Una medaglia per Benedetto XV
Gli eventi più significativi del suo breve pontificato possono essere ripercorsi attraverso alcune medaglie annuali, incise da tre diversi artisti
di Roberto Saccarello
Un ritratto di Benedetto XV
L’arcivescovo di Bologna assunse il nome di Benedetto XV in memoria dell’ultimo Papa con questo nome, il quale aveva tenuto la sede arcivescovile di San Petronio. E del celebre Lambertini il della Chiesa sembrava possedere, oltre alla vasta cultura giuridica, la sicurezza e la serenità d’animo.
Giacomo della Chiesa era nato a Genova-Pegli, in Liguria, il 21 novembre 1854, da nobile famiglia; il padre, marchese Giuseppe, discendeva da Berengario II; la madre Giovanna era una Migliorati, e nella sua genealogia figurava Innocenzo VII. Aveva studiato nella sua città natale fino a laurearsi in Giurisprudenza nel 1875, anno in cui si era trasferito al Collegio Capranica di Roma per seguire gli studi di Teologia. Ordinato sacerdote nel 1878, seguitò ancora a studiare nei corsi di specializzazione all’Accademia dei Nobili Ecclesiastici. Monsignor Mariano Rampolla del Tindaro lo volle, poi, come suo segretario alla nunziatura di Madrid, presso la quale rimase quattro anni approfondendo la sua conoscenza del mondo diplomatico. Divenuto cardinale e segretario di Stato con Leone XIII, il Rampolla chiamò il della Chiesa nel suo ufficio con il grado di minutante di segreteria.
Diplomatici anziani ed esperti non esitavano a rivolgersi per pareri nei casi più difficili al “piccoletto”, alludendo con tale nomignolo alla bassa statura del bravo minutante, dalla fronte alta e dagli occhi penetranti. Nell’aprile 1901 fu promosso sostituto della Segreteria di Stato e in tale ufficio rimase anche dopo il ritiro del cardinale Rampolla, in seguito alla morte di papa Pecci.
Qui sopra e nell'immagine seguente, alcune medaglie annuali del pontificato di Bendetto XV
Le circostanze tragiche in cui venne eletto aprirono subito al nuovo Papa un campo di missione vasto e difficile. Egli doveva essere il padre della pace in un mondo che si dilaniava ferocemente, conservando una netta imparzialità tra i belligeranti. Il 24 maggio 1915 anche l’Italia, in un primo tempo neutrale, entrava in guerra. Benedetto, il 1° agosto 1917, esortò a terminare «l’inutile strage», con un messaggio appassionato e angosciato, suscitando però fra gli interventisti più accaniti, anche cattolici, aperto disprezzo. Il Pontefice cercò allora di alleviare le pene delle famiglie dei caduti; durante la guerra l’attività della Santa Sede fu immensa, capillare, imparziale.
Il prestigio che il papato venne acquistando nel periodo bellico apparve appena le armi furono deposte. Quando Benedetto era salito al pontificato, presso il Vaticano 14 Stati soltanto tenevano dei rappresentanti; quando morì, le rappresentanze erano salite a 27.
Il 27 maggio 1917 Benedetto, con la costituzione apostolica Providentissima mater, promulgava il nuovo Codice di diritto canonico. Al testo furono riconosciute dai giuristi di tutte le scuole una precisione e una chiarezza quali raramente si riscontrano nei codici degli Stati civili. Pose fine anche al “non expedit”, consentendo ai cattolici di fare politica e ai sovrani cattolici di visitare Roma e il papa.
La morte lo colse improvvisamente la mattina del 22 gennaio 1922. Le sue spoglie mortali furono deposte nelle Grotte Vaticane di fronte alla tomba del suo predecessore. A lui vivo era stata eretta nel 1919 a Costantinopoli una statua, recante questa iscrizione: «Al grande Pontefice della tragedia mondiale, Benedetto XV, benefattore dei popoli, senza distinzione di nazionalità o di religione, in segno di riconoscenza, l’Oriente».