Rubriche
tratto dal n.11 - 2010


Ignazio di Loyola


Vincenzo D’Ascenzi, IIgnazio di Loyola/I, Edizioni Messaggero, Padova 2009, 192 pp., euro 12,00

Vincenzo D’Ascenzi, IIgnazio di Loyola/I, Edizioni Messaggero, Padova 2009, 192 pp., euro 12,00

Una rivisitazione della figura di Ignazio di Loyola per meglio comprendere le radici e i compiti dei Gesuiti dalle origini fino ad oggi. Ed è essenzialmente la dimensione di uomo “di frontiera” tra la Chiesa e il mondo quella che Vincenzo D’Ascenzi mette in risalto nel suo Ignazio di Loyola, pubblicato dalle Edizioni Messaggero di Padova.
«Attualmente chi pensa alla storia della Compagnia di Gesù, pensa a un Ordine dedito all’insegnamento scolastico, un Ordine di dotti teologi, di scrittori, di alti burocrati ecclesiastici e impegnato da diversi anni a questa parte nel campo dei mass media. […] Ma negli anni decisivi della nostra vicenda noi non eravamo esattamente così, non eravamo come la storia successiva dell’Ordine ci avrebbe riflessi. Eravamo dei mendicanti veramente poveri e volevamo esserlo; lungo le vie della Francia e dell’Italia prendevamo alloggio nei luridi ospizi per i poveri di allora; curavamo gli ammalati negli ospedali, svolgendo mansioni ben diverse da quelle svolte dal personale sanitario delle vostre cliniche moderne; predicavamo per le strade […], mendicavamo nel senso vero del termine».
Sono parole di un discorso immaginario che sant’Ignazio farebbe oggi ai Gesuiti, apparse in un saggio pubblicato nel 1978 dal teologo gesuita Karl Rahner.




L’origine della congregazione dei Padri Somaschi


Giovanni Bonacina, IL’origine della congregazione dei Padri Somaschi/I, Curia generale Padri Somaschi, Roma 2009, 336 pp., s.i.p.

Giovanni Bonacina, IL’origine della congregazione dei Padri Somaschi/I, Curia generale Padri Somaschi, Roma 2009, 336 pp., s.i.p.

Non siamo di fronte a uno studio per addetti ai lavori, ma rivolto a tutti coloro che desiderano conoscere L’origine della congregazione dei Padri Somaschi: una indagine storica curata, con rigore scientifico, da padre Giovanni Bonacina. Alla soglia dei cinquecento anni dall’inizio dell’avventura del Fondatore (il 1511 fu l’anno della sua provvidenziale prigionia durante la guerra fra Venezia e le nazioni della Lega di Cambrai), la ricerca costituisce il primo capitolo di un’opera che aiuta a rileggere e raccontare la grande storia di santità «suscitata nella Chiesa di Dio da san Girolamo Emiliani sotto l’azione dello Spirito Santo».
Gli anni indagati vanno dal 1537 al 1569, quando la Compagnia dei Servi dei poveri, fondata da Girolamo, si trasformò nell’ordine dei Chierici regolari di Somasca. L’autore offre un interessante profilo dei primi seguaci di san Girolamo – molti appartenenti alla classe sociale dei nobili, altri al ceto benestante – dei quali finora si avevano scarse notizie: è la parte più interessante del libro, frutto di una ricerca pluridecennale negli archivi. La parte conclusiva del minuzioso lavoro di ricerca raccoglie documenti e bolle, utilissimi per comprendere la spiritualità, l’origine e l’evoluzione anche strutturale della Compagnia.
Il lavoro di Bonacina, ricchissimo di documenti di prima mano, costituisce anche un invito ad approfondire la spiritualità della Chiesa viva e militante nei decenni che portarono allo svolgimento del Concilio di Trento e alla creazione di un efficace sistema educativo, cui contribuì anche l’ordine dei Somaschi attualizzando il carisma di san Girolamo Emiliani negli orfanotrofi, nei seminari, nei collegi. Emiliani sarà proclamato santo due secoli dopo la sua morte, nel 1737.
È un volume rivolto in primo luogo ai padri Somaschi e ai novizi che si formano nei seminari, scritto in uno stile immediato e semplice. Un’agile guida nei meandri storico-culturali della Chiesa degli inizi del XVI secolo.




Una profezia per la Chiesa


IUna profezia per la Chiesa. Antonio Rosmini verso il Vaticano II/I, Edizioni Feeria – Comunità di San Leolino, 
Firenze 2009, 360 pp., euro 22,00

IUna profezia per la Chiesa. Antonio Rosmini verso il Vaticano II/I, Edizioni Feeria – Comunità di San Leolino, Firenze 2009, 360 pp., euro 22,00

«Grande figura di sacerdote e illustre uomo di cultura, animato da fervido amore di Dio e per la Chiesa, Antonio Rosmini testimoniò la virtù della carità in tutte le sue dimensioni e ad alto livello, ma ciò che lo rese maggiormente noto fu il generoso impegno per quella che egli chiamava “carità intellettuale”, vale a dire la riconciliazione della ragione con la fede».
Basterebbero queste parole di papa Benedetto XVI per introdurre la lettura di Una profezia per la Chiesa. Antonio Rosmini verso il Vaticano II, un bel volume realizzato in collaborazione con il Servizio nazionale per il Progetto culturale della Cei; il volume raccoglie gli atti di due giorni di studio su Antonio Rosmini, in occasione del primo anniversario della sua beatificazione.
Rosmini (1797-1855) è un esempio anche per i nostri giorni soprattutto per quanto riguarda il suo impegno per il dialogo tra la fede e la cultura, che costituisce una delle sfide cruciali del nostro tempo. Riconosciuto ormai da tutti come uno dei più grandi pensatori europei di tutti i tempi, Rosmini è figura indubbiamente cruciale proprio nel rapporto tra spiritualità e cultura. Alcune sue intuizioni su dimensioni fondanti della vita della Chiesa hanno conosciuto la fatica dell’accoglienza da parte della comunità cristiana.
Eppure l’avventura umana e spirituale di Antonio Rosmini ha rappresentato, e rappresenta ancora, una dimensione profetica per la Chiesa. Basta leggere le relazioni del convegno raccolte nel libro per accorgersi della attualità del pensiero rosminiano (si vedano, per esempio, i contributi di Mario Ciuffi, “Rosmini nostro contemporaneo”, e quello di Bruno Meucci, “Antonio Rosmini pensatore europeo”).
Nella Chiesa non mancano profeti: si tratta di capirli e ascoltarli. Forse è tempo che il magistero spirituale, culturale e filosofico di Antonio Rosmini diventi patrimonio comune del mondo ecclesiale, e non solo, in un’epoca come la nostra, segnata da grande disorientamento e incertezza.




Fili d’ambra


Mario Geymonat – Giampiero Mele, IFili d’ambra. Il Rinascimento del Baltico/I, Sandro Teti Editore, Roma 2009, 128 pp., s.i.p.

Mario Geymonat – Giampiero Mele, IFili d’ambra. Il Rinascimento del Baltico/I, Sandro Teti Editore, Roma 2009, 128 pp., s.i.p.

In Fili d’ambra, Mario Geymonat e Giampiero Mele ci offrono una straordinaria antologia sul rinascimento storico, culturale e civile, dell’area baltica. L’ambra evoca la resina fossile, più o meno trasparente, di piante conifere, esportata dalle regioni del mar Baltico verso tutta l’Europa. Una interessante antologia dedicata alla tradizione storica in particolare dell’Estonia, della Lettonia e della Lituania: un’area significativa per tutta l’Europa. Tre Paesi così diversi fra loro che i due autori del volume riescono a far conoscere in modo omogeneo attraverso la riproposizione di testi storici: dall’ Odissea, che evoca in modo preciso scenari e paesaggi dell’Europa del nord, a un brano tratto dalla Germania di Tacito.
Alcuni capitoli, poi, avvicinano il Baltico da un punto di vista essenzialmente letterario; ne cito, per tutti, due: la drammatica chiusa del romanzo Il colpo di grazia di Margherite Yourcenar, con un inquadramento storico degli anni immediatamente successivi alla Prima guerra mondiale in Lettonia, dove si continuava a combattere; e alcune pagine tratte dal romanzo di Christiana Ruggeri, La lista di carbone – peraltro recensito in questa stessa rubrica –, che fanno il resoconto del genocidio di oltre 120mila persone nei campi di concentramento nazisti operanti in Lettonia durante la Seconda guerra mondiale. Entrambi i saggi sono introdotti da riflessioni di Giampiero Mele.
Chiudono il volume alcune pagine straordinarie dell’ambasciatore Boris Biancheri, sul filo di un “Carteggio immaginario con Giuseppe Tomasi di Lampedusa”.


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