Rubriche
tratto dal n.12 - 2004


Maria di Nazareth accoglie il Figlio di Dio nella storia


L’Immacolata Concezione, santino francese della metà del XIX secolo

L’Immacolata Concezione, santino francese della metà del XIX secolo

“Maria di Nazareth accoglie il Figlio di Dio nella storia”: questo il titolo del XXI Congresso mariologico mariano internazionale che si è svolto a Roma dal 4 all’8 dicembre scorsi. Della preparazione del Congresso si è occupata la Pontificia Accademia Mariana Internazionale (Pami) che dal 1950 cura l’organizzazione di questo evento la cui data di nascita risale al 1900, quando, a Lione, venne celebrato per la prima volta. Quest’anno, in occasione del 150° anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione da parte di Pio IX, la Pami ha scelto l’Università Lateranense come sede per i lavori, affidandone al cardinale Paul Poupard la presidenza. Il convegno è stato inaugurato con una messa presieduta da Bernard Francis Law presso la Basilica di Santa Maria Maggiore, di cui il porporato statunitense è arciprete. Molti i relatori intervenuti, tra i quali monsignor Rino Fisichella, rettore della Lateranense, padre Vincenzo Battaglia ofm, presidente della Pami, monsignor Giacinto Boulos Marcuzzo, vescovo ausiliare di Gerusalemme, e il famoso mariologo francese René Laurentin. Il cardinale Poupard, nella prolusione, ha invitato a «contemplare il grande Mistero di Amore della Trinità, che si comunica a noi attraverso il volto di Cristo, un volto da amare e da accogliere nella nostra quotidianità, perché la illumini e la salvi con lo splendore della sua bellezza». Parlando poi di Maria, ha osservato come la sua accoglienza della buona novella fu «un’accoglienza totale, obbediente e amorosa, che è innanzitutto dono di Dio».





Cardinali/1 Kasper e la fede indivisa dell’Oriente e dell’Occidente
Il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, ha guidato una delegazione vaticana nella Cattedrale di San Giorgio, a Costantinopoli, in occasione della festa di sant’Andrea apostolo. La visita è avvenuta due giorni dopo che il Papa aveva consegnato al patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, le reliquie dei santi Gregorio Nazianzeno e Giovanni Crisostomo. Parlando dei due santi vescovi di Costantinopoli, il porporato tedesco ha detto: «Due testimoni e due maestri della nostra comune fede, appartenenti al primo millennio, una fede alla quale l’Oriente e l’Occidente sono rimasti fedeli nel secondo millennio e che noi siamo chiamati dal Signore Gesù Cristo a testimoniare insieme nel terzo millennio». Le parole del cardinale Kasper sono state riportate dall’Avvenire del 1° dicembre.


Cardinali/2 Tettamanzi: la Chiesa ambrosiana e la Tradizione
Ha avuto una grande risonanza il tradizionale discorso tenuto dall’arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, alla vigilia della solennità di sant’Ambrogio, di cui la Padania del 7 dicembre ha riportato questo brano: «Bisogna recuperare un passato che affonda le sue radici in una Milano che ormai, purtroppo, esiste sempre meno, ma che, anche attraverso la Chiesa ambrosiana, può cercare di tornare a rivivere i suoi valori tradizionali».


Cardinali/3 Pompedda: ma l’Europa non è più cristiana
«La Costituzione europea corrisponde alla visione cristiana per più aspetti». Sono parole del cardinale Mario Francesco Pompedda, prefetto emerito del Supremo tribunale della Segnatura apostolica, rilasciate in un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera del 17 dicembre. Nell’intervista si legge: «Il cristianesimo deve tornare a farsi messaggio, prendendo atto che oggi, sulla scena pubblica, esso non è più inteso, ma non perché le altre componenti si sono unite in una congiura contro di esso: occorre a mio avviso evitare il duplice rischio di un facile trionfalismo da una parte e, dall’altra, dell’assunzione di un atteggiamento rinunciatario nei confronti di una secolarizzazione data fatalmente per vincente […]. Il presupposto che l’Europa sia ancora sostanzialmente e maggioritariamente cristiana è fuori dalla realtà. Questo è evidente in Paesi come la Francia, già primogenita della Chiesa, che oggi conta un gran numero di non battezzati. Ma anche in Paesi come l’Italia dobbiamo avere il coraggio di guardare al vissuto della gente, oltre che alle statistiche sui battesimi».


Santi e beati Promulgati i decreti sui miracoli attribuiti all’intercessione di von Galen e Charles de Foucauld

Il 20 dicembre alla presenza del Papa sono stati promulgati alcuni decreti della Congregazione delle cause dei santi, tra i quali quelli riguardanti i miracoli attribuiti all’intercessione dei venerabili servi di Dio Clemens August von Galen, il “Leone di Münster”, e Charles de Foucauld, il sacerdote francese che visse quindici anni nel deserto algerino prima di essere assassinato nel 1916. Le Figaro ha fatto notare che, sebbene Charles de Foucauld sia stato ucciso da musulmani che combattevano contro la presenza francese nel Sahara, tuttavia non sarà beatificato come martire.


Zapatero «Meglio il rispetto della tolleranza»

Sull’inserto La Domenica, a cura della redazione della Repubblica, il 19 dicembre è apparso un lungo reportage sul contrasto che sta infiammando la Spagna tra la gerarchia cattolica e il nuovo governo socialista, a firma di Concita De Gregorio. Nell’articolo, la giornalista racconta di un incontro con il premier spagnolo. «Zapatero tira fuori dalla sua libreria un testo di Fernando de los Rios, padre del socialismo umanista, l’anti Ortega y Gasset, ministro del governo in esilio e legge: “Essere laici non significa essere tolleranti, che presuppone una superiorità, ma essere rispettosi delle convinzioni degli altri”».


Sharon «Il 2005 sarà l’anno delle grandi opportunità»

Sono parole del premier israeliano Ariel Sharon pronunciate nel corso dell’annuale Conferenza accademica di Herzliya, durante la quale ha parlato anche di una «svolta storica nelle relazioni con i palestinesi, un’opportunità per la pace». Le parole del premier israeliano sono state riprese dal Corriere della Sera del 17 dicembre.

Cultura/1 Magris: Del Noce e la Monarchia di Dante
Sulla prima pagina del Corriere della Sera del 13 dicembre è apparso un articolo firmato da Claudio Magris, di cui riportiamo il seguente brano: «Augusto Del Noce – filosofo cattolico rigorosamente ortodosso e tradizionalista, critico accanito e affascinato del marxismo e geniale interprete dell’ateismo e della modernità nichilista – parlava spesso dell’ostracismo che, per secoli, aveva colpito la Monarchia di Dante, escludendolo dal dibattito politico e tentando di cancellarne quasi la memoria. Questo non metaforico rogo era nato, originariamente, dalla volontà della Chiesa di soffocare la teoria dantesca dei due soli, ossia della pari dignità del potere spirituale e di quello politico, entrambi egualmente legittimi nelle loro specifiche sfere di competenza – teoria dunque pericolosa per l’integralismo cattolico, che voleva lo Stato subordinato alla Chiesa […]. Nei modi e nelle forme medioevali della sua epoca, quel testo di Dante, che Del Noce considerava quasi un sami­zdat, era un manifesto di laicità».


Cultura/2 Brague: la trascendenza non si crea
«Lungi da me l’idea secondo cui potremmo crearci la trascendenza di cui abbiamo bisogno. Per definizione una trascendenza creata, o una trascendenza orizzontale, non è una trascendenza». Così il filosofo francese Rémi Brague in un’intervista rilasciata alla Repubblica del 23 dicembre.


Cultura/3 Depardieu: Dio, Agostino e la psichiatria
«Ho scoperto Dio da quando declamo in tutte le chiese di Francia le Confessioni di sant’Agostino. Presto le porterò in tutta Europa. Se non si guarda verso il cielo, l’uomo non è nulla. Glielo dice uno che in ventotto anni di analisi ha sotterrato due psichiatri. Chi è Freud paragonato a Dio?». Sono parole dell’attore francese Gérard Depardieu, in un’intervista rilasciata al Giornale il 19 dicembre.


Italia/1 Ruini e il bilancio di venti anni
Sulla rubrica online del­l’Espresso, curata da Sandro Magister, sono riportati i passaggi più significativi dell’articolo del cardinale Camillo Ruini pubblicato su Vita e Pensiero (rivista dell’Università Cattolica di Milano) del gennaio 2005, nel quale il porporato, oltre a riproporre temi consueti, quale la «nuova questione antropologica», traccia un bilancio del rapporto tra cattolici e politica a partire dal convegno di Loreto del 1985. Un bilancio ventennale che parte dall’obiettivo «ambizioso», proposto a Loreto, di restituire alla fede cristiana in Italia «un ruolo guida e un’efficacia trainante». Obiettivo rilanciato con forza dopo la caduta del Muro di Berlino, nel 1989. Un progetto che attraversa anche la fine dell’unità politica dei cattolici, in merito alla quale Magister spiega come Ruini abbia «difeso fino all’ultimo tale unità» ritenendola però «non più riproponibile a partire dal 1994. In quello stesso anno, al direttivo della Cei riunito a Montecassino, Ruini lanciò il “progetto culturale orientato in senso cristiano”». È questa la temperie in cui si svolge il convegno ecclesiale di Palermo del 1995. Qui, secondo Ruini, il Papa stesso ha dettato il nuovo porsi dei cattolici in politica, con una formula spesso ripresa dal presidente della Cei: «La Chiesa non deve e non intende coinvolgersi con alcuna scelta di schieramento politico o di partito». Un bilancio che vede Ruini soffermarsi anche sulle resistenze da parte di ambienti ecclesiali, che Magister individua in particolare nel «cattolicesimo progressista». Tale bilancio, secondo il porporato, non può non considerarsi positivo, visto il rispetto riscontrato dalle istituzioni ecclesiastiche, confermato dalle «altissime percentuali degli alunni che usufruiscono dell’insegnamento della religione cattolica e dei contribuenti che destinano alla Chiesa l’8 per mille». Chiosa Magister: «L’articolo è tutto da leggere. Fornisce buone armi sia ai pochi che apprezzano il cardinal Ruini, sia ai molti che lo avversano o lo ignorano».


Italia/2 Nunnari arcivescovo di Cosenza, Ceccobelli vescovo di Gubbio, Palletti ausiliare a Genova

Il 18 dicembre Salvatore Nunnari, 65 anni, dal 1999 arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia, è stato nominato arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano. Originario di Reggio Calabria, sacerdote dal 1964, Nunnari è anche giornalista pubblicista.
Sempre il 18 dicembre Luigi Ernesto Palletti, 48 anni, è stato nominato vescovo ausiliare di Genova. Originario del capoluogo ligure, Palletti è sacerdote dal 1983 e dal 1996 era cancelliere generale dell’arcidiocesi genovese.
Il 23 dicembre monsignor Mario Ceccobelli, 63 anni, originario di Marsciano (Pg), è stato nominato vescovo di Gubbio. Sacerdote dal 1966, Ceccobelli, che fa parte dell’Opera della regalità, era vicario generale dell’arcidiocesi di Perugia dal 1996.


Diplomazia/1 Nuovo nunzio in Gran Bretagna e in Australia
L’11 dicembre l’arcivescovo spagnolo Faustino Sainz Muñoz, 67 anni, è stato nominato nunzio in Gran Bretagna. Sacerdote dal 1964, Sainz Muñoz è entrato nel servizio diplomatico vaticano nel 1970 e ha prestato servizio in Senegal, nei Paesi scandinavi e, dal 1973, in Segreteria di Stato. Nel 1988 è stato promosso arcivescovo e pronunzio a Cuba. Nel 1992, poi, è stato nominato nunzio in Zaire e dal 1999 era nunzio presso le Comunità europee di Bruxelles.
Il 18 dicembre l’arcivescovo Ambrose B. De Paoli è stato nominato nunzio apostolico in Australia. De Paoli, statunitense, 70 anni, sacerdote dal 1960, dal 1997 era nunzio in Giappone e in precedenza lo era stato in Sri Lanka e Sudafrica.
Il 15 dicembre poi l’arcivescovo Thomas E. Gullickson, dal 2 ottobre nunzio in Trinidad e Tobago e in altri piccoli Paesi delle Antille, è stato nominato anche nunzio in Antigua e Barbuda, Barbados, Giamaica, Guyana e Suriname. Il 20 dicembre lo stesso Gullickson è stato nominato anche nunzio in Grenada.


Diplomazia/2 Nuovi ambasciatori di Lituania, Perù e Croazia presso la Santa Sede
Il 6 dicembre ha presentato le lettere credenziali il nuovo ambasciatore della Lituania presso la Santa Sede. Si tratta di Algirdas Saudargas, 56 anni, già professore di matematica, quindi ministro degli Esteri (1990-1992 e 1996-2000), presidente della Dc lituana (1995-1999), parlamentare (1992­-2004). A lui il Papa, tra l’altro, ha detto: «Nel dibattito culturale e sociale che attualmente interessa la sua patria, so che emerge il bisogno di sottolineare le radici cristiane, dalle quali il tessuto popolare ha tratto linfa vitale lungo i secoli». Da parte sua l’ambasciatore ha ricordato che «la più coraggiosa e la più efficace resistenza al regime totalitario si raggruppava attorno alla Cronaca della Chiesa cattolica in Lituania, che è stata la più autorevole pubblicazione periodica clandestina».
Il 7 dicembre è stata la volta del nuovo rappresentante del Perù. Si tratta di Pablo Moral Van, 72 anni, diplomatico di carriera, già ambasciatore in Unione Sovietica, in Ungheria e, negli ultimi due anni, in Italia. A lui il Papa, tra l’altro, ha detto: «Soddisfare le necessità basilari dei più diseredati ed esclusi deve considerarsi una priorità fondamentale, giacché le trasformazioni accelerate dell’economia internazionale hanno collocato molti di loro in una situazione quasi disperata». Il diplomatico peruviano da parte sua ha ricordato il ruolo di fra Bartolomeo de Las Casas e di padre Francisco de Vitoria nella difesa dei diritti delle popolazioni indigene delle Americhe.
L’11 dicembre è toccato poi al nuovo ambasciatore della Croazia. Si tratta di Emilio Marin, nato a Spalato 53 anni fa, professore di Archeologia romana all’Università della città natale, nonché docente a Oxford e alla Sorbona, membro corrispondente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia. Nel suo discorso il Papa ha sottolineato come i croati «forti della loro identità spirituale, potranno apportare al consorzio dei popoli europei il contributo della loro esperienza». Da parte sua Marin ha ringraziato il Papa «per il suo personale impegno e anche per il sostegno della Santa Sede alla Repubblica di Croazia nel suo cammino verso l’indipendenza, il riconoscimento, lo sviluppo e il suo pieno inserimento nella famiglia europea…».


Diplomazia/3 Nuovi ambasciatori, non residenti, di Malawi, Thailandia, Lussemburgo, Kenya e Norvegia

Il 16 dicembre hanno presentato le lettere credenziali gli ambasciatori presso la Santa Sede di cinque Paesi che non risiederanno nell’Urbe. Si tratta dei rappresentanti del Malawi (Gilton Bazilio Chiwaula, anche ambasciatore a Berlino, dove risiede), della Thailandia (Pradap Pibulsonggram, Svizzera), del Lussemburgo (Georges Santer, anche segretario generale del Ministero degli Esteri), del Kenya (Raychelle Awuor Omamo, Francia) e della Norvegia (Lars Petter Forberg, Svizzera).


Libri/1 Tradotto in coreano il De civitate Dei

La Casa editrice coreana Benedictine Press di Waugwan ha pubblicato da poco il De civitate Dei in lingua locale, con testo latino a fronte. È la prima volta che questo testo del vescovo di Ippona viene tradotto in coreano. L’opera è dovuta al professor Youm Bosco Seong, dal luglio 2003 ambasciatore di Seoul presso la Santa Sede, che in precedenza aveva già tradotto altre opere del dottore della Chiesa, come il De doctrina christiana nel 1988, il De vera religione nel 1988 e il De libero arbitrio nel 1998. La traduzione ha ricevuto una entusiastica recensione sull’Osservatore Romano del 15 dicembre, a firma di monsignor Waldemar Turek, officiale della Segreteria di Stato e membro del consiglio direttivo della Fondazione Latinitas.


Libri/2 Don Divo Barsotti e la Comunità dei Figli di Dio

Molti conoscono la personalità di don Divo Barsotti come scrittore e predicatore. Meno nota invece la sua figura come fondatore di una Comunità spirituale monastica, che oggi conta circa duemila membri in tutta Italia e in altre parti del mondo e che ha come superiore padre Serafino Tognetti. E proprio a questo aspetto dell’esperienza del sacerdote toscano è dedicato il volumetto Una Comunità e il suo fondatore. Don Divo Barsotti e la Comunità dei figli di Dio (191 pp., 6 euro, stampato in proprio dalla Comunità; e-mail: segreteriacfd@cheapnet.it). L’opera, scritta per i 90 anni di don Divo, festeggiati lo scorso 25 aprile, è stato curato da Annalisa Colzi ed è già alla seconda edizione. Il libretto è particolarmente interessante perché contiene numerosi brani tratti dai diari inediti di don Barsotti.




MONTINI

L’eucaristia: Gesù ti fai nostro


Montini durante la processione  del Corpus Domini a Milano

Montini durante la processione del Corpus Domini a Milano

Padre Leonardo Sapienza ha pubblicato un agile volumetto in cui sono raccolti alcuni pensieri di Giovanni Battista Montini sull’eucaristia (Leonardo Sapienza, Paolo VI e l’eucaristia, Libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 2004, euro 3,00). Pubblichiamo quanto detto da Montini, allora arcivescovo di Milano, in occasione del Corpus Domini del 1961: «Gesù ti fai nostro. Ci attiri verso di te presente, presente in una forma misteriosa. Tu sei presente, come il singolare pellegrino di Emmaus, che raggiunge, avvicina, accompagna, ammaestra e conforta gli sconsolati viandanti nella sera delle perdute speranze. Tu sei presente nel silenzio e nella passività dei segni sacramentali, quasi che tu voglia tutto insieme velare e tutto svelare di te, in modo che solo chi crede comprenda, e solo chi ama possa veramente ricevere. Verso di te ci attiri, o paziente; paziente nell’oblazione di te per l’altrui salvezza, per l’altrui alimento; paziente nella figurazione del corpo separato dal sangue; paziente fino all’estrema misura del dolore, del disonore, dell’abbandono, dell’angoscia e anche della morte. Così nella misura della pena diviene palese il grado della colpa e dell’amore, della colpa umana e dell’amore tuo».




GIUSSANI

Il Natale: un Essere nuovo, in quel luogo, fiorì


Madonna con il Bambino, 
Aula Giulio Cesare, Campidoglio, Roma

Madonna con il Bambino, Aula Giulio Cesare, Campidoglio, Roma

In occasione del Natale, la rubrica “Copertina” del Tg2 del 24 dicembre ha ospitato un intervento di don Luigi Giussani, nel quale il sacerdote ambrosiano ha detto: «Un Essere nuovo entra nel mondo, il mondo del Dio vero. Un Essere nuovo in tutto il profilo del mondo, in quel luogo, fiorì. Tutto viene da Lui, ma qui la novità di una vita predomina […]. Qui è il presentimento di una cosa nuova che infervora, e tutto tende a fare diventare concreto. E proprio per questo suscita una grande devozione. Come grazia divina, in tempi stabiliti, il Figlio di Dio è diventato un bambino nella storia umana, si è appropriato di canoni e formule di un’esistenza. Nel ricordo e nella memoria di quel Fatto, la testimonianza del Figlio di Dio emerge sempre più forte e l’impotenza del male diventa la figura dominante di tutta la storia. E il popolo di Jahvè sorge a investire il mondo. Così, per ogni giorno di vita, nelle mani del popolo cristiano resta la scommessa del potere di Dio nel tempo, e la preghiera alla Madonna che si realizzi in ogni circostanza».




ORTODOSSI

Problemi tra le autorità turche e il Patriarcato


Bartolomeo I

Bartolomeo I

«Com’è a tutti noto la chiesa della Presentazione della Madonna è stata anch’essa colpita dal barbaro attentato al consolato britannico di Istanbul di un anno fa, subendo notevoli danni, che la rendono inagibile. Ma oggi noi ci troviamo a essere vittime non solo dei terroristi, ma anche delle autorità di questo Paese, per l’ingiustificabile protrarsi dei tempi per la concessione della licenza necessaria alla ricostruzione della chiesa. Non abbiamo richiesto né risarcimenti né trattamenti di favore. Abbiamo solo domandato, e lo esigiamo in piena legalità come cittadini pacifici di questo Paese, un Paese che vuole essere accolto nella Ue, quello che è un diritto per ogni suo cittadino». Così il 21 novembre, festa della Presentazione di Maria al Tempio, Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli, si è rivolto ai suoi fedeli. La notizia è stata riportata da Sandro Magister, sulla rubrica online dell’Espresso, che, di seguito, ha riferito altri punti di dissidio tra la comunità ortodossa e il governo: «All’inizio di dicembre, senza alcuna spiegazione plausibile, le autorità turche hanno vietato al vescovo greco ortodosso di Miron di celebrare la messa, come tutti gli anni il 6 dicembre, nei ruderi della venerata chiesa di San Nicola Miron, in Asia Minore. Inoltre, negli stessi giorni, la Corte suprema turca ha negato al Patriarcato i diritti di proprietà su un orfanotrofio delle Isole dei Principi, dopo aver già posto il veto, due mesi prima, alla restituzione allo stesso Patriarcato del seminario teologico di Halki, confiscato e chiuso più di trent’anni fa: restituzione inutilmente promessa, la scorsa primavera, dal primo ministro Erdogan».


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