L’ultimo Papa in perfetta comunione con Costantinopoli
Profilo del santo Papa di cui si fa memoria il 19 aprile, giorno dell’elezione di Benedetto XVI
di Lorenzo Cappelletti
Papa Leone IX (1049-1054), miniatura tratta da un manoscritto greco del XV secolo, Biblioteca Nazionale, Palermo
Chi non è ignaro di storia medievale non solo sa questo, ma di quel Papa ricorda anche molte altre cose interessanti che ci piace considerare come non casuali, e che ci portano di fatto a considerarlo, insieme a san Benedetto, protettore del Papa regnante.
Innanzitutto bisogna ricordare, nonostante che egli benedettino non sia mai stato, proprio la sua devozione per san Benedetto, al quale attribuisce la sua guarigione quando da ragazzo nel castello gentilizio della sua famiglia giaceva gravemente ammalato. Episodio d’esordio della sua biografia: Vita Leonis IX (PL 143, 470-471).
In secondo luogo è interessante notare che Brunone, imparentato con l’imperatore Enrico III e da lui designato al soglio pontificio, come era costume e in qualche modo diritto all’epoca, «dichiarò all’imperatore di poter accettare la nuova carica solo se i romani all’unanimità lo avessero eletto come loro vescovo» – scriveva il gesuita Friedrich Kempf, grande storico della Chiesa medievale (Storia della Chiesa, dir. H. Jedin, vol. IV, p. 460). Tanto che si appressò a Roma umilmente vestito da pellegrino e, solo dopo essere stato eletto dal clero e dal popolo romano il 2 febbraio del 1049, prese possesso della Sede di Pietro. «Leone non aveva di mira nessun capovolgimento costituzionale, ma era pienamente consapevole dell’indipendenza dell’ordinamento giuridico ecclesiastico e perciò anche della sua posizione» (ibidem).
Talmente era consapevole di tale indipendenza che credette dover combattere innanzitutto contro la simonia, come aveva d’altronde già fatto da vescovo di Toul. Ma non lo fece da solo: «attribuì grande importanza ai cardinali, e raccolse attorno a sé un gruppo di amici e consiglieri» (M. Parisse, Leone IX, in Dizionario storico del papato, dir. Ph. Levillain, vol. II, p. 854).
Dal punto di vista dogmatico, sua fu la condanna di errori circa la dottrina eucaristica. Intervenne contro le tesi di Bérenger di Tours (per il quale il pane e il vino eucaristici erano soltanto un simbolo del Corpo e del Sangue del Signore), affermando che Cristo è ovvero è contenuto nel sacramento o sotto le specie sacramentali. Ma l’intervento di Leone IX fu molto discreto. Essendo la discussione teologica ancora aperta, «furono i teologi a portarla avanti, mentre Roma si limitò a sorvegliarne l’andamento» (Storia della Chiesa, dir. H. Jedin, vol. IV, p. 605). Senza impulsività e intransigenza affrontò anche il problema del clero concubinario (cfr. M. Parisse, Leone IX, in Dizionario storico del papato, dir. Ph. Levillain, vol. II, p. 853).
E ritorniamo infine allo scisma del 1054 da cui siamo partiti: non solo non va imputato al Papa, ma addirittura sembra che l’ambasceria a cui si deve la sua apertura sia stata da lui inviata a Costantinopoli con scopi amichevoli. «Le relazioni tra Roma e l’Oriente erano ancora amichevoli» scrive padre Justo Collantes «benché già si stesse macchinando per la nefasta rottura che si sarebbe consumata dopo la morte del Papa» (La fede della Chiesa cattolica, p. 918 nota 14). Purtroppo Leone si era nel frattempo impegnato, d’accordo con Bisanzio, e con l’aiuto di tedeschi e italiani, contro quella banda di mercenari che erano i Normanni del centrosud dell’Italia. Costoro lo fecero prigioniero nel giugno del 1053 e non lo rilasciarono finché non riconobbe i loro possessi. Tornato a Roma nel marzo1054, morì il 19 aprile seguente.Che san Leone IX protegga e insieme con il gregge preghi per il papa Benedetto XVI secondo la richiesta espressa da quest’ultimo: «Pregate per me, perché io impari ad amare sempre più il Suo gregge – voi, la Santa Chiesa, ciascuno di voi singolarmente e voi tutti insieme. Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi. Preghiamo gli uni per gli altri, perché il Signore ci porti e noi impariamo a portarci gli uni gli altri».