Rubriche
tratto dal n.10 - 2005


La stanza del cuore


Luciano Marigo, 
La stanza del cuore, 
Santi Quaranta, 
Treviso 2004, 177 pp.,
euro 11,00

Luciano Marigo, La stanza del cuore, Santi Quaranta, Treviso 2004, 177 pp., euro 11,00

Non conoscevo Luciano Marigo, lo scrittore vicentino de La stanza del cuore, un libro edito da Santi Quaranta (per inciso: la casa editrice italiana prende il nome da una bella porta di Treviso, del Cinquecento, dedicata ai quaranta santi martiri di Sebaste). L’ho conosciuto leggendo la storia di una ragazza del giorno d’oggi, Cristiana, figlia di genitori separati, anoressica, insoddisfatta della vita, e desiderosa di fare l’attrice. Ma poi rimane affascinata dal mondo claustrale femminile, avvolto da un’insolita delicatezza e dove non esiste l’assillo del tempo, a cui si avvicina per ragioni professionali, per poter interpretare la vita di una monaca morta in fama di santità. L’esperienza è unica. Don Sisto, il postulatore della causa di beatificazione di suor Crocifissa, le raccomanda che, se vuole fare bene la parte della santa nel film, deve «studiare cosa avviene nella stanza del cuore quando l’anima è presa da Dio». Devo dire che per me è stato un piacere scoprire uno scrittore che ha il pregio di raccontare bene le situazioni, con sicura padronanza di una tematica ideologica e mistica al tempo stesso, con un ritmo narrativo incalzante, anche se in alcune parti l’andamento appare un po’ lento; e non mancano spunti poetici nella descrizione dei paesaggi e dello stato d’animo dei personaggi. Ma il racconto ti prende, soprattutto nella seconda parte, nella descrizione dei colloqui che avvengono nel convento di Santo Spirito. «… Per comprendere la fede c’è bisogno della fede. Ma sarebbe come affermare che se non c’è la fede, si è tagliati fuori», dice la madre priora a Cristiana in una conversazione. «No, è più esatto dire così: se abbiamo abbastanza umiltà da capire che non aver la fede è una povertà, allora siamo nella condizione di entrare nella storia segreta. È quella che noi chiamiamo l’esperienza del deserto. E questa è un’opportunità offerta a chiunque sosti qualche tempo con noi». Torna alla mente l’indimenticabile volume dello scrittore francese André Frossard, Dio esiste, io l’ho incontrato, scritto nei mesi della contestazione, nel 1969, oggi ripubblicato a distanza di trent’anni dalla conversione dell’autore prima ateo di estrema sinistra: ognuno può trovare risposte ai propri reali interrogativi di fronte alla storia che l’uomo scrive, giorno dopo giorno. E la storia di Cristiana che si interroga sul senso della sua vita è un’ulteriore testimonianza carica di attualità. La sua sconvolgente esperienza umana e spirituale si conclude con la sua prima preghiera: «Signore, ti aspetto nella stanza del mio cuore».




Aggiungi un seggio a tavola


Malisa Longo, Aggiungi un seggio a tavola, Graus&Boniello, Napoli 2005, 252 pp., 
euro 12,50

Malisa Longo, Aggiungi un seggio a tavola, Graus&Boniello, Napoli 2005, 252 pp., euro 12,50

«Datemi da mangiare bene e vi farò una buona politica», diceva Luigi XIV. Sarà poi vero? Non voglio indagare troppo, ma ci penso mentre sfoglio le quaranta interviste a noti uomini politici sui loro gusti culinari e non solo, in generale sul loro rapporto col cibo, raccolte da Malisa Longo. Tutte le interviste sono precedute da una nota biografica del politico. Simpatico e piacevole questo Aggiungi un seggio a tavola. Leggendo le interviste, qua e là ci si imbatte in alcune curiosità interessanti, come il fatto che a Pantelleria non si trova del pesce fresco (Boniver) o che Vittorio Sgarbi ritiene una perdita di tempo mettersi a tavola anche se confessa di aver conosciuto a tavola la sua attuale fidanzata. Una domanda vorrei fare, in conclusione, alla simpatica autrice del libro: perché tanta fatica per scegliere i quaranta politici da intervistare, secondo rigorosi criteri di par condicio fra le diverse aree politiche di appartenenza? Anche il cibo può essere di destra o di sinistra?




A Gerusalemme in pellegrinaggio


Arcangelo Berra, 
A Gerusalemme 
in pellegrinaggio,
Edizioni Segno, Tavagnacco (Ud) 2004, 146 pp., 
euro 10,00

Arcangelo Berra, A Gerusalemme in pellegrinaggio, Edizioni Segno, Tavagnacco (Ud) 2004, 146 pp., euro 10,00

L’esperienza più significativa, il viaggio più bello e intensamente spirituale che io abbia fatto è il pellegrinaggio in Terra Santa, con una parrocchia del Cremonese, nel 2000 – credo; conservo il diario di quel viaggio-pellegrinaggio e certamente oggi, quando ascolto i brani del Vangelo, essi assumono in me un significato diverso, più sentito, più partecipato sul piano spirituale; è come rivedere i luoghi della Natività, della Passione, il Monte degli ulivi, percorrere la Via Crucis, fino al Santo Sepolcro. E ancora la Spianata delle moschee, il Muro del pianto, il Monte delle tentazioni, camminare lungo il Giordano, sostare a Cafarnao, a Cana di Galilea, salire il Tabor, il monte reso sacro dalla Trasfigurazione di Gesù di fronte ai discepoli prediletti. Ho provato le stesse sensazioni leggendo A Gerusalemme in pellegrinaggio di Arcangelo Berra. Nell’antichità il pellegrinaggio era un’avventura, durava mesi. Preghiere, veglie e meditazioni scandivano i giorni di marcia e le lunghe notti; il lento andare preparava lo spirito all’incontro con Gesù Cristo e con i luoghi santi. Il viaggio era cammino e ascesi. Oggi le cose sono diverse, in poche ore di aereo si raggiunge Gerusalemme; ma forse non è cambiato “il sentire” del pellegrinaggio, che non è solo un momento di promozione umana, una manifestazione di pietà popolare, un’esperienza intima di devozione personale, ma diventa invero un “luogo” di evangelizzazione e catechesi e un fatto comunitario, di Chiesa, della Chiesa come “popolo di Dio in cammino”. L’ultimo libro del cardinale Camillo Ruini, Il Pellegrinaggio – «andando… evangelizzate», mette a fuoco il valore ecclesiale del pellegrinaggio. Con questo taccuino di viaggio, Arcangelo Berra ripercorre, in cinquanta densi capitoli, i luoghi della Terra Santa attraverso la cronaca minuziosa e fedele di un pellegrinaggio fatto nel 1993. La cronaca del cammino di una piccola porzione di Chiesa ricca di fede, di preghiera, ma anche di debolezza e di dubbio, condotta in terra d’Israele dove il Signore ha mostrato la Sua salvezza.


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