I due documenti a confronto: Le istruzioni inviate dal Vaticano...
Riportiamo in sequenza l’estratto del dispaccio inviato dal Vaticano e la nota curata dalla nunziatura di Parigi. Le differenze tra i due documenti nel modo di riportare le istruzioni vaticane hanno aperto la strada a diverse ipotesi interpretative

Il rabbino capo di Palestina Isaac Herzog
Le problème des enfants juifs accueillis
par des oeuvres catholiques durant la guerre
Réponse donnée par le Saint-Office et communiquée
par S. Em. Mgr. Tardini à la Nonciature Apostolique
de Paris par Lettre du 28 septembre 1946
[Intestazione in lingua francese nell’originale, ndr]
«Gli E.mi Padri decisero che alla richiesta del Gran Rabbino
di Gerusalemme non si dovesse rispondere, se ciò
fosse possibile. In ogni caso, se qualche cosa fosse
necessario dire in proposito, ciò doveva essere fatto
oralmente, dato il pericolo di abuso, o di detorsione che
potrebbe essere fatto di un qualsiasi scritto in merito,
proveniente dalla S. Sede. Eventualmente dovrebbe dirsi
che la Chiesa deve fare le sue inchieste e constatazioni
per discernere caso da caso, essendo evidente che i bambini
che fossero stati eventualmente battezzati non potrebbero
essere affidati ad istituzioni che non possono garantire
l’educazione cristiana di essi».
«Del resto, anche quei bambini che non fossero battezzati
e che non avessero più parenti, essendo stati affidati
alla Chiesa, che li ha presi in consegna, non possono
ora, finché non sono in grado di disporre di se stessi,
essere dalla Chiesa abbandonati o consegnati a chi non ne
avesse diritto. Altra cosa sarebbe se i bambini fossero
richiesti dai parenti».
«La decisione degli E.mi Padri e i criteri, ora esposti,
furono riferiti al Santo Padre nell’udienza del 28 marzo u.s.
e Sua Santità si degnò di accordare la Sua augusta
approvazione».