Rubriche
tratto dal n.09 - 2009


PAPA

«L’uomo cerca meglio e trova più facilmente Dio “con la preghiera che con la discussione”»


L’abbazia di Chiaravalle a Milano

L’abbazia di Chiaravalle a Milano

All’udienza generale di mercoledì 21 ottobre, papa Benedetto XVI ha parlato di san Bernardo di Chiaravalle. Questa la conclusione: «A volte si pretende di risolvere le questioni fondamentali su Dio, sull’uomo e sul mondo con le sole forze della ragione. San Bernardo, invece, solidamente fondato sulla Bibbia e sui Padri della Chiesa, ci ricorda che senza una profonda fede in Dio, alimentata dalla preghiera e dalla contemplazione, da un intimo rapporto con il Signore, le nostre riflessioni sui misteri divini rischiano di diventare una vano esercizio intellettuale, e perdono la loro credibilità. La teologia rinvia alla “scienza dei santi”, alla loro intuizione dei misteri del Dio vivente, alla loro sapienza, dono dello Spirito Santo, che diventano punto di riferimento del pensiero teologico. Insieme a Bernardo di Chiaravalle, anche noi dobbiamo riconoscere che l’uomo cerca meglio e trova più facilmente Dio “con la preghiera che con la discussione”. Alla fine, la figura più vera del teologo e di ogni evangelizzatore rimane quella dell’apostolo Giovanni, che ha poggiato il suo capo sul cuore del Maestro. Vorrei concludere queste riflessioni su san Bernardo con le invocazioni a Maria, che leggiamo in una sua bella omelia. “Nei pericoli, nelle angustie, nelle incertezze”, egli dice, “pensa a Maria, invoca Maria. Ella non si parta mai dal tuo labbro, non si parta mai dal tuo cuore; e perché tu abbia a ottenere l’aiuto della sua preghiera, non dimenticare mai l’esempio della sua vita. Se tu la segui, non puoi deviare; se tu la preghi, non puoi disperare; se tu pensi a lei, non puoi sbagliare. Se ella ti sorregge, non cadi; se ella ti protegge, non hai da temere; se ella ti guida, non ti stanchi; se ella ti è propizia, giungerai alla meta”».




MONDO

Il Nobel a Obama, l’umiltà di Niebuhr e il messianismo politico


Obama con la famiglia [© Associated Press/LaPresse]

Obama con la famiglia [© Associated Press/LaPresse]

«Obama dice spesso che la sua ascesa è frutto di americani come Reinhold Niebuhr, un autore che stima per aver raccomandato al Paese non il messianismo politico ma l’umile consapevolezza dei propri limiti [...]. I gesti e le parole possono molto. Creano storie e cammini nuovi. Willy Brandt che il 7 dicembre 1970 cade d’un tratto in ginocchio di fronte al memoriale del ghetto distrutto di Varsavia non aveva ancora riconosciuto la linea Oder-Neisse tra Germania e Polonia. Quel gesto cambiò tutto, prima che lo scabro itinerario cominciasse. Così Obama a Philadelphia, al Cairo, a Notre Dame, all’Onu». È la conclusione dell’editoriale de La Stampa dell’11 ottobre, a firma di Barbara Spinelli, a commento del premio Nobel per la pace assegnato, due giorni prima, al presidente degli Stati Uniti Barack Obama.




GERMANIA

Westerwelle: emanciparsi dall’11 settembre


Guido Westerwelle, ministro degli Esteri del nuovo governo Merkel [© Associated Press/LaPresse]

Guido Westerwelle, ministro degli Esteri del nuovo governo Merkel [© Associated Press/LaPresse]

«Dopo la riunificazione, la Germania ha trovato la sua prima priorità di politica estera in Europa, ma dalla fine del vecchio ordine non nacque automaticamente un ordine nuovo. Guardiamo al dibattito allora negli Usa: l’unico dato scontato era che gli Usa avrebbero indicato la strada. Isolazionismo, “gendarme del mondo”, cooperazione o atteggiamento unilaterale, tutti i modelli erano sul tavolo. Poi venne l’11 settembre 2001, e la questione trovò presto una risposta. Per otto anni quella data è stata l’ordine di grandezza dell’agenda internazionale. Oggi siamo arrivati al momento in cui dobbiamo emanciparci dall’11 settembre come momento di svolta e di ancoraggio della politica internazionale». È il passaggio di un discorso del leader del Partito liberaldemocratico tedesco, e nuovo ministro degli Esteri della Germania, Guido Westerwelle, pubblicato su la Repubblica del 30 settembre.





Benedetto XVI con Riccardo Di Segni [© Associated Press/LaPresse]

Benedetto XVI con Riccardo Di Segni [© Associated Press/LaPresse]

Incontri/1
Riccardo Di Segni e Benedetto XVI

«È la prosecuzione di una strada d’incontro». Così il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, sul Corriere della Sera del 14 ottobre, ha commentato l’annuncio della visita del Papa alla Sinagoga di Roma, in programma per il prossimo 17 gennaio.


Incontri/2
Bagnasco, i rabbini e la controversia sulla preghiera per gli ebrei

«“La Conferenza episcopale italiana ribadisce che non è intenzione della Chiesa cattolica operare attivamente per la conversione degli ebrei”. Eccola, nero su bianco, la frase che ricompone la frattura nata dopo la reintroduzione della preghiera in latino del Venerdì Santo, Oremus et pro Judaeis, con l’invocazione affinché gli ebrei “riconoscano Gesù”». In questo modo un articolo del Corriere della Sera del 23 settembre ha sintetizzato una nota della Cei relativa all’incontro tra il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, il rabbino Giuseppe Laras, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, e Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma. Nell’articolo si registra anche la soddisfazione degli interlocutori del porporato per la felice conclusione della controversia.


Santi/1
Obama lieto per la canonizzazione di padre De Veuster

«“Jozef De Veuster è un esempio valido anche oggi per combattere l’Aids”. Lo ha scritto il presidente Usa Obama in un messaggio a papa Benedetto XVI, per la canonizzazione del santo di origine belga che curò i lebbrosi nelle Hawaii». La notizia è apparsa su la Repubblica del 12 ottobre. Jozef Damiaan De Veuster (1840-1889), sacerdote della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria e dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento dell’altare, è stato canonizzato l’11 ottobre, insieme ai beati Zygmunt Szczesny Felinski, vescovo, Francisco Coll y Guitart, domenicano, Rafael Arnáiz Barón, cistercense, e Marie de la Croix Jugan, fondatrice della Congregazione delle Piccole sorelle dei poveri.


Santi/2
Messori, il beato Faà di Bruno e la piccola Bernadette

Sul Corriere della Sera del 12 ottobre Vittorio Messori ha scritto un articolo sull’importanza dei santi nella storia umana e nella vita cristiana di tutti i giorni. E ha parlato dei suoi santi, quelli cui è stato affidato all’atto del battesimo (i vari Vittore, Vittorino, Vittorio e Giorgio, suo secondo nome), e quelli verso i quali nutre una devozione particolare. A proposito di questi ultimi, dopo aver accennato a Francesco Faà di Bruno, santo contemporaneo di don Bosco, scrive: «Ecco Bernadette Soubirous, l’analfabeta miserabile che Maria scelse per affidarle il messaggio di Lourdes. Il dies natalis di questa santa corrisponde a quello del mio compleanno: una coincidenza che ha contribuito ad alimentare verso di lei fiducia e amore. Joseph Ratzinger è nato in quello stesso giorno e non a caso ha confermato più volte di avere anch’egli quella piccola tra i patroni più influenti in cielo e, grazie a lei, di avere Lourdes tra i luoghi più cari. I tanti santi Vittorio e il Giorgio declassato, seppur ancora patrono di Genova e della Gran Bretagna, non me ne vorranno: la ricchezza cristiana concede simili libertà».


Curia/1
Turkson presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace

Il 24 ottobre Benedetto XVI ha nominato il cardinale africano Peter Kodwo Appiah Turkson nuovo presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Il neonominato prende il posto del cardinale italiano Renato Raffaele Martino, che compie 77 anni a novembre. Turkson, 61 anni, sacerdote dal 1975, era stato eletto arcivescovo di Cape Coast in Ghana nell’ottobre 1992. Giovanni Paolo II lo ha creato cardinale nel concistoro del 21 ottobre 2003. La nomina di Turkson è stata annunciata in chiusura del secondo Sinodo africano in cui Turkson ha avuto l’incarico di relatore generale.


Curia/2
Monteiro de Castro segretario del Sacro Collegio

Il 21 ottobre il Papa ha nominato segretario del Collegio cardinalizio l’arcivescovo portoghese Manuel Monteiro de Castro. La carica è associata a quella di segretario della Congregazione per i Vescovi, cui Monteiro de Castro era stato nominato lo scorso 3 luglio.


Curia/3
Suriani delegato per le rappresentanze pontificie

Il 24 settembre Benedetto XVI ha nominato l’arcivescovo abruzzese Luciano Suriani delegato per le rappresentanze pontificie in Segreteria di Stato. Originario di Atessa, provincia di Chieti e arcidiocesi di Chieti-Vasto, Suriani è stato ordinato sacerdote nel 1981.
Diplomatico della Santa Sede, ha prestato servizio nelle rappresentanze pontificie in Costa d’Avorio, in Svizzera, nella seconda sezione della Segreteria di Stato (come segretario particolare per otto anni dell’arcivescovo, oggi cardinale, Jean-Louis Tauran quando era «ministro degli Esteri» vaticano), nella nunziatura apostolica in Italia. Nel febbraio 2008 è arrivata la nomina ad arcivescovo e nunzio apostolico in Bolivia. Consacrato nell’aprile successivo, ha preso servizio a La Paz dove è rimasto per pochi mesi. Per problemi di salute, ora superati, è dovuto infatti rientrare in Vaticano come nunzio a disposizione della prima sezione.


Curia/4
Nuovi segretari alla Famiglia e a Giustizia e Pace

Il 22 ottobre il Papa ha nominato segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia il francese Jean Laffitte, 57 anni, finora vicepresidente della Pontificia Accademia per la Vita, elevandolo in pari tempo alla sede vescovile titolare di Entrevaux. Ordinato sacerdote nel 1989 per la diocesi di Autun, Laffitte è membro della Comunità dell’Emmanuel. Dal 1994 è stato docente e, per un triennio (1999-2001), vicepreside del Pontificio Istituto “Giovanni Paolo II” per studi su matrimonio e famiglia. Dal 2003 è consultore della Congregazione per la Dottrina della fede. Vicepresidente della Pontificia Accademia per la Vita dal 2006, nel 2005 è stato per alcuni mesi sotto-segretario del medesimo Pontificio Consiglio per la Famiglia.
Sempre il 22 ottobre il Papa ha nominato segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace il veneto don Mario Toso, salesiano, 59 anni, elevandolo in pari tempo alla sede vescovile titolare di Bisarcio. Entrato nei salesiani nel 1967, Toso è stato ordinato sacerdote nel 1978. Ha conseguito la laurea in Filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (1978); la licenza in Filosofia presso l’Università Pontificia Salesiana (1981); la licenza in Teologia presso l’Università Pontificia Lateranense (1982). Dal 1980 docente presso l’Università Pontificia Salesiana, nel 1991 diventa professore ordinario di Filosofia teoretica; dal 1994 al 2000 è stato decano della facoltà di Filosofia della medesima Università e, dal 2003 al 2009, ne è stato rettore magnifico.


Italia
Moro, il riscatto preparato dalla Chiesa e i simboli

La trattativa per liberare Aldo Moro dalle Brigate rosse? «Quando si può usare il denaro tutto è più semplice. Per Moro la Chiesa si era adoperata ed erano stati trovati i soldi, ma prevalsero questioni di altra natura, anche simboliche...». È la conclusione di un’intervista rilasciata dallo storico esponente del Partito socialista italiano Rino Formica al Corriere della Sera del 21 ottobre.


Diplomazia/1
Ventura nuovo nunzio in Francia

Il 23 settembre Benedetto XVI ha nominato l’arcivescovo lombardo Luigi Ventura, 65 anni a dicembre, nunzio apostolico in Francia. Il presule, originario di Borgosatollo, provincia e diocesi di Brescia, è stato ordinato sacerdote nel 1969. Nel 1978 è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede. Ha svolto la propria missione nelle nunziature di Brasile, Bolivia e Gran Bretagna. Nel 1984 venne chiamato a lavorare nella seconda sezione della Segreteria di Stato, quella che cura i rapporti con gli Stati. Ha collaborato anche nella segreteria particolare del cardinale Agostino Casaroli, segretario di Stato fino al 1990. Nel 1995 arrivò la nomina ad arcivescovo e nunzio apostolico in Costa d’Avorio, Burkina Faso e Niger. Nominato rappresentante pontificio in Cile nel 1999, dal 2001 era nunzio in Canada.


Diplomazia/2
Nuovi ambasciatori di Filippine, Olanda e Stati Uniti presso la Santa Sede

Il 2 ottobre il Papa ha ricevuto, con separate udienze, le lettere credenziali dei nuovi ambasciatori delle Filippine, dei Paesi Bassi e degli Stati Uniti presso la Santa Sede. Nuova rappresentante di Manila è Mercedes Arrastia Tuason, 79 anni, membro della Pro-Life Foundation Inc. e anche vicepresidente del consiglio di amministrazione della Crociata per il Rosario delle Famiglie.
Nuovo ambasciatore dell’Olanda è la baronessa H.J.C. Maria van Lynden-Leijten, 59 anni, già ambasciatore in Bulgaria e dal 2005 direttore del Dipartimento per l’Africa del Nord e il Medio Oriente presso il Ministero degli Affari esteri.
Da Washington è arrivato infine Miguel Humberto Díaz, 46 anni, professore di Teologia, presidente dell’Academy of Catholic Hispanic Theologians of the United States e membro della Karl Rahner Society e della Catholic Theological Society of America.


Diplomazia/3
Nuovo delegato della Comunità europea presso la Santa Sede

Il 19 ottobre il Papa ha ricevuto il nuovo capo della delegazione della Commissione delle Comunità europee presso la Santa Sede. Si tratta di Yves Gazzo, 63 anni, nato in Algeria, di nazionalità francese. Dal 2003 era capo della rappresentanza della Commissione europea in Francia.




PAPA

Gli apostoli non hanno iniziato a organizzare, hanno aspettato l’azione di Dio, hanno aspettato lo Spirito Santo


La Pentecoste

La Pentecoste

Il 5 ottobre, in apertura dei lavori del Sinodo dei vescovi per l’Africa, papa Benedetto XVI ha tenuto una breve meditazione dopo la preghiera dell’Ora Terza. Questo l’incipit: «Abbiamo dato inizio ora al nostro incontro sinodale invocando lo Spirito Santo e sapendo bene che noi non possiamo in questo momento realizzare quanto c’è da fare per la Chiesa e per il mondo: solo nella forza dello Spirito Santo possiamo trovare quanto è retto e poi attuarlo. E tutti i giorni inizieremo il nostro lavoro invocando lo Spirito Santo con la preghiera dell’Ora Terza Nunc sancte nobis Spiritus. Perciò vorrei adesso, insieme con voi, meditare un po’ questo inno, che apre il lavoro di ogni giorno, sia adesso nel Sinodo, ma anche dopo nella vita nostra quotidiana. “Nunc sancte nobis Spiritus”. Noi preghiamo che la Pentecoste non sia solo un avvenimento del passato, il primo inizio della Chiesa, ma sia oggi, anzi adesso: “Nunc sancte nobis Spiritus”. Preghiamo che il Signore adesso realizzi l’effusione del suo Spirito e ricrei di nuovo la sua Chiesa e il mondo. Ci ricordiamo che gli apostoli dopo l’Ascensione non hanno iniziato – come forse sarebbe stato normale – a organizzare, a creare la Chiesa futura. Hanno aspettato l’azione di Dio, hanno aspettato lo Spirito Santo. Hanno compreso che la Chiesa non si può fare, che non è il prodotto della nostra organizzazione: la Chiesa deve nascere dallo Spirito Santo. Come il Signore stesso è stato concepito ed è nato dallo Spirito Santo, così anche la Chiesa deve essere sempre concepita e nascere dallo Spirito Santo. Solo con questo atto creativo di Dio noi possiamo entrare nell’attività di Dio, nell’azione divina e collaborare con Lui».
In un altro passaggio il Papa si è soffermato sul significato, per i cristiani, della parola confessio: «Nel capitolo X della Lettera ai Romani san Paolo interpreta la confessione del capitolo XXX del Deuteronomio. In quest’ultimo testo sembra che gli ebrei, entrando nella forma definitiva dell’alleanza, nella Terra Santa, abbiano paura e non possano realmente rispondere a Dio come dovrebbero. Il Signore dice loro: non abbiate paura, Dio non è lontano. Per arrivare a Dio non è necessario attraversare un oceano ignoto, non sono necessari viaggi spaziali nel cielo, cose complicate o impossibili. Dio non è lontano, non è dall’altra parte dell’oceano, in questi spazi immensi dell’universo. Dio è vicino. È nel tuo cuore e sulle tue labbra, con la parola della Torah, che entra nel tuo cuore e si annuncia nelle tue labbra. Dio è in te e con te, è vicino. San Paolo sostituisce, nella sua interpretazione, la parola Torah con la parola confessione e fede. Dice: realmente Dio è vicino, non sono necessarie spedizioni complicate per arrivare a Lui, né avventure spirituali o materiali. Dio è vicino, con la fede è nel tuo cuore, e con la confessione è sulle tue labbra. È in te e con te. Realmente Gesù Cristo con la sua presenza ci dà la parola della vita. Così entra, nella fede, nel nostro cuore. Abita nel nostro cuore e nella confessione portiamo la realtà del Signore al mondo, a questo nostro tempo. Mi sembra questo un elemento molto importante: il Dio vicino. Le cose della scienza, della tecnica comportano grandi investimenti: le avventure spirituali e materiali sono costose e difficili. Ma Dio si dona gratuitamente. Le cose più grandi della vita – Dio, amore, verità – sono gratuite. Dio si dà nel nostro cuore. Direi che dovremmo spesso meditare questa gratuità di Dio: non c’è bisogno di grandi doni materiali o anche intellettuali per essere vicini a Dio. Dio si dona gratuitamente nel suo amore, è in me nel cuore e sulle labbra. Questo è il coraggio, la gioia della nostra vita».


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