Rubriche
tratto dal n.01/02 - 2005


MONTINI

«Forte della mia fragilità»


Giovanni Battista Montini 
a Milano nel gennaio 1955

Giovanni Battista Montini a Milano nel gennaio 1955

«Forte della mia fragilità»: questo il titolo di un articolo di Avvenire del 6 gennaio, nel quale è apparsa una sintesi del discorso tenuto da Giovanni Battista Montini al momento della presa di possesso della diocesi di Milano, avvenuta il giorno dell’Epifania del ’55. Queste le prime parole che Montini rivolge ai suoi nuovi fedeli: «Io non ho altro titolo alla vostra confidenza che il mandato della Chiesa che tra voi mi conduce, e di questo solo, su cui la mia fragilità e la mia debolezza trovano sostegno e riparo, io mi varrò. Apostolo e vescovo io sono. Pastore e padre, maestro e ministro del Vangelo: non altra è la mia funzione tra voi, non diverso sia il giudizio che la vostra pietà mi riservi».




MAREMOTO

Le domande dell’uomo e le risposte di Dio


Un’immagine di distruzione in Thailandia dopo lo tsunami

Un’immagine di distruzione in Thailandia dopo lo tsunami

L’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, ha scritto un intervento sulla tragedia avvenuta nel Sudest asiatico, pubblicato come editoriale sul domenicale inglese Sunday Telegraph. Il Corriere della Sera del 3 gennaio ne ha riportato questa sintesi: «“In questi giorni molti si fanno la domanda: ‘Come posso credere in Dio che permette sofferenze di questa portata?’”, ha scritto il capo della Chiesa d’Inghilterra, leader spirituale di settanta milioni di anime: “Sarebbe sorprendente e perfino sbagliato se non si ponesse questo interrogativo”. Ma la fede è più forte della tragedia. L’arcivescovo ha infatti aggiunto: “Il fatto straordinario è che la fede sopravvive a queste prove, non perché offre conforto o spiegazioni, ma perché i credenti non possono negare quello che è stato mostrato o dato loro”».




REFERENDUM

La Chiesa e la legge sulla fecondazione assistita


Il cardinale Camillo Ruini

Il cardinale Camillo Ruini

Diverse le posizioni dei cattolici riguardo ai referendum volti ad abrogare parte della legge sulla fecondazione assistita. Tra i vari interventi c’è da rilevare quello del presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Camillo Ruini, reso pubblico, tra l’altro, dal Corriere della Sera del 17 gennaio. Le parole del porporato, che invitavano i cattolici ad «avvalersi di tutte le possibilità previste», sono state interpretate come un invito all’astensione. Sempre sul Corriere della Sera del 1° febbraio, è stata pubblicata un’intervista col cardinale Mario Pompedda, nella quale il prefetto emerito della Segnatura apostolica ha affermato: «Io penso che per una scelta sui valori sia più confacente un pronunciamento netto. “Il vostro parlare sia sì, sì, no, no”, si potrebbe parafrasare dal Vangelo».




CRISTIANESIMO

L’ironia di Benni e le religiosità di cose semplici


Bambini che giocano in una foto di Robert Doisneau

Bambini che giocano in una foto di Robert Doisneau

Stefano Benni, il noto scrittore che a volte presta la sua penna a Repub­blica, il 1° febbraio ha firmato un articolo nel quale ironizza con garbo su un certo miracolismo che a volte accompagna alcune manifestazioni religiose. Di altro tenore il finale dell’articolo, che riportiamo: «Il caso più miracoloso è avvenuto nell’asilo di un piccolo paese. Alcuni ragazzini che stavano giocando a pallone sul campo dell’oratorio hanno notato che una madonnina situata dietro una porta non piangeva, bensì rideva ogni volta che veniva fatto gol. Proprio una risata argentina di allegria. Sembra inoltre che la statuina parteggiasse, con garbo, per una delle due formazioni, e che abbia in alcune occasioni fischiato maliziosamente interrompendo il gioco. I bambini non hanno chiamato né esorcisti, né madonnologi, e soprattutto neanche un giornalista, e hanno tenuto ben segreta la cosa. Grazie a Dio, a Buddha e Manitù, nelle religiosità di cose semplici, gioiose e nascoste che non hanno bisogno né di Inquisizioni, né di arbitri, né di telecamere».





Anno dell’Eucaristia Indulgenze per particolari atti di culto verso il Santissimo Sacramento

Il 14 gennaio è stato reso pubblico il decreto Miraculorum maximum della Penitenzieria apostolica con cui il Papa ha voluto arricchire di indulgenze alcuni determinati atti di culto e di devozione verso il Santissimo Sacramento.
«1. Viene concessa l’indulgenza plenaria a tutti e ai singoli fedeli, alle solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo l’intenzione del Sommo Pontefice, con l’animo totalmente distaccato dall’affetto verso qualunque peccato), ogniqualvolta partecipino con attenzione e pietà a una sacra funzione o a un pio esercizio svolti in onore del Santissimo Sacramento, solennemente esposto o conservato nel tabernacolo.
2. È concessa inoltre, alle condizioni sopra ricordate, l’indulgenza plenaria al clero, ai membri degli istituti di vita consacrata e delle società di vita apostolica e agli altri fedeli tenuti per legge alla recita della Liturgia delle Ore, nonché a quelli che sono soliti dire l’Ufficio divino per pura devozione, ogniqualvolta, a conclusione della giornata, recitino davanti al Signore presente nel tabernacolo, o in comune o privatamente, il Vespro e la Compieta.
3. I fedeli impediti per malattia o altre giuste cause di poter visitare il Santissimo Sacramento dell’Eucaristia in una chiesa o oratorio, potranno conseguire l’indulgenza plenaria in casa propria o dovunque si trovino a motivo dell’impedimento se, con totale riprovazione d’ogni peccato, come è stato detto sopra, e con l’intenzione di osservare, non appena sarà possibile, le tre consuete condizioni, compiranno spiritualmente con il desiderio del cuore la visita, in spirito di fede nella reale presenza di Gesù Cristo nel Sacramento dell’altare, e reciteranno il Padre nostro e il Credo, aggiungendo una pia invocazione a Gesù Sacramentato (p.e. “Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo Sacramento”). Se non potessero fare neppure questo, otterranno l’indulgenza plenaria se si uniranno con desiderio interiore a coloro che praticano nel modo ordinario l’opera prescritta per l’indulgenza e offriranno a Dio misericordioso le infermità e i disagi della loro vita, avendo anch’essi il proposito di adempiere non appena possibile le tre solite condizioni».


Chiesa/1 Cottier, l’Aids e i profilattici

«In particolari situazioni, penso agli ambienti dove circola tanta droga, dove esiste una grande promiscuità umana e dove questa promiscuità si associa a una grande miseria, come per esempio in zone dell’Africa o dell’Asia, dove la gente è prigioniera di questa condizione, ecco che in questo caso l’uso del condom può essere considerato legittimo. Per due motivi. Il primo è che nelle condizioni che ho appena descritto, davanti a un rischio imminente di contagio, è difficile intraprendere la via normale di contrasto della pandemia [epidemia a larghissima estensione], vale a dire l’educazione alla sacralità del corpo umano. Il secondo riguarda la natura stessa di questa terribile malattia. Il virus si trasmette attraverso un atto sessuale e così assieme alla vita il rischio è di trasmettere la morte. Ed è a questo punto che vale il comandamento “non uccidere”. Si deve rispettare la difesa della vita innanzitutto». Questo il testo di una intervista del cardinale Georges Cottier, teologo della Casa pontificia, rilasciata all’agenzia Apcom il 30 gennaio.


Chiesa/2 Herranz e la comunione ai divorziati risposati

In occasione della presentazione dell’istruzione Dignitatis connubii, l’8 febbraio, il cardinale Julián Herranz, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, avrebbe affermato: «I divorziati risposati non sono scomunicati, sono nella Chiesa a pieno titolo. Ricevere o meno la comunione è anche legato allo scandalo pubblico che la loro condizione può provocare dentro una specifica comunità cristiana. Se questo scandalo non ci fosse, questi cristiani possono ricevere la comunione». Le parole del porporato sono state riportate dalla Repubblica del giorno successivo alla presentazione, in un articolo a firma di Orazio La Rocca.


Chiesa/3 Tettamanzi e il decalogo per amministratori lombardi
«“Oggi è necessario più che mai, per le diverse forze politiche, gareggiare in giustizia e onestà”. È il discorso che il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, ha rivolto agli amministratori pubblici, fra cui Gabriele Albertini, Roberto Formigoni e il candidato del centrosinistra Riccardo Sarfatti. Tettamanzi ha offerto loro un decalogo: “Preferire la giustizia sopra ogni cosa, rispettare la legge sempre, non porre in contrasto la legge con la giustizia, scegliere i migliori e non i cosiddetti amici, anteporre il bene comune al bene individuale, valorizzare le risorse della comunità e non le nostre personali, non accettare mai da nessuno denaro, favori, adulazioni o regali, non utilizzare i beni di tutti a fini personali, non moltiplicarsi i compensi oltre il dovuto e, infine, se una preferenza dovete accordare, accordatela ai deboli, ai poveri”». Dalla Stampa del 5 febbraio.


Chiesa/4 Paglia, i miracoli e lo stupore
«Credo che la fede e anche la ragione siano chiamate oggi a confrontarsi sul senso del mistero. Una fede che emargina il mistero, una ragione che non considera il mistero incombente sulla vita dell’uomo, rischiano di spingere gli uomini verso il relativismo o il fondamentalismo o il miracolismo. Invece abbiamo bisogno di miracoli veri che ridiano speranza, che blocchino la paura, che ridiano la forza agli uomini di riprendere in mano il proprio destino, cercando di stupirsi di fronte al creato […] C’è bisogno di stupirsi di fronte al mistero della vita, al mistero del bene e del male, al mistero della morte, al mistero stesso di ciò che è l’uomo. Tutto ciò non si può affrontare a colpi di attacchi scientifici o anatemi dogmatici. C’è bisogno di stupirsi e di provocare una concordia per affrontare con responsabilità questi grandi orizzonti della vita». Sono parole del vescovo di Terni, Vincenzo Paglia, in un’intervista – concessa a Marco Politi, per la Repubblica del 28 gennaio – che prende spunto dall’uscita di un libro-intervista col vescovo che ha legato il suo nome alla Comunità di Sant’Egidio (Essere cristiani, Mondadori, euro 16,50).


Sacro Collegio La scomparsa di Schotte e Bafile

L’11 dicembre ha compiuto ottanta anni il cardinale Giovanni Saldarini, arcivescovo di Torino dal 1989 al 1999. Il 10 gennaio è scomparso il belga Jan Pieter Schotte, 77 anni, fino allo scorso anno Segretario generale del Sinodo dei vescovi. Il 3 febbario è poi venuto meno il cardinale Corrado Bafile, che, con i suoi 101 anni, era il più anziano tra i porporati.
C’è da notare inoltre che secondo il nuovo Annuario Pontificio del 2005 – presentato al Papa il 31 gennaio e nelle librerie da fine febbraio –, il cardinale polacco Henryk Gulbinowicz, arcivescovo emerito di Wroclaw, risulta essere nato nel 1923, mentre nei precedenti Annuari la data segnalata era quella del 1928.
Alla luce di queste variazioni quindi il numero di cardinali elettori del Sacro Collegio è sceso a 119 (di cui venti italiani) su un totale di 183.
Nel corso del 2005 compiranno ottant’anni sei porporati: Alexandre do Nascimento, emerito di Luanda, Angola, il 1° marzo; Antonio José González Zumárraga, emerito di Quito, Ecuador, il 18 marzo; Marco Cé, emerito di Venezia, l’8 luglio; Francisco Álvarez Martínez, emerito di Toledo, Spagna, il 14 luglio; Armand Gaétan Razafindratandra, arcivescovo di Antananarivo, Madagascar, il 7 agosto; José Freire Falcão, emerito di Brasilia, Brasile, il 23 ottobre.


Nomine/1 Parigi: monsignor Vingt-Trois succede al cardinale Lustiger

L’11 febbraio è stata resa pubblica la nomina del nuovo arcivescovo di Parigi. Al posto del dimissionario Jean-Marie Lustiger, 79 anni a settembre, è stato nominato André Vingt-Trois, dal 1999 arcivescovo di Tours. Si tratta di una nomina nel segno della continuità. Monsignor Vingt-Trois infatti, 63 anni a settembre, alla fine degli anni Sessanta ha lavorato nella parrocchia parigina di Sainte Jeanne de Chantal, dove come parroco c’era Lustiger. Non solo. Quando Lustiger nel gennaio 1981 è diventato arcivescovo della capitale francese, monsignor Vingt-Trois ne è diventato subito vicario generale. Vescovo ausiliare di Parigi nel 1988, undici anni dopo è stato promosso a Tours.


Nomine/2 Comastri coadiutore dell’arciprete nella Basilica di San Pietro

Il 5 febbraio il cardinale Francesco Marchisano, arciprete della Basilica patriarcale di San Pietro, 76 anni a giugno, è stato nominato presidente dell’Ulsa, l’organismo vaticano che si occupa dei rapporti con i dipendenti della Santa Sede. Contestualmente gli è stato affiancato un coadiutore nella persona dell’arcivescovo Angelo Comastri, il quale assume anche gli incarichi di vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e di presidente della Fabbrica di San Pietro, entrambi tenuti finora dal cardinale Marchisano. Comastri, 62 anni a settembre, toscano, è sacerdote dal 1967, e dal 1996 era arcivescovo prelato di Loreto; in precedenza, dal 1990 al 1994, aveva guidato la diocesi di Massa Marittima-Piombino. Nella Quaresima di due anni fa Comastri ha predicato gli esercizi spirituali alla Curia romana.


Nomine/3
Il polacco Hoser segretario aggiunto a Propaganda Fide. Nuovo sottosegretario alla Famiglia

Il 22 gennaio il padre pallottino polacco Henryk Hoser è stato nominato arcivescovo, segretario aggiunto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e presidente delle Pontificie opere missionarie. Il nuovo segretario aggiunto è nato a Varsavia nel 1942. Nel 1969 è entrato nella Società dell’apostolato cattolico fondata da san Vincenzo Pallotti e nel 1974 ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale. Dal 1975 al 1995 è stato missionario in Ruanda, dove ha ricoperto diversi incarichi nel campo pastorale: viceparroco, parroco, animatore dell’apostolato della famiglia, organizzatore delle sessioni di formazione apostolica per i laici, promotore dell’apostolato della stampa. Nel 1994, in assenza del nunzio apostolico a Kigali, la Santa Sede lo ha nominato visitatore apostolico in quel Paese, ufficio che ha ricoperto per oltre due anni, fino alla nomina del nuovo rappresentante pontificio. Dal 1996 al 2003 è stato superiore regionale dei Pallottini e membro del Consiglio missionario della Conferenza dei superiori maggiori in Francia. Durante questi anni, per incarico della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, ha compiuto alcune visite apostoliche ai seminari maggiori nei territori di missione. Dal 2004 è rettore della Procura missionaria pallottina, a Bruxelles, in Belgio, ed è impegnato nella pastorale nell’ambito della Comunità europea.
Il 28 gennaio poi monsignor Jean Laffitte, 53 anni, francese, membro della Comunità dell’Emmanuel, è stato nominato sottosegretario del Pontificio Consiglio per la famiglia. Professore al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per la Famiglia, dal 2003 è consultore alla Congregazione per la dottrina della fede.


Italia Castellani arcivescovo a Lucca. Cantoni vescovo a Crema

Il 22 gennaio Benvenuto Italo Castellani, 62 anni, è stato nominato arcivescovo di Lucca, dove era coadiutore dal maggio 2003.
Il 25 gennaio Oscar Cantoni, 55 anni, sacerdote dal 1975 della diocesi di Como, è stato nominato vescovo di Crema. Dal 2003 era vicario episcopale per il clero nella sua diocesi di origine.


Diplomazia/1
Nuovi nunzi in Kenya e in Grecia. Nuovo osservatore al Turismo

Il 14 gennaio l’arcivescovo francese Alain Paul Lebeaupin, 60 anni, è stato nominato nuovo nunzio in Kenya. Sacerdote dal 1975, Lebeaupin è entrato nel servizio diplomatico nel 1979 e ha svolto la sua missione alla sede Onu di New York, nella Repubblica Dominicana, in Mozambico e in Segreteria di Stato. Dal 1996 al 1998 è stato a Bruxelles come incaricato d’Affari presso le Comunità europee. Arcivescovo dal 1998, da quella data era nunzio in Ecuador.
Il 25 gennaio l’arcivescovo irlandese Patrick Coveney, 71 anni, è stato nominato nuovo nunzio in Grecia. Sostituisce il libanese Paul Fouad Tabet che ha superato i 75 anni. Coveney, sacerdote dal 1959 e arcivescovo dal 1985, dal 1996 era nunzio in Nuova Zelanda e in altri Paesi dell’Oceania. In precedenza era stato rappresentante pontificio in Mozambico e Zimbabwe, in Etiopia e in Eritrea.
Il 31 gennaio monsignor Giovanni Francesco Bugnaro, 62 anni, padovano di nascita e sacerdote dell’arcidiocesi di Milano dal 1982, è stato nominato osservatore permanente presso l’Organizzazione mondiale per il turismo. Dal 2002 era capo ufficio alla Congregazione per le Chiese orientali, dove prestava servizio dal 1995.


Diplomazia/2 Nuovi ambasciatori di Cuba e dei Paesi Bassi presso la Santa Sede

L’8 gennaio il Papa ha ricevuto le lettere credenziali del nuovo ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede. Si tratta di Raul Roa Kouri, 69 anni, diplomatico di carriera, già rappresentante di L’Avana in Cecoslovacchia (1961-1963), in Brasile (1963-1964), alla sede Onu di New York (1978-1984) e in Francia (1994-1998). Nel suo discorso il Papa, tra l’altro, ha auspicato la fine dell’embargo Usa («la Santa Sede desidera vivamente che si possano superare quanto prima gli ostacoli che impediscono la libera comunicazione e l’interscambio tra la nazione cubana e parte della comunità internazionale»); ha riconosciuto che «Cuba si distingue per uno spirito di solidarietà messo in evidenza con l’invio di personale e di beni materiali di fronte alle necessità basilari di varie popolazioni in occasione di calamità naturali, conflitti e povertà»; ha chiesto, in pratica, che «in un ambiente di genuina libertà religiosa» sia permesso l’invio nell’isola di altri sacerdoti, religiosi e religiose nella Perla dei Caraibi. Da parte sua Roa Kouri, tra l’altro, ha ricordato il suo predecessore Luis Amado Blanco, che «con misura e saggezza fu decano del corpo diplomatico durante il pontificato di Paolo VI».
Il 22 gennaio poi è stata la volta della nuova rappresentante dei Paesi Bassi. Si tratta di Monique Patricia Antoinette Frank, 60 anni, diplomatica di carriera, già ambasciatrice a Bucarest, ad Hanoi e, da ultimo, a Kiev. Il Papa nel suo discorso, tra l’altro, ha detto: «… La società olandese marcata dal fenomeno della secolarizzazione si è impegnata in una nuova politica in materia di legislazione concernente l’inizio e la fine della vita umana. La Santa Sede non ha mancato, allora, di far conoscere la sua chiara posizione e di invitare i cattolici dei Paesi Bassi a testimoniare sempre il loro attaccamento al rispetto assoluto della persona umana dal suo concepimento alla sua morte naturale». L’ambasciatrice, da parte sua, tra l’altro, ha ricordato le sue missioni precedenti in Romania e Ucraina, «dove grazie alla vostra azione e alle vostre visite benefiche sono in pieno sviluppo movimenti positivi sul piano ecumenico».


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