Rubriche
tratto dal n.02/03 - 2010


STORIA

La psicoanalisi e Hitler


Adolf Hitler

Adolf Hitler

«Un quadretto, dieci centimetri per venti, quasi una cartolina. La firma: “A. Hitler 1910”. E una scritta sul retro, a matita, in italiano: “Studio medico Sigmund Freud”». Questo l’incipit di un articolo apparso sul Corriere della Sera il 14 febbraio e intitolato L’acquerello di Hitler all’asta. «Era nello studio di Freud». Di seguito, l’articolo spiega come il quadro sia stato «portato in Italia da un giovane soldato americano, subito dopo la guerra, che sosteneva di averlo preso dall’ambulatorio di Freud». Nell’articolo, pur con tutti i dubbi del caso, sono avanzate alcune ipotesi su come Freud possa esser venuto in possesso della tela. Questa la conclusione: «Certo, nulla finora aveva fatto credere che i due si fossero “conosciuti”. È anche possibile [...] che l’acquerello fosse stato comprato da una segretaria o da un Freud ignaro di chi ne fosse l’autore. Forse – sempre che la scritta non sia opera di un falsario o lo scherzo di un burlone che si è divertito a incrociare sul fronte e sul retro i due destini – non sapremo mai se Freud quel quadro l’ha “clinicamente” studiato. Ma è anche bizzarro pensare che ci sia passato tante volte davanti, senza accorgersi di nulla».




LIBRI

L’esorcista, il demonio e la Chiesa


Padre  Amorth, IMemorie di un esorcista. La mia vita in lotta contro Satana/I, Piemme,  Milano 2010,  224 pp., euro 15,00

Padre Amorth, IMemorie di un esorcista. La mia vita in lotta contro Satana/I, Piemme, Milano 2010, 224 pp., euro 15,00

«Il Papa crede in pieno nella pratica della liberazione dal Male. Perché il diavolo alberga in Vaticano. Ho confidenze con persone che lo confermano. Naturalmente è difficile trovare le prove. E comunque, se ne vedono le conseguenze. Cardinali che non credono in Gesù, vescovi collegati con il demonio. Quando si parla di “fumo di Satana” nelle sacre stanze è tutto vero. Anche queste ultime storie di violenze e di pedofilia». Parole di padre Amorth, il più noto esorcista della Chiesa di Roma, rilasciate a Marco Ansaldo su la Repubblica del 10 marzo in un’intervista intitolata Io esorcista e il demonio nella Chiesa.





Nancy Pelosi [© Associated Press/LaPresse]

Nancy Pelosi [© Associated Press/LaPresse]

Usa/1
La riforma sanitaria e san Giuseppe

«Oggi è la festa di san Giuseppe lavoratore, che è particolarmente importante per gli italoamericani; e oggi ricordiamo e preghiamo san Giuseppe perché faccia del bene ai lavoratori dell’America, e questo è esattamente quello che la legge sulla riforma sanitaria farà». Così Nancy Pelosi, presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, in una conferenza stampa del 19 marzo. La citazione di san Giuseppe da parte dell’esponente democratico è comparsa su La Stampa del 22 marzo.


Usa/2
Le suore e gli ospedali cattolici approvano la riforma sanitaria

Alla vigilia del voto che ha sancito l’approvazione della riforma sanitaria negli Stati Uniti, le suore americane si sono schierate in favore della legge voluta da Barack Obama. Così si legge sul Corriere della Sera del 19 marzo: «In una lettera al Congresso, Network, un gruppo che comprende tutti i 50 ordini e congregazioni religiose femminili d’America, ha sollecitato il passaggio del decreto, in nome del diritto alla vita [...]. L’uscita delle suore americane segue la presa di posizione della Catholic Health Association, che comprende 600 ospedali e 1.400 case di cura cattoliche».


Chiesa/3
Crociata: è Dio che viene incontro

«Il tempo è favorevole perché riscopriamo con rinnovato stupore che Dio ci viene incontro, noncurante di ciò che siamo e di ciò che abbiamo potuto commettere. Chinandosi su di noi Egli ci afferra nel nostro inesorabile precipitare in un vuoto senza fondo». Così monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, nell’omelia per la messa del Mercoledì delle Ceneri con i sacerdoti, le religiose e i laici dipendenti della segreteria generale, riportata, in sintesi, sull’Avvenire del 18 febbraio. «La nostra iniziativa», ha concluso il presule, «sta tutta nella capacità che Egli ci dà di rispondere, di accogliere, di assecondare il Suo tutto».


Chiesa/4
Padre Lombardi contro il fondamentalismo anche cristiano

Agli inizi di marzo la Nigeria è stata teatro di eccidi che hanno colpito alcune comunità cristiane. In riferimento a questi tragici eventi, padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede e di Radio Vaticana, ha ribadito quanto già affermato dai vescovi locali, ovvero che si è trattato di scontri che non hanno «natura religiosa, ma sociale». In un’intervista apparsa sul Corriere della Sera del 9 marzo, ha poi precisato: «Esiste anche un fondamentalismo cristiano di gruppi o sette impegnate in un proselitismo intenso, che magari suscitano le reazioni di altri fondamentalismi contrari e violenti. Capita che i cristiani e i cattolici in particolare si trovino in difficoltà perché viene fatto di ogni erba un fascio. La Chiesa, invece, ha sempre avuto un atteggiamento aperto al dialogo e rispettoso. L’essenziale è creare le condizioni per una convivenza nella pace».


Sacro Collegio
Maida, Williams e Herranz compiono ottant’anni

Nel mese di marzo tre porporati hanno compiuto ottant’anni. Il 18 marzo lo statunitense Adam Joseph Maida, dal 1990 al 2009 arcivescovo di Detroit. Il 20 il neozelandese Thomas Stafford Williams, dal 1979 al 2005 arcivescovo di Wellington. Il 31 lo spagnolo Julián Herranz, del clero dell’Opus Dei, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi. A fine marzo quindi il Sacro Collegio risulta composto da 182 cardinali di cui 108 elettori in un eventuale conclave.


Mondo
I militari Usa non vogliono l’attacco all’Iran

L’Iran? «Il regime è in difficoltà. Difficile prevedere quanto possa durare. Le Guardie rivoluzionarie vorrebbero cambiare questa dinamica. È verosimile che i pasdaran stiano cercando di spingere Israele ad attaccare. Questo permetterebbe loro di riunire la popolazione in difesa della nazione». Così lo statunitense Joseph Cirincione, uno dei massimi esperti internazionali di disarmo nucleare, intervistato su La Stampa del 2 marzo. E, alla domanda sulla possibilità di un attacco israeliano all’Iran senza il via libera americano, ha risposto: «È possibile, ma molto improbabile. I militari americani non vogliono cominciare una terza guerra in Medio Oriente. Il capo di stato maggiore, l’ammiraglio Mullen, ha spiegato qualche giorno fa che un attacco avrebbe “conseguenze indesiderate”».


Curia/1
Commissione internazionale su Medjugorje

Il 17 marzo la Sala Stampa vaticana ha diffuso la notizia che presso la Congregazione per la Dottrina della fede è stata costituita, sotto la presidenza del cardinale Camillo Ruini, una Commissione internazionale di inchiesta sui “fenomeni” di Medjugorje. La Commissione, «composta da cardinali, vescovi, periti ed esperti», lavorerà «in maniera riservata» e sottoporrà l’esito del proprio «studio» allo stesso dicastero.


Curia/2
Enrico Dal Covolo ha predicato gli esercizi spirituali

Dal 21 al 27 febbraio si sono tenuti in Vaticano gli esercizi spirituali per la Curia romana. A predicarli Benedetto XVI ha chiamato quest’anno don Enrico Dal Covolo, postulatore generale della famiglia salesiana, che ha proposto delle meditazioni sul tema: “Lezioni” di Dio e della Chiesa sulla vocazione sacerdotale. Al termine degli esercizi il Papa, rivolgendosi al «caro don Enrico», lo ha ringraziato «di tutto cuore» per «il modo appassionato e molto personale col quale ci ha guidato nel cammino verso Cristo, nel cammino di rinnovamento del nostro sacerdozio».


Italia
Di Cerbo vescovo di Alife-Caiazzo

Il 6 marzo monsignor Valentino Di Cerbo, 67 anni a settembre, dal 2002 capo ufficio della sezione italiana della Segreteria di Stato, è stato nominato vescovo di Alife-Caiazzo in Campania. Di Cerbo, originario di Frasso Telesino (Benevento), è stato ordinato sacerdote nel 1968 ed era incardinato nella diocesi di Roma.


Diplomazia
Nuovi incarichi a nunzi

Il 17 febbraio l’arcivescovo campano Alessandro D’Errico, dal 2005 nunzio apostolico in Bosnia-Erzegovina, è stato fatto rappresentante pontificio anche in Montenegro. Il 20 febbraio l’arcivescovo tanzaniano Novatus Rugambwa, nominato nunzio in São Tomé e Príncipe lo scorso 6 febbraio, è stato fatto anche rappresentante pontificio in Angola. Il 13 marzo l’arcivescovo irlandese Eugene Martin Nugent, nominato nunzio in Madagascar il 13 febbraio, è stato fatto anche rappresentante pontificio in Maurizio e nelle Seychelles. Il 27 marzo l’arcivescovo croato Petar Rajic, nominato nunzio in Kuwait, Bahrein e Qatar lo scorso dicembre, è stato fatto anche rappresentante pontificio in Yemen ed Emirati Arabi Uniti.




CHIESA/1

Benedetto XVI contro la pedofilia


ILasciate che i bambini vengano a me/I, Galleria d’Arte Moderna, Firenze

ILasciate che i bambini vengano a me/I, Galleria d’Arte Moderna, Firenze

Il 19 marzo, solennità di san Giuseppe patrono della Chiesa universale, papa Benedetto XVI ha firmato la Lettera pastorale ai cattolici d’Irlanda, che affronta i crimini di pedofilia all’interno della Chiesa. Riportiamo alcuni brani.
Alle vittime di abuso e alle loro famiglie: «Avete sofferto tremendamente e io ne sono veramente dispiaciuto. So che nulla può cancellare il male che avete sopportato. È stata tradita la vostra fiducia, e la vostra dignità è stata violata. Molti di voi avete sperimentato che, quando eravate sufficientemente coraggiosi per parlare di quanto vi era accaduto, nessuno vi ascoltava. Quelli di voi che avete subito abusi nei convitti dovete aver percepito che non vi era modo di fuggire dalle vostre sofferenze. È comprensibile che voi troviate difficile perdonare o essere riconciliati con la Chiesa. A suo nome esprimo apertamente la vergogna e il rimorso che tutti proviamo. Allo stesso tempo vi chiedo di non perdere la speranza. È nella comunione della Chiesa che incontriamo la persona di Gesù Cristo, egli stesso vittima di ingiustizia e di peccato. Come voi, egli porta ancora le ferite del suo ingiusto patire. Egli comprende la profondità della vostra pena e il persistere del suo effetto nelle vostre vite e nei vostri rapporti con altri, compresi i vostri rapporti con la Chiesa. So che alcuni di voi trovano difficile anche entrare in una chiesa dopo quanto è avvenuto. Tuttavia, le stesse ferite di Cristo, trasformate dalle sue sofferenze redentrici, sono gli strumenti grazie ai quali il potere del male è infranto e noi rinasciamo alla vita e alla speranza. Credo fermamente nel potere risanatore del suo amore sacrificale – anche nelle situazioni più buie e senza speranza – che porta la liberazione e la promessa di un nuovo inizio».
Ai sacerdoti e ai religiosi che hanno abusato dei ragazzi: «Avete tradito la fiducia riposta in voi da giovani innocenti e dai loro genitori. Dovete rispondere di ciò davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti. Avete perso la stima della gente dell’Irlanda e rovesciato vergogna e disonore sui vostri confratelli. Quelli di voi che siete sacerdoti avete violato la santità del sacramento dell’Ordine sacro, in cui Cristo si rende presente in noi e nelle nostre azioni. Insieme al danno immenso causato alle vittime, un grande danno è stato perpetrato alla Chiesa e alla pubblica percezione del sacerdozio e della vita religiosa.Vi esorto a esaminare la vostra coscienza, ad assumervi la responsabilità dei peccati che avete commesso e a esprimere con umiltà il vostro rincrescimento [...]. Il sacrificio redentore di Cristo ha il potere di perdonare persino il più grave dei peccati e di trarre il bene dal più terribile dei mali. Allo stesso tempo, la giustizia di Dio esige che rendiamo conto delle nostre azioni senza nascondere nulla».
Ai sacerdoti e ai religiosi d’Irlanda: «Tutti noi stiamo soffrendo come conseguenza dei peccati di nostri confratelli che hanno tradito una consegna sacra o non hanno affrontato in modo giusto e responsabile le accuse di abuso. Di fronte all’oltraggio e all’indignazione che ciò ha provocato, non soltanto tra i laici ma anche tra voi e le vostre comunità religiose, molti di voi si sentono personalmente scoraggiati e anche abbandonati. Sono consapevole inoltre che agli occhi di alcuni apparite colpevoli per associazione, e siete visti come se foste in qualche modo responsabili dei misfatti di altri. In questo tempo di sofferenza, voglio darvi atto della dedizione della vostra vita di sacerdoti e religiosi e dei vostri apostolati, e vi invito a riaffermare la vostra fede in Cristo, il vostro amore verso la sua Chiesa e la vostra fiducia nella promessa di redenzione, di perdono e di rinnovamento interiore del Vangelo. In questo modo, dimostrerete a tutti che dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia (cfr. Rm 5, 20)».




CHIESA/2

Bagnasco: la misteriosa e gratuita “precedenza divina”


Angelo Bagnasco [© Romano Siciliani]

Angelo Bagnasco [© Romano Siciliani]

«“Vi supplico in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (2Cor 5, 20): non c’è nulla di abitudinario né di ciclicamente scontato nella riproposta del tempo quaresimale. Non c’è, anzitutto, un nostro agitarci, ma c’è piuttosto l’iniziativa di Dio, c’è una misteriosa e gratuita “precedenza divina”: a noi rimane il compito di lasciarci raggiungere, di arrenderci all’amore e alla sua chiamata. Solo Dio infatti può attirarci». Questo l’incipit della prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, al Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, il 22 marzo. Nell’intervento, accennando alle polemiche che si sono levate contro il Papa in seguito allo scandalo di sacerdoti pedofili, il presule ha voluto esprimere, a nome dei vescovi italiani, la vicinanza al Papa, con queste parole: «Quanto più, da qualche parte, si tenta inutilmente di sfiorare la sua limpida e amabile persona, tanto più il popolo di Dio a lui guarda commosso e fiero. Anche per questo gli rinnoviamo la nostra vicinanza ancora più forte e grata, l’affetto profondo e la nostra piena e concreta comunione». Il cardinale ha così terminato il suo intervento: «Concludo ricordando un laico cattolico, Vittorio Bachelet, che giusto trent’anni or sono – il 12 febbraio 1980 – veniva proditoriamente, ma anche illusoriamente ucciso sulla gradinata della sua Università. Egli diceva: “In questa fase di passaggio, in questa svolta della civiltà alla quale ha voluto rispondere il Concilio Vaticano II nel cui solco fecondo noi abbiamo lavorato e ci impegniamo a lavorare, occorre soprattutto una forza spirituale che testimoni, nella povertà dei mezzi umani, la sua fedeltà a Cristo, in una carità aperta e libera verso tutti i fratelli facendosi trasparente al Suo volto. Però questo”, aggiungeva, “non si fa senza dare la propria vita: come ha fatto padre Massimiliano Kolbe nel campo di concentramento, ma come ciascuno di noi può e deve fare ogni giorno perché un fratello, perché i fratelli abbiano un poco più di vita” (Vittorio Bachelet, Discorsi 1964-1973)».


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