Rubriche
tratto dal n.06 - 2002


Il papa filmato


Caro senatore,
a parte la difesa d’ufficio dei cardinali di Curia, lei ha espresso un giudizio molto favorevole sul filmato televisivo che ha ricostruito la vita di Giovanni XXIII. Non so se riceve il periodico Amici di papa Giovanni. L’ho avuto oggi e vedo che le riserve e le contrarietà prevalgono sui consensi. Del resto l’opinione prevalente di noi bergamaschi in proposito non è stata positiva. Desideravo che lo sapesse anche per essere più prudente in argomento.
Non me ne voglia. Complimenti e saluti.
Ottorino Saba

 


Leggo con interesse. Respingo però la definizione di difesa d’ufficio data alla mia critica al modo con cui sono presentati Ottaviani e Tardini (si salva solo Dell’Acqua). Sono forzature di cui ho cercato di trovare una spiegazione per così dire tecnica. Per mettere in grande rilievo la figura del Pontefice buono occorreva, come mezzo di contrasto, evidenziare la cattiveria di altre figure.
Per il resto mantengo l’opinione prevalentemente favorevole sia prima che durante il papato. Si è descritta una figura umana e religiosa profonda, toccante, incisiva. Un filmato non è un documento d’archivio: avere attratto l’interesse di un numero eccezionale di italiani non è casuale.
Cordialmente.
Giulio Andreotti





«In questo mondo brutto è bello qualcosa di bello»


Anna Colle è una maestra molto famosa a Merano dove vive e lavora.
I suoi scolari con affetto ed entusiasmo non comuni hanno mandato in passato molte lettere a rotocalchi
e riviste,  parlando del gran cuore e del prezioso lavoro della loro maestra. Una loro lettera è anche stata commentata da Susanna Agnelli nella sua rubrica su Oggi con queste parole: «In questo mondo brutto è bello qualcosa di bello».  I bambini ci hanno inviato una piccola raccolta di preghiere che la maestra Colle ha scritto
e che legge con i suoi alunni durante la messa.  Ve ne proponiamo alcune.

 

Eccoci qui, i tuoi amici di oggi, Signore Gesù, pronti a condividere con i più bisognosi, a consolare chi è triste, a confortare chi versa nella sofferenza e nel dolore perché attraverso di noi si veda la tua infinita tenerezza.

 

A volte, Signore, anche noi ci crediamo i migliori, pensiamo di avere meriti più degli altri e lasciamo la strada dell’umiltà per seguire i sentieri della superbia. Vieni, Signore, e illumina i nostri cuori affinché penetri l’umiltà.

Al tuo tempo, Gesù, ai lebbrosi era vietato entrare in città e venivano scacciati, ma tu, Signore, li hai accolti. Oggi ci sono tanti tipi di emarginazione, ma con l’amore possiamo guarire dall’indifferenza.

Se vogliamo vivere soltanto per noi stessi, assomigliamo a quel servo pigro che ha nascosto la moneta nella terra. Ti chiediamo di aiutarci, Signore, per far crescere i doni che tu ci hai dato, rendendoci pronti a distribuirli e a farli fruttare.

Ogni piccola goccia d’acqua può formare un fiume che scorre, così ogni piccolo nostro gesto di gioia forma il tuo messaggio, Signore Gesù, che scorre nella nostra vita e in quella del nostro prossimo.

E così il cerchio si allarga, nuovi volti, nuove idee, una nuova vita. Diamo il benvenuto a questo bambino a braccia aperte, lo accoglie Dio papà buono perché questa creatura è un suo dono e diventa importante per i suoi familiari e per l’intera comunità cristiana perché uniti nell’amore partecipiamo insieme al grande mosaico della vita.

Spesso il desiderio di primeggiare ci afferra e ci sembra un controsenso diventare grandi facendoci piccoli, ma attraverso la tua parola, Signore, vogliamo trovare il coraggio per essere umili.

Quante tentazioni nella nostra vita che ci portano ad allontanarci dalla tua strada, Signore. Donaci il coraggio di abbandonare i sentieri del rancore, della vendetta, dell’indifferenza, per avere un cuore aperto e pronto a cambiare.
Signore, tu ci doni la forza quando siamo deboli, ci rinfranchi quando siamo privi di coraggio, ci doni una vita nuova e un pane d’amore. Desideriamo ricambiare questi doni preziosi con la volontà di essere portatori della tua luce.

Molte volte anche noi ti voltiamo le spalle, Signore, ti lasciamo fuori dalla nostra vita, ma tu non ci lasci da soli, aspetti con infinita pazienza e quando capiamo di aver sbagliato ci doni il  tuo perdono che riempie la nostra vita di gioia.

Se ci guardiamo intorno purtroppo vediamo spesso scene di violenza, di guerra, di dolore e sofferenza di ogni genere e allora ci viene da chiedere: «Dov’è questa gioia che ci sostiene?».

Ascoltando la tua parola ecco la risposta alle nostre incertezze perché tu, Signore, ci inviti a seminare fraternità e condivisione, sicuri che con la tua presenza riusciamo ad essere operosi nell’amore e forti nella speranza.



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