«I sacramenti, mezzi così facili e così utili»
Alcuni brani da Il sistema preventivo nella educazione della gioventù di san Giovanni Bosco
della religione cattolica
«La frequente confessione, la frequente comunione, la messa quotidiana sono le colonne che devono reggere un edificio educativo, da cui si vuole tener lontana la minaccia e la sferza. Non mai annoiare né obbligare i giovanetti alla frequenza dei santi sacramenti, ma porgere loro la comodità di approfittarne. Nei casi poi di esercizi spirituali, tridui, novene, predicazioni, catechismi si faccia rilevare la bellezza, la grandezza, la santità di quella religione che propone dei mezzi così facili, così utili alla civile società, alla tranquillità del cuore, alla salvezza dell’anima, come appunto sono i santi sacramenti. In questa guisa i fanciulli restano spontaneamente invogliati a queste pratiche di pietà, vi si accosteranno volentieri con piacere e con frutto».
Don Bosco in nota racconta questo episodio.
«Non è gran tempo che un ministro della regina di Inghilterra, visitando un istituto di Torino, fu condotto in una spaziosa sala dove facevano studio circa cinquecento giovinetti. Si maravigliò non poco al rimirare tale moltitudine di fanciulli in perfetto silenzio e senza assistenti. Crebbe ancora la sua maraviglia quando seppe che forse in tutto l’anno non avevasi a lamentare una parola di disturbo, non un motivo di infliggere o di minacciare un castigo.
“Come è mai possibile di ottenere tanto silenzio e tanta disciplina?”, domanda. “Ditemelo. E voi”, aggiunse al suo segretario, “scrivete quanto vi dice”.
“Signore”, rispose il direttore dello stabilimento, “il mezzo che si usa tra noi non si può usare tra voi”.
“Perché?”.
“Perché sono arcani soltanto svelati ai cattolici”.
“Quali?”.
“La frequente confessione e comunione e la messa quotidiana ben ascoltata”.
“Avete proprio ragione, noi manchiamo di questi potenti mezzi di educazione. Non si può supplire con altri mezzi?”.
“Se non si usano questi elementi di religione, bisogna ricorrere alle minacce e al bastone”.
“Avete ragione! Avete ragione! O religione, o bastone, voglio raccontarlo a Londra”».
Alcune affettuose parole
«Ogni sera dopo le ordinarie preghiere, e prima che gli allievi vadano a riposo, il direttore, o chi per esso, indirizzi alcune affettuose parole in pubblico dando qualche avviso, o consiglio intorno a cose da farsi o da evitarsi; e studi di ricavare le massime da fatti avvenuti in giornata nell’istituto o fuori; ma il suo sermone non oltrepassi mai i due o tre minuti. Questa è la chiave della moralità, del buon andamento e del buon successo dell’educazione».
come la peste…
«Si tenga lontano come la peste l’opinione di taluno che vorrebbe differire la prima comunione a un’età troppo inoltrata, quando per lo più il demonio ha preso possesso del cuore di un giovanetto a danno incalcolabile della sua innocenza. Secondo la disciplina della Chiesa primitiva si solevano dare ai bambini le ostie consacrate che sopravanzavano nella comunione pasquale. Questo serve a farci conoscere quanto la Chiesa ami che i fanciulli siano ammessi per tempo alla santa comunione. Quando un giovanetto sa distinguere tra pane e pane, e palesa sufficiente istruzione, non si badi più all’età e venga il Sovrano Celeste a regnare in quell’anima benedetta».
(Da Il sistema preventivo
nella educazione della gioventù,
testo a stampa premesso
al Regolamento per le case
della Società di San Francesco
di Sales, Tipografia Salesiana,
Torino 1877)