Rubriche
tratto dal n.01 - 1998


Storica la data del Natale


La Natività, frammento del coperchio di un sarcofago conservato presso il Museo Pio Cristiano, Vaticano

La Natività, frammento del coperchio di un sarcofago conservato presso il Museo Pio Cristiano, Vaticano

«Il 25 dicembre è una data storica». Lo ha ribadito il professor Tommaso Federici, docente alla Pontificia Università Urbaniana e consultore in due Congregazioni vaticane, in un articolo apparso sull’Osservatore Romano del 24 dicembre scorso. «Si spiega il 25 dicembre» scrive Federici «come “cristianizzazione” di una festa pagana, il “natale del Sole invitto”; oppure come equilibrio simmetrico, estetico tra il solstizio d’inverno (21 o 22 dicembre) e l’equinozio di primavera (23 o 24 marzo). Ma una scoperta nuova di pochi anni or sono ha portato luce definitiva sulla data del Natale del Signore. Già lo studioso israeliano Shemaryahu Talmon nel 1958 aveva pubblicato uno studio approfondito sul calendario della setta di Qumran, ricostruendo senza dubbi l’ordine dei turni sacerdotali nel tempio di Gerusalemme (cfr. 1 Cron 24, 7-18) ai tempi del Nuovo Testamento. Qui la famiglia di Abijah, a cui apparteneva Zaccaria, padre del Prodromo e Precursore Giovanni (Lc 1, 5), doveva officiare 2 volte l’anno, i giorni 8-14, del mese terzo, e i giorni 24-30 dell’ottavo mese. Quest’ultima cadeva circa alla fine di settembre. Non è senza senso che il calendario bizantino festeggi “la concezione di Giovanni” il 23 settembre, e la sua nascita 9 mesi dopo, il 24 giugno. I “sei mesi” dopo dell’Annunciazione, fissata come festa liturgica il 25 marzo, precedendo di 3 mesi la nascita del Precursore, preludono ai 9 mesi, che cadono in dicembre: il 25 dicembre è data storica».




Martini su Cuba:

Davide e Golia


Carlo Maria Martini

Carlo Maria Martini

Della visita a Cuba «ne so quanto dicono i giornali. Ho l’impressione che venga interpretata un po’ come una lotta tra giganti: io parlerei piuttosto di Davide e Golia». Lo ha dichiarato il cardinale di Milano Carlo Maria Martini, invitato a esprimere un suo giudizio sul viaggio di Giovanni Paolo II a Cuba.




Ruini:

elogio della grazia “ritrovata”


Camillo Ruini

Camillo Ruini

Elogio della grazia “ritrovata”. Con questo titolo il quotidiano cattolico Avvenire del 22 gennaio ha pubblicato un approfondimento su una parte della prolusione del cardinale Camillo Ruini al Consiglio permanente della Cei pronunciata tre giorni prima. Nel discorso, il presidente della Cei aveva infatti detto: «Il passaggio alquanto repentino da una formazione cristiana di base in cui si dava largo spazio alla parola “grazia”, con le sue molteplici valenze e implicazioni, a una situazione pratica di quasi oblio di questa parola, senza che le acquisizioni teologiche riguardo al ruolo dello Spirito Santo nella nostra salvezza riuscissero a divenire patrimonio comune al popolo cristiano», ha «finito per indebolire o far svanire nella coscienza di molti la verità sostanziale della presenza e dell’opera liberatrice e trasformatrice di Dio in noi e della nostra chiamata all’unione con Lui».




Italia:

Bossi sul Papa


Clinton e Giovanni Paolo II

Clinton e Giovanni Paolo II

«Contrariamente a quello che appare, i viaggi del Papa non sono stati un gesto di apertura democratica ai popoli, ma un’esibizione di forza, il gesto imperiale di un Vaticano potentissimo». Sono parole di Umberto Bossi, segretario della Lega Nord, rilasciate in un’intervista al settimanale il Borghese a fine dicembre. «La Chiesa di Wojtyla» ha detto Bossi «somiglia sempre più al Sacro Romano Impero, solo che oggi ad Aquisgrana si è sostituita Washington. Siamo all’alleanza fra papato (romano) e impero (americano). La prospettiva? Se non si inverte la rotta, è la sintesi estrema dei poteri: il Papa Re».





Gong Pin-mei

Gong Pin-mei

Cina 1
Gong Pin-mei: «Molti segni di speranza nella Chiesa cinese»

Il cardinale Ignazio Gong Pin-mei, il vescovo di Shanghai da dieci anni esule negli Stati Uniti, in un’intervista rilasciata a gennaio all’agenzia internazionale Fides, collegata alla Congregazione de Propaganda Fide, ha detto: «Ci sono molti segni di speranza nella Chiesa sotterranea in Cina, sebbene essa sia perseguitata. La fede dei seminaristi e dei fedeli cresce per il buon esempio dei loro vecchi sacerdoti e vescovi, nella preghiera e nel sacrificio quotidiano».


Cina 2
Storica visita di leader religiosi degli Stati Uniti

Dall’8 febbraio e per tre settimane una delegazione di leader religiosi statunitensi si recherà in Cina, su invito di Pechino, per verificare le condizioni della libertà di culto nella Repubblica popolare. Della delegazione, selezionata dalla Casa Bianca e dal Dipartimento di Stato, fanno parte: l’arcivescovo cattolico di Newark, Theodore McCarrick; il rabbino Artur Schneier, presidente della Appeal of Conscience Foundation; il presidente dell’Associazione nazionale degli evangelici, il pastore Don Argue. «Credo» ha dichiarato McCarrick «che sia la prima volta dal 1950 che le autorità cinesi invitino ufficialmente alcuni leader religiosi a recarsi in Cina».


Salesiani
Editati i rituali del Concilio di Trento

La Libreria Editrice Vaticana ha rimesso in catalogo i sei libri liturgici che hanno regolato la liturgia cattolica per i quattro secoli intercorsi tra il Concilio di Trento e la riforma voluta dal Vaticano II. Il primo volume della collana, intitolata Monumenta liturgica, curata dai salesiani Manlio Sodi e Achille Triacca della Pontificia Università Salesiana, è il Pontificale Romanum, riproposto in ristampa anastatica secondo l’editio princeps del 1595-’96. Seguiranno il Missale Romanum di san Pio V (1570) riprodotto a colori, il Breviarium Romanum (1568), il Martyrologium Romanum (1584), il Caerimoniale Romanum (1600) e il Rituale Romanum (1614).


Germania
Grave attacco del teologo Hans Küng a papa Wojtyla

Ennesimo grave attacco del teologo tedesco Hans Küng al Santo Padre. Questa volta è stato ospitato nel quotidiano la Repubblica del 28 gennaio. Nel suo scritto Küng, cui venne tolto il mandato canonico per insegnare alla facoltà teologica di Tubinga, ammette che il viaggio del Papa a Cuba – «l’ultima comparsa del Papa come crociato anticomunista» – è stato «un trionfo», durante il quale Giovanni Paolo II è stato «osannato per l’intervento in favore dei diritti umani, della libertà e della giustizia, e Fidel Castro costretto ad assistere». Afferma poi: «E ciò che il Papa rappresenta all’esterno è in stridente contrasto con la repressione dei diritti umani, della libertà e della giustizia all’interno della Chiesa stessa». Non solo. Nella sua foga polemica Küng – riferendosi sempre al Santo Padre – arriva a parlare del «complesso» di «vescovo polacco stregato dal mito esoterico-messianico del “Papa slavo”».


Pakistan
Un pranzo natalizio davvero speciale

Il premier pakistano Nawaz Sharif, su invito di alcuni parlamentari cristiani, ha partecipato a una cena natalizia che si è tenuta alla Governor’s House di Lahore. Il premier, per dare più importanza all’avvenimento, ha esteso l’invito al presidente dello Sri Lanka e a un migliaio di personalità cristiane delle varie denominazioni. All’evento, che non ha precedenti nel Paese asiatico, hanno partecipato anche rappresentanti musulmani, buddisti e sikh. Il nunzio apostolico, l’arcivescovo Renzo Fratini, ha nell’occasione ringraziato il governo per l’acquisto di nuovi alloggi per le Missionarie della Carità, l’ordine fondato da Madre Teresa di Calcutta.


Polonia 1
Scomparso l’arcivescovo Dabrowski

Il giorno di Natale, all’età di 80 anni, è deceduto Bronislaw Dabrowski, figura di spicco dell’episcopato polacco. Dabrowski che apparteneva all’ordine religioso degli Orionini e aveva conosciuto personalmente il beato Luigi Orione, era stato ausiliare di Varsavia con i cardinali Stefan Wyszynski e Jozef Glemp e per 24 anni, dal ’69 al ’93, segretario della Conferenza episcopale polacca.


Polonia 2
Per la prima volta la Chiesa celebra la Giornata dell’ebraismo

La Commissione episcopale per il dialogo con l’ebraismo ha organizzato lo scorso 17 gennaio la prima Giornata dell’ebraismo, che si è svolta nella sinagoga di Varsavia. Il tema era costituito dalle parole di Giovanni Paolo II: «Chiunque incontra Cristo, incontra l’ebraismo».


Moschea di Roma
Un incontro musulmani-ebrei con defezioni

Nella settimana che ha preceduto l’annuncio del Concistoro per la creazione di venti nuovi cardinali (più 2 in pectore), nella moschea di Roma si è tenuto un incontro tra una delegazione del Centro islamico d’Italia, guidata dal segretario generale Mario Scialoja (ex ambasciatore italiano in Arabia Saudita convertitosi all’islam), e una dell’organizzazione ebraica Anti-defamation league (Adl), capeggiata dal rabbino David Rosen. All’incontro, che si è tenuto il 13 gennaio, non hanno partecipato né l’imam della moschea né Tullia Zevi, presidente delle Comunità israelitiche d’Italia, perché altrimenti impegnata, mentre Riccardo Pacifici, vicepresidente della Comunità ebraica romana, pur apprezzando l’iniziativa, ha manifestato stupore perché l’Adl non aveva informato la comunità ebraica di Roma del passo che stava per compiere.
Il giorno dopo, la delegazione dell’Adl ha partecipato all’udienza del mercoledì dove ha potuto salutare Giovanni Paolo II. Il Papa, da parte sua, nel corso dei saluti particolari espressi alla fine dell’udienza, aveva detto: «Dò il benvenuto ai membri del B’nai B’rith Anti-defamation league, ed esprimo la speranza che la vostra visita aiuterà a rafforzare la cooperazione dei recenti anni».
Il venerdì 16 Giovanni Paolo II ha ricevuto in udienza privata il vicepremier israeliano Moshe Katsav, al quale ha dichiarato che un viaggio a Gerusalemme «è all’orizzonte».


Archeologia
Ritrovamenti a Cana confermano i Vangeli

I resti di alcune case risalenti al I secolo d. C. ritrovati a Cana di Galilea rappresentano «una conferma ai dati del Vangelo». Lo ha detto il 29 dicembre scorso padre Ignazio Mancini, delegato della Custodia francescana di Terra Santa per l’Italia, commentando la scoperta compiuta da padre Eugenio Alliata dello Studio biblico francescano di Gerusalemme. «È stata assodata» ha affermato il francescano «l’autenticità di quel luogo tradizionale delle nozze di Cana, di cui parla san Giovanni. L’ideale sarebbe ora trovare un’iscrizione».


Osce
Tauran in difesa della libertà religiosa

L’arcivescovo Jean-Louis Tauran, segretario per i rapporti con gli Stati, intervenendo alla riunione dei ministri degli Esteri dei 54 Paesi dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) tenutasi a dicembre a Copenaghen, ha chiesto «all’Europa di impegnarsi maggiormente per la libertà religiosa e perché gli impegni presi a Helsinki e a Vienna non restino lettera morta». Tauran ha evidenziato il fatto che «la libertà religiosa è lontana dall’essere assicurata nelle zone di influenza dell’Osce. In certi Paesi leggi recenti hanno instaurato discriminazioni tra comunità di credenti. In altri Paesi non si assicura alcuno statuto giuridico a certe Chiese minoritarie». In molti altri casi «l’autonomia delle comunità pur riconosciute è gravemente limitata». La difesa della libertà religiosa, ha detto il “ministro degli Esteri” vaticano, è fondamentale anche per mantenere la «credibilità dell’Europa la cui cultura riposa sulle libertà fondamentali della persona, solidarietà, coesione sociale e rifiuto dell’esclusione».


Irlanda
Comunione in una chiesa protestante per la presidente irlandese e l’ambasciatrice americana

Mary McAleese, la neopresidente della Repubblica d’Irlanda, e Jean Kennedy Smith, ambasciatrice Usa a Dublino e sorella del presidente assassinato John, pur essendo cattoliche hanno fatto la comunione nella cattedrale protestante della capitale. La notizia ha avuto ampio risalto sui mass media. La Conferenza episcopale irlandese, attraverso il portavoce, ha criticato il fatto e si è augurata che non si ripeta.


Francia
Celebrata la 72a Settimana sociale dei cattolici

Si è svolta, nei primi giorni dello scorso dicembre, a Issy-les-Moulineaux, la 72a Settimana sociale dei cattolici francesi, dedicata al tema delle migrazioni. È emersa in quell’occasione la proposta di organizzare, «attraverso accordi intergovernativi, degli scambi che possano risultare favorevoli sia ai Paesi di partenza, sia ai Paesi di accoglienza, grazie ad apposite procedure di rimpatrio». È stato indicato anche un obbiettivo preciso: «Entro il prossimo decennio, tutti gli immigrati attivi siano considerati come dei collaboratori e tutti i Paesi d’origine come degli alleati». «Sarà grande la tentazione» è stato ricordato «di proiettare a livello europeo il fantasma della fortezza assediata. Ma ormai è venuto il momento di capovolgere radicalmente quel processo che fa sì che vediamo gli immigrati diventare dapprima clandestini, quindi emarginati, poi esclusi».


Ex Sant’Uffizio
Revocata la scomunica a Balasuriya

A distanza di un anno è stata revocata la scomunica inflitta al teologo sri-lankese Tissa Balasuriya, dell’ordine degli Oblati di Maria Immacolata (Omi). Ne ha dato notizia il 15 gennaio con un comunicato l’arcivescovo di Colombo Nicholas Marcus Fernando. Balasuriya, che era stato scomunicato con un decreto della Congregazione per la dottrina della fede del 2 gennaio dello scorso anno (cfr. 30Giorni n. 3, marzo 1997, pagg. 30-33), ha sottoscritto, senza riserve, la professione di fede di papa Paolo VI (il cosiddetto Credo del popolo di Dio) invece che la formula appositamente preparata per lui dall’ex Sant’Uffizio, dichiarando comunque che entrambe esprimono la stessa fede della Chiesa.


Civiltà Cattolica 1
Dottori della Chiesa? Se martiri sì. Per i papi più problematico

In futuro il titolo di dottore della Chiesa potrebbe essere concesso anche ai martiri, mentre è meglio che non venga concesso ai papi. Sono due considerazioni riportate dal padre gesuita Giandomenico Mucci nell’articolo Il titolo di “dottore della Chiesa” pubblicato sull’ultimo numero del ’97 della Civiltà Cattolica. Mucci, in questo caso, condivide e ripropone le tesi espresse dal francescano Umberto Betti, già rettore della Pontificia Università Lateranense, in un saggio pubblicato nell’88. «Poiché il titolo di dottore della Chiesa» scrive Mucci «si fonda specificatamente sulla eminens doctrina, esso non può essere occultato sotto un qualsiasi altro dono di santità posseduto dal candidato al titolo dottorale. Perciò anche un martire, nel quale la Chiesa riconosce la eminens doctrina (Ignazio, Ireneo, Cipriano), può essere elevato al dottorato, nonostante la diversa prassi storica». «Sembra problematica» aggiunge poi Mucci «la concessione del titolo di dottore della Chiesa universale a un santo che è stato Romano Pontefice. Infatti i documenti del suo magistero sono autorevoli non a motivo della eminens doctrina posseduta come personale dono di grazia, ma in forza dell’ufficio che lo costituì supremo pastore e dottore di tutti i fedeli».
Nello stesso articolo Mucci ricorda quali sono i santi e beati che sono in lista di attesa per il titolo di dottore. Si tratta di sei donne (santa Veronica Giuliani, santa Ildegarda di Bingen, santa Gertrude di Helfta, santa Brigida di Svezia, santa Margherita Maria Alacoque, beata Giuliana di Norwich) e 12 uomini (san Gregorio di Narek, san Giovanni Bosco, san Giovanni d’Avila, santi Cirillo e Metodio, san Lorenzo Giustiniani, sant’Antonino di Firenze, san Tommaso da Villanova, sant’Ignazio di Loyola, san Vincenzo de’ Paoli e san Luigi Maria Grignion de Montfort. Per san Bernardino da Siena manca invece «soltanto l’atto finale riservato al Santo Padre»).

Civiltà Cattolica 2
La grazia della fede

La Civiltà Cattolica, nell’editoriale del numero del 17 gennaio (Elementi essenziali della fede cristiana), fa una carrellata dei più autorevoli interventi della Chiesa cattolica per chiarire «la vera natura» della fede e per «condannare taluni modi di comprenderla che rischiavano di distruggerla o di travisarla gravemente». L’elenco comincia con il Concilio di Cartagine (418), che condannò la dottrina di Pelagio, il quale negava «che si dovesse amministrare il battesimo ai bambini “per remissione dei peccati” [in remissionem peccatorum], non avendo essi commesso nessun peccato». Poi la rivista dei gesuiti romani ricorda il secondo Concilio di Orange, che, «benché locale», «fu richiamato dal Concilio di Trento e dal Vaticano I e II – e dunque ha una grande autorità –». Civiltà Cattolica rievoca poi il Decreto sulla Giustificazione del Concilio di Trento e rammenta come lo storico protestante Adolf von Harnack abbia scritto che «è lecito dubitare se la Riforma avrebbe potuto svilupparsi qualora questo decreto fosse stato emesso al Concilio Lateranense (V) al principio del secolo (XVI), e qualora fosse passato in carne e sangue della Chiesa». L’editoriale ricorda da ultimo la costituzione dogmatica Dei Filius del Concilio Vaticano I (e riporta le parole del libro del teologo gesuita Avery Dulles dal titolo Il fondamento delle cose sperate. Teologia della fede cristiana [Brescia, Queriniana, 1997]: «Nei limiti della sua prospettiva culturale, produsse [sulla fede] un documento di rimarchevole ricchezza, concisione, equilibrio e coerenza») e la costituzione dogmatica Dei Verbum del Vaticano II.


Civiltà Cattolica 3
«Non casuale» la coincidenza tra le morti di Lady Di e Madre Teresa

La Civiltà Cattolica, nell’editoriale del 3 gennaio scorso intitolato Bilancio di un anno «normale», ha ricordato «un caso emblematico di questa fine di secolo: la morte di lady Diana Spencer […] e quella di Madre Teresa. […] La commozione popolare per le due defunte» continua l’editoriale della rivista dei gesuiti «ha rivelato l’ammirazione e l’affetto che la gente nutre per le persone che sanno essere semplici e vicine tanto alla gente comune quanto a chi soffre, anche dimenticando, nel caso di lady Diana, le cose non belle e non edificanti della sua vita; che tuttavia è stata vista come la vita di una giovane donna affascinante e sfortunata. Dal punto di vista cristiano possiamo pensare che la coincidenza delle due morti non sia stata casuale».


Santa Sede
Accordo con il Land Sassonia-Anhalt

Il 15 gennaio è stato firmato a Magdeburgo un accordo fra Santa Sede e il Land Sassonia-Anhalt con cui vengono regolate questioni di comune interesse. Si tratta del quarto accordo con un Land che apparteneva alla ex Germania orientale. I precedenti sono stati firmati con il Libero Stato di Sassonia (cfr. 30Giorni n. 10, ottobre 1996, pp. 16-17), con il Libero Stato di Turingia (cfr. 30Giorni, n. 7/8, luglio-agosto 1997, pp. 26-27) e con il Land Meclemburgo-Pomerania anteriore (cfr. 30Giorni, n. 10, ottobre 1997, pag. 20).


Rota Romana
Il Papa crea una commissione interdicasteriale

In occasione del suo discorso di inizio d’anno alla Rota Romana Giovanni Paolo II ha annunciato che «allo scopo di favorire una sempre migliore amministrazione della giustizia, sia nei profili sostanziali che in quelli processuali, ho istituito una commissione interdicasteriale incaricata di preparare un progetto di Istruzione circa lo svolgimento dei processi riguardanti le cause matrimoniali».


Vaticano
Discorso d’inizio d’anno al corpo diplomatico: assenti e presenti d’eccezione

Il 10 gennaio Giovanni Paolo II ha tenuto la tradizionale udienza di inizio d’anno al corpo diplomatico presso la Santa Sede. Attualmente i Paesi che intrattengono relazioni diplomatiche con il Vaticano sono 167. Gli ultimi ad averle allacciate lo scorso anno sono la Libia, la Repubblica cooperativa di Guyana e l’Angola. Mancano ancora all’appello una ventina di Paesi («con l’eccezione della Repubblica popolare cinese» ha fatto notare Radio Vaticana «si tratta in maggioranza di Paesi musulmani, come l’Arabia Saudita, l’Afghanistan, gli Emirati Arabi Uniti, la Somalia, lo Yemen»).
Per la prima volta dopo tanti anni il decano del corpo diplomatico che ha salutato Giovanni Paolo II non è stato più l’ambasciatore della Costa d’Avorio, che è andato in pensione lo scorso anno, ma il rappresentante della Repubblica democratica del Congo-ex Zaire, Atembina-Te-Bombo, a Roma dall’86. Te-Bombo è rimasto indenne nel drammatico passaggio di poteri che è avvenuto a Kinshasa (a tal proposito si vocifera che i sacri palazzi abbiano discretamente interceduto presso Kabila affinché non cambiasse il suo rappresentante: in questo caso infatti decano del corpo diplomatico sarebbe diventato l’ambasciatore di Baghdad, con tutte le complicazioni del caso…).
Fra le matricole presenti il 10 gennaio c’era anche la nuova ambasciatrice statunitense, Corinne Lindy Claiborne Boggs. Nonostante l’età (ha più di ottant’anni) la Boggs ha dichiarato nei suoi primi contatti in Vaticano che non sarà un soprammobile («l’ho detto a Clinton: se voleva una party-girl era meglio che mi lasciava a casa, anche perché i party di New Orleans sono migliori di quelli di Roma…»).
Assenti invece il rappresentante della Libia (nonostante se ne conosca già il nome) e l’ambasciatrice della Gran Bretagna (ha compiuto gli anni della pensione pochi giorni prima del 10 gennaio e le procedure del Foreign Office sono inflessibili: in questo caso l’ambasciatore deve abbandonare la sua residenza senza proroghe). Assente anche l’ambasciatore di Israele. Poiché l’udienza si è svolta di sabato, il rappresentante di Tel Aviv non ha potuto rompere il precetto ebraico che gli impedisce di usare la macchina e di compiere più di un certo numero di passi a piedi. A questo proposito si deve ricordare che prima dell’allacciamento dei rapporti diplomatici tra Santa Sede e Israele le udienze annuali al corpo diplomatico venivano sempre fatte di sabato. Dal ’95 invece, per evitare che il rappresentante israeliano sia sempre assente, si svolgono alternativamente di lunedì (’95 e ’97) e di sabato (’96 e ’98). Quest’anno comunque l’ambasciatore israeliano non ha voluto mancare al ricevimento che tradizionalmente il corpo diplomatico offre al cardinale segretario di Stato nel pomeriggio successivo all’udienza. Lo ha potuto fare grazie a un escamotage: si è trasferito il venerdì sera dalla sua residenza all’hotel (il Cavalieri Hilton) dove si sarebbe svolto il ricevimento, e così il giorno successivo (senza superare il numero di passi consentito dal precetto sabbatico) vi ha potuto partecipare.


Cei
Iniziative per il sostentamento dei sacerdoti

Sovvenire News, il bollettino dell’ufficio Cei che si occupa del servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, nel suo numero di dicembre, regala, per la prima volta, «a tutti coloro che hanno fatto un’offerta deducibile intestata all’Istituto centrale sostentamento clero, un dono: il calendario 1998 completo anche di informazioni tecniche (appuntamenti, scadenze, modalità, ecc.), su come sostenere la Chiesa attraverso l’otto per mille e le offerte deducibili per il sostentamento dei sacerdoti».


Roma
Morto il vescovo ausiliare Salimei

Il 3 gennaio, dopo una lunga sofferenza e parziale inabilità, è morto Giulio Salimei, il vescovo ausiliare di Roma di più antica nomina (1973). Era nato nel maggio del ’24 a Roma. Attualmente solo uno dei sei rimanenti vescovi ausiliari di Roma è originario dell’Urbe.


L’Osservatore
Sacerdoti e missionari uccisi nel 1997

Hanno offerto la vita per testimoniare Cristo: con questo titolo l’Osservatore Romano del 30 dicembre ha presentato ai lettori l’elenco di vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose che sono stati uccisi nel 1997. Questi i nomi: suor Christine d’Herouville, missionaria saveriana di nazionalità francese, uccisa in Ciad il 15 gennaio; reverendo Larry Timmons, sacerdote irlandese ucciso in Kenya il 22 gennaio; padre Guy Pinard, missionario canadese dei Missionari d’Africa, ucciso a Kampanga (Ruanda) il 2 febbraio mentre distribuiva la comunione ai fedeli della sua parrocchia; monsignor Benjamin de Jesus, vicario apostolico dell’isola di Jolo, nelle Filippine, ucciso nell’isola di Jolo-Sulu il 4 febbraio; reverendo Ngozi Isidi, ucciso in Nigeria il 17 febbraio; don Antoine Hatagekimana, don Emmanuel Munyakazi, don Jean Uwizeyimana, don Norbert Mulino Ubona Mihigo, don François Xavier Muyoboke, don Urbain Twagirayezu, don Etienne Kabera, don Augustin Nkuli Kiyumukiza, suor Félicité Mukamihogo, suor Clotilde Nyirabakungu, suor Marie-Francine Nyirarikundu, tutti ruandesi, uccisi in Zaire il 25 febbraio; padre Daniele Badiali Masironi, missionario italiano, ucciso il 25 marzo dopo un periodo di sequestro; quaranta giovani seminaristi, uccisi in Burundi per mano di guerriglieri nella notte tra il 28 e il 29 aprile; suor Griet Bosmans, missionaria belga, uccisa in Ruanda il 29 aprile; suor Claudine-Germaine Buchwolder, missionaria elvetica, uccisa in Burundi il 3 maggio; i reverendi Isaïe Habakurama e Pascal Yiriwahandi, uccisi in Ruanda l’11 maggio; padre Thomas Anchanikal, gesuita, ucciso in India il 24 ottobre; padre Ciro Martinez, sacerdote paraguayano, ucciso in Paraguay il 3 novembre; don José Nedumattathil, salesiano, ucciso in India il 22 novembre; padre Samuel Calderon Pena, ucciso in Colombia l’8 dicembre; padre Thomas Gafney, gesuita americano, ucciso in Nepal il 14 dicembre.


Verso gli altari
Padre Pio e la figlia del re di Francia

Lo scorso 18 dicembre la Congregazione delle cause dei santi ha promulgato, alla presenza del Santo Padre, i decreti sull’eroicità delle virtù di dieci «servi di Dio», tra cui padre Pio da Pietrelcina, al secolo Francesco Forgione, nato a Pietrelcina (Benevento) nel 1887 e morto a San Giovanni Rotondo (Foggia) nel 1968. Parlando di lui, Paolo VI disse ai superiori maggiori dell’ordine Cappuccino il 20 febbraio 1971: «Succederà per voi il miracolo che è successo per padre Pio, guardate che fama ha avuto! Che clientela mondiale ha adunato intorno a sé! Ma perché? Forse perché era un filosofo? Perché era un sapiente? Perché aveva mezzi a disposizione? Perché diceva la messa umilmente, confessava dal mattino alla sera, ed era, difficile a dire, rappresentante stampato delle stimmate di nostro Signore. Era uomo di preghiera e di sofferenza».
Lo stesso 18 dicembre, la Congregazione delle cause dei santi ha promulgato il decreto sulle virtù eroiche di Teresa di Sant’Agostino (Versailles, 1737-1787), figlia di Luigi XV re di Francia. Fu monaca professa dell’ordine dei Carmelitani scalzi.


Compleanni
Festeggiati con un libro i settanta anni di Ratzinger

Per i settant’anni del cardinale Joseph Ratzinger, compiuti il 16 aprile, le Edizioni San Paolo hanno presentato un volume (Alla scuola della verità) dedicato al porporato che guida la Congregazione per la dottrina della fede dall’81. L’opera (che contiene i contributi di alcuni cardinali) è stata presentata il 21 dicembre nella Basilica romana di Santa Maria in Trastevere con una conferenza organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio. Hanno partecipato, oltre allo stesso Ratzinger, il presidente della Comunità, il professor Andrea Riccardi – che ha svolto una relazione sulla “romanità” del porporato bavarese –, e l’ex presidente della Repubblica italiana Francesco Cossiga.


Concistoro
Annunciati venti nuovi cardinali (più due in pectore)

Domenica 18 gennaio, prima della preghiera dell’Angelus, Giovanni Paolo II ha annunciato che il 21 febbraio, vigilia della festa della Cattedra di San Pietro, terrà un concistoro nel quale nominerà venti nuovi cardinali. Si tratterà del settimo Concistoro dell’attuale Pontefice (Paolo VI ne celebrò sei).
Dei cardinali designati, 19 sono “elettori” e uno è ultraottantenne. Giovanni Paolo II ha inoltre annunciato di aver riservato «in pectore la nomina a cardinale di due Presuli».
Il 21 febbraio, dopo che saranno creati i venti nuovi cardinali, il Sacro Collegio conterà 166 porporati, di cui 123 elettori. Giovanni Paolo II, derogando – senza abolirlo – al limite stabilito da Paolo VI nella Costituzione apostolica Romano pontifici eligendo con cui si stabiliva in 120 il numero massimo di cardinali elettori, ha infatti nominato tre cardinali in più di quelli previsti (gli italiani Cheli, Colasuonno e Monduzzi). A dire il vero Giovanni Paolo II ne aveva previsti quattro in più, ma il quarto, l’arcivescovo croato Giuseppe Uhac, segretario di Propaganda Fide, è deceduto poche ore prima dell’Angelus. Non è la prima volta che Giovanni Paolo II sfora il numero dei 120: è già accaduto nel ’79 (per un giorno) e nell’88 (per un mese). Questa volta bisognerà aspettare, salvo sorprese, otto mesi (ottobre) prima che i cardinali under 80 tornino a quota 120.
Ecco di seguito i nomi dei cardinali designati con una breve nota biografica:
– Jorge Arturo Medina Estévez. Cileno, 72 anni il prossimo dicembre, vescovo emerito di Valparaiso, dal ’96 alla guida della Congregazione per il culto divino e la liturgia dei sacramenti. Ha fatto parte del comitato di redazione del Catechismo della Chiesa cattolica.
– Alberto Bovone. Piemontese, 76 anni a giugno, dal ’95 a capo della Congregazione delle cause dei santi. In precedenza aveva lavorato, come sottosegretario e segretario alla Congregazione per la dottrina della fede.
– Darío Castrillón Hoyos. Colombiano, 69 anni a luglio, arcivescovo emerito di Bucaramanga, dal ’96 alla guida della Congregazione per il clero. In precedenza era stato anche segretario generale e presidente del Consiglio episcopale latinoamericano. Con lui diventano due i porporati colombiani nella Curia romana (l’altro è Alfonso López Trujillo) mentre non ce n’è nessuno in patria.
– Lorenzo Antonetti. Piemontese, 76 anni a luglio. Già nunzio apostolico a Parigi, dal ’95 è presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica.
– James Francis Stafford. Statunitense, 66 anni a luglio. Arcivescovo emerito di Denver, dal ’96 è alla guida del Pontificio Consiglio per i laici. Il ruolo di per sé non è cardinalizio. I suoi predecessori avevano rivestito sempre la porpora (anche se l’avevano ricevuta prima di essere nominati a questo ufficio).
– Salvatore De Giorgi. Pugliese, 68 anni a settembre. Già vescovo di Oria, Foggia, Taranto, ex assistente generale dell’Azione cattolica, dal ’96 è arcivescovo di Palermo. Quando venne chiamato a quest’ultimo incarico era l’unico vescovo in Sicilia non originario dell’isola.
– Serafim Fernandes De Araújo. Brasiliano, 74 anni ad agosto. Dall’86 è arcivescovo di Belo Horizonte. Considerato un «pastore tradizionale ma non tradizionalista», è stato vicepresidente della Conferenza episcopale. È il terzo brasiliano designato alla porpora da Giovanni Paolo II.
– Antonio María Rouco Varela. Spagnolo, 62 anni ad agosto, dal ’94 arcivescovo di Madrid. È stato preferito al nuovo arcivescovo di Toledo. Anche nella penisola iberica la capitale politica è ormai considerata più importante della antica sede primaziale.
– Aloysius Matthew Ambrozic. Del clero di Toronto, ma nato in Slovenia 68 anni fa. Arcivescovo di Toronto dal ’90, è il secondo porporato nato in Slovenia della storia (il primo fu Jakub Misia, arcivescovo di Gorizia, nominato ad inizio secolo).
– Jean Balland. Francese, 64 anni a luglio. Dal ’95 è arcivescovo di Lione. In precedenza era stato arcivescovo di Reims dove aveva dato inizio alle celebrazioni per il 15° centenario del battesimo di re Clodoveo.
– Dionigi Tettamanzi. Lombardo, 64 anni a marzo. Teologo moralista, già arcivescovo di Ancona e segretario generale della Conferenza episcopale italiana (Cei), è arcivescovo di Genova dal ’95. Apprezzato dai confratelli della penisola, nel ’95 venne eletto vicepresidente della Cei per l’Italia settentrionale al primo turno con 128 voti su 224 (il secondo ne racimolò solo 26; mentre per la carica di vice per l’Italia centrale la spuntò Alberto Ablondi di Livorno su Alessandro Plotti di Pisa solo al terzo turno).
– Polycarp Pengo. Africano, 54 anni ad agosto. Vescovo dall’83, teologo moralista, nel ’92 è succeduto nella guida dell’arcidiocesi di Dar-es-Salaam (Tanzania) al cardinale Laurean Rugambwa, primo porporato di colore della storia. Attualmente è anche membro della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi.
– Christoph Schönborn. Austriaco, nato in Boemia 53 anni fa. Domenicano, dal ’95 è arcivescovo di Vienna. In precedenza era stato docente di Teologia e segretario del comitato di redazione del Catechismo della Chiesa cattolica. Con lui diventano tre i porporati di Vienna (primato condiviso con Santiago del Cile).
– Norberto Rivera Carrera. Messicano, 56 anni a giugno, dal ’95 arcivescovo di Città del Messico. Si è fatto notare durante il recente Sinodo americano (cfr. l’articolo Vedi alla lettera “R” come Romero, pubblicato in questo numero alle pagine 26-27).
– Francis Eugene George. Statunitense, 61 anni compiuti a gennaio, oblato di Maria Immacolata. Dall’aprile del ’97 è arcivescovo di Chicago, dove è succeduto a Joseph Bernardin.
– Paul Shan Kuo-hsi. È la vera sorpresa della nuova infornata di cardinali. Nato nella Cina continentale più di 74 anni fa, presidente della Conferenza episcopale regionale cinese (Taiwan). Gesuita, dal ’91 è vescovo di Kaohsiung (seconda città di Taiwan: diocesi con una popolazione di oltre tre milioni e mezzo di abitanti e circa 45mila cattolici). È il terzo cardinale cinese designato da Giovanni Paolo II (gli altri due sono John Baptist Wu Cheng-chung, già parroco a Taiwan, dall’88 cardinale vescovo di Hong-Kong, e Ignatius Gong Pin-mei, cardinale in pectore nel ’79, pubblicato nel ’91, residente negli Stati Uniti). In precedenza erano stati creati cardinali altri due cinesi: Tien Keng Hsin, creato da Pio XII nel ’46 e morto nel ’68, e Paul Yu Pin, creato da Paolo VI nel ’69 e morto nel ’78, poco prima del conclave che elesse Giovanni Paolo I. Entrambi erano nati nella Cina continentale ma risiedevano a Taiwan.
– Adam Kozlowiecki. È l’unico ultraottantenne designato alla porpora in questo Concistoro. Gesuita, 87 anni ad aprile, è uno degli ultimi tre vescovi polacchi ex prigionieri di Dachau ancora viventi. Missionario in Africa è stato arcivescovo di Lusaka (Zambia) dal ’59 al ’69, quando gli successe Emmanuel Milingo.
– Giovanni Cheli. Torinese, 80 anni il prossimo ottobre. Già osservatore permanente all’Onu, dall’88 è presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti.
– Francesco Colasuonno. Pugliese, 73 anni compiuti a gennaio. Nunzio apostolico in Italia dal novembre ’94, in precedenza era stato nunzio itinerante in Europa orientale e rappresentante pontificio a Mosca. Anche il suo predecessore, Carlo Furno, era stato creato cardinale a 73 anni (nel ’94, dopo che era stato nunzio a Roma dal ’92).
– Dino Monduzzi. Romagnolo di Brisighella, in questo secolo è il quinto cardinale che proviene da questa cittadina di circa ottomila abitanti. 76 anni ad aprile, dall’87 prefetto della Casa pontificia. Il suo predecessore, il francese Jacques Martin, venne creato cardinale nell’88, due mesi prima di compiere 80 anni.
– Due cardinali in pectore. Quando Giovanni Paolo II ne pubblicherà i nomi conosceremo la loro identità. Se l’attuale Pontefice dovesse scomparire prima di farlo la loro designazione è nulla. Su chi siano sono circolate varie ipotesi giornalistiche (un cinese residente nella Cina continentale, un cinese patriottico ma segretamente in comunione con Roma, un vietnamita, l’arcivescovo di Algeri, il patriarca latino di Gerusalemme, l’amministratore apostolico della Russia europea, l’arcivescovo di Leopoli dei latini, il sostituto alla Segreteria di Stato, il rettore della Pontificia Università Lateranense…).


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