ecco un fervore imbastito di disubbidienza, ve lo dico io!». Ho avuto un bel richiedere il mio libro, non l’ho più visto…

1873

MAGGIO
Elisa (orfanella di Varennes):
Era nel 1873 (il 12 maggio). Bernadette in visita a Varennes (orfanotrofio retto dalle suore), era andata fino alla Madonnina del boschetto con una ventina di orfanelle.
Era convalescente e stava appena in piedi…
Arrivata al termine del breve pellegrinaggio, Bernadette sedette e là, davanti a questo grazioso oratorio, rivolse alle bambine un’esortazione, nello stile conciso che le fu sempre solito: «Bambine, amate tanto la Madonna, e pregatela molto. Vi proteggerà…». Poi invitò il suo giovane uditorio a cantare qualche cosa. Cantarono: «Andrò a vederla un dì…».

GIUGNO
Jeanne Jardet (cuciniera):
Mi ricordo che un anno ebbe una lunga malattia, durante la quale fummo private delle sue visite. Quando ritornò, suor Cécile (Fauron, economa incaricata delle domestiche) si felicitò per la sua guarigione. Bernadette rispose: «Non ne hanno voluto sapere di me lassù…». E lo disse con una tale grazia, che ne avevo le lacrime agli occhi.

Suor Eudoxie Chatelain:
Una domenica la madre maestra, madre Thérèse Vauzou, ci permise di andare a trovarla, a gruppi di dodici o quindici. Ci ricevette con molta amabilità, come sorelle minori… Ci siamo messe a cerchio attorno al suo letto, e ognuna ha detto qualche cosa.
Una di noi, grande e grossa, le chiese se aveva avuto paura nel ricevere l’estrema unzione. «Paura di che cosa?» disse Bernadette. «Di morire io avrei una paura, se vedessi avvicinarsi l’ultimo momento!». «Oh, quel momento non lo conosciamo mai. E quando arriva, il Signore ci dà la forza di affrontarlo».

Suor Gonzague Cointe:
Ero in infermeria. Una suora le mise sul letto la fotografia di un pellegrinaggio o della Basilica di Lourdes: «Sareste ben contenta, vero, di andare alla grotta di Massabielle?». Tutta sorridente, lei alzò gli occhi al cielo e, malgrado la crisi d’asma che la faceva tanto soffrire, rispose: «No, non ne sento il desiderio. Faccio generosamente il sacrificio di non rivedere più Lourdes. Non ho che un’aspirazione, quella di vedere la Vergine Santa glorificata e amata».

Madre Henri Fabre:
Poiché il vescovo di Nevers, in partenza per Lourdes, chiedeva a suor Marie-Bernard se desiderasse andarci, rispose: «Ho fatto il sacrificio di Lourdes, vedrò la Vergine in cielo, e sarà molto più bello».

1874

LUGLIO
Suor Vincent Garros:
Un giorno, in sacrestia, volli toccare un purificatoio. Mi fermò dicendomi: «Non puoi ancora farlo». E la vidi prendere il purificatoio con immenso rispetto e rimetterlo nella borsa. Si sarebbe detto che, toccandolo, pregava, tanto lo faceva con rispetto.

1875

Suor Julie Ramplou:
Suor Marie Mespoulhé recitava talvolta il rosario, con le consorelle, durante il lavoro. Suor Marie-Bernard sottolineava l’espressione “poveri peccatori”. Un giorno glielo fecero notare. Rispose: «Oh sì! Dobbiamo pregare molto per i peccatori. Lo ha raccomandato la Madonna».

1876

PRIMA DI GIUGNO
Suor Marcelline Durand:
Le era penoso rimanere inattiva. Così un giorno disse a una consorella ammalata: «Ve la caverete con tre ventose. Ma io… niente mi farà uscire da qui». E subito alzò gli occhi al cielo e disse: «Dio mio, siate benedetto in ogni cosa. Noi abbiamo ciascuno il nostro mezzo, la nostra strada per venire a voi».

GIUGNO
Suor Ambroise Fenasse:
Al momento dell’incoronazione della statua di Nostra Signora a Lourdes, suor Ursule parlò della grotta a Bernadette: «Sareste contenta di rivederla?». «La mia missione a Lourdes è finita. Che cosa andrei a fare?». «Si sta preparando a Lourdes una festa solenne, ci saranno parecchi vescovi. Non vi farebbe piacere assistervi?». «Oh no! Preferisco mille volte il mio cantuccio in infermeria piuttosto che trovarmi in quella festa, che tuttavia mi è di grande gioia». Parve riflettere un istante, poi soggiunse: «Se potessi trasportarmi in pallone alla grotta e rimanervi qualche minuto a pregare quando non c’è nessuno, ci andrei volentieri; ma dovendo viaggiare come tutti e trovarmi in mezzo alla folla, preferisco rimanere qui».

Abate Perreau:
Un giorno qualcuno le diceva: «Dovete rimpiangere molto il fatto di non aver visto tutti quegli splendori». «Non sono da compatire, ho visto qualcosa di molto più bello».

LUGLIO
Abate Perreau:
Bernadette mi ha detto personalmente, parlando dei membri della sua famiglia, che stavano raggiungendo una certa agiatezza: «Purché non arricchiscano. Dite loro di non arricchirsi».

Suor Claire Salvy:
Andavo un giorno in infermeria a portar da bere alle ammalate. Ero triste, con le lacrime agli occhi… Il suo sguardo che penetrava – credo – fino nel profondo dell’animo, si accorse subito della tristezza impressa sul mio volto. Me ne chiese la causa. Le dissi che, in seguito a una distrazione commessa nel mio lavoro, una buona suora anziana mi aveva ammonito che non sarei mai stata capace di essere religiosa. Sorrise e sembrò chiudere gli occhi, come se non volesse rispondermi o come se volesse raccogliersi, poi, guardandomi: «Dal momento che volete fare la volontà di Dio, sarete suora di Nevers, non datevi pena. Bisognerà però saper sopportare le piccole croci».

Suor Agathe de Filiquier:
Rientrando in infermeria, trovammo la nostra cara consorella seduta sul letto, che preparava della filaccia. Con un saluto affettuoso le chiedemmo di abbracciarci: lo fece amabilmente. Poi la mia compagna, vedendo che aveva vicino l’immagine di san Bernardo, le domandò: «Dunque pregate il vostro patrono?». «Lo prego molto, ma non lo imito: san Bernardo amava la sofferenza mentre io la evito più che posso».

Madre Marie-Thérèse Bordenave:
Durante una visita che le faceva un gruppo di novizie, in un giorno di festa, suor Marie-Bernard espresse la gioia che provava nelle sue lunghe ore di insonnia che le permettevano di unirsi a Nostro Signore. Poi, indicando un piccolo ostensorio dorato, incollato sulla tendina: «Nel vederlo, disse, trovo il desiderio e la forza di immolarmi, nei momenti in cui sento più forte l’isolamento e il dolore».

Suor Joseph Biermann:
Un giorno, vedendola scopare l’infermeria, mi precipitai per sostituirla. Mi fece osservare che non ero in regola, e mi prese la scopa con una certa energia: «Non l’avrete. Vincere o morire».

Madre Joseph Cassagnes:
La vedo ancora… Aveva trentadue anni, ma mi sembrò giovanissima. Vedo i suoi occhi neri e vivaci, con un guizzo birichino sul fondo. Nessuna traccia di malattia né di tristezza sul suo volto. La trovai calma e perfino allegra. Ammirai una tale serenità nella sofferenza. Neppure il minimo segno di impaccio o di disagio tra lei e la sua ex madre maestra, ma invece una reciproca confidenza e semplicità. Quando la madre maestra le disse che avevo un senso di insoddisfazione, posò su di me il suo sguardo dolce e profondo. Poi disse: «Ma non capite che è il diavoletto?». Tacque per poi riprendere con un tono scherzoso: «Quando si avvicina, dovete sputargli sul naso».

SETTEMBRE
Suor Casimir Callery:
Suor Marie-Bernard voleva molto bene a suor Claire Lecocq e quando quest’ultima fu in punto di morte, le disse che invidiava la sua fortuna. Si udivano ripetere in continuazione: «Mio Dio, credo in voi, spero in voi. Vi amo». Affidava alla morente le sue commissioni per il cielo; si incoraggiavano a soffrire.

OTTOBRE
Suor Casimir Callery:
Verso la fine dell’ottobre 1876, l’abate Febvre aveva tenuto una predica sul peccato. Io mi trovavo all’infermeria con suor Marie-Bernard, che mi disse: «Oh! Serafino (suor Marie-Bernard mi chiamava “Serafino” perché in una scenetta che avevamo recitato per la festa della madre maestra, ero il serafino. Non le veniva il nome Casimir, che non aveva mai sentito prima di me), come sono contenta!». «Che cosa vi capita?» le chiesi. «Non avete sentito la predica?». «Certo». «Ebbene, il padre ha detto che quando non si vuole commettere un peccato, non si pecca». «Ho sentito. E allora?». «Allora, io non ho mai voluto commettere un peccato, dunque non ne ho mai commessi». Il suo volto era raggiante di gioia…

DICEMBRE
Suor Athanase Baleynaud:
La sera di fine d’anno sono andata con altre due suore nella stanza di suor Marie-Bernard per farle gli auguri di buon anno. Finita la visita, lasciai uscire le altre e dissi a Bernadette: «Sorella cara, mi farebbe piacere se mi auguraste qualche cosa per questo nuovo anno». Bernadette rifletté, poi mi disse: «Vi auguro l’amore puro e la sofferenza pura». «Oh no, le dissi, questo no!». Ma lei mantenne la formula. Ebbene, mi sono ricordata molte volte nella mia vita di questa frase che mi aveva fatto paura, e mi ha sempre infuso coraggio.

1877

Suor Casimir Callery curò Bernadette
fra il settembre del 1876 e il marzo del 1877:

MARZO
Suor Hélène mi aveva dato delle uova di Pasqua da ornare con un temperino. Io disegnavo. Suor Marie-Bernard grattava, producendo così i modelli. Un giorno mi lamentavo perché questo lavoro mi innervosiva. «Che importanza può avere» mi disse «il fatto di guadagnarsi il cielo grattando le uova o facendo qualcos’altro!».

Si parlava un giorno della vita dei santi: «Vorrei» mi disse «che si facessero conoscere i difetti dei santi e gli sforzi che hanno fatto per correggersi; ci servirebbe molto di più dei loro miracoli e delle loro estasi».

L’ho vista soffrire orribilmente. Allora le sfuggiva qualche lamento, ma subito dopo sorrideva dicendomi: «Vedete quanto poco generosa sono».

Ho recitato spesso con lei le preghiere di regola e altre. Credo che recitasse ogni giorno il rosario, e ho notato che di solito chiamava la Madonna: «Mia buona Mamma».

Bernadette era piena di compassione per il prossimo. Una notte in cui la febbre la divorava, aveva chiamato la novizia incaricata di portarle da bere, e non era riuscita a svegliarla: si alzò e andò a bere qualche goccia dalla brocca. Poiché gridai, mi disse: «Sssst! Zitta. Farà lo stesso effetto. Non svegliate quella poveretta. Dorme così bene».

GIUGNO
Suor Casimir Callery:
La sera del Corpus Domini, nel giugno 1877, ci fu un violento temporale. Cade un fulmine lungo la persiana vicino alla quale suor Marie-Bernard pregava con fervore. La persiana diventa rossa, un metro di tubo del gas si fonde e una fiammata si alza fino alla sacrestia San Luca, dove ci sono i tendaggi e i tappeti della cappella. «C’è il fuoco!» grida la suora dell’infermeria. Mi alzo e vado vicino a suor Marie-Bernard: «Oh» mi dice, «è il diavolo che non è contento della nostra bella festa». Si chiuse in fretta il contatore, e non ci fu nessun incidente; attribuimmo il fatto alle preghiere di suor Marie-Bernard.

Suor Bernard Dalias:
Un giorno, dopo la processione del Sacro Cuore, la gente prendeva posto come poteva in cappella, e la signora di Falaiseau venne a trovarsi tra Bernadette e me. Mi disse guardando Bernadette: «Come sono contenta!». Bernadette sentì e mi sussurò: «Adesso gliela faccio». Passò tra il muro e il banco e scomparve in fondo alla cappella. La vecchia signora se ne accorse ed esclamò addolorata: «Oh! Oh!». Le risposi: «Avete parlato troppo».

LUGLIO
Suor Valentine Borot:
Stava seduta sul letto, in fondo alla stanza, vicino alla finestra, con l’aria sorridente e distesa. Il volto non era ancora smagrito a quest’epoca: era il luglio 1877, e non ricordo che apparisse oppressa. Quando ci vide entrare, disse a madre Nathalie: «Madre, indovino che mi conducete qui una postulante». E, siccome stavo indietro, per timidezza e rispetto, soggiunse: «Venite, signorina, che vi abbraccio». Mi avvicinai. Mi guardò a lungo prima di abbracciarmi… Mi chiese se ero malinconica. Le risposi ingenuamente che ero all’apice dei miei desideri. «Oh» mi disse, «io avevo una grande malinconia i primi tempi. Quando ricevevo una lettera da casa, aspettavo di essere sola per aprirla, perché mi sentivo incapace di leggerla senza piangere tutte le mie lacrime».

AGOSTO
Suor Alphonse Barat:
Una superiora condusse un giorno tre postulanti, tra cui la signorina Barat. Mentre arrivavano, Bernadette scendeva dal primo piano passando dalla porta vetrata. Fece il gesto di evitarle, ma, riconoscendo la superiora, si avvicinò, salutò gentilmente, abbracciò le tre giovani, e disse loro: «Signorine, non vi pentirete mai di esservi date al Signore».

Suor Jeanne Jardet:
Mi disse: «Sì, è vero, ho avuto tante grazie».
Veniva a trovarmi, cara piccina, solo per la sua bontà d’animo… Mentre mi curava, mi diceva una parola di compassione, come ad esempio questa, che ricordo bene: «Bisogna bene soffrire qualche cosa per il Signore, figlia mia. Lui ha sofferto tanto per noi». E mi diceva anche: «Nel cielo saremo felici, ma quaggiù…». Finiva la frase con un gesto che significava: «Non contate su questa vita».
Un giorno le manifestai il mio dispiacere di essere ammalata lontano dalla mamma. Allora, mostrandomi la Vergine sull’armadio, mi disse: « La vostra mamma, eccola là. È la mamma di tutti…».

SETTEMBRE
Suor Victoire Cassou:
Il vescovo di Rodez visitò la comunità. Passava fra le file di suore e faceva baciare l’anello. Voleva vedere suor Marie-Bernard, che lo intuì e si sottrasse. Le ero a fianco, e mi sussurrò: «Non vi inquietate, so quello che faccio». E subito sparì dietro una porticina. Le dico: «E i quaranta giorni di indulgenza?». Mi rispose: «Gesù mio, misericordia! Ecco, così sono trecento».

OTTOBRE
Suor Casimir Callery:
L’ultima raccomandazione che mi fece, quando lasciai il noviziato, fu di pregare per lei quando avrei avuto la notizia della sua morte: «Diranno: questa suor Marie-Bernard era una santina, e mi lasceranno abbrustolire in purgatorio».

Suor Marie-Joséphine Durin:
Davanti alla prima statua della Madonna di Lourdes arrivata in casa madre: «Sorella, somiglia alla Madonna?». Bernadette non risponde, ma due grosse lacrime le scendono dagli occhi. Giunge le mani e dice, guardando la statua: «Oh, mia buona Mamma, come vi hanno sfigurata!».

DICEMBRE
Suor Véronique Crillon:
Ci mostrò anche un crocifisso che le aveva mandato il Santo Padre. Lo baciò con grande pietà, dicendoci: «Qui attingo tutta la mia forza».

Suor Claire Bordes:
Mi ricordo che una vigilia di Natale, si preparava un piccolo presepio sul caminetto dell’infermeria. Quando fu pronto, suor Marie-Bernard prese Gesù Bambino e, posandolo, disse: «Dovevi avere un gran freddo, povero Bambinello, nella stalla di Betlemme!». E, rivolta verso di noi: «Dovevano essere senza cuore gli abitanti di Betlemme, se hanno rifiutato l’ospitalità a Gesù Bambino».

1878

Suor Claire Bordes:
Ho udito tante volte Bernadette dire nella sofferenza: «Mio Dio, quanto vi amo…».
In infermeria, quando qualche cosa ci costava o non stavamo bene, ci diceva: «Offritelo per i peccatori».

GENNAIO
Madre Ambroise Fenasse, che si trovava a Nevers per un capitolo generale, andò a trovare Bernadette, immobilizzata a letto per un tumore al ginocchio:
«Dunque siete sempre in infermeria?». «Sì» e con un grazioso sorriso «sempre in infermeria, sempre una buona a nulla. Ha fatto bene il Signore a non lasciarmi scegliere il tipo di vita. Non avrei certo scelto questa inattività cui mi trovo ridotta. Avrei tanto desiderato un lavoro…».
«I lunghi periodi di malattia che si succedono vi impongono molti sacrifici» le dissi. «Sì, perché, anche se sono così vicina alla cappella, sono da tanto tempo privata della messa; ma in compenso, assisto giorno e notte a quella che si celebra continuamente là». E dicendo queste parole, indicava, appuntata alla tenda con uno spillo, un’immagine che rappresentava l’offerta del sacrificio eucaristico al momento dell’Elevazione.
«Su un punto o l’altro del globo, si celebrano continuamente delle messe: mi unisco a queste messe, soprattutto durante le notti che certe volte trascorro insonni».
Questo fu detto con grande serietà, ma poi, riprendendo il suo tono allegro, soggiunse: «È il chierichetto che mi contraria, perché non suona mai il campanello». E, segnandolo con il dito sull’immagine: «Qualche volta avrei voglia di scuoterlo».

MAGGIO
Suor Julie Durand:
Avevo passato la notte al suo capezzale, all’inizio di maggio del 1878; l’ammalata mi fece aprire la finestra alla mattina presto. Alle cinque e mezzo, vidi arrivare madre Marie-Thérèse Vauzou, che le disse: «Imprudente! È proprio da voi una cosa simile! Ma perché avete fatto aprire? Per raffreddarvi ancora un po’ di più?». Io allora chiudo, quando sento mormorare: «Ehi, ehi, la madre non ha detto di chiudere. Mi ha soltanto rimproverato perché ho fatto aprire».

SETTEMBRE
Suor Victoire Cassou:
Le dicevo: «Pregate per coloro che non pregano, voi». Mi rispondeva: «Non ho altro da fare. Non sono buona a nulla. La mia sola arma è la preghiera. Non posso fare altro che pregare e soffrire».

Suor Marthe du Rais:
Suor Marie-Bernard ha pronunciato i voti perpetui, se ben ricordo, nel 1877 [in realtà nel 1878, ndr]. La sua gioia fu grande; era così felice, che avrebbe voluto morire quel giorno. «Mi credevo in cielo, mi disse; se fossi morta, ero sicura del fatto mio, perché i voti sono un secondo battesimo».

Suor Marcelline Lannessans:
Nel 1878 le dissi che andavo a Lourdes, e se voleva seguirmi. «No» mi rispose: «Mi guarderebbero come una bestia rara. E inoltre, abbandonerebbero la Madonna per seguire me. Pregate per me alla grotta. Io pregherò per voi, perché facciate buon viaggio».

Suor Stanislas Tourriol:
Mi raccomandai alle sue preghiere: «Sì, pregherò, disse; ma non in questo mondo. Ho ancora ben poco tempo da vivere, sono tanto ammalata».

OTTOBRE
L’abate Febvre, allora alunno di quarto anno al Seminario minore
di Pignelin, vicino a Nevers, vede Bernadette:
«Ragazzino» mi disse, «siete in seminario, volete farvi prete?». «Sì, sorella, se il Signore mi chiama». «Sì, sarai prete. Oh quanto è bello un sacerdote all’altare. Ma sai, un sacerdote all’altare è sempre Gesù Cristo in croce; e guardava il campanile della comuni


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