Rubriche
tratto dal n.10 - 2000


L’OSSERVATORE ROMANO

Pubblicata la Nota sull’espressione “Chiese sorelle”


Pietro e Andrea

Pietro e Andrea

L’Osservatore Romano del 28 ottobre ha pubblicato nella versione italiana il testo della Nota della Congregazione per la dottrina della fede circa l’espressione “Chiese sorelle” insieme alla lettera accompagnatoria, indirizzata ai presidenti delle conferenze episcopali (cfr. 30Giorni, n. 9, settembre 2000, p. 68). Nonostante si ricordi che questi documenti non vengono pubblicati sugli Acta Apostolicae Sedis, viene ribadito che le indicazioni della Nota sono da ritenersi «autorevoli e vincolanti», in quanto approvate da Giovanni Paolo II. La Nota, tra le altre cose, ribadiva che «l’espressione Chiese sorelle, in senso proprio, come è testimoniato dalla Tradizione comune di Occidente e Oriente, può essere adoperata esclusivamente per quelle comunità ecclesiali che hanno conservato il valido Episcopato e la valida Eucaristia».




Clinton

Io, vittima di questo ventennio


Bill Clinton

Bill Clinton

«E io ero convinto, e ancora lo sono, che quasi tutto ciò che mi accadde politicamente era il prezzo dell’agire, veniva dopo vent’anni di politica sempre più negativa, al vetriolo, propagata per lo più, ma non esclusivamente, dall’estrema destra e dalla sua alleanza con il Partito repubblicano – il che non significa che noi fossimo senza colpe. Intendo noi, i democratici. Ma per lo più hanno creato tutto ad arte, a cominciare dalla fine degli anni Settanta, è stato un tentativo di delegittimare e de-americanizzare l’avversario».
Lo ha dichiarato Bill Clinton, riferendosi ai problemi avuti col Sexgate, in una intervista alla rivista Esquire, parzialmente anticipata sulla Stampa del 29 ottobre.




Viaggi papali

Si avvicina l’Ucraina. Rischi ecumenici


Il presidente ucraino Leonid Kuchma nella cattedrale di Kiev

Il presidente ucraino Leonid Kuchma nella cattedrale di Kiev

Si fa sempre più consistente l’ipotesi che nel prossimo giugno il Papa si rechi in Ucraina. Dopo Georgia e Romania sarebbe il terzo Paese a maggioranza ortodossa ad essere visitato da Giovanni Paolo II. Il presidente Leonid Kuchma è determinato a far venire Wojtyla. L’unico problema potrebbe arrivare dalla Chiesa ortodossa divisa al suo interno in tre blocchi (uno fedele al patriarcato di Mosca e due autonomi). È chiaro che il Papa accetterà solo se da parte ortodossa non ci saranno veti. E in Vaticano si fa conto sulla capacità del governo civile affinché questo veto non venga pronunciato (così come accadde in Georgia). Si temono comunque reazioni dal patriarcato di Mosca.





Un momento del Giubileo delle famiglie in piazza San Pietro

Un momento del Giubileo delle famiglie in piazza San Pietro

Giubileo delle famiglie
«Gesù ha provveduto ad offrire agli sposi i mezzi di grazia adeguati per superare le difficoltà»

«La Chiesa non si nasconde le difficoltà e i drammi che la concreta esperienza storica registra nella vita delle famiglie». Ma «essa sa anche che il volere di Dio, accolto e realizzato con tutto il cuore, non è una catena che rende schiavi, ma la condizione di una libertà vera che ha nell’amore la sua pienezza». Gli sposi incontrano sempre nuove difficoltà, «ma Gesù ha provveduto a fornire loro i mezzi di grazia adeguati per superarle». I figli «non sono un accessorio» nel progetto della vita di coppia, «non sono un optional, ma un dono preziosissimo» e ciò vale tanto per «i figli nati dal naturale rapporto tra i coniugi, quanto quelli voluti mediante l’adozione». Parole di Giovanni Paolo II durante l’omelia della messa celebrata in piazza San Pietro domenica 15 ottobre giornata clou del Giubileo delle famiglie. Vi hanno partecipato circa duecentomila persone, nonostante una pioggia inclemente. Si è trattato di una delle manifestazioni giubilari a più alta partecipazione popolare. Partecipazione prevista. Nonostante ciò, il Pontificio Consiglio per la famiglia ha preferito celebrare il “suo” Giubileo a San Pietro e non a Tor Vergata come aveva pure suggerito il Comitato centrale.
In preparazione al Giubileo delle famiglie dall’11 al 13 ottobre si è celebrato un congresso internazionale teologico-pastorale su “I figli, primavera della famiglia e della società”. Vi hanno partecipato una decina di cardinali (tra i quali Angelo Sodano, Roger Etchegaray, Darío Castrillón Hoyos, Eduardo Martínez Somalo, Norberto Rivera Carrera, Carlo Maria Martini, Bernardin Gantin). Tra i relatori anche monsignor Luigi Giussani. Nel testo, sul tema assegnato «Cultura della vita e cultura della morte», Giussani scrive: «Un errore in cui siamo caduti tutti è quello di pensare che la pura convivenza generi comunione, mentre è il mistero di Cristo in noi che genera comunione». Ricorda inoltre che «i bambini crescono osservando come viviamo noi grandi».
Il convegno teologico-pastorale e altri aspetti del Giubileo delle famiglie sono stati resi possibili anche grazie alla generosa sponsorizzazione della società sportiva Lazio di Sergio Cragnotti, il quale domenica 15, insieme all’allenatore e ad alcuni giocatori, ha avuto modo di salutare personalmente il Papa.


Inglesi/1
Papa Wojtyla a Elisabetta II: «In Vaticano lei non è una straniera»

In Vaticano lei non è una straniera. Così il quotidiano cattolico Avvenire del 18 ottobre ha titolato l’articolo sulla visita ufficiale compiuta in Vaticano dalla regina inglese il giorno prima. Lo ha fatto prendendo spunto dalla frase iniziale del discorso del Papa: «Sono felice di salutarla ancora una volta in questo palazzo apostolico in cui lei non è straniera».
Si è trattato della terza visita di Elisabetta II, da regina, in Vaticano. Nell’80, ha fatto notare il Daily Telegraph, l’udienza durò 40 minuti, questa volta è stata di 24 minuti, «più lunga dei venti previsti e molto più lunga della discussione di sei minuti tra la regina e un sofferente papa Giovanni XXIII nel 1961».


Inglesi/2
Carlo: un cattolico potrebbe salire sul trono. Intanto uno diventa speaker della Camera

«Davvero non riesco a capire perché non possiamo avere cattolici sul trono». Questa frase sarebbe stata pronunciata dal principe Carlo nel corso di una conversazione privata di cinque anni fa. Lo ha rivelato Paddy Ashdown, all’epoca leader liberal-democratico, nei suoi diari in pubblicazione sul Times di Londra. Secondo l’Act of Settlement, in vigore dal 1701, nessun cattolico o persona sposata ad un’altra di fede cattolica può aspirare al trono (divieti simili non esistono per appartenenti ad altre religioni, come musulmani, buddisti o induisti). La notizia è esplosa sui giornali il 24 ottobre. Lo stesso giorno veniva pubblicata la notizia che un cattolico, per la prima volta dalla Riforma, era stato eletto speaker (presidente) della Camera dei Comuni. Si tratta di Michael Martin, laburista, eletto nel collegio di Glasgow Springburn in Scozia. Sindacalista, laburista di sinistra di stampo tradizionale, 55 anni, deputato dal ’79, nell’88 ha votato a favore del David Alton Bill per limitare l’aborto, e nel ’92 è stato uno dei sei parlamentari laburisti che votò contro l’abbassamento dell’età in cui sono ammessi i rapporti omosessuali.


Morale e preservativo/1
Le precisazioni (sull’Osservatore Romano in inglese) di padre Suaudeau

«Nel caso della Thailandia, lo sforzo delle autorità sanitarie si è rivolto verso le prostitute e i loro clienti. Benefici a seguito dell’uso del preservativo per queste persone ve ne sono stati specialmente per quanto riguarda la prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse (nota 22). Non è chiaro, tuttavia, se la promozione del condom in questo Paese ha avuto effetto sul corso generale dell’epidemia di Hiv/Aids (nota 23). L’uso del profilattico in tali condizioni è effettivamente un “minor male”, però non lo si può proporre come modello di umanizzazione e di sviluppo. Forse le autorità della Thailandia avrebbero potuto prima interrogarsi sulle ragioni che hanno determinato il particolare sviluppo della prostituzione in questo Paese» [nota 22: Impact of Thailand’s Hiv-control programme as indicated by the decline of sexually transmitted diseases, The Lancet, 1994, 344 (8917): 243-245; nota 23: Condoms and seat bells: the parallels and the lessons, The Lancet, 2000, 355 (9201): 400-403].
Questo brano dell’articolo di padre Jacques Suaudeau A proposito dell’espansione dell’Hiv/Aids apparso sull’Osservatore Romano del 5 aprile scorso (e pubblicato anche sul numero datato 19 aprile dell’edizione settimanale in lingua inglese del foglio vaticano) ha fatto pensare a qualche commentatore, soprattutto nel mondo anglosassone (ma una eco se ne è avuta anche in Italia con un articolo di Giancarlo Zizola sul Sole 24-Ore), che la Chiesa potesse aver ammorbidito il suo no tassativo all’uso del preservativo per combattere l’Aids. Tanto più che padre Suaudeau è officiale del Pontificio Consiglio per la famiglia, tradizionalmente molto restrittivo in campo di morale sessuale.
Per fugare ogni sospetto di questo genere padre Suaudeau ha scritto una rettifica che è apparsa però solo sull’edizione inglese dell’Osservatore Romano datata 27 settembre. In essa Suaudeau afferma: «1. Ogni interpretazione del mio articolo come un tentativo di gettare un dubbio sull’insegnamento ufficiale della Chiesa su questo punto non ha assolutamente fondamento. Ho già pubblicato molti articoli a questo riguardo contro l’uso di preservativi nella prevenzione dell’Hiv/Aids in pubblicazioni a carattere scientifico e morale che possono attestare, al di là di ogni dubbio, il mio atteggiamento su questo argomento, su cui ho lavorato per molti anni. 2. L’uso dei preservativi, come affermo nel mio articolo “non può essere proposto come modello di umanizzazione e di sviluppo”, perché è sempre un disordine morale oggettivo intrinseco. 3. L’espressione “minore male” (in ordine inverso) è stata usata in senso strettamente medico di salute pubblica, nel contesto degli articoli medici epidemiologici citati nelle note 22 e 23 e deve essere conseguentemente compresa non in senso morale, ma esclusivamente in senso epidemiologico».


Morale e preservativo/2
Tettamanzi, la bioetica cristiana e Bill Gates

Il 16 ottobre è stato presentato a Roma, al cospetto di una nutrita pattuglia di giornalisti italiani e stranieri, il libro Nuova bioetica cristiana del cardinale di Genova Dionigi Tettamanzi. Si tratta di un progetto multimediale che prevede oltre che al volume su carta anche la diffusione su internet del libro e l’apertura di un forum on line sul quale dialogare su questi argomenti (il sito è www.bioeticacristiana.it). «Io non navigo» ha detto Tettamanzi a Luigi Accattoli del Corriere della Sera (17 ottobre). «Uso il computer soltanto per scrivere. Saranno i miei collaboratori ad andare on line. Ma non escludo di poter essere coinvolto, occasionalmente, in qualche risposta». L’iniziativa è curata dalla casa editrice Piemme e dalla Microsoft (tanto è bastato al quotidiano Libero per titolare Tettamanzi è il favorito di Bill Gates).
Riguardo ai contenuti dell’opera di Tettamanzi, Accattoli (sempre sul Corriere) ha fatto notare come il porporato lombardo dà il suo assenso all’uso del profilattico nel caso si verifichi l’ipotesi estrema di una donna costretta all’atto coniugale da un marito contagiato di Aids. Tettamanzi inoltre discute – senza respingerla a priori – la «tollerabilità», in quanto «male minore», dell’uso del preservativo da parte di persone sieropositive «che non intendono assolutamente desistere dall’esercizio disordinato della sessualità».


Sodano
Islam, Biffi e Arabia Saudita

«“Eminenza, assistiamo all’esplosione di ondate xenofobe, vere e proprie crociate antimusulmane”. “No, non credo. Tutti hanno evidentemente il diritto ad avere i loro luoghi di culto e appunto per questo la Santa Sede e la Chiesa intera chiedono sempre all’Arabia Saudita di poter aprire almeno una cappella o una chiesa per le migliaia di cristiani che là vivono”. “Allora non condivide l’idea di selezionare gli immigrati per religione come dice il cardinale Biffi?”. “La stampa esagera sempre. Ho letto il documento di Biffi dalla prima all’ultima riga: non ho trovato nulla di questo”. “Quindi accoglienza per tutti?”. “Nel rispetto delle leggi. D’altronde, giorni fa, il grande politologo Giovanni Sartori ha dichiarato alla televisione di stare negli Stati Uniti da venticinque anni soltanto con il permesso di soggiorno, senza avere la cittadinanza. Non mi pare che gli Usa siano discriminatori”». Botta e risposta tra giornalista e cardinale Angelo Sodano su Repubblica del 19 ottobre. Occasione: l’inaugurazione del Centro internazionale di Comunione e liberazione a Roma avvenuta il giorno prima.


Sacro Collegio
La scomparsa dei cardinali Righi-Lambertini e Palazzini. Gli ottant’anni di Hickey

Il 4 ottobre è venuto meno il cardinale Egano Righi-Lambertini, 94 anni, che, già nunzio in Italia e Francia, ricevette la porpora nel ’79. Il 10 ottobre è spirato poi Pietro Palazzini, 88 anni, creato cardinale da Paolo VI nel ’73, prefetto della Congregazione delle cause dei santi con Giovanni Paolo II.
L’11 ottobre ha compiuto ottant’anni il cardinale di Washington James A. Hickey (probabilmente verrà sostituito alla guida della diocesi statunitense prima di Natale).
A fine ottobre quindi il numero dei membri del Sacro Collegio era di 142, di cui 98 con diritto di voto (tra questi ultimi gli italiani sono 17 e gli statunitensi 9). L’8 novembre compie ottanta anni il cardinale di Rio de Janeiro, Eugênio de Araújo Sales, e il prossimo febbraio altri due porporati (il salesiano spagnolo Antonio M. Javierre Ortas e l’africano Hyacinthe Thiandoum) raggiungono la stessa età. Quindi un eventuale concistoro, celebrato in quel periodo, vedrebbe la creazione di almeno altri venticinque cardinali.


Diplomazia/1
Accordo di cooperazione tra Santa Sede e Oua

Il 19 ottobre è stato firmato l’Accordo di cooperazione tra la Santa Sede e l’Organizzazione dell’unità africana (Oua). La cerimonia ha avuto luogo ad Addis Abeba, nella sede dell’Oua. Per la Santa Sede ha firmato l’arcivescovo scalabriniano Silvano M. Tomasi, nunzio apostolico in Etiopia e per l’Oua il segretario generale Salim Ahmed Salim. L’Accordo, in otto articoli, apre la strada ad una stretta cooperazione tra la Santa Sede e l’Oua nelle materie di comune interesse quali l’educazione, la salute, i diritti umani e gli affari sociali. L’Accordo prevede inoltre che la Santa Sede sia invitata, in qualità di osservatore, agli incontri organizzati dall’Oua, nelle materie di interesse per la Santa Sede, e viceversa.
Alla cerimonia di Addis Abeba ha partecipato anche il cardinale decano Bernardin Gantin, che nel suo discorso ha ricordato come la Chiesa cattolica sia presente in Africa con più di 428mila tra vescovi, sacerdoti, diaconi, catechisti; con 85mila centri pastorali; con oltre 5mila ospedali e cliniche; con più di 500 ricoveri per anziani e handicappati; con 700 orfanotrofi; con più di 5mila centri di educazione sociale e formazione; con migliaia di scuole di ogni ordine e grado che educano circa tredici milioni di bambini e giovani. Gantin, tornato a Roma, ha voluto riferire al Papa in udienza (27 ottobre) dell’importanza dell’Accordo in questione.


Diplomazia/2
Nuovi ambasciatori di Canada, Germania, Costa d’Avorio, Olanda e Libano

A ottobre quattro nuovi ambasciatori hanno presentato le loro lettere credenziali a Giovanni Paolo II. Il 12 ottobre è stato il nuovo rappresentante del Canada, Wilfrid-Guy Licari, 53 anni, già ministro consigliere a Roma (1984-1987) e ambasciatore in Marocco (1987-1991) e Senegal (1994-1998). Il 19 è arrivato il rappresentante della Germania: Wilhelm Hans-Theodor Wallau, 63 anni, dal 1996 ambasciatore a Tel Aviv. Il 20 è toccato all’ambasciatore della Costa d’Avorio, Louis Esmel, 64 anni, già studente della Pontificia Università Urbaniana e ambasciatore in Svizzera negli ultimi quattro anni. Il 23 è stata la volta del rappresentante dei Paesi Bassi, il barone Hendrik Volkier Bentinck van Schoonheten, 60 anni, già capo di gabinetto della regina Beatrice (1992-1995) e ambasciatore a Tunisi (1995-2000). Il 26 ha infine presentato le lettere credenziali il libanese Fouad Aoun, 60 anni, già ambasciatore in Svezia (1988-1999). Riguardo allo status di Gerusalemme Giovanni Paolo II ha detto ad Aoun di sperare che verrà un giorno in cui «col dialogo e la negoziazione, nel rispetto della dignità e dell’identità delle comunità, potrà essere stabilito per i luoghi più santi della città uno statuto speciale internazionalmente garantito». La frase usata dal Papa, ha fatto notare l’Ansa, appare più limitativa di quella tradizionalmente usata dal Vaticano che da anni parla di «statuto internazionalmente garantito per Gerusalemme».


Presidenziali polacche
Rivince Kwasniewski (ma a Roma trionfa Krzaklewski)

Alle elezioni presidenziali polacche dell’8 ottobre il postcomunista Aleksander Kwasniewski è stato rieletto al primo turno col 53,9% dei voti, distaccando nettamente l’attuale leader di Solidarnosc Marian Krzaklewski (15,6%), che è stato superato anche dal laico-indipendente Andrzej Olechowski (17,3%). Melanconico il risultato di Lech Walesa, che, ormai abbandonato da quasi tutti i suoi connazionali, ha preso poco più dell’uno per cento.
Una curiosità: se il presidente della Polonia lo avessero eletto i polacchi di Roma, in gran parte sacerdoti e suore residenti nella Città eterna, la scelta sarebbe caduta su Krzaklewski. Nel seggio elettorale dell’ambasciata polacca nell’Urbe, infatti, su 2098 votanti il leader di Solidarnosc ne ha conquistati 1239, lasciando molto distanziato Kwasniewski, che ha portato a casa solo 350 voti (Walesa appena 35).
Le gerarchie cattoliche polacche, con prudenza, puntavano proprio su Krzaklewski per scalzare il presidente uscente. Il settimanale inglese The Economist ad aprile aveva scritto: «C’è probabilmente solo un polacco capace di negare ad Aleksander Kwasniewski altri cinque anni da presidente della Polonia, e questo polacco vive in Vaticano...». Lo scorso 30 aprile poi Krzaklewski si era inserito nella delegazione ufficiale polacca alla cerimonia di canonizzazione di suor Faustyna Kowalska e il giorno dopo era in prima fila al Giubileo dei lavoratori a Tor Vergata, meritandosi «parole di particolare saluto» del Papa che si dichiarò «contento» della «numerosa» partecipazione di Solidarnosc all’evento. Pochi giorni prima delle elezioni Krzaklewski ha reso pubblico un filmato amatoriale del ’97 nel quale Kwasniewski – due mesi dopo una visita del Papa in Polonia – incoraggiava un suo collaboratore a baciare la terra dell’aeroporto di Kalisz quasi per scimmiottare con irriverenza il Pontefice. Ma l’effetto Wojtyla non c’è stato. Nella stessa città natale del Papa, Wadowice, Kwasniewski è arrivato nettamente primo con il 49%.


Tv cattoliche
Anche Madrid ha la sua

Dopo Sat2000 in Italia e la Kto in Francia, anche la Spagna ha la sua tv cattolica. Ci ha pensato l’arcidiocesi di Madrid, guidata dal cardinale Antonio Rouco Varela. Si chiamerà Tmt.


Martini/1
Vade retro, Halloween

«Halloween? Beh, questo tipo di feste è estraneo alla nostra tradizione, una tradizione che ha valori immensi e va tramandata: il culto dei defunti fa parte della nostra storia, è un momento in cui si apre la speranza dell’eternità. Visitare le tombe, adornarle di fiori, pregare per i defunti, e capire così che la vita dell’uomo è più dell’esistenza terrena...». Lo ha dichiarato il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, il 30 ottobre.


Martini/2
Contento di non essere nell’elenco papabili

«Sono contento di non aver trovato il mio nome negli ultimi elenchi» dei possibili successori di Giovanni Paolo II. «Ho già detto che il mio futuro lo vedo a Gerusalemme per finire i miei studi delle Scritture». Si tratta di dichiarazioni del cardinale Martini riprese dall’Ansa il 27 ottobre a Oviedo dove l’arcivescovo di Milano ha ritirato il premio Príncipe de Asturias per le scienze sociali.


Buona stampa
Comunità di Sant’Egidio su National Catholic Reporter, Famiglia Cristiana e Corriere-Sette

Positivi articoli sulla Comunità di Sant’Egidio sono apparsi sulla stampa italiana e internazionale nel mese di ottobre. Al movimento ecclesiale fondato dal professor Andrea Riccardi e attualmente presieduto dal professor Alessandro Zuccari, ha dedicato una favorevole corrispondenza il settimanale cattolico-progressista statunitense National Catholic Reporter (6 ottobre, Host Sant’Egidio in familiar mediator role). Famiglia Cristiana (8 ottobre, Il dialogo riparte) ha dedicato due pagine all’incontro “Uomini e religioni” organizzato da Sant’Egidio a Lisbona dal 24 al 26 settembre scorso (è in quel contesto che il cardinale Edward I. Cassidy ha formulato le sue note critiche alla dichiarazione Dominus Iesus). Sette, supplemento del Corriere della Sera, il 19 ottobre ha dedicato invece tre pagine alla figura di monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni, primo sacerdote di Sant’Egidio a ricevere l’anello episcopale. Quest’ultimo articolo (Alla corte di don Vincenzo, il vescovo che arrossisce) è firmato da Marco Damilano (fino a pochi giorni prima coordinatore di redazione di Segno 7, settimanale dell’Azione cattolica da cui si è dimesso, insieme al direttore Piero Pisarra, dopo ripetute incomprensioni con i vertici dell’associazione).
Intanto monsignor Paglia il 18 ottobre è riuscito a portare ben diecimila ternani in pellegrinaggio giubilare diocesano in piazza San Pietro («è come se la diocesi di Roma portasse 240mila fedeli», ha commentato soddisfatto) e questo gli ha meritato citazione e grande foto col Papa sull’Osservatore Romano del giorno dopo.


Le Barroux
Messa tridentina celebrata «con gioia» dal cardinale prefetto del culto divino

Il 1º ottobre l’abbazia di Sainte-Madeleine du Barroux ha festeggiato i trenta anni della sua esistenza. Per l’occasione è stato invitato il cardinale Jorge Arturo Medina Estévez, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, che ha celebrato «con gioia», come ha riportato il mensile La Nef, la messa secondo il rito di San Pio V. «Questo monastero» ha detto poi Medina «è una ricchezza per la Chiesa, come tutti i monasteri, e in particolare perché in questo monastero si è voluto custodire l’antica liturgia romana. Ci sono dunque molte ragioni per ringraziare il buon Dio per questi trenta anni che sono passati dopo la fondazione del monastero di Sainte-Madeleine».


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