Prefazione all’edizione di 30Giorni
di Giulio Andreotti
Nelle settimane di studio della Federazione
universitaria cattolica ogni giorno la Messa era celebrata da un sacerdote
a noi vicino. Quando sull’altare era don Primo Mazzolari ci sentivamo
veramente privilegiati.
A parte le omelie, sempre penetranti e profonde, avvertivamo la comunione con lui nella preghiera e nel raccoglimento. Ci faceva davvero concelebrare.
Il tempo non cancella la memoria di questo più che straordinario assistente, che sentiamo tuttora vicino e incoraggiante, stimolante talvolta anche con richiami severi.
Il tempo non attenua affatto questa “presenza” di sacerdote e di amico.
A parte le omelie, sempre penetranti e profonde, avvertivamo la comunione con lui nella preghiera e nel raccoglimento. Ci faceva davvero concelebrare.
Il tempo non cancella la memoria di questo più che straordinario assistente, che sentiamo tuttora vicino e incoraggiante, stimolante talvolta anche con richiami severi.
Il tempo non attenua affatto questa “presenza” di sacerdote e di amico.