Lettere dalle missioni
Sudan
Il vicepresidente sudanese, Ali Osman Mohamed Taha, a sinistra nella foto, stringe la mano al leader dei ribelli dello Spla, John Garang, per festeggiare la firma dell’accordo di pace
Nigeria
Violenti scontri hanno funestato la cittadina di Yelwa, nello stato
del Plateau, in Nigeria. Secondo le ricostruzioni, gruppi armati appartenenti
alla comunità cristiana Tarok, in prevalenza agricoltori, hanno attaccato la
comunità Fulani, costituita per lo più da allevatori di religione musulmana,
con cui da tempo contendono per l’utilizzazione delle terre. Secondo i dati
forniti dalla Croce rossa locale, le vittime dell’assalto sarebbero circa
seicento. Gli scontri di Yelwa s’inseriscono in un crescendo di conflitti
locali che da tempo tormentano il più popoloso Paese africano. Già nel marzo
scorso i vescovi nigeriani avevano deplorato le violenze «di alcuni religiosi
fanatici, commesse contro cittadini innocenti» nello Stato del Plateau,
condannando con fermezza «le brutalità commesse in nome di Dio». Il presidente
della Conferenza episcopale nigeriana, monsignor John Olorunfemi Onaiyekan, ha
precisato: «È una guerra tra poveri, e il vero problema non è religioso, ma
politico-economico. Posso solo dire che non ho prova dell’esistenza di gruppi
armati cristiani. Non ci sono motivi per combattere per i nostri dogmi, anche
se so che ci sono bande di cristiani che hanno attaccato una comunità composta
da musulmani. Ma non cadiamo nell’errore di parlare di guerra religiosa». Ora
la cosa più importante, conclude il presule, è «trovare il modo di favorire il
dialogo e la riconciliazione». La situazione rischia di degenerare: l’11
maggio, durante una manifestazione tenutasi a Kano, seconda città della
Nigeria, per protesta contro la strage di Yelwa, estremisti musulmani hanno
assaltato negozi e case di cristiani, provocando centinaia di vittime.
Iraq
«Nessun uomo sulla terra può accettare le torture inflitte contro un
suo fratello. Queste torture sono contro il diritto umanitario. Nessuno le può
accettare, né gli iracheni né gli americani né gli inglesi né gli italiani.
Toccherà ai giudici e ai tribunali valutare l’accaduto, ma, come capo della
comunità cristiana, ho il dovere di ricordare i principi enunciati da Nostro
Signore, cioè amarci e rispettarci l’un l’altro, cercando di fare il possibile
per ridurre le sofferenze, e non infliggerle a nessuno». Sono parole di
Emmanuel-Karim Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei.
Cina
Le suore della Congregazione delle
Sorelle della Carità hanno aperto un dispensario medico gratuito a Guan Pu Tou,
piccolo centro del distretto di Jinghai, nella provincia di Tianjin nella Cina
orientale. Il centro si propone di fornire gratuitamente assistenza sanitaria e
farmaci ai poveri della regione. Presenti all’inaugurazione anche le autorità
locali.