Rubriche
tratto dal n.03 - 2001


Tre lettere a proposito del catechismo Dottrina Cristiana I


Ai bambini dello Sri Lanka

Caro signor Andreotti,
tante grazie per l’invio regolare della sua stimata rivista 30Giorni, la cui lettura apprezzo molto. Le sono molto grato anche per il volumetto per bambini Dottrina cristiana 1, del quale mi piacciono molto sia le belle illustrazioni che i testi.
Le scrivo anche per sapere se è possibile tradurre il volumetto per i nostri bambini, nella nostra lingua locale, il singalese. La traduzione potrebbe essere fatta qui, come pure la composizione, per ricostruire le pagine così come sono nella versione italiana. La stampa invece dovrebbe essere fatta da voi in Italia. Se lo poteste fare per amore dei nostri bambini, lo considereremmo un grande favore. Ci sarebbe gradito averne diecimila copie.
Non conosco la natura della vostra organizzazione ma so che promuove l’attività missionaria. Sarò grato di ricevere informazioni sulle iniziative.
Cordiali saluti e ringraziamenti, vostro in Cristo,
Oswald Gornis
presidente della Conferenza episcopale dello Sri Lanka


Non è il quinto Vangelo

Signor direttore,
²a ringrazio per avere pensato a una ristampa che mi fa tornare ai tempi dell’infanzia. Un ritorno sempre gradito e un’occasione per conservare anche qualcosa che avevo perduto.
Non posso dimenticare comunque la gravità delle ragioni che motivano questa pubblicazione e il clima negativo nel quale essa si inserisce: al punto che la prego di dare pubblicazione in seguito almeno di tutti i catechismi della Conferenza episcopale italiana e di tutte le singole edizioni, in modo che anche i vostri lettori si rendano conto che in tutti questi anni non sono stati lasciati senza catechismo e che… la ripubblicazione di un testo a cinquanta anni di distanza non è un’opera di nostalgia (dimensione troppo seria della vita) ma un’operazione ideologica che va di pari passo con la rivista che lei dirige e con Comunione e liberazione che da circa trent’anni (Pasqua 1971… mi pare) tenta di presentarsi come autorevole interlocutore adesso anche per i catechismi per l’infanzia.
Un’operazione non corretta culturalmente oltre che proditoria. E tutto questo in linea con quanti pensano che “i movimenti” siano il sale della terra. Purtroppo è vero – sempre di più devo crederlo – che invece appartengono al tentativo “ideologico” questo sì di tenere il potere. Una brutta operazione che certamente lei non meritava. Vuol dire che hanno anche perso il rispetto per chi è anziano nella comunità.
Cordialità vive,
sac. Lorenzo Boscarol
Ronchi dei Legionari (Go), Italia



Su certa moderna catechesi
Gentilissimo direttore,
a proposito del parere dell’Ufficio catechistico sul volumetto Dottrina cristiana 1 noto le seguenti cose:
1) il parere è scritto nel più puro ecclesiastichese postconciliare (il Concilio Vaticano II è una cosa, il postconcilio è un’altra) per cui è spesso incomprensibile;
2) si difendono tesi pedagogiche, in vigore negli anni Sessanta, ormai superate e che non hanno un legame necessario col messaggio cristiano (ad esempio: la condanna della memorizzazione);
3) le cosiddette «visioni progettuali» sono delle mere astrazioni, buone per le chiacchiere accademiche; lo stesso dicasi dell’assai oscura «programmazione differenziata»;
4) un catechismo cristiano è ovviamente cristocentrico, ma prima di tutto deve essere teocentrico. Se non si parla prima di Dio (questo mezzo-sconosciuto dei catechismi moderni) non si capisce nulla di Cristo che si presenta perciò in modo equivoco: è Dio o un santone qualsiasi? La gerarchia delle verità, poi (che non diventi esclusione delle verità), è cosa delicata fatta per menti mature;
5) cosa si voglia intendere con il «linguaggio biblico» rimane un mistero. Si deve forse usare con dei bambini italiani un linguaggio certamente splendido, di migliaia di anni fa, pieno di semitismi e di grecismi che anche gli adulti hanno, a volte, difficoltà a comprendere?
6) cosa s’intenda, poi, per «personalistico» è tutto da vedere! Un catechismo “personalizzato” per ogni bambino…!
Sta di fatto che certa moderna catechesi ha contribuito all’ignoranza religiosa più di qualunque altro fatto. Fra riforme liturgiche esagerate e catechesi dell’equivoco giulebboso o del nulla le chiese si vuotano e la gente diventa musulmana, buddista eccetera perché lì almeno trova qualcosa!
Con i migliori saluti,
Neri Capponi
avvocato della Rota romana



Non pretendiamo davvero di aver scritto il quinto Vangelo ma dall’accoglienza ricevuta per il volumetto abbiamo conferma di aver fatto cosa utile.





Le point sull’Italia


Polemiche elettorali

Caro senatore,
con i miei auguri pasquali voglio segnalarle un servizio di Le Point dal rumoroso titolo: La marcia su Roma, autore Jean-François Revel. In verità l’illustre accademico di Francia prende come testo base un articolo del quotidiano la Repubblica che mi sembra molto di parte (avversa alla coalizione di centrodestra di cui si profilano presunte controindicazioni internazionali). Scrive Revel: «Voci eroiche si sono alzate in Europa per proporre di mettere in quarantena l’Italia se arrivasse al potere il Polo delle libertà… Ora, si possono fare molti rimproveri al signor Berlusconi. Senza dubbio è megalomane arrivando sino a proclamarsi il migliore leader del mondo. È una cosa che la maggior parte degli uomini politici pensa di loro stessi, ma che è meglio non dire a voce alta. Nei suoi metodi polemici non è più scrupoloso di quelli ai quali rimprovera la “bassesse”. Ma nessuno lo ha mai sentito indulgere a misure antidemocratiche, né ha mai tentato quando era al potere nel 1994 manovre antirepubblicane».
Circa i suoi compagni di cordata Revel si domanda perché gli ex comunisti possono convertirsi alla democrazia e Fini è invece chiamato inesorabilmente neofascista.
In quanto al pericolo di Bossi gli sembra incongruo equipararlo a Mussolini perché questi era un centralista spinto, laddove il padano propugna il federalismo. Comunque Le Point conclude così: «Dopo la dissoluzione, dieci anni or sono, delle due grandi cittadelle politiche che avevano dominato dal 1946 l’Italia (Democrazia cristiana e Comunisti) era normale che sorgessero altri partiti per colmare questi vuoti. Sorvegliamoli con attenzione, ma non attribuiamo loro leggermente le ideologie dei loro predecessori».
Non so se lei si occupa direttamente di elezioni, ma sono sicuro che se lo fa non dirà mai cose che possano danneggiare l’immagine dell’Italia.
Mi ricordi a sua moglie e mi creda affezionato nel Signore.
Suo,
Abbé Jacques
Nizza, Francia



Mi felicito anche per il perfetto italiano scritto; e pubblico volentieri questa sua lettera perché sottolinea l’inopportunità di polemiche che danneggiano il buon nome della nazione. Sono da condannarsi, come è deplorevole far polemiche contro i postcomunisti, ignorando che il post non è irrilevante.
In quanto a me lavoro per una terza via, ma ne riparleremo, se Dio vuole, nella prossima estate.
Auguri anche a lei.





MONARCHI IN ESILIO


Esempio bulgaro

Signor direttore,
ieri sera, conversando con alcuni compagni di facoltà, da uno, di nazionalità bulgara, ci è stato detto che dovremmo prendere esempio da loro perché non solo hanno fatto rientrare il re dall’esilio, ma si apprestano ad eleggerlo presidente della Repubblica. Ne è nata una discussione abbastanza animata sia, per così dire, in assoluto, sia sulla veridicità di quanto accadrebbe a Sofia.
Forse non è proprio vostra materia specifica, ma un avvenimento rilevante nel mondo lo è certamente.
Corrado Vivarelli
Milano, Italia



Non solo è vero che il re Simeone è rientrato legalmente in patria, ma gli sono stati restituiti tutti i beni confiscati, che sono di notevole consistenza. A titolo di liberalità ha fatto dono allo Stato del palazzo reale. In quanto alla candidatura presidenziale è stata esclusa dalla competente Corte con una decisione che è però appellata da un gruppo di parlamentari.
Simeone di Bulgaria, che ha sessantatré anni, ha vissuto in Spagna ma è venuto anche a Roma ed io stesso ho avuto l’occasione di conoscerlo e di apprezzarlo molto.
In quanto al riflesso sulla situazione italiana vi è una difficoltà giuridica costituzionale che lo esclude in radice. Solo una modifica, nelle complesse forme stabilite, può rimuoverla. Di recente il governo aveva ritenuto di poter superare questo ostacolo ma è stato giustamente bloccato dal parere contrario del Consiglio di Stato.



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