Rubriche
tratto dal n.02 - 1998

Lettere al direttore



La posta del direttore


Alcide De Gasperi

Alcide De Gasperi

COSTITUZIONE

Riforme e consenso

Caro direttore, ero venuto questa mattina al Collegio San Giuseppe per porre una domanda sul rapporto fra i partiti durante la vecchia Assemblea costituente. La presidente Iotti ha parlato di forti convergenze specifiche che si realizzarono cinquanta anni or sono. Mi dispiace che lei stia male e le faccio i miei auguri. Ma può rispondermi nella “Posta di 30Giorni”?
Un solidale saluto.

Mauro Caira,
Italia


Il voto finale sull’intero testo della Costituzione avvenne il 22 dicembre 1947 a scrutinio segreto con questo risultato: favorevoli 453, contrari 62, assenti 41 (di cui 11 in congedo). Una maggioranza quindi altissima; e tanto più rilevante se si pensa che i 219 comunisti e socialisti (115 più 104) da sette mesi votavano compattamente contro il governo De Gasperi. In tutti i deputati vi era in sede Costituente la coscienza di lavorare per la storia e comunque per un lungo periodo. Ogni distinzione di parte doveva essere, e di fatto fu, accantonata – possiamo dirlo senza retorica – sull’altare della patria. Il riferimento assume un valore di attualità, in fase di elaborazione parlamentare della riforma della seconda parte della vigente Carta costituzionale. Vi è stato al riguardo un richiamo specifico fatto del presidente della Camera a Lecce sulla necessità di ampi consensi nelle vocazioni di questo straordinario lavoro legislativo. Il che non è affatto in contrasto con la raccomandazione del presidente del Consiglio di voler la maggioranza governativa compatta. I voti aggiunti non sono in questo caso irrilevanti o superflui ed è anzi fuorviante chiamarli aggiunti. Senza dire che si devono fare i conti con tutti i cittadini, che alla fine dovranno esprimere nel referendum il sì o il no decisivi.

G. A.




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