Rubriche
tratto dal n.12 - 2010


DIPLOMAZIA

Mennini nunzio in Gran Bretagna


Vladimir Putin e Antonio Mennini [© Associated Press/LaPresse]

Vladimir Putin e Antonio Mennini [© Associated Press/LaPresse]

Il 18 dicembre Benedetto XVI ha nominato l’arcivescovo Antonio Mennini nuovo nunzio apostolico in Gran Bretagna. Mennini è l’unico nunzio originario dell’Urbe, dove è nato 63 anni fa. Ordinato sacerdote nel 1974, si è laureato in Teologia. Proviene da una famiglia di servitori della Santa Sede. Nel 1978 viene iscritto alla Pontificia Accademia Ecclesiastica e il 3 aprile 1981 entra nel servizio diplomatico della Santa Sede come addetto alla nunziatura in Uganda. Nel 1984 viene trasferito in Turchia e nel 1986 alla seconda sezione della Segreteria di Stato, quella che si occupa dei rapporti con gli Stati, dove è rimasto per quattordici anni. Nel luglio 2000 arriva la nomina a nunzio in Bulgaria. Il 6 novembre 2002 viene nominato rappresentante pontificio in Russia. Il 9 dicembre 2009 è stato annunciato l’allaccio di pieni rapporti diplomatici tra la Santa Sede e la Federazione Russa, con cui c’erano solo relazioni di natura speciale. Mennini così è diventato il primo nunzio apostolico propriamente detto a Mosca. Dal 2008 era anche rappresentante in Uzbekistan.





Alcide De Gasperi durante i lavori della Costituente nel 1946

Alcide De Gasperi durante i lavori della Costituente nel 1946

Chiesa/1
La Costituzione italiana e la «licenza di laicità»

Sul Corriere della Sera del 19 dicembre Alberto Melloni s’interroga sul rapporto tra Chiesa e politica, stigmatizzando certi schematismi «brutali» che appaiono sui giornali, secondo i quali «la Chiesa» appoggerebbe un determinato partito o progetto politico. Un «approdo» negativo, a suo modo di vedere, determinato anche da «convincimenti» e prese di posizione di esponenti della Chiesa stessa. Su tale approdo, scrive Melloni, peserebbe «la revoca di quella “licenza di laicità” che la Costituzione repubblicana – l’unico progetto culturale riuscito al cattolicesimo italiano, l’ultima passione del Dossetti politico – aveva fornito all’età democristiana dell’Italia e di cui (da Andreatta a Andreotti) è stato fatto il più diverso uso».


Chiesa/2
La lobby dei valori

La Chiesa ridotta a una «lobby dei valori»? È la domanda che viene posta nell’editoriale de La Stampa del 28 dicembre, a firma di Gian Enrico Rusconi. Così sul quotidiano torinese: «Non c’è bisogno di evocare il “ritorno della religione nell’età post-secolare” per constatare nel nostro Paese la forte presenza pubblica della religione-di-chiesa (cioè dell’espressione religiosa mediata esclusivamente dalle strutture della Chiesa cattolica). Ma la rilevanza pubblica della religione, forte sui temi “eticamente sensibili” (come si dice), è accompagnata da un sostanziale impaccio comunicativo nei contenuti teologici che tali temi dovrebbe fondare. O meglio, i contenuti teologici vengono citati solo se sono funzionali alle raccomandazioni morali. Siamo davanti a una religione de-teologizzata, che cerca una compensazione in una nuova enfasi sulla “spiritualità”. Ma questa si presenta con una fenomenologia molto fragile, che va dall’elaborazione tutta soggettiva di motivi religiosi tradizionali fino a terapie di benessere psichico. I contenuti di “verità” religiosa teologicamente forti e qualificanti – i concetti di rivelazione, salvezza, redenzione, peccato originale (per tacere di altri dogmi più complessi) –, che nella loro formulazione dogmatica hanno condizionato intimamente lo sviluppo spirituale e intellettuale dell’Occidente cristiano, sono rimossi dal discorso pubblico. Per i credenti rimangono uno sfondo e un supporto “narrativo” e illustrativo, non già fondante della pratica rituale. La Natività che abbiamo appena celebrato è fondata sul dogma teologico di Cristo “vero Dio e vero uomo”. Si tratta di una “verità” che ha profondamente inciso e formato generazioni di credenti per secoli. Oggi è ripetuta – sommersa da un clima di superficiale sentimentalismo – senza più la comprensione del senso di una verità che non è più mediabile nei modi del discorso pubblico. Ma viene il dubbio che ciò che soprattutto preme oggi agli uomini di Chiesa nel loro discorso pubblico sia esclusivamente la difesa di quelli che essi chiamano “i valori” tout court, coincidenti con la tematica della “vita”, della “famiglia naturale” e i problemi bioetici, quali sono intesi dalla dottrina ufficiale della Chiesa. Non altro».


Mondo
Kamikaze pagati come killer

«Il “salario ordinario” del kamikaze targato al-Qaeda in Afghanistan era, nel 2006, di 50mila-100mila dollari, ma poteva arrivare fino a “un milione”. [...] Lo si legge nei dispacci militari Usa da Iraq e Afghanistan resi noti da Wikileaks nel 2010». Notizia rilanciata dall’Ansa il 30 dicembre.


Curia
Nuovi segretari a Propaganda Fide, ai Santi e al Clero

Il 23 dicembre Benedetto XVI ha nominato arcivescovo e segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli il salesiano don Savio Hon Tai-Fai. Così per la prima volta un cinese è stato chiamato in un incarico di rango nella Curia romana. Don Hon è infatti nato a Hong Kong il 21 ottobre 1950. Compiuti gli studi negli studentati salesiani, ha emesso la prima professione religiosa nel 1969, quella perpetua nel 1975, ed è stato ordinato sacerdote sempre a Hong Kong nel 1982. Ha conseguito il baccalaureato in Filosofia presso l’Università di Londra nel 1977 e il dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Salesiana di Roma nel 1988. Ha conseguito anche dei diplomi linguistici a Parigi per il francese e a Bonn per il tedesco. Ha svolto inoltre attività di insegnamento come professore invitato in vari Seminari della Cina continentale. È autore di numerose pubblicazioni in cinese, inglese e italiano. Con un articolo su L’Osservatore Romano ha commentato nel 2008 la Lettera di Benedetto XVI alla Chiesa in Cina. Inoltre è stato responsabile della traduzione in cinese del Catechismo della Chiesa cattolica. Appartiene alla Provincia salesiana della Cina (che comprende la Cina continentale, Hong Kong, Macao, Taiwan), di cui è stato provinciale dal 2001 al 2006. Accademico ordinario della Pontificia Accademia di Teologia dal 1999, dal 2004 è anche membro della Commissione teologica internazionale. Era finora professore di Teologia nel seminario di Hong Kong.
Il 29 dicembre poi c’è stata una serie di nomine nella Curia romana. Benedetto XVI ha nominato l’umbro Marcello Bartolucci, 66 anni, arcivescovo e nuovo segretario della Congregazione delle Cause dei santi. Subentra nell’incarico a Michele Di Ruberto che ha compiuto 76 anni in agosto. Originario di Bastia Umbra, provincia di Perugia e diocesi di Assisi, Bartolucci è sacerdote dal 1968, e ha conseguito il dottorato in Teologia alla Lateranense e la licenza in Diritto canonico all’Angelicum. Dopo dieci anni di attività pastorale, dal 1977 svolge la sua missione nella Congregazione delle Cause dei santi, di cui era sottosegretario dal 2007, quando subentrò in quest’ultimo incarico sempre a Di Ruberto. Nuovo sottosegretario della Congregazione è stato nominato il polacco Boguslaw Turek, 46 anni, sacerdote dal 1989 della congregazione di San Michele Arcangelo, che lavora nel medesimo dicastero dal 1994 (dal 2009 come capoufficio). Benedetto XVI ha inoltre nominato arcivescovo e nuovo segretario della Congregazione per il Clero lo spagnolo Celso Morga Iruzubieta, 63 anni, sacerdote dal 1972 con dottorato in Diritto canonico conseguito all’Università di Navarra dell’Opus Dei, che lavora dal 1987 nel dicastero, dal 2000 come capoufficio e dal 2009 come sottosegretario. Il Papa ha infine nominato il monsignore canadese Serge Poitras, 61 anni, sottosegretario aggiunto della Congregazione per i Vescovi. Ordinato sacerdote nel 1973 per la diocesi di Chicoutimi in Quebec, Poitras è stato negli ultimi dieci anni collaboratore locale della nunziatura di Ottawa e dallo scorso ottobre era officiale del dicastero, chiamato a questo incarico dal cardinale canadese Marc Ouellet, nominato a sua volta, il 30 giugno scorso, prefetto della Congregazione per i Vescovi.



Diplomazia/1
Francesco Maria Greco nuovo ambasciatore d’Italia

Il 17 dicembre Benedetto XVI ha ricevuto le lettere credenziali del nuovo ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede. Si tratta di Francesco Maria Greco, 60 anni, originario di Siracusa. Entrato nel servizio diplomatico nel 1974, ha svolto il suo servizio in vari uffici della Farnesina e nelle sedi di Belgrado, Bruxelles, Bangkok (dove è stato anche reggente dell’ambasciata) e Madrid. Dal 2000 è stato consigliere per gli Affari internazionali dei ministri della Difesa Sergio Mattarella (governi D’Alema e Amato) e Antonio Martino (governo Berlusconi) e nel 2002-2006 è stato ambasciatore in Indonesia. Dal 2009 era direttore generale per la promozione e la cooperazione presso il Ministero degli Affari esteri. È autore del volume Grande crisi e ordine internazionale. L’Italia fra Europa e Stati Uniti (Esi, Napoli 2003) usato come testo in varie università e dai laureati che preparano il concorso diplomatico.


Diplomazia/2
Nuovi ambasciatori non residenti a Roma

Il 16 dicembre Benedetto XVI ha ricevuto le lettere credenziali dei nuovi ambasciatori presso la Santa Sede, non residenti a Roma, di Nepal (Suresh Prasad Pradhan), Zambia (Royson Mabuku Mukwena), Andorra (Miguel Ángel Canturri Montanya), Seychelles (Vivianne Fock Tave) e Mali (Boubacar Sidiki Touré).


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