Rubriche
tratto dal n.05 - 2010


Convegni ecumenici di Bose

Comunione e solitudine nella tradizione spirituale ortodossa


Il monastero di Bose

Il monastero di Bose

Dall’8 all’11 settembre 2010 il monastero di Bose (Magnano, provincia di Biella) ospiterà il XVIII convegno ecumenico internazionale, organizzato con il patrocinio del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e del Patriarcato di Mosca. Quest’anno il simposio è dedicato a “Comunione e solitudine” nella tradizione spirituale ortodossa. Tra i relatori, oltre al priore della Comunità di Bose Enzo Bianchi, figurano i vescovi ortodossi Irinej di Backa e Kallistos di Diokleias. Per informazioni e iscrizioni: Tel. +39 015.679.185; Fax +39 015.679.294; e-mail: convegni@monasterodibose.it.





«Hegel è il pensatore cristocentrico per eccellenza»

«Hegel è il pensatore cristocentrico per eccellenza»

Chiesa/1
Il cardinale Cottier e la religione della Shoah

Il Foglio del 3 aprile ha pubblicato un articolo in cui il cardinale Georges Cottier sviluppa una critica nei confronti della “religione della Shoah” di Emil Fackenheim. «Il pensiero di Fackenheim è un’espressione di spicco della “religione della Shoah” così chiamata e analizzata da Alain Besançon. La tragedia della Shoah, che ha colpito il popolo ebraico e che ha ferito in maniera incancellabile la sua memoria, è unica, a tal punto che il paragone con altre tragedie è rigettato come una blasfemia [...] La “religione della Shoah” fa dell’esperienza del silenzio di Dio vissuta da tante vittime innocenti una categoria metafisica. La relazione a Dio diviene estranea alla definizione dell’unicità dell’evento. Rimane soltanto la “fedeltà a sé stesso del popolo ebraico” [...]. Se la Shoah, come l’interpreta Fackenheim, è il centro della storia, questo significa che si sostituisce a Cristo. Ma come, se Dio ne è assente, tale evento può avere un valore redentore? O non c’è redenzione o la redenzione diviene l’autoredenzione dell’uomo, dalla quale Dio è stato espulso. Siamo nella logica dell’umanesimo ateo. Per Fackenheim, leggiamo, “Hegel è il pensatore cristocentrico per eccellenza”. Ma Hegel rappresenta in realtà una gnosi cristologica, nella quale la fede in Cristo non può riconoscersi».


Chiesa/2
Una difesa laica del Papa

Il 14 aprile, Piero Ostellino ha firmato l’editoriale del Corriere della Sera dal titolo Una difesa laica del Papa. Questa la conclusione: «Si sta manifestando, inoltre, un vistoso paradosso. A essere oggetto degli attacchi più aspri è proprio l’attuale Pontefice, che ha il merito indubbio di aver fatto opera di trasparenza all’interno della Chiesa, su un fenomeno troppo a lungo sottaciuto, e di aver cercato di definire, e distinguere, gli ambiti dei tribunali civili, riconoscendone le prerogative in tema di persecuzione del reato di pedofilia, secondo la legge civile, e quelli propri della Chiesa, rivendicandone l’autonomia nella condanna dei peccati e nella redenzione dei peccatori, secondo il diritto canonico e la propria predicazione (si chiama carità cristiana). Nonostante questo, oggi Benedetto XVI rischia di passare come il Papa che ha coperto la pedofilia dei sacerdoti. La distinzione fra peccato e reato è parte integrante della nostra cultura e della nostra civiltà, alla quale non possiamo rinunciare. Essa sanziona la differenza, e la distanza, fra lo Stato democratico-liberale, fondato sui diritti e le garanzie individuali, e lo Stato teocratico: un ordinamento oppressivo che, come hanno tragicamente provato i totalitarismi anche di un recente passato, non s’identifica solo nel connubio fra trono e altare, ma, anche e soprattutto, nell’illusione razionalista e nel tentativo volontaristico di cambiare, con mezzi coercitivi, la natura dell’uomo. Di fronte allo spettacolo inquietante cui stiamo assistendo, stupisce, infine, la grande quantità di spettatori che rimangono silenti in un’apparente indifferenza. Come se la stessa nostra democrazia liberale non fosse debitrice del messaggio cristiano che ha posto al centro la sacralità e l’inviolabilità della persona».


Chiesa/3
“La rilevanza pubblica” e i costi del carisma comunicativo

«Questo Pontefice, snobbato un po’ da tutti, nonostante le parole di deferenza curiale che lo circondano, sta forse trovando un suo inatteso profilo. In un momento difficilissimo per la Chiesa in Europa, di cui solo nel nostro superficiale Paese non ci si accorge. Può darsi che questo profilo risulti impopolare, perché segnala dimensioni di spiritualità che non sono consuete per una Chiesa che ama proiettarsi verso “la rilevanza pubblica”, con la presunzione di possedere in esclusiva il monopolio della moralità. Una Chiesa che ha ancora nostalgia del grande carisma comunicativo, senza rendersi conto dei costi che gli sono stati pagati». È un passaggio dell’editoriale de La Stampa del 21 giugno, a firma di Gian Enrico Rusconi.


Sacro Collegio
La morte dei cardinali Špidlík, Mayer e Poggi

Il 16 aprile è scomparso il cardinale gesuita moravo Tomáš Špidlík, novant’anni compiuti a dicembre. Il 30 aprile è poi venuto meno il porporato tedesco Paul Augustin Mayer, benedettino, prefetto emerito della Congregazione per il Culto divino: avrebbe compiuto 99 anni a maggio. Il 4 maggio è morto il cardinale italiano Luigi Poggi, archivista e bibliotecario emerito di santa romana Chiesa, 92 anni compiuti a novembre. Al 24 giugno il Sacro Collegio risulta composto da 179 membri di cui 108 elettori in un eventuale conclave.


Curia
Un nuovo segretario e due nuovi sottosegretari ai Pontifici Consigli. Corbellini alla Commissione disciplinare

Il 6 maggio lo scalabriniano italiano padre Gabriele Ferdinando Bentoglio è stato nominato sottosegretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti. Era procuratore generale e segretario generale della propria Congregazione religiosa.
Il 14 giugno il monsignore brasiliano José Aparecido Gonçalves de Almeida, cinquant’anni, è stato nominato sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi; dal 1994 era officiale del dicastero.
Il 22 giugno l’italiano Giovanni Pietro Dal Toso, 46 anni a ottobre, è stato nominato segretario del Pontificio Consiglio «Cor Unum». Ordinato sacerdote nel 1989 per la diocesi di Bolzano-Bressanone, entrato nel dicastero nel 1996, dal giugno 2004 ne era sottosegretario.
L’11 maggio, poi, il vescovo Giorgio Corbellini, 63 anni, presidente dell’Ufficio del lavoro della Sede apostolica, è stato nominato anche presidente della Commissione disciplinare della Curia romana.


Onu
Per un Medio Oriente senza ordigni nucleari

«Usa, Cina, Francia, Russia e Gran Bretagna, i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu con potere di veto, si sono espressi ieri a favore della proposta di creare un’area libera dalle armi atomiche in Medio Oriente. In una nota diffusa dal Palazzo di Vetro, dove è in corso la Conferenza per la revisione del trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), i rappresentanti dei cinque Stati sostengono di voler dare “seguito alla risoluzione del Tnp del 1995” per realizzare un’area mediorientale “libera da armi nucleari” e di “distruzione di massa”. Il pronunciamento, avvenuto su richiesta dell’Egitto, è un’implicita forma di pressione su Israele, che malgrado non lo abbia mai riconosciuto ufficialmente, è l’unica potenza mediorientale dotata di testate nucleari». Così sul Corriere della Sera del 7 maggio.


Katyn
Il riavvicinamento tra Polonia e Russia

«Il 7 aprile ero a Katyn con il premier Tusk, e sono stato profondamente impressionato dal discorso di Putin. Per la prima volta egli ha detto così chiaramente che il totalitarismo era colpevole di quella strage. Senza la verità riconosciuta dalle due nazioni non ci può essere riconciliazione polacco-russa [...]. Voglio sottolineare che la verità su Katyn e sul motivo per cui quei leader polacchi vi si stavano recando si è sparsa attraverso la Russia. Non avrebbe potuto accadere senza che ne fossero a conoscenza Putin e Medvedev. È un fatto di straordinaria importanza politica, riguarda la Russia stessa e la sua posizione verso l’Europa e la cultura europea [...]. Sta succedendo qualcosa di nuovo e di buono sotto i nostri occhi». È il commento dello statista polacco Tadeusz Mazowiecki alla tragedia di Katyn, in un’intervista apparsa su la Repubblica del 14 aprile scorso sotto il titolo Dalla seconda tragedia di Katyn il disgelo tra Mosca e Varsavia.


Italia
Moretti a Salerno e Santucci a Massa Carrara

Il 19 maggio monsignor Giovanni Santucci, 51 anni, originario di Pietrasanta (arcidiocesi di Pisa e provincia di Lucca), dal 1999 vescovo di Massa Marittima-Piombino, è stato nominato vescovo di Massa Carrara-Pontremoli.
Il 10 giugno l’arcivescovo Luigi Moretti, vicegerente del Vicariato di Roma, è stato nominato arcivescovo metropolita di Salerno-Campagna-Acerno. Originario di Cittareale, provincia e diocesi di Rieti, Moretti è stato ordinato sacerdote nel 1974 per la diocesi di Roma. Nominato prelato segretario del Vicariato nel 1993, nel 1998 è stato eletto vescovo ausiliare e nel 2003 vicegerente.


Diplomazia/1
Pennacchio nunzio in India

L’8 maggio l’arcivescovo Salvatore Pennacchio è stato nominato nunzio apostolico in India. Originario di Marano (Na), 57 anni, ordinato sacerdote per la diocesi di Aversa nel 1976, nel novembre 1998 era stato nominato arcivescovo e nunzio in Ruanda. Dal 2003 era rappresentante pontificio in Thailandia, Singapore, Cambogia e delegato apostolico in Myanmar, Laos, Malaysia e Brunei.


Diplomazia/2
Nuovi ambasciatori di Macedonia, Belgio, Repubblica Democratica del Congo, Emirati Arabi Uniti, Mongolia e Benin

Il 22 aprile il Papa ha ricevuto le lettere credenziali del nuovo ambasciatore di Macedonia, Gioko Gjorgjevski, 42 anni, professore di Teologia.
Il 23 aprile è stata la volta del nuovo ambasciatore del Belgio, Charles Ghislain, 59 anni, diplomatico di carriera, già rappresentante in Uzbekistan, Armenia e Georgia con residenza a Bruxelles.
Il 29 aprile è toccato al nuovo ambasciatore della Repubblica Democratica del Congo, Jean-Pierre Hamuli Mupenda, 66 anni, diplomatico di carriera.
Il 20 maggio è stata la volta dei nuovi ambasciatori degli Emirati Arabi Uniti (la signora Hissa Abdulla Ahmed Al-Otaiba, 52 anni, prima rappresentante dopo l’allacciamento dei rapporti diplomatici con la Santa Sede, ambasciatrice anche in Spagna dove risiede) e della Mongolia (Lnvsantseren Orgil, 47 anni, già advisor per le politiche estere del presidente).
Il 28 maggio è toccato infine al nuovo ambasciatore del Benin, il primo a risiedere stabilmente nell’Urbe, Comlanvi Théodore Loko, 56 anni, diplomatico di carriera.




Papa

Preghiere e stima per la Chiesa e per il nobile popolo cinese


Matteo Ricci

Matteo Ricci

«Padre Ricci non si reca in Cina per portarvi la scienza e la cultura dell’Occidente, ma per portarvi il Vangelo, per far conoscere Dio. Egli scrive: “Per più di vent’anni ogni mattina e ogni sera ho pregato in lacrime verso il Cielo. So che il Signore del Cielo ha pietà delle creature viventi e le perdona […]. La verità sul Signore del Cielo è già nei cuori degli uomini. Ma gli esseri umani non la comprendono immediatamente e, inoltre, non sono inclini a riflettere su una simile questione” ( Il vero significato del “Signore del Cielo”, Roma 2006, pp. 69-70). Ed è proprio mentre porta il Vangelo, che padre Ricci trova nei suoi interlocutori la domanda di un confronto più ampio, così che l’incontro motivato dalla fede diventa anche dialogo fra culture; un dialogo disinteressato, libero da mire di potere economico o politico, vissuto nell’amicizia, che fa dell’opera di padre Ricci e dei suoi discepoli uno dei punti più alti e felici nel rapporto fra la Cina e l’Occidente». Con queste parole Benedetto XVI ha voluto ricordare, nel quarto centenario della morte, la figura di padre Matteo Ricci. E ha concluso: «Anch’io, come padre Matteo Ricci, esprimo oggi la mia profonda stima al nobile popolo cinese e alla sua cultura millenaria, convinto che un loro rinnovato incontro con il cristianesimo apporterà frutti abbondanti di bene, come allora favorì una pacifica convivenza tra i popoli. Grazie». L’intervento del Papa è stato pubblicato su L’Osservatore Romano del 30 maggio con il titolo Preghiere e stima per la Chiesa e per il nobile popolo cinese.




Papa

L’assassinio del vescovo Luigi Padovese


Il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, celebra i funerali di monsignor Padovese, in Duomo, il 14 giugno 2010 BR[© Associated Press/LaPresse]

Il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, celebra i funerali di monsignor Padovese, in Duomo, il 14 giugno 2010 BR[© Associated Press/LaPresse]

«Sono profondamente addolorato per la morte di monsignor Padovese, che ha anche molto contribuito per la preparazione del Sinodo; ha collaborato, e sarebbe stato un elemento prezioso in questo Sinodo. Raccomandiamo alla bontà del Signore la sua anima. Questa ombra, tuttavia, non ha niente a che fare con i temi stessi e con la realtà del viaggio, perché non dobbiamo attribuire alla Turchia o ai turchi questo fatto. È una cosa sulla quale abbiamo poche informazioni. Sicuro è che non si tratta di un assassinio politico o religioso; si tratta di una cosa personale. Aspettiamo ancora tutte le spiegazioni, ma non vogliamo adesso mescolare questa situazione tragica con il dialogo con l’islam». Sono le parole di Benedetto XVI a commento dell’assassinio di monsignor Luigi Padovese, ucciso a Iskenderun, in Turchia, il 3 giugno, pronunciate il 4 giugno nell’incontro con i giornalisti durante il volo verso Cipro.




Chiesa

L’impotenza della Croce e l’onnipotenza di Dio


Benedetto XVI e lo sceicco Nazim a Cipro [© Associated Press/LaPresse]

Benedetto XVI e lo sceicco Nazim a Cipro [© Associated Press/LaPresse]

Durante la recente visita a Cipro, Benedetto XVI ha reso noto l’instrumentum laboris dell’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi che si riunirà a Roma nel prossimo ottobre. «C’è un punto rivelatore del documento», ha commentato Giancarlo Zizola su la Repubblica del 7 giugno, «laddove svolge una critica esplicita (e nuova in questa forma) ai gruppi fondamentalisti cristiani che “arrivano a giustificare, basandosi sulla Sacra Srittura, l’ingiustizia politica imposta ai palestinesi”. Torna in mente l’invettiva di Urs von Balthasar, un amico di Ratzinger, contro i nuclei di “mamelucchi cristiani, pronti a roteare le spade alla conquista del mondo”, col rischio di “rendere sospetta e odiosa la Chiesa sia presso i cristiani sia presso i non cristiani”. “Chi fa tali cose”, diceva il teologo e cardinale, “non ha esatta idea né dell’impotenza della Croce né dell’onnipotenza di Dio”».




Medio Oriente

Appello per la pace della Diaspora ebraica


Bernard-Henri Lévy [© Associated Press/LaPresse]

Bernard-Henri Lévy [© Associated Press/LaPresse]

«Ancora una volta l’esistenza di Israele è in pericolo. Il pericolo non proviene soltanto dalla minaccia di nemici esterni, ma dall’occupazione e dalla continua espansione delle colonie in Cisgiordania e nei quartieri arabi di Gerusalemme Est, un errore morale e politico che alimenta, inoltre, un processo di crescente, intollerabile delegittimazione di Israele in quanto Stato». Sono parole dell’“Appello alla ragionevolezza” che gli animatori di “JCall” (“European jewish call for reason”) hanno diffuso il 3 maggio scorso. Tra loro, Bernard-Henri Lévy, Alain Finkielkraut e Daniel Cohn-Bendit. La petizione di “JCall” (che s’ispira all’associazione americana “JStreet”, fondata nel 2008 per favorire la pace fra israeliani e palestinesi), considera «essenziale che l’Unione europea a fianco degli Stati Uniti eserciti una pressione forte sulle parti in lotta e le aiuti a giungere a una composizione ragionevole e rapida del conflitto. L’Europa, in ragione della sua storia, ha una grande responsabilità in questa regione del mondo». L’Appello, in cui si sottolinea la fondamentale importanza per il futuro di Israele di «un accordo di pace con il popolo palestinese sulla base del principio di “due popoli, due Stati”», invoca «la solidarietà degli ebrei della Diaspora». «Allinearsi in modo acritico alla politica del governo israeliano», si legge tra l’altro, «è pericoloso perché va contro i veri interessi dello Stato d’Israele», la cui sopravvivenza «in quanto Stato ebraico e democratico» è «strettamente legata alla creazione di uno Stato palestinese sovrano e autosufficiente».


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