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ORDINI RELIGIOSI
tratto dal n. 06 - 2003

Santi e beati dell’ordine. Da Giovanni di Dio a Riccardo Pampuri

L’ordinaria santità di un medico condotto



di Giovanni Ricciardi


San Riccardo Pampuri

San Riccardo Pampuri

La congregazione dei Fratelli di san Giovanni di Dio fu riconosciuta formalmente da papa Sisto V nel 1586. Erano trascorsi trentasei anni dalla morte del suo fondatore, san Giovanni di Dio (1495-1550), patrono degli ospedali, degli ammalati e dei librai, canonizzato nel 1690. La biografia di questo portoghese, che aveva girato il mondo prima di consacrarsi a Dio nel servizio agli ammalati, compiendo numerosi lavori – tra cui quello di venditore di libri – presenta tratti quasi romanzeschi. Scomparso di casa a soli otto anni, prestò servizio per alcuni anni presso la famiglia del conte di Oropesa; affrontò due volte l’esperienza della guerra, prima contro i francesi nel 1521 e partecipando poi nel 1532 alla difesa di Vienna dall’assedio dei turchi sotto la bandiera di Carlo V, re di Spagna. In guerra fu più volte sul punto di morire. Finì poi in Marocco, al servizio del nobile portoghese don Luis de Almeida, condannato a trascorrere alcuni anni d’esilio nella fortezza portoghese di Ceuta, sulla costa nordafricana. Ma solo dopo il suo ritorno in patria, a Granada, nel 1538, maturarono i segni della sua vocazione religiosa al servizio dei sofferenti e in particolare degli ammalati. Profondamente colpito nell’ascoltare un giorno le parole di un famoso predicatore dell’epoca, san Giovanni d’Avila, consigliere spirituale di Ignazio di Loyola e di Teresa d’Avila, iniziò una vita di penitenza e decise di porre a Granada le basi di un’opera di assistenza che anticipa in modo sorprendente forme moderne di organizzazione ospedaliera. Là raccolse i suoi primi compagni che costituirono il nucleo originario dell’ordine. Giovanni di Dio – così lo chiamò per la prima volta il vescovo di Túy, che lo vestì anche dell’abito religioso – da allora si propose di non rifiutare mai il suo aiuto a chiunque glielo chiedesse. E quando all’imbrunire, terminato di accudire ai suoi malati, usciva alla questua per le strade di Granada per raccogliere fondi per le sue opere, soleva cantilenare: «Fate bene, fratelli, a voi stessi per amor di Dio». Da quest’espressione, tante volte ripetuta da lui e dai suoi confratelli, nacque il termine Fatebenefratelli, con cui l’ordine è comunemente denominato.
L’ordine, prevalentemente laicale, annovera un certo numero di sacerdoti con compiti di pastorale sanitaria e cura spirituale dei confratelli. Oggi i Fatebenefratelli sono circa 1500, tra professi solenni, temporanei, novizi e oblati: tra di essi i sacerdoti sono poco meno del 10 per cento. Sono presenti in 46 nazioni di tutti e cinque i continenti, con una prevalenza di opere in Europa e America Latina.
Oltre al fondatore, l’ordine annovera altri due santi. San Giovanni Grande (1546-1600) operò nella diocesi di Siviglia con coraggio e spirito di iniziativa, riformando radicalmente le strutture sanitarie di tutta la diocesi; morì offrendo a Dio la propria vita per liberare la città dalla peste. Beatificato nel 1853 da Pio IX, è stato canonizzato del 1996 da Giovanni Paolo II. San Riccardo Pampuri (1897-1930) nato a Trivolzio, dove oggi è sepolto, spese la sua breve vita al servizio degli ammalati. Laureatosi in medicina nel 1921, entrando nell’ordine dei Fatebenefratelli conciliò la professione medica con il desiderio di dedicarsi alla vita religiosa. Sia prima che dopo i voti, curò instancabilmente tutti con tale spirito di carità che alla sua morte la fama di santità era già diffusa tra la sua gente. Giovanni Paolo II lo ha canonizzato nel 1989. Tra i beati, oltre a Benedetto Menni (1841-1914), che fu il promotore della restaurazione dell’ordine in Spagna, Portogallo e America Latina, vanno ricordati i 71 martiri della guerra civile spagnola (1936-1939), che, nelle tragiche circostanze di quegli anni, rimasero al loro posto negli ospedali dell’ordine e preferirono morire piuttosto che rinnegare la loro fede. Tra di loro sono annoverati i primi sette colombiani a raggiungere l’onore degli altari.
Potrebbe ottenere presto la beatificazione la singolare figura del cubano fra José Olallo Valdes (1820-1889), che rimase da solo per 23 anni, fino alla morte, dopo la partenza dei suoi confratelli, nel convento-ospedale di Camaguey a Cuba, a curare gli ammalati e dare aiuto ai poveri con dedizione instancabile. Quando i Fatebenefratelli tornarono a Cuba, nel 1984, a quasi cent’anni dalla sua morte, trovarono intatta e vivissima la memoria di lui tra la gente, tanto che nel 1990 è stata avviata la fase diocesana del processo di beatificazione.

Giovanni Ricciardi



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