Intervista con il cardinale Cormac Murphy- O’Connor
L’Eucaristia, il segno più grande dell’unità della Chiesa
Molti interventi sono stati davvero commoventi. Il Santo Padre nei suoi interventi ha espresso naturalmente il suo personale interesse e la sua preoccupazione per la liturgia nella Chiesa. Ciò è ovviamente qualcosa che lo tocca davvero nel profondo
Intervista con il cardinale Cormac Murphy- O’Connor di Giovanni Cubeddu
Cormac Murphy- O’Connor
Su invito della regina Elisabetta, nel 2002 il cardinale O’Connor è stato il primo prelato cattolico dal 1680 a poter tenere un sermone di fronte ai reali inglesi.
Eminenza, qual è il suo giudizio sul Sinodo appena terminato?
CORMAC Murphy-O’Connor: È stata una sorgente di grande gioia trascorrere queste tre settimane non soltanto sub Petro ma anche cum Petro. Papa Benedetto è stato con noi per la maggior parte del tempo, ascoltando con attenzione e creando tra i padri sinodali un’atmosfera di amicizia. Credo che ciò sia stato favorito anche dai cambiamenti nell’organizzazione di questo Sinodo. Questi cambiamenti sono passi in avanti verso la riforma del Sinodo, che, senza dubbio, continuerà. Ma la cosa principale è che papa Benedetto è chiaramente interessato al Sinodo, ne ha cura ed è stato felice di essere con noi. Lo stile del Papa è davvero collegiale nei modi ed è davvero aperto ai vescovi della Chiesa.
Quali sono stati i punti principali del Sinodo secondo lei?
Murphy-O’Connor: Chiaramente l’impegno principale dei vescovi si è rivolto all’approfondimento dell’amore, della comprensione e del rispetto per la santa Eucaristia come evento centrale della vita dei cattolici. Questo è il motivo per cui ci siamo incontrati: vedere come incrementare la devozione per la santa messa. Ciò ha significato concentrarsi su come la messa si celebra e su come il popolo vi partecipa. Questo è stato l’oggetto del Sinodo: il bisogno in tutto il mondo di una maggiore comprensione del mistero dell’Eucaristia. Naturalmente abbiamo parlato anche di altre cose: la mancanza di sacerdoti, i casi difficili di persone che non possono ricevere la comunione. E si vedrà qual è l’opinione dei vescovi su tali questioni, che non sono facili. Ma l’attenzione principale del Sinodo si è concentrata sul desiderio dei padri sinodali di aiutare i vescovi nella loro guida per formare il loro popolo al mistero e all’amore per l’Eucaristia.
Cosa di questo Sinodo può aver interessato di più il mondo anglicano?
Murphy-O’Connor: Al Sinodo sono stati presenti tre vescovi anglicani, e hanno dato anche dei contributi. Credo che gli anglicani nel loro insieme guarderanno all’insegnamento della Chiesa cattolica sull’Eucaristia come a qualcosa cui essi potrebbero aderire.
Sono stato membro della Commissione internazionale anglicana-romano cattolica che ha prodotto documenti sull’Eucaristia, più o meno approvati dalla Santa Sede e dalla Comunione anglicana. La nostra dottrina sull’Eucaristia è essenzialmente la stessa. Naturalmente non possiamo avere con gli anglicani un’intercomunione per una serie di ragioni: la mancanza di accordo sull’autorità, l’intera questione della validità delle ordinazioni anglicane, che ancora noi non possiamo riconoscere. Ma c’è stato un grande passo in avanti nella reciproca comprensione dell’Eucaristia e credo che il Sinodo favorirà questo processo aiutando gli anglicani nel loro modo d’insegnare il mistero dell’Eucaristia.
C’è stato qualche tema che poteva essere affrontato con maggior cura?
Murphy-O’Connor: Ritengo che la maggior parte dei padri sinodali sia andata via ragionevolmente soddisfatta. Abbiamo avuto nei tempi recenti alcuni eccellenti documenti papali sulla santa Eucaristia e penso che il Sinodo abbia aiutato la loro recezione. Ed è stato anche un aiuto alla nostra comprensione di come l’insegnamento della Chiesa circa l’Eucaristia possa essere comunicato e insegnato nel catechismo al popolo. Dovrebbe essere questo uno dei risultati principali.
Benedetto XVI durante la messa concelebrata con i padri sinodali in occasione dell’apertura del Sinodo dei vescovi, il 2 ottobre 2005
Murphy-O’Connor: Molti interventi sono stati davvero commoventi. Il Santo Padre nei suoi interventi ha espresso naturalmente il suo personale interesse e la sua preoccupazione per la liturgia nella Chiesa. Ciò è qualcosa che lo tocca davvero nel profondo, come, del resto, tutti i vescovi. E, in un certo senso, un Sinodo che ha per tema l’Eucaristia è un Sinodo su quello che è il centro dell’unità nella Chiesa. L’Eucaristia è la più grande espressione dell’unità della Chiesa.
Ha utilizzato l’occasione del Sinodo per portare avanti qualche forma di dialogo con i vescovi anglicani presenti?
Murphy-O’Connor: Non in maniera formale, ma in maniera informale, certamente. Di fatto non c’è stato a Roma un vescovo anglicano per tutto il periodo del Sinodo, ma uno per ogni settimana. Io li ho incontrati tutti e abbiamo avuto delle conversazioni davvero amichevoli e utili, e credo che loro siano stati davvero felici di essere stati a Roma.
E lei che cosa crede che gli anglicani abbiano maggiormente compreso di questa esperienza?
Murphy-O’Connor: Credo che loro abbiano apprezzato la diversità e l’unità della Chiesa cattolica, e anche la forza dell’autorità della Chiesa nel suo insegnamento.